Non trovo la mia strada...
Buongiorno!
Ho studiato in tutt'altro campo nella mia vita (umanistico) ma dopo due anni dalla fine degli studi non trovo lavoro.
Cosi pensavo di iniziare l'università, questa volta però con un qualcosa che potesse darmi una certezza in più, oltre che suscitare il mio interesse/curiosità...
Da ragazzina volevo fare il medico, mi piaceva l'idea di aiutare gli altri ed ero affascinata in generale dall'ambiente e dagli studi... Però poi ho deciso di seguire quella che era (ed è) la mia prima passione e sono finita a fare tutt'altro...
Ora ci sto ripensando, ma negli anni sono diventata più sensibile/empatica e impressionabile.
Vorrei iniziare una professione sanitaria ovviamente tenendo conto di quelle che potrebbero impressionarmi meno (come dietistica, logopedia, fisioterapia, tecnico di radiologia..) però so che è difficilissimo entrare per la quantità di posti..
Allora ho vagliato come idea infermieristica (che mi è parso di capire sia una delle più richieste lavorativamente) però il pensiero di "vedere la morte" (soprattuto in reparti come terapia intensiva/rianimazione) mi angoscia. Quando mi faccio le analisi svengo se guardo l'ago che mi buca (la prima volta che mi è successo è stato inaspettato perchè assolutamente non credevo che mi facesse impressione il sangue.. Dopo quell'evento ho cominciato ad avere "paura di svenire" ai prelievi in effetti...)
Dicono che agli aghi ci si abitui e che molti comincino nostante questo però ho altre preoccupazioni...
Una è che ho paura di cominciare a soffrire di ipocondria ( in un periodo della mia vita ho sofferto di attacchi d'ansia per questo, poi risolti per fortuna) però non vorrei che, dopo tutto, questa ritornasse presente..
Ho paura della paura che potrei provare, quindi "dell'inspettato", perchè non so come affrontarla, non so se questi miei limiti siano superabili oggettivamente e soprattutto mi chiedo come sarebbe possibile riuscirci, perchè vorrei farlo.
Inoltre, questo a livello generale perchè sono consapevole che ogni lavoro ne abbia, temo anche le responsabilità e di non essere all'altezza.
Ho paura di trovarmi di fronte cose che mi impressionerebbero o a cui non saprei approcciarmi/reagire e questo mi preoccupa.
In questo periodo sono davvero molto angosciata per la scelta del mio futuro percorso, perchè temo di fare una scelta sbagliata e di pesare sulle spese della mia famiglia. Mi sento già in ritardo a dover ricominciare un percorso, per questo vorrei fare la scelta più ponderata sotto ogni punto di vista.
Quindi, in sostanza.. Mi piacerebbe lavorare in una professione sanitaria ( anche come infermiera, però in ultima ipotesi rispetto ad altre branche a me "più affini"), ma ho paura che i miei limiti possano impedirmelo (cioè, la mia preoccupazione in effetti è più incentrata su infermieristica, le altre branche non credo siano allo stesso livello di "shock", passatemi il termine) .. Come posso superarli? Pronti si nasce o si diventa?
Ho studiato in tutt'altro campo nella mia vita (umanistico) ma dopo due anni dalla fine degli studi non trovo lavoro.
Cosi pensavo di iniziare l'università, questa volta però con un qualcosa che potesse darmi una certezza in più, oltre che suscitare il mio interesse/curiosità...
Da ragazzina volevo fare il medico, mi piaceva l'idea di aiutare gli altri ed ero affascinata in generale dall'ambiente e dagli studi... Però poi ho deciso di seguire quella che era (ed è) la mia prima passione e sono finita a fare tutt'altro...
Ora ci sto ripensando, ma negli anni sono diventata più sensibile/empatica e impressionabile.
Vorrei iniziare una professione sanitaria ovviamente tenendo conto di quelle che potrebbero impressionarmi meno (come dietistica, logopedia, fisioterapia, tecnico di radiologia..) però so che è difficilissimo entrare per la quantità di posti..
Allora ho vagliato come idea infermieristica (che mi è parso di capire sia una delle più richieste lavorativamente) però il pensiero di "vedere la morte" (soprattuto in reparti come terapia intensiva/rianimazione) mi angoscia. Quando mi faccio le analisi svengo se guardo l'ago che mi buca (la prima volta che mi è successo è stato inaspettato perchè assolutamente non credevo che mi facesse impressione il sangue.. Dopo quell'evento ho cominciato ad avere "paura di svenire" ai prelievi in effetti...)
Dicono che agli aghi ci si abitui e che molti comincino nostante questo però ho altre preoccupazioni...
Una è che ho paura di cominciare a soffrire di ipocondria ( in un periodo della mia vita ho sofferto di attacchi d'ansia per questo, poi risolti per fortuna) però non vorrei che, dopo tutto, questa ritornasse presente..
Ho paura della paura che potrei provare, quindi "dell'inspettato", perchè non so come affrontarla, non so se questi miei limiti siano superabili oggettivamente e soprattutto mi chiedo come sarebbe possibile riuscirci, perchè vorrei farlo.
Inoltre, questo a livello generale perchè sono consapevole che ogni lavoro ne abbia, temo anche le responsabilità e di non essere all'altezza.
Ho paura di trovarmi di fronte cose che mi impressionerebbero o a cui non saprei approcciarmi/reagire e questo mi preoccupa.
In questo periodo sono davvero molto angosciata per la scelta del mio futuro percorso, perchè temo di fare una scelta sbagliata e di pesare sulle spese della mia famiglia. Mi sento già in ritardo a dover ricominciare un percorso, per questo vorrei fare la scelta più ponderata sotto ogni punto di vista.
Quindi, in sostanza.. Mi piacerebbe lavorare in una professione sanitaria ( anche come infermiera, però in ultima ipotesi rispetto ad altre branche a me "più affini"), ma ho paura che i miei limiti possano impedirmelo (cioè, la mia preoccupazione in effetti è più incentrata su infermieristica, le altre branche non credo siano allo stesso livello di "shock", passatemi il termine) .. Come posso superarli? Pronti si nasce o si diventa?
[#1]
Gentile Utente,
in quale campo ha studiato? Quale tipologia di lavoro ha cercato e con quali modalità?
Glielo chiedo perché prima di "abbandonare" quella che mi sembra costituisse la sua prima scelta quanto a interessi, è bene essere sicuri di essersi mossi correttamente nel mondo del lavoro che purtroppo, ad oggi, risulta ostico in molteplici settori.
Per quanto riguarda l'opzione di iscriversi ad un corso di laurea delle professioni sanitarie...
"so che è difficilissimo entrare per la quantità di posti.."
Non così difficile come si possa pensare, considerando anche che se alla fine dovesse prendere una decisione in questa direzione avrebbe circa un anno di tempo per prepararsi al test di ammissione.
La invito a riflettere sul fatto che comunque fisioterapia, logopedia, dietistica ... sono professioni tra loro ben diverse e avrebbe sicuramente bisogno di chiarire le motivazioni che la spingerebbero verso l'una o l'altra.
Ancora diversa è la professione di infermiere (non solo perché la metterebbe a contatto con quanto potrebbe impressionarla), ma anche per la grande fatica che questa professione comporta (a livello di turni di lavoro, richiesti in molti, anche se non tutti, gli ambiti di occupazione) e perché è una professione che ad oggi sta lottando per ottenere un maggiore riconoscimento dei propri confini professionali rispetto ad altre figure che operano in un contesto ospedaliero. Vedo poco praticabile una scelta in questa direzione se l'unica motivazione che la sostiene è che "sia una delle più richieste lavorativamente" e sicuramente senza prima aver affrontato la paura del sangue, degli aghi e delle malattie, previa valutazione psicologica in presenza.
Pronti si nasce o si diventa?
La competenza che si acquisisce mediante lo studio e l'esperienza può senz'altro (e dovrebbe) accrescere la fiducia in se stessi rispetto allo svolgimento del proprio lavoro. Questo non toglie che ci sono persone che per varie ragioni hanno una scarsa autostima e quindi non si sentono "pronte" professionalmente nemmeno dopo aver terminano molteplici corsi di aggiornamento, perfezionamento, master... Ecc.
Da qui non possiamo sapere quale sarebbe il suo caso.
in quale campo ha studiato? Quale tipologia di lavoro ha cercato e con quali modalità?
Glielo chiedo perché prima di "abbandonare" quella che mi sembra costituisse la sua prima scelta quanto a interessi, è bene essere sicuri di essersi mossi correttamente nel mondo del lavoro che purtroppo, ad oggi, risulta ostico in molteplici settori.
Per quanto riguarda l'opzione di iscriversi ad un corso di laurea delle professioni sanitarie...
"so che è difficilissimo entrare per la quantità di posti.."
Non così difficile come si possa pensare, considerando anche che se alla fine dovesse prendere una decisione in questa direzione avrebbe circa un anno di tempo per prepararsi al test di ammissione.
La invito a riflettere sul fatto che comunque fisioterapia, logopedia, dietistica ... sono professioni tra loro ben diverse e avrebbe sicuramente bisogno di chiarire le motivazioni che la spingerebbero verso l'una o l'altra.
Ancora diversa è la professione di infermiere (non solo perché la metterebbe a contatto con quanto potrebbe impressionarla), ma anche per la grande fatica che questa professione comporta (a livello di turni di lavoro, richiesti in molti, anche se non tutti, gli ambiti di occupazione) e perché è una professione che ad oggi sta lottando per ottenere un maggiore riconoscimento dei propri confini professionali rispetto ad altre figure che operano in un contesto ospedaliero. Vedo poco praticabile una scelta in questa direzione se l'unica motivazione che la sostiene è che "sia una delle più richieste lavorativamente" e sicuramente senza prima aver affrontato la paura del sangue, degli aghi e delle malattie, previa valutazione psicologica in presenza.
Pronti si nasce o si diventa?
La competenza che si acquisisce mediante lo studio e l'esperienza può senz'altro (e dovrebbe) accrescere la fiducia in se stessi rispetto allo svolgimento del proprio lavoro. Questo non toglie che ci sono persone che per varie ragioni hanno una scarsa autostima e quindi non si sentono "pronte" professionalmente nemmeno dopo aver terminano molteplici corsi di aggiornamento, perfezionamento, master... Ecc.
Da qui non possiamo sapere quale sarebbe il suo caso.
Dr.ssa Serena Sassi
Psicologa
[#2]
Utente
Grazie per la risposta Dottoressa!
L'idea non è abbandonare per sempre la mia prima scelta, solo che mi rendo conto che per farla avrei comunque bisogno di soldi (ho studiato arte, e tra materiali e tutto il resto non riesco a essere "autosufficiente"), sono una freelancer perchè le occasioni lavorative sono state davvero pochissime in due anni e non vorrei vivere di part-time poi per tutta la vita, vorrei questa "sicurezza in più" data da una laurea spendibile...
Sapere che passa solo chi ha un punteggio altissimo mi ha messo molta ansia (anche se ho già iniziato a studiare), forse perchè di base sono molto insicura..
Si, forse mi sono espressa in maniera confusionaria, so che sarebbero professioni molto diverse, mi riferivo al fatto che fossero "più alla mia portata" e le usavo più come esempio per quanto riguarda il mio essere impressionabile!
Perchè appunto per queste facoltà non ho grandi preoccupazioni pensando a cosa potrei magari affrontare ecco, mi preoccupa di più quello per infermieristica che mi sembra molto interessante, però appunto considerate le mie difficoltà pratiche vado in confusione perchè non capisco mai se "potrei farlo funzionare" nel caso in cui non avessi alternative...
Certamente mi solleva sapere che con un percorso psicologico alcune mie fobie potrebbero essere superate...
Si certamente, studiando appositamente si acquisisce la capacità, io mi ritengo una persona con bassa autostima in genere in effetti, e ricordo che i primi tempi dalla mia prima laurea è stato un po' strano immaginarsi professionisti.. Certo è che col tempo mi sono inquadrata nella mia posizione, anche se non ho mai avuto grandi responsabilità, quindi non mi sono mai confrontata con questa realtà (ogni lavoro ha le sue chiaramente). Probabilmente "vivere l'ambiente" aiuta a comprenderlo e gestirlo, quindi ho fiducia che magari si tratti di doversi ambientare a qualcosa di nuovo (qualsiasi campo/branca io scelga)...
L'idea non è abbandonare per sempre la mia prima scelta, solo che mi rendo conto che per farla avrei comunque bisogno di soldi (ho studiato arte, e tra materiali e tutto il resto non riesco a essere "autosufficiente"), sono una freelancer perchè le occasioni lavorative sono state davvero pochissime in due anni e non vorrei vivere di part-time poi per tutta la vita, vorrei questa "sicurezza in più" data da una laurea spendibile...
Sapere che passa solo chi ha un punteggio altissimo mi ha messo molta ansia (anche se ho già iniziato a studiare), forse perchè di base sono molto insicura..
Si, forse mi sono espressa in maniera confusionaria, so che sarebbero professioni molto diverse, mi riferivo al fatto che fossero "più alla mia portata" e le usavo più come esempio per quanto riguarda il mio essere impressionabile!
Perchè appunto per queste facoltà non ho grandi preoccupazioni pensando a cosa potrei magari affrontare ecco, mi preoccupa di più quello per infermieristica che mi sembra molto interessante, però appunto considerate le mie difficoltà pratiche vado in confusione perchè non capisco mai se "potrei farlo funzionare" nel caso in cui non avessi alternative...
Certamente mi solleva sapere che con un percorso psicologico alcune mie fobie potrebbero essere superate...
Si certamente, studiando appositamente si acquisisce la capacità, io mi ritengo una persona con bassa autostima in genere in effetti, e ricordo che i primi tempi dalla mia prima laurea è stato un po' strano immaginarsi professionisti.. Certo è che col tempo mi sono inquadrata nella mia posizione, anche se non ho mai avuto grandi responsabilità, quindi non mi sono mai confrontata con questa realtà (ogni lavoro ha le sue chiaramente). Probabilmente "vivere l'ambiente" aiuta a comprenderlo e gestirlo, quindi ho fiducia che magari si tratti di doversi ambientare a qualcosa di nuovo (qualsiasi campo/branca io scelga)...
[#3]
Gentile ragazza, capisco il conflitto che stai vivendo. Da un lato la passione per l'arte, che però non ha portato alla stabilità. Dall'altro il bisogno che sta emergendo, di maggiore stabilità lavorativa. Si pensa potrebbe essere soddisfatto da una laurea triennale sanitaria, che però non risponde a un interesse profondo, anzi un po' crea repulsione.
E' vero che c'è stato un tempo in cui avevi fatto un pensiero riguardo a medicina, che ipotizzi di ripiegare su una variante meno "cruenta" delle triennali sanitarie, senza troppo contatto con sangue e aghi, e che al massimo al sangue e agli aghi ci si abitua, come ti dicono...
Però sembra che questi sforzi di trovare un compromesso per farti piacere la triennale sanitaria, non ti convincono del tutto. Giustamente.
In tutto questo, è emerso questo tuo nuovo bisogno, che magari a 19 anni, quando si sceglie la facoltà, non è ancora molto forte, quello di stabilità e di maggiore "sostanziosità" lavorativa (nel senso di un lavoro retribuito meglio, più continuativo, più tutelato rispetto ad essere freelance nel campo dell'arte).
In fondo sei cresciuta, sei cambiata e hai anche sperimentato la durezza del mondo del lavoro, con la sua precarietà e incertezza.
La laurea triennale sanitaria è vista in questo momento come mezzo con cui soddisfare quel nuovo bisogno, però non è detto che sia l'unico, né che sia il mezzo più efficace o quello che effettivamente offre quella stabilità (non è così scontato che effettivamente la laurea sanitaria si traduca in un lavoro stabile e sostanzioso).
Tenendo presente questo bisogno, si possono esplorare altri mezzi per soddisfarlo, che non passino per forza attraverso una triennale, oppure sì, ma prima considerando tutte le altre possibilità e risorse di vario tipo per soddisfarlo senza forzature.
E' vero che c'è stato un tempo in cui avevi fatto un pensiero riguardo a medicina, che ipotizzi di ripiegare su una variante meno "cruenta" delle triennali sanitarie, senza troppo contatto con sangue e aghi, e che al massimo al sangue e agli aghi ci si abitua, come ti dicono...
Però sembra che questi sforzi di trovare un compromesso per farti piacere la triennale sanitaria, non ti convincono del tutto. Giustamente.
In tutto questo, è emerso questo tuo nuovo bisogno, che magari a 19 anni, quando si sceglie la facoltà, non è ancora molto forte, quello di stabilità e di maggiore "sostanziosità" lavorativa (nel senso di un lavoro retribuito meglio, più continuativo, più tutelato rispetto ad essere freelance nel campo dell'arte).
In fondo sei cresciuta, sei cambiata e hai anche sperimentato la durezza del mondo del lavoro, con la sua precarietà e incertezza.
La laurea triennale sanitaria è vista in questo momento come mezzo con cui soddisfare quel nuovo bisogno, però non è detto che sia l'unico, né che sia il mezzo più efficace o quello che effettivamente offre quella stabilità (non è così scontato che effettivamente la laurea sanitaria si traduca in un lavoro stabile e sostanzioso).
Tenendo presente questo bisogno, si possono esplorare altri mezzi per soddisfarlo, che non passino per forza attraverso una triennale, oppure sì, ma prima considerando tutte le altre possibilità e risorse di vario tipo per soddisfarlo senza forzature.
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[#4]
Gentile ragazza,
quello dell'arte è indubbiamente un campo ostico lavorativamente parlando, ma è allo stesso tempo un ambito di competenza che può trovare molteplici aree di applicazione, che magari potrebbero non essere perfettamente in linea con quella che era la sua idea iniziale di professione artistica, ma che potrebbero aiutarla a trovare quella stabilità di cui adesso sente l'esigenza e magari offrirle una base di partenza per raggiungere ciò che più desidera.
Non so di cosa si occupi nello specifico, ma tra le possibili aree di applicazione di una competenza nel campo dell'arte mi vengono in mente quella dell'insegnamento presso licei artistici o scuole affini, della progettazione di laboratori artistici nelle scuole, della creazione di oggettistica che si potrebbe vendere anche on-line, del rinnovamento di vecchi arredi, della guida turistica presso musei o città d'arte ... Sono certa che essendo lei esperta di questo ambito saprà individuare altri possibili sbocchi lavorativi che potrà prendere in considerazione ed eventualmente sperimentare prima di lanciarsi in una direzione di molto diversa.
Se ciò che le manca sono i fondi per l'acquisto di materiali e quant'altro potrebbe valutare anche la ricerca di un lavoro part-time in altro ambito, che non richieda però un investimento in termini di titoli di studio da acquisire (commessa, cassiera, segretaria ...) e che le lascerebbe comunque il tempo per cercare di raggiungere i suoi obbiettivi in ambito artistico.
In questo anno di attesa (e magari di preparazione) prima del momento di poter partecipare ai test di ammissione per le professioni sanitarie, non si precluda la possibilità di vagliare e sperimentare nuove strade più vicine a quelle che sono i suoi principali interessi e passioni.
quello dell'arte è indubbiamente un campo ostico lavorativamente parlando, ma è allo stesso tempo un ambito di competenza che può trovare molteplici aree di applicazione, che magari potrebbero non essere perfettamente in linea con quella che era la sua idea iniziale di professione artistica, ma che potrebbero aiutarla a trovare quella stabilità di cui adesso sente l'esigenza e magari offrirle una base di partenza per raggiungere ciò che più desidera.
Non so di cosa si occupi nello specifico, ma tra le possibili aree di applicazione di una competenza nel campo dell'arte mi vengono in mente quella dell'insegnamento presso licei artistici o scuole affini, della progettazione di laboratori artistici nelle scuole, della creazione di oggettistica che si potrebbe vendere anche on-line, del rinnovamento di vecchi arredi, della guida turistica presso musei o città d'arte ... Sono certa che essendo lei esperta di questo ambito saprà individuare altri possibili sbocchi lavorativi che potrà prendere in considerazione ed eventualmente sperimentare prima di lanciarsi in una direzione di molto diversa.
Se ciò che le manca sono i fondi per l'acquisto di materiali e quant'altro potrebbe valutare anche la ricerca di un lavoro part-time in altro ambito, che non richieda però un investimento in termini di titoli di studio da acquisire (commessa, cassiera, segretaria ...) e che le lascerebbe comunque il tempo per cercare di raggiungere i suoi obbiettivi in ambito artistico.
In questo anno di attesa (e magari di preparazione) prima del momento di poter partecipare ai test di ammissione per le professioni sanitarie, non si precluda la possibilità di vagliare e sperimentare nuove strade più vicine a quelle che sono i suoi principali interessi e passioni.
[#5]
Utente
Ancora grazie per le risposte, siete state gentilissime e ho tanto apprezzato il vostro punto di vista.
Per rispondere in ordine, si è vero, ora mi reputo cresciuta e ho delle esigenze diverse che a 19 anni non avevo, o meglio ho valutatazioni differenti, anche perchè ero fiduciosa di poter vivere di questo (consapevole delle difficoltà, ma fiduciosa..).
Ora che ho sperimentato purtroppo mi sento frustrata e temo che se non prenderò la laurea ora che sono ancora in tempo (so che si ha tutta la vita, ma in generale un titolo di studio prima lo si acquisisce meglio è) poi me ne pentirò.. Ho guardato tre le facoltà possibili e, sebbene qualcuna mi stuzzichi, rientrano sempre nel campo artistico e non me la sento di tentare di nuovo per quella strada... Non intendo rinunciare a quello per cui ho studiato, solo ampliare le mie conoscenze e rendermi "adattabile".. Certo capisco assolutamente il suo discorso quando dice che ora la laurea triennale in sanitaria è il mio modo di appagare un bisogno di stabilità e capisco che non sia l'unico a poter dare stabilità.. Però, tra tutte le facoltà a cui potrei avere accesso nella mia città, mi è sembrata quella più verosimilmente "utile" allo scopo... Oltre che, certamente, nelle sue versioni meno "cruente" , attira la mia attenzione... Temo solo di poter rimanere delusa dalla mia scelta, anche se la sto facendo tenendo in considerazione sia le variabili sull'interesse che generano in me sia sulla loro spendibilità nel lavoro...
Per rispondere all'altra dottoressa, è vero, è molto ostico anche se sento di aver fatto molte prove.. Purtroppo alcune delle professioni da lei elencate richiedono percorsi molto specifici quindi non ho potuto metterli in conto.. Certo è che altre strade da lei consigliate (come quelle online) le ho già sperimentate, ma purtroppo non è andata troppo bene...
Io sicuramente non voglio mollare, appunto, vorrei essere più flessibile e imparare a fare cose anche completamente diverse ma che alla fine mi portino al risultato di essere soddisfatta di me e capace di essere indipendente!
Vi ringrazio ancora infinitamente per le risposte gentilissime!!
Per rispondere in ordine, si è vero, ora mi reputo cresciuta e ho delle esigenze diverse che a 19 anni non avevo, o meglio ho valutatazioni differenti, anche perchè ero fiduciosa di poter vivere di questo (consapevole delle difficoltà, ma fiduciosa..).
Ora che ho sperimentato purtroppo mi sento frustrata e temo che se non prenderò la laurea ora che sono ancora in tempo (so che si ha tutta la vita, ma in generale un titolo di studio prima lo si acquisisce meglio è) poi me ne pentirò.. Ho guardato tre le facoltà possibili e, sebbene qualcuna mi stuzzichi, rientrano sempre nel campo artistico e non me la sento di tentare di nuovo per quella strada... Non intendo rinunciare a quello per cui ho studiato, solo ampliare le mie conoscenze e rendermi "adattabile".. Certo capisco assolutamente il suo discorso quando dice che ora la laurea triennale in sanitaria è il mio modo di appagare un bisogno di stabilità e capisco che non sia l'unico a poter dare stabilità.. Però, tra tutte le facoltà a cui potrei avere accesso nella mia città, mi è sembrata quella più verosimilmente "utile" allo scopo... Oltre che, certamente, nelle sue versioni meno "cruente" , attira la mia attenzione... Temo solo di poter rimanere delusa dalla mia scelta, anche se la sto facendo tenendo in considerazione sia le variabili sull'interesse che generano in me sia sulla loro spendibilità nel lavoro...
Per rispondere all'altra dottoressa, è vero, è molto ostico anche se sento di aver fatto molte prove.. Purtroppo alcune delle professioni da lei elencate richiedono percorsi molto specifici quindi non ho potuto metterli in conto.. Certo è che altre strade da lei consigliate (come quelle online) le ho già sperimentate, ma purtroppo non è andata troppo bene...
Io sicuramente non voglio mollare, appunto, vorrei essere più flessibile e imparare a fare cose anche completamente diverse ma che alla fine mi portino al risultato di essere soddisfatta di me e capace di essere indipendente!
Vi ringrazio ancora infinitamente per le risposte gentilissime!!
[#6]
Gentile ragazza,
ci fa piacere che abbia apprezzato il nostro punto di vista.
Mi permetto di offrirle qualche ulteriore spunto di riflessione alla luce di quello che ha aggiunto.
Scrive:
"Temo solo di poter rimanere delusa dalla mia scelta"
Cosa potrebbe deluderla? Scoprire che la professione scelta in realtà non le piace o che non le permette di raggiungere la stabilità economica che desidera?
Non ci sono strade esenti da rischi ma si può prendere una decisione più consapevole contattando qualcuno che quella professione già la svolge, così da togliersi le proprie perplessità e qualcuno che magari la laurea ipotizzata l'ha presa da poco, per capire quale sia la reale possibilità di impiego nel breve termine.
"Purtroppo alcune delle professioni da lei elencate richiedono percorsi molto specifici quindi non ho potuto metterli in conto.."
Anche diventare fisioterapista, dietista, logopedista, infermiera richiede percorsi molti specifici e quindi perché attivarsi per l'uno e non per l'altro?
"Certo è che altre strade da lei consigliate (come quelle online) le ho già sperimentate, ma purtroppo non è andata troppo bene..."
Ha provato a fare un'analisi dei possibili errori commessi? Forse sono le strategie di marketing utilizzate a non essere state efficaci?
Ha tempo per fare una scelta, ci rifletta e scelga consapevolmente ricordandosi che la decisione in un senso o nell'altro sarebbe comunque modificabile se dovesse rendersi conto che non la soddisfa.
Un grande in bocca al lupo!
ci fa piacere che abbia apprezzato il nostro punto di vista.
Mi permetto di offrirle qualche ulteriore spunto di riflessione alla luce di quello che ha aggiunto.
Scrive:
"Temo solo di poter rimanere delusa dalla mia scelta"
Cosa potrebbe deluderla? Scoprire che la professione scelta in realtà non le piace o che non le permette di raggiungere la stabilità economica che desidera?
Non ci sono strade esenti da rischi ma si può prendere una decisione più consapevole contattando qualcuno che quella professione già la svolge, così da togliersi le proprie perplessità e qualcuno che magari la laurea ipotizzata l'ha presa da poco, per capire quale sia la reale possibilità di impiego nel breve termine.
"Purtroppo alcune delle professioni da lei elencate richiedono percorsi molto specifici quindi non ho potuto metterli in conto.."
Anche diventare fisioterapista, dietista, logopedista, infermiera richiede percorsi molti specifici e quindi perché attivarsi per l'uno e non per l'altro?
"Certo è che altre strade da lei consigliate (come quelle online) le ho già sperimentate, ma purtroppo non è andata troppo bene..."
Ha provato a fare un'analisi dei possibili errori commessi? Forse sono le strategie di marketing utilizzate a non essere state efficaci?
Ha tempo per fare una scelta, ci rifletta e scelga consapevolmente ricordandosi che la decisione in un senso o nell'altro sarebbe comunque modificabile se dovesse rendersi conto che non la soddisfa.
Un grande in bocca al lupo!
[#7]
Utente
Grazie ancora dottoressa, sapere che in effetti posso modificarla mi fa sentire un po' più sollevata.. Cioè, non che non lo sapessi, però mi rendo conto che impormi di fare tutto giusto assolutamente non è sano e nemmeno oggettivamente possibile...
Temo entrambe le cose, però forse un po' più per la stabilità economica... Però l'idea di chiedere a qualche neolaureato mi piace molto e credo che la metterò assolutamente in pratica!!
Si, vero, anche le professioni sanitarie sono molto specifiche ma almeno sono più richieste.. La guida turistica sarebbe molto bella, ma nella mia città non c'è quasi nulla a livello di turismo ecco quindi sarebbe una strada ancora più difficile da battere...
Sono giunta alla conclusione che probabilmente si, faccio degli errori a livello di marketing in effetti, anche se oggettivamente non saprei individuarli..
Grazie per l'in bocca al lupo, gentilissima!! :)
Temo entrambe le cose, però forse un po' più per la stabilità economica... Però l'idea di chiedere a qualche neolaureato mi piace molto e credo che la metterò assolutamente in pratica!!
Si, vero, anche le professioni sanitarie sono molto specifiche ma almeno sono più richieste.. La guida turistica sarebbe molto bella, ma nella mia città non c'è quasi nulla a livello di turismo ecco quindi sarebbe una strada ancora più difficile da battere...
Sono giunta alla conclusione che probabilmente si, faccio degli errori a livello di marketing in effetti, anche se oggettivamente non saprei individuarli..
Grazie per l'in bocca al lupo, gentilissima!! :)
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 5.4k visite dal 12/12/2018.
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