Problemi con l'università
Buongiorno,
Avrei bisogno di un consulto riguardo ad alcuni problemi che ultimamente mi impediscono di vivere serenamente. Ad aprile mi sono laureata alla triennale di lingue e per me è stato un ottimo traguardo: mi sono laureata in corso e ho preso un buon voto. Il problema è che ero già iscritta "con riserva" alla magistrale, quindi avevo già iniziato a frequentare i corsi e dopo la laurea mi sono ritrovata a dover fare i conti con la sessione estiva. A quel punto sono andata nel panico: ero stanca, non avevo più voglia di studiare, ogni volta che aprivo i libri mi saliva un'angoscia incredibile e scoppiavo a piangere. Non dormivo più , provavo costantemente una fortissima ansia, ero sempre triste e non riuscivo più a stare bene, le cose che prima mi piacevano (leggere, uscire con gli amici, passeggiare) non riuscivano più a darmi serenità. A questo si è aggiunto il fatto che mi sono lasciata col mio fidanzato, la persona che per me contava più al mondo, su cui mi affidavo completamente Cosi non ho concluso nulla durante la sessione, e ho deciso di prendermi una vacanza per ricaricare le batterie. Volevo recuperare durante il mese di settembre, ma sono riuscita a dare soltanto un esame, che era molto difficile. Sono riuscita a passarlo, ma ero talmente stanca che ho provato a dare un secondo esame senza riuscire a superarlo, perché ogni volta che cercavo di studiare mi tornava l'ansia per tutti gli esami che non avevo fatto e che dovevo ancora fare. Ora ho iniziato il secondo anno ma sono praticamente al primo, e il problema è che tutte le persone che conosco continuano a farmi domande sull'università , su quali esami ho dato, su quando mi laureo e così via. Mi sento un fallimento, vorrei solo stare meglio per riuscire a riprendermi e a studiare bene , ma non so come fare.
Avrei bisogno di un consulto riguardo ad alcuni problemi che ultimamente mi impediscono di vivere serenamente. Ad aprile mi sono laureata alla triennale di lingue e per me è stato un ottimo traguardo: mi sono laureata in corso e ho preso un buon voto. Il problema è che ero già iscritta "con riserva" alla magistrale, quindi avevo già iniziato a frequentare i corsi e dopo la laurea mi sono ritrovata a dover fare i conti con la sessione estiva. A quel punto sono andata nel panico: ero stanca, non avevo più voglia di studiare, ogni volta che aprivo i libri mi saliva un'angoscia incredibile e scoppiavo a piangere. Non dormivo più , provavo costantemente una fortissima ansia, ero sempre triste e non riuscivo più a stare bene, le cose che prima mi piacevano (leggere, uscire con gli amici, passeggiare) non riuscivano più a darmi serenità. A questo si è aggiunto il fatto che mi sono lasciata col mio fidanzato, la persona che per me contava più al mondo, su cui mi affidavo completamente Cosi non ho concluso nulla durante la sessione, e ho deciso di prendermi una vacanza per ricaricare le batterie. Volevo recuperare durante il mese di settembre, ma sono riuscita a dare soltanto un esame, che era molto difficile. Sono riuscita a passarlo, ma ero talmente stanca che ho provato a dare un secondo esame senza riuscire a superarlo, perché ogni volta che cercavo di studiare mi tornava l'ansia per tutti gli esami che non avevo fatto e che dovevo ancora fare. Ora ho iniziato il secondo anno ma sono praticamente al primo, e il problema è che tutte le persone che conosco continuano a farmi domande sull'università , su quali esami ho dato, su quando mi laureo e così via. Mi sento un fallimento, vorrei solo stare meglio per riuscire a riprendermi e a studiare bene , ma non so come fare.
[#1]
Gentile ragazza,
dopo aver raggiunto il traguardo della laurea triennale può capitare di avere un momento di cedimento legato alla stanchezza, a maggior ragione se stava frequentando i corsi della magistrale mentre ancora stava ultimando gli ultimi passaggi necessari ad ottenere la laurea triennale, poiché il giorno della laurea e il periodo che lo precede, per quanto desiderato, è in genere denso di emozioni e può risultare stressante.
Lei scrive:
"Volevo recuperare durante il mese di settembre, ma sono riuscita a dare soltanto un esame, che era molto difficile."
Il problema è proprio qui. Dovrebbe cambiare la prospettiva da cui guarda la situazione: ha superato un esame che era molto difficile, bene così. Quando si rimane indietro nel percorso è necessario prenderne atto e andare avanti "normalmente", non si può pretendere di "recuperare" in una sessione esami che si sarebbero sostenuti in più sessioni, soprattutto se tra questi ce ne sono di particolarmente impegnativi. Se gli obiettivi che ci si pone sono irrealistici e quindi non raggiungibili, non si farà altro che alimentare l'ansia data dalla "corsa al recupero" e il senso di frustrazione per l'obiettivo mancato.
"il problema è che tutte le persone che conosco continuano a farmi domande sull'università , su quali esami ho dato, su quando mi laureo e così via".
Questo è un problema se lei decide di farlo diventare tale. Non è tenuta a dare spiegazioni o giustificazioni a nessuno.
Come si sente adesso rispetto alla fine della sua relazione?
dopo aver raggiunto il traguardo della laurea triennale può capitare di avere un momento di cedimento legato alla stanchezza, a maggior ragione se stava frequentando i corsi della magistrale mentre ancora stava ultimando gli ultimi passaggi necessari ad ottenere la laurea triennale, poiché il giorno della laurea e il periodo che lo precede, per quanto desiderato, è in genere denso di emozioni e può risultare stressante.
Lei scrive:
"Volevo recuperare durante il mese di settembre, ma sono riuscita a dare soltanto un esame, che era molto difficile."
Il problema è proprio qui. Dovrebbe cambiare la prospettiva da cui guarda la situazione: ha superato un esame che era molto difficile, bene così. Quando si rimane indietro nel percorso è necessario prenderne atto e andare avanti "normalmente", non si può pretendere di "recuperare" in una sessione esami che si sarebbero sostenuti in più sessioni, soprattutto se tra questi ce ne sono di particolarmente impegnativi. Se gli obiettivi che ci si pone sono irrealistici e quindi non raggiungibili, non si farà altro che alimentare l'ansia data dalla "corsa al recupero" e il senso di frustrazione per l'obiettivo mancato.
"il problema è che tutte le persone che conosco continuano a farmi domande sull'università , su quali esami ho dato, su quando mi laureo e così via".
Questo è un problema se lei decide di farlo diventare tale. Non è tenuta a dare spiegazioni o giustificazioni a nessuno.
Come si sente adesso rispetto alla fine della sua relazione?
Dr.ssa Serena Sassi
Psicologa
[#2]
Utente
Buonasera,
Mi scuso per il ritardo nel rispondere. Per quando riguarda la mia relazione, non mi sento ancora molto bene. Ho frequentato per qualche mese un altro ragazzo, ma dopo un po' di tempo ho deciso di chiudere perché non me la sentivo di stare con un'altra persona, non ero pronta a impegnarmi sul serio. Provo molta nostalgia per la mia relazione passata, e non so come fare per superare la cosa. Inoltre, continuo a pensare che se non mi fossi lasciata col mio ragazzo forse sarei riuscita ad affrontare l'università. Lo so che bisogna credere in se stessi, ma il non sentirmi bene a livello emotivo ha aggiunto un ulteriore stress e non sono più riuscita ad affrontare i miei problemi. All'improvviso è diventato tutto troppo difficile.
Mi scuso per il ritardo nel rispondere. Per quando riguarda la mia relazione, non mi sento ancora molto bene. Ho frequentato per qualche mese un altro ragazzo, ma dopo un po' di tempo ho deciso di chiudere perché non me la sentivo di stare con un'altra persona, non ero pronta a impegnarmi sul serio. Provo molta nostalgia per la mia relazione passata, e non so come fare per superare la cosa. Inoltre, continuo a pensare che se non mi fossi lasciata col mio ragazzo forse sarei riuscita ad affrontare l'università. Lo so che bisogna credere in se stessi, ma il non sentirmi bene a livello emotivo ha aggiunto un ulteriore stress e non sono più riuscita ad affrontare i miei problemi. All'improvviso è diventato tutto troppo difficile.
[#3]
Gentile ragazza,
rispetto alla relazione con il suo ragazzo ci aveva scritto che lui era:
"la persona che per me contava più al mondo, su cui mi affidavo completamente"
E adesso aggiunge che:
"continuo a pensare che se non mi fossi lasciata col mio ragazzo forse sarei riuscita ad affrontare l'università"
Certamente per riuscire a studiare è necessario avere la mente "sgombra" da altri pensieri e senza dubbio le emozioni e i pensieri disturbanti interferiscono con le capacità cognitive che entrano in gioco nello studio. Tali capacità però non dipendono dalla presenza di qualcun altro, sono sue proprie, personali, e sebbene possano essere sopraffatte da altro in questo periodo, ci sono ancora. Ciò che occorre adesso è farle riemergere.
Come?
Rendendosi conto che se anche in passato si affidava completamente al suo ragazzo, questo appoggio non le è indispensabile per andare avanti nella sua vita.
E, allo stesso tempo, ridefinendo i propri obiettivi legati all'università. Forse adesso non riuscirà a laurearsi in corso, ma potrà comunque laurearsi con altri tempi. Quanto ci vorrà dipenderà in parte dalla sua capacità di accettare che probabilmente ci sarà uno slittamento nella conclusione (evitando che l'ansia di essere rimasta indietro interferisca con quanto può realisticamente fare adesso) e, in parte, dalla sua capacità di elaborare la fine di questa relazione e ciò che con essa ha perso, che per quanto doloroso non le impedirà di vivere il futuro.
Serve un po' di tempo per adattarsi ai cambiamenti che derivano dal fatto che una persona importante ci ha lasciati e all'inizio è normale provare nostalgia, ma se sente che da sola non ce la fa e che il suo stato emotivo sta influenzando negativamente la sua vita di oggi può farsi aiutare in questo momento da un professionista in carne ed ossa.
Potrebbe iniziare rivolgendosi allo sportello di ascolto della sua università.
rispetto alla relazione con il suo ragazzo ci aveva scritto che lui era:
"la persona che per me contava più al mondo, su cui mi affidavo completamente"
E adesso aggiunge che:
"continuo a pensare che se non mi fossi lasciata col mio ragazzo forse sarei riuscita ad affrontare l'università"
Certamente per riuscire a studiare è necessario avere la mente "sgombra" da altri pensieri e senza dubbio le emozioni e i pensieri disturbanti interferiscono con le capacità cognitive che entrano in gioco nello studio. Tali capacità però non dipendono dalla presenza di qualcun altro, sono sue proprie, personali, e sebbene possano essere sopraffatte da altro in questo periodo, ci sono ancora. Ciò che occorre adesso è farle riemergere.
Come?
Rendendosi conto che se anche in passato si affidava completamente al suo ragazzo, questo appoggio non le è indispensabile per andare avanti nella sua vita.
E, allo stesso tempo, ridefinendo i propri obiettivi legati all'università. Forse adesso non riuscirà a laurearsi in corso, ma potrà comunque laurearsi con altri tempi. Quanto ci vorrà dipenderà in parte dalla sua capacità di accettare che probabilmente ci sarà uno slittamento nella conclusione (evitando che l'ansia di essere rimasta indietro interferisca con quanto può realisticamente fare adesso) e, in parte, dalla sua capacità di elaborare la fine di questa relazione e ciò che con essa ha perso, che per quanto doloroso non le impedirà di vivere il futuro.
Serve un po' di tempo per adattarsi ai cambiamenti che derivano dal fatto che una persona importante ci ha lasciati e all'inizio è normale provare nostalgia, ma se sente che da sola non ce la fa e che il suo stato emotivo sta influenzando negativamente la sua vita di oggi può farsi aiutare in questo momento da un professionista in carne ed ossa.
Potrebbe iniziare rivolgendosi allo sportello di ascolto della sua università.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.1k visite dal 10/12/2018.
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