Sessualità, sensi di colpa e religione

Buongiorno,

Sono una ragazza di 23 anni, cresciuta con una formazione cattolica stringente, nella quale il sesso fuori dal matrimonio, come altri "atti", vengono considerati qualcosa di peccaminoso e la perdita della verginità equivale alla perdita completa del valore della persona. Perciò, ho avuto diverse storie, ma non sono mai giunta a rapporti completi, solo l'idea mi fa venire l'angoscia. 6 mesi fa ho iniziato una storia con un ragazzo e ho iniziato a spingermi oltre al bacio, durante questi momenti provavo una lieve tensione e lievi sensi di colpa, quando rientravo a casa e andavo a dormire, provavo l'inferno: attacchi d'ansia che sfosciavano in veri e propri attacchi di panico, tremori, respiro affannoso, palpitazioni e l'unico modo per dormire era il Lexotan. Mia madre ha chiuso con me, a seguito del mio comportamento, e questo ha creato in me uno stato di ansia ancora superiore, almeno per i primi periodi. Ho perso 14 kg, nel giro di pochi mesi ed ora mi sto impegnando a mangiare.

La mia vita è costellata da forti sensi di colpa: quando ero piccola mentivo su qualsiasi cosa, fino ai miei 16 anni, nei quali ho iniziato a maturare consapevolezza. Ho iniziato a provare fortissimi sensi di colpa nei confronti di mia madre, che sono sfociati, nel giro di poche settimane, in veri e propri attacchi di panico. Quegli anni sono stati i più bui della mia vita, perché non avevo nessuno e quindi passavo le intere giornate a ripensare su cosa avessi mentito e su cosa no, sentendomi fortemente in colpa nei confronti di mia madre, sensazione che riuscivo ad alleviare solo studiando, infatti studiavo anche 18 ore al giorno, tutti i giorni. Questo atteggiamento è andato peggiorando, tanto da sviluppare un vero e proprio controllo maniacale della verità: registrazioni, video, qualsiasi mezzo pur di dimostrare a me stessa e a mia madre che io stessi dicendo la verità. Fino a quando, dopo la laurea, ho deciso per la prima volta di continuare con la mia vita, senza la sua approvazione. E' stato uno stacco difficilissimo, ma non pensavo che davanti a me si aprisse l'inferno come adesso: un rapporto malato con la sessualità (la mia domanda è: ma anche gli altri fanno queste cose? Ma sono normali? Ma sono giuste? E mi sento sbagliata ed in colpa), pensiero ricorrente di aver tradito o di poter tradire il mio ragazzo (pensiero non vero) con conseguente senso di colpa e l'idea costante di star andando a fondo perché mi sono allontanata da mia madre e dalle sue idee.

Il senso di colpa ha fatto parte della mia vita per così tanto tempo, che ora non mi lascia neanche per cause completamente sconnesse dalla realtà. Non ho la possibilità di pagarmi una terapia, perché sto ancora terminando gli studi. E' la prima volta che mi rivolgo ad uno specialista e vorrei avere un parere, almeno per riuscire ad autogestirmi. E vorrei sapere se esistano dei centri gratuiti ai quali rivolgersi nella zona di Varese-Milano. (Il mio ragazzo non sa nulla, non capirebbe)
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

tanta sofferenza ha portato lucidità nell'analisi delle situazioni che ha vissuto e che vive.

Purtroppo da soli è difficile uscire da "gabbie educative" di origine famigliare,
costruite fin da quando il figlio nasce
e spacciate per religiosità.

Potrebbe per il momento chiedere aiuto alla Psicologa del Consultorio, uno della Sua città (gratuito),
chiedendo telefonicamente se c'è lo "spazio Giovani",
specifico per la Sua età.

Che ne pensa?

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Buonasera,

La ringrazio per la risposta. Il problema per me sarebbe seguire una terapia continuativa di nascosto, ma cercherò di trovare il modo perché questo sia possibile.

Una domanda se è consentita: io sto cercando, da tempo, di trovare una causa al pensiero continuo ed ingiustificato di aver tradito il mio ragazzo. Io cerco di non pensarci, di non ampliare il pensiero, ma in certi momenti diventa quasi insostenibile. E' possibile che la causa sia il "senso di colpa" che ha fatto parte della mia vita per tanto tempo, per diverse ragioni? O pensa possa essere causato da altro?

La ringrazio anticipatamente.
[#3]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

Le rispondo da Psicoterapeuta.
Certe psicoterapie cercano la causa, certe che così l'effetto sarà sconfitto (causa ->effetto).

Io seguo una via differente:
si parte dal disagio, si cerca come arginarlo o come fronteggiarlo.
Se poi cammin facendo si faranno ipotesi sulle cause, OK.

Saluti cari.
Dott. Brunialti
[#4]
Utente
Utente
Buonasera,

Volevo ringraziarla. Ho seguito il suo consiglio ed ho iniziato a seguire una terapia che però parte dalla causa.

Ad oggi mi sto trovando molto bene e sono emerse emozioni passate mai affrontate che mi davano più sofferenza e mi condizionavano più del previsto.

Cari saluti
CC
[#5]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile CC,

Grazie del riscontro, sempre molto gradito!

Le auguro che
- oltre a comprendere i condizionamenti in atto -
possa giungere in tempi brevi ad arginarli:
la vita non attende.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
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