Innamorarsi di una persona che non posso avere

Buongiorno,
sono un ragazzo di 38 anni, fidanzato da 11 anni, con un figlio di 8, in procinto di sposarsi il prossimo anno.
Ho una bellissima moglie, un bellissimo figlio, un'eccellente posizione sociale e lavorativa, non mi manca nulla.
Ho sempre fatto tutto per dare a me, e soprattutto alla mia famiglia, il massimo possibile, tuttavia sono ad un punto in cui un sentimento mi sta mettendo per la prima volta in vita mia in seria difficoltà.
Premetto che in questi 11 anni ho avuto qualche scappatella, mai seria e mai duratura. Ho sempre capito che stavo sbagliando ma mi davo sempre una sorta di "autoassoluzione" ripetendomi che queste scappatelle non hanno mai condizionato il mio rapporto con la mia compagna e che comunque io stavo facendo di tutto per garantire alla mia compagna un tenore di vita non alla portata di tutti.
Mia moglie non ha nessuna mancanza, sia come mamma sia dal punto di vista sessuale….è solo che per me è impossibile resistere a certe "divagazioni".
Comportamento infantile, di sicuro, ma più forte di me.
Tuttavia sono sempre riuscito a gestire la famiglia e il "divertimento".
Tranne ora….ho conosciuto per caso (ad un evento) 3 mesi fa una bellissima ragazza di 22 anni per la quale ho letteralmente perso la testa.
Ci vediamo un paio di volte a settimana la sera.
Lei sa che sono impegnato e vive la cosa in maniera comunque controllata. Sa che la nostra relazione non avrà mai uno sbocco (mi ha chiaramente detto che avendo io un figlio non se la sente di far sì che questa relazione diventi stabile), in quanto per lei le mie priorità devono essere altre, anche se anche lei vorrebbe di più...
Mi ci sono già trovato in situazioni analoghe ma è la prima volta in cui quando la lascio dopo una bella serata mi sembra che mi manchi l'aria.
Mi fa torcere lo stomaco essere lontano da lei.
La mia compagna per la prima volta, almeno questa è la mia impressione, "sente" qualcosa. Più sospettosa e ogni tanto mi lancia qualche frecciatina….mi ha fatto intendere che ha capito che c'è qualcosa che non va, che non vuole indagare e non vuole sapere….come a dire: "divertiti" ma non tirare la corda. Almeno questo è quello che ho percepito.
In sostanza non so come uscirne….da una parte sono felice di avere la compagna che ho, dal punto di vista razionale, ma dall'altra a volte vorrei essere single per poter stare con l'altra. E quando penso così mi rendo conto di quanto io sia "stro...zo", ma non ci posso fare nulla.
Amici mi dicono che è solo una cotta passeggera per una ragazza più giovane (22 anni), bellissima. Il problema che già altre volte ho avuto analoghe esperienze ma mai mi sono ridotto così…..
Mi sento in colpa ma allo stesso tempo ho bisogno di voler fare quello che voglio fare…e sapere che non potrò mai averla mi fa impazzire.
Un sincero grazie a chi vorrà darmi un consiglio.
Cordiali saluti
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 86
" mi davo sempre una sorta di "autoassoluzione" ripetendomi che queste scappatelle non hanno mai condizionato il mio rapporto con la mia compagna e che comunque io stavo facendo di tutto per garantire alla mia compagna un tenore di vita non alla portata di tutti."

Quindi un alto tenore di vita dovrebbe fornire alla sua compagna un risarcimento emotivo per il tradimento?
Non faccia torto alla sua intelligenza

"In sostanza non so come uscirne…."

In realtà ciò di cui avrebbe bisogno è proprio il contrario, ossia iniziare a guardarsi dentro ma non per giudicarsi ma per individuare quell'insoddisfazione che in questi anni è ciclicamente sfociata in tradimenti.
Solo se è disposto a darsi questa opportunità potrà avviare un processo di crescita personale ma è necessario avere un interlocutore qualificato che possa facilitare questo percorso finalizzato a promuovere un approccio diverso con se stesso e con l'altro.
L'alternativa è imporsi un comportamento, ad esempio, interrompere la relazione clandestina, senza permettere che questa esperienza possa offrire a Lei e alla sua compagna, la possibilità di mettersi in gioco.
La fiducia è una dimensione fondante nella relazione di coppia che sfugge a qualsiasi abilità di "gestione".

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#2]
Utente
Utente
Gentile dottoressa,
la ringrazio per la sua risposta.
Per quanto concerne il capire la mia insoddisfazione che mi ha portato alle scappatelle, beh, il motivo lo so già.
Dopo la nascita di nostro figlio tutto il mondo della mia compagna ruota intorno a lui (ed e’ giusto a mio avviso in parte), la nostra relazione si e’ uniformata a tante basate sul “fare la cosa giusta”, sulla routine e i doveri che una famiglia impone.
E questo a me mi ha fatto mancare l’aria, mi sento a volte annoiato, costretto a regole che a volte vorrei infrangere.
Ho bisogno di una persona che si lasci andare, che faccia quello che ha voglia in quel momento anche se magari non è una buona/razionale idea.
Il mondo della mia compagna e’ diventato una costante organizzazione di tutto (lei non lavora ma fa la mamma a tempo pieno)
E l’ordine seppur necessario a volte può essere noioso.
Nelle mie scappatelle torno a respirare, e ho il tempo per farlo, in quanto il mio lavoro mi porta ad essere spesso fuori casa.
In quei momenti rivivo una vita fatta di quello che mi va, punto e basta.
Infine, non lo nego, e mi imbarazza un po’ dirlo, anche la vita sessuale, seppur ben presente nel nostro rapporto, dopo 11 anni tende alla routine.
La fedeltà sessuale ad una sola donna nella vita è a mio avviso contronatura, almeno per me.
Quando torno a casa dopo le mie scappatelle di fatto mi sento meglio, sono più sereno e rilassato, e più propenso a tollerare alcune rigidità/routine della vita di coppia che altrimenti mi farebbero impazzire.
Tranne in questo ultimo caso, in cui oltre al corpo questa ragazza sta influenzando la mia testa...
A volte mi viene da pensare che se non avessimo un figlio probabilmente non staremmo più insieme. E’ solo un pensiero, poi tra il dire e il fare...
Forse devo parlarne con qualcuno come da lei consigliato.
Ma quell’analisi che lei mi chiede di fare dentro me stesso, forse è invece quello che non voglio fare. Perché non sono sicuro di voler rientrare nei ranghi e rassegnarmi ad una vita con una moglie perfetta ma che non mi da più emozioni.
Ad esempio durante il periodo estivo, finita la scuola, lei con nostro figlio va al mare per un mese e mezzo (li raggiungo solo nel week end) , in attesa di andare in vacanza poi tutti insieme ad agosto. Beh, in questo periodo mio figlio mi manca molto, ma lei no purtroppo...
Non lo so...
Cordiali saluti
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 86
"quell’analisi che lei mi chiede di fare dentro me stesso, forse è invece quello che non voglio fare. Perché non sono sicuro di voler rientrare nei ranghi e rassegnarmi ad una vita con una moglie perfetta ma che non mi da più emozioni."

Iniziare a guardarsi dentro non significa in automatico rassegnarsi, al contrario è l'unico modo di esplorare nuove possibilità compresa quella di una terapia di coppia.
Quello che descrive è uno scenario diffusissimo ma che spesso viene legittimato privandosi della possibilità di assumersi ciascuno le proprie responsabilità.
La sessualità come la relazione si impoverisce non a causa del trascorrere del tempo ma quando smettiamo di nutrirla, dando le cose per scontate...in realtà non lo sono mai state e non è mai troppo tardi per prenderne coscienza e aiutare il partner a guardare in faccia la realtà.