Abuso sessuale?
Buonasera, scrivo per raccontare la mia esperienza personale. Qunando avevo 10 anni mio nonno (al quale ero molto affezionata), mi ha ospitata durante l’estate per una settimana o poco più a casa sua. In questa occasione mi ha ripetutamente molestata, baciandomi e toccando le mie parti intime (premetto che il contatto è avvenuto in presenza di vestiti). In quei momenti io non riuscivo a capire nemmeno cosa stesse succedendo, e pur avendo come una specie di sentore che ciò che stava accadendo fosse sbagliato, non ho reagito. Con “il senno di poi”, crescendo e capendo come funzionasse la sfera sessuale, sono riuscita a dare un senso a ciò che era successo. Ora ho 18 anni e una domanda mi riempie la mente: è stato abuso sessuale? Io mi sento terribilmente in colpa perché in quell’occasione era come se io non fossi cosciente di ciò che stava succedendo e non ho fatto niente.
[#1]
Gentile ragazza,
rientra nella definizione di abuso sessuale qualsiasi contatto sessuale verificatosi in assenza di consenso, compreso quindi il baciare e toccare le parti intime di una bambina in presenza di vestiti.
Il fatto che non abbia reagito è purtroppo molto comune e di questo non deve certamente farsene una colpa.
Gli abusi che si verificano in famiglia si fanno forti del fatto che la maggior parte delle volte il bambino non riferisce quello che è accaduto per via del legame affettivo che si è instaurato con la persona che abusa (la quale frequentemente invita il bambino a non dire niente spacciando l'attività che fanno per un grande e prezioso segreto che condividono e facendo sentire il bambino "speciale" per ciò che fanno).
A mantenere il silenzio contribuisce anche la paura di essere sgridati e giudicati colpevoli, a volte anche la paura che all'abusante (al quale si vuole bene, nonostante quello che fa) possa accadere qualcosa di brutto se si confessasse ciò che ha fatto, o che poi non si abbia più la possibilità di vederlo. Purtroppo gli abusi intrafamiliari sono connotati da elementi spesso seduttivi, che rendono più difficile per il bambino reagire e comprendere ciò che accade.
"Io mi sento terribilmente in colpa perché in quell’occasione era come se io non fossi cosciente di ciò che stava succedendo e non ho fatto niente"
Il non essere cosciente di ciò che accade nel momento presente è un meccanismo dissociativo che ha la funzione di ridurre l'impatto traumatico di quanto accade quando non si ha la possibilità di reagire o di fuggire.
Se ci pensa essendo da sola a casa del nonno difficilmente avrebbe potuto reagire (il nonno era senz'altro più forte di lei che era una bambina e chissà cosa avrebbe fatto se si fosse opposta), né scappare (dove sarebbe andata?).
Anche di questo non ha colpa.
rientra nella definizione di abuso sessuale qualsiasi contatto sessuale verificatosi in assenza di consenso, compreso quindi il baciare e toccare le parti intime di una bambina in presenza di vestiti.
Il fatto che non abbia reagito è purtroppo molto comune e di questo non deve certamente farsene una colpa.
Gli abusi che si verificano in famiglia si fanno forti del fatto che la maggior parte delle volte il bambino non riferisce quello che è accaduto per via del legame affettivo che si è instaurato con la persona che abusa (la quale frequentemente invita il bambino a non dire niente spacciando l'attività che fanno per un grande e prezioso segreto che condividono e facendo sentire il bambino "speciale" per ciò che fanno).
A mantenere il silenzio contribuisce anche la paura di essere sgridati e giudicati colpevoli, a volte anche la paura che all'abusante (al quale si vuole bene, nonostante quello che fa) possa accadere qualcosa di brutto se si confessasse ciò che ha fatto, o che poi non si abbia più la possibilità di vederlo. Purtroppo gli abusi intrafamiliari sono connotati da elementi spesso seduttivi, che rendono più difficile per il bambino reagire e comprendere ciò che accade.
"Io mi sento terribilmente in colpa perché in quell’occasione era come se io non fossi cosciente di ciò che stava succedendo e non ho fatto niente"
Il non essere cosciente di ciò che accade nel momento presente è un meccanismo dissociativo che ha la funzione di ridurre l'impatto traumatico di quanto accade quando non si ha la possibilità di reagire o di fuggire.
Se ci pensa essendo da sola a casa del nonno difficilmente avrebbe potuto reagire (il nonno era senz'altro più forte di lei che era una bambina e chissà cosa avrebbe fatto se si fosse opposta), né scappare (dove sarebbe andata?).
Anche di questo non ha colpa.
Dr.ssa Serena Sassi
Psicologa
[#2]
Utente
Il dubbio che mi tormenta è: ma se io non ho fatto niente per impedirlo, forse significa che in quel momento mi stava bene ciò che succedeva, o addirittura che mi piaceva? E ora vivo questa cosa come un trauma perché mi sento sporca per averlo apprezzato? È possibile che a me piacesse quello che stava succedendo? Ma io non riesco a rispondere a queste domande perché non ho idea di come mi sentissi in quel momento, proprio non riesco a fare chiarezza e a capire quali ricordi (sulle emozioni che ho provato) siano veri e quali invece no. Io non mi ricordo come mi sono sentita, ma ricordo cosa è successo, perché?
Grazie mille per la sua risposta!
Grazie mille per la sua risposta!
[#3]
Gentilissima ragazza,
rientrano nelle conseguenze di abuso sessuale le idee della vittima di essere stata complice con conseguenti sentimenti di colpa. Lei era una bambina di 10 anni che si fidava di suo nonno, il quale invece ha approfittato del legame emotivo senza pensare alle conseguenze di ciò che stava facendo.
Anche l’incapacità di ricordare le emozioni collegate al trauma di abuso è dovuta a un meccanismo di difesa inconscio che attiviamo automaticamente quando sentiamo che la nostra vita è in pericolo.
Le domande che si pone e il dolore che sente sono reazioni normali quando cominciamo a confrontarci con il trauma di abuso.
Le consiglio di contattare un/una psicoterapeuta o un consultorio nella sua zona.
Il percorso di accettazione di ciò che ha vissuto è difficile e doloroso, ma con aiuto riuscirà a sentirsi libera.
Cari saluti.
rientrano nelle conseguenze di abuso sessuale le idee della vittima di essere stata complice con conseguenti sentimenti di colpa. Lei era una bambina di 10 anni che si fidava di suo nonno, il quale invece ha approfittato del legame emotivo senza pensare alle conseguenze di ciò che stava facendo.
Anche l’incapacità di ricordare le emozioni collegate al trauma di abuso è dovuta a un meccanismo di difesa inconscio che attiviamo automaticamente quando sentiamo che la nostra vita è in pericolo.
Le domande che si pone e il dolore che sente sono reazioni normali quando cominciamo a confrontarci con il trauma di abuso.
Le consiglio di contattare un/una psicoterapeuta o un consultorio nella sua zona.
Il percorso di accettazione di ciò che ha vissuto è difficile e doloroso, ma con aiuto riuscirà a sentirsi libera.
Cari saluti.
Dr.ssa Irene Rossi
Psicologa - Psicoterapeuta
[#4]
Gentile ragazza,
in aggiunta a quanto già le abbiamo detto, le faccio presente anche che la legge italiana non considera capace di prestare alcun consenso ad atti sessuali i minori sotto i quattordici anni (tredici anni nel caso in cui la differenza tra i due partner non sia superiore a tre anni).
Questo perchè i dati presenti nella letteratura scientifica indicano che sotto a questa età i bambini non hanno ancora raggiunto una maturità psicologica tale da comprendere appieno il significato e le implicazioni di tali azioni e quindi non sono capaci di prestare un consenso consapevole in tal senso. Ne consegue che qualsiasi atto sessuale compiuto da un adulto nei confronti di un minore di quattordici anni è considerato di per sé reato.
La soglia dei quattordici anni, inoltre, si alza a sedici, quando (come nel suo caso) il "partner" esercita un ascendente sul minore in virtù della presenza di un rapporto di parentela, convivenza, educazione, affidamento.... nei confronti dello stesso. Questo perchè, come le abbiamo già spiegato, il rapporto esistente complica la situazione sfruttando il fatto che il minore si fida della persona in questione e rende quindi ancora più difficile per lo stesso comprendere quanto sta realmente accadendo.
in aggiunta a quanto già le abbiamo detto, le faccio presente anche che la legge italiana non considera capace di prestare alcun consenso ad atti sessuali i minori sotto i quattordici anni (tredici anni nel caso in cui la differenza tra i due partner non sia superiore a tre anni).
Questo perchè i dati presenti nella letteratura scientifica indicano che sotto a questa età i bambini non hanno ancora raggiunto una maturità psicologica tale da comprendere appieno il significato e le implicazioni di tali azioni e quindi non sono capaci di prestare un consenso consapevole in tal senso. Ne consegue che qualsiasi atto sessuale compiuto da un adulto nei confronti di un minore di quattordici anni è considerato di per sé reato.
La soglia dei quattordici anni, inoltre, si alza a sedici, quando (come nel suo caso) il "partner" esercita un ascendente sul minore in virtù della presenza di un rapporto di parentela, convivenza, educazione, affidamento.... nei confronti dello stesso. Questo perchè, come le abbiamo già spiegato, il rapporto esistente complica la situazione sfruttando il fatto che il minore si fida della persona in questione e rende quindi ancora più difficile per lo stesso comprendere quanto sta realmente accadendo.
[#6]
Gentile ragazza,
può rivolgersi personalmente o telefonicamente al consultorio familiare della sua città (normalmente si tratta di strutture situate sul territorio).
In genere non è necessaria l'impegnativa del medico di base per accedere ai servizi psicologici, ma questo può variare a seconda della Regione e della struttura stessa. Saranno loro a spiegarle la modalità di prenotazione della prestazione.
Un caro saluto
può rivolgersi personalmente o telefonicamente al consultorio familiare della sua città (normalmente si tratta di strutture situate sul territorio).
In genere non è necessaria l'impegnativa del medico di base per accedere ai servizi psicologici, ma questo può variare a seconda della Regione e della struttura stessa. Saranno loro a spiegarle la modalità di prenotazione della prestazione.
Un caro saluto
[#7]
Gentile utente,
ci scrive che "..una domanda mi riempie la mente: è stato abuso sessuale?.."
Come è emersa tale domanda nella Sua mente?
. Improvvisamente?
. In seguito a qualche fatto specifico?
Che significa che "mi riempie la mente"?
. forse che non riesce a cacciarla nonostante Lei ci provi?
Il nonno di cui si parla è deceduto? ha occasione frequente di rivederlo?
Le pare che tali fatti passati abbiano conseguenze sulla Sua vita sessuale attuale?
. Se sì, in quale modo?
Tali domande ci aiutano ad esplorare altri aspetti della vicenda e a risponderLe ulteriormente, se Lei vorrà.
Saluti cari.
Dott. Brunialti
ci scrive che "..una domanda mi riempie la mente: è stato abuso sessuale?.."
Come è emersa tale domanda nella Sua mente?
. Improvvisamente?
. In seguito a qualche fatto specifico?
Che significa che "mi riempie la mente"?
. forse che non riesce a cacciarla nonostante Lei ci provi?
Il nonno di cui si parla è deceduto? ha occasione frequente di rivederlo?
Le pare che tali fatti passati abbiano conseguenze sulla Sua vita sessuale attuale?
. Se sì, in quale modo?
Tali domande ci aiutano ad esplorare altri aspetti della vicenda e a risponderLe ulteriormente, se Lei vorrà.
Saluti cari.
Dott. Brunialti
[#8]
Utente
Grazie per la sua risposta.
La domanda che “mi riempie la mente” (nel senso che, proprio come ha detto lei, non riesco a cacciare via) in realtà penso di essermela sempre posta. Penso che sia un dubbio nato dall’avvenimento stesso. Il nonno di cui si parla è ancora vivo, nonostante gli acciacchi (attualmente è ricoverato in ospedale) e lo vedo circa una volta al mese (perché io non ho detto alla mia famiglia ciò che è successo, eccetto che per mia madre che mi ha chiesto di non farne parola con gli altri membri). Per quanto riguarda la sfera sessuale non ho avuto particolari problemi ad avere rapporti sessuali, anche se mi è capitato di sentirmi bloccata. Io ho avuto rapporti solamente con gli uomini, anche se a me piacciono anche le ragazze; tant’è che ora ho una relazione con una donna (tengo a precisare però che sono sicura che il mio orientamento sessuale non sia influenzato dalla mia esperienza negativa con gli uomini)
La domanda che “mi riempie la mente” (nel senso che, proprio come ha detto lei, non riesco a cacciare via) in realtà penso di essermela sempre posta. Penso che sia un dubbio nato dall’avvenimento stesso. Il nonno di cui si parla è ancora vivo, nonostante gli acciacchi (attualmente è ricoverato in ospedale) e lo vedo circa una volta al mese (perché io non ho detto alla mia famiglia ciò che è successo, eccetto che per mia madre che mi ha chiesto di non farne parola con gli altri membri). Per quanto riguarda la sfera sessuale non ho avuto particolari problemi ad avere rapporti sessuali, anche se mi è capitato di sentirmi bloccata. Io ho avuto rapporti solamente con gli uomini, anche se a me piacciono anche le ragazze; tant’è che ora ho una relazione con una donna (tengo a precisare però che sono sicura che il mio orientamento sessuale non sia influenzato dalla mia esperienza negativa con gli uomini)
[#9]
Gentile utente,
Grazie delle precisazioni.
Una mia raccomandazione:
faccia attenzione a che
"La domanda che “mi riempie la mente” (nel senso che, proprio come ha detto lei, non riesco a cacciare via)"
non diventi un pensiero ossessivo,
in grado cioè di avvelenare/ingombrare la vita "oggi".
Considerato che mi sembra di capire che non ha intenzione di denunciare il nonno,
tornare indietro nel tempo ha lo scopo di "far pace" dentro di sè rispetto all'evento ("elaborazione");
quel "far pace" interiore che prevede un percorso psicologico
nel quale si attraversa la rabbia, il dolore, la delusione, la tristezza, il risentimento, e tanti altri sentimenti
che con l'aiuto della Psicologa è possibile esplorare senza smarrirsi.
Sì, il Consultorio dell'Azienda Sanitaria è il giusto posto,
soprattutto se ha anche lo "Spazio giovani", particolarmente adatto a persone della Sua età.
Saluti cari.
Dott. Brunialti
Grazie delle precisazioni.
Una mia raccomandazione:
faccia attenzione a che
"La domanda che “mi riempie la mente” (nel senso che, proprio come ha detto lei, non riesco a cacciare via)"
non diventi un pensiero ossessivo,
in grado cioè di avvelenare/ingombrare la vita "oggi".
Considerato che mi sembra di capire che non ha intenzione di denunciare il nonno,
tornare indietro nel tempo ha lo scopo di "far pace" dentro di sè rispetto all'evento ("elaborazione");
quel "far pace" interiore che prevede un percorso psicologico
nel quale si attraversa la rabbia, il dolore, la delusione, la tristezza, il risentimento, e tanti altri sentimenti
che con l'aiuto della Psicologa è possibile esplorare senza smarrirsi.
Sì, il Consultorio dell'Azienda Sanitaria è il giusto posto,
soprattutto se ha anche lo "Spazio giovani", particolarmente adatto a persone della Sua età.
Saluti cari.
Dott. Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 4.8k visite dal 22/12/2018.
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