Timore di essere esagerata

Gentilissimi,

Ho 23 anni e vivo una situazione di crisi con il mio compagno, con il quale convivo all'estero da sei mesi.

Io sono davvero innamorata di lui, ragazzo dolcissimo e molto affettuoso, ma anche estremamente pratico e concentratissimo su carriera e lavoro.

Dal mio canto, io posso definirmi come una persona tendenzialmente solare ed entusiasta della vita, ma purtroppo sono anche molto sensibile, piango spesso, e ho sempre avuto il costante bisogno di avere un confronto che le persone a me vicine. Cio' che mi piace molto fare e che mi da' sempre tanta carica, e' parlare dei miei e degli altrui sentimenti, avere conversazioni profonde, stringere rapporti in cui ci si possa confessare sui propri sogni, sulle paure, sul proprio passato... ad oggi (e solo per ora, perche' confido nella mia capacita' di riuscire a costruirmi la mia rete nel giro di qualche anno!) cio' che mi resta in questa citta' straniera e lontana da casa mia sono un paio di amiche che vedo per un caffe' nei pochi ritagli di tempo che posso concedermi, qualche telefonata agli affetti lasciati in patria, e ovviamente il mio fidanzato.

Ho notato, pero', che lui tollera male questo lato del mio carattere: in passato ho sofferto di attacchi di panico e mi sono curata (a mio parere, molto approssimativamente...), in questi sei mesi ne ho avuto solo uno che si e' manifestato sottoforma di sensazione forte di svenimento e insensibilita' agli arti superiori, e dunque non volevo prendere la metro per tornare a casa quel giorno perche' avevo molta paura, ma lui non e' venuto a prendermi e mi ha fatto capire che pensa che gli attacchi di panico siano una stupidaggine. Se passo qualche giorno di tristezza e malinconia e vorrei il suo appoggio, lui sembra quasi irritato dalle mie "crisi isteriche" (cosi' le chiama lui, ovviamente non sono tali, ma piccoli sfoghi in cui piango e vorrei essere confortata), oppure capita anche che io provi ad aprirmi con lui riguardo al rapporto con mio padre che e' sempre stato tanto difficile per me, e lui mi dica che esagero, che ho avuto tutto sommato un'infanzia felice e che non posso proprio lamentarmi di nulla.

Ora, io so che forse ho un carattere un po' melodrammatico, che cerco il pelo nell'uovo e a volte tendo a intristirmi senza motivo, ma, autoanalizzandomi, non capisco se:

1) Sono veramente pesante e lui ha ragione, devo concentrarmi sul bello della vita e non farla tanto lunga
2) E' giusto avere la liberta' di essere sensibili e volere una certa profondita' del rapporto, e lui non dovrebbe sottrarsi a qualsiasi discorso che esuli dalla superificialita' del raccontarsi la propria giornata di lavoro
3) E' giusto che io sia sensibile e lo esprima, ma magari non devo farlo con lui visto che sembra rifiutarsi, e piuttosto trovarmi un terapeuta o un gruppo di sostegno

Sono molto confusa, perche' ormai litighiamo spesso per questo motivo, anche se pure in questo caso lui sostiene che "discutiamo sul nulla creando problemi inesistenti"...
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le Ragazza,
da un lato c'è un disagio che tu stessa ritieni non aver affrontato in modo efficace a livello individuale e che forse meriterebbe uno spazio con un interlocutore qualificato (psicologo-psicoterapeuta).
Dall'altro è legittimo rivolgersi al partner per ricevere sostegno in momenti critici, naturalmente ci dovrebbe essere reciprocità e quindi la stessa disponibilità anche da parte tua.
Se ciò non accade, il rischio è che si crei una distanza relazionale che influisce negativamente sulla relazione di coppia.
Sarebbe importante confrontarti con lui assumendoti la responsabilità di prenderti cura di te e di farti aiutare ma anche di ricevere quella vicinanza emotiva che in alcuni momenti in cui ci sentiamo particolarmente vulnerabili può fare la differenza.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#2]
Attivo dal 2018 al 2019
Ex utente
Gentilissima dottoressa Camplone,

Grazie per le sue parole, ne ho fatto veramente tesoro decidendomi a parlarne con il mio fidanzato.

Andando al di la' delle mie piu' rosee aspettative, lui mi ha dato completamente ragione, mi ha confessato di sentire un forte blocco quando si tocca la sfera emotiva, come se lo irritasse parlare dei propri sentimenti o dei miei, come se per lui fosse quasi incomprensibile come nella vita alcune cose vadano affrontate attraverso l'intelligenza sensibile piuttosto che con la pragmaticita'.

Io personalmente ho avuto per lui un suggerimento: il mio ragazzo ha passato l'adolescenza insieme ad una ragazza che lo umiliava, lo tradiva e lo faceva sentire inadeguato, mortificandolo e giudicando la sua dolcezza e affettuosita' quasi come debolezze o cose da deridere.

Io credo che anche se la loro e' stata una semplice storia adolescenziale, essendo stati assieme per anni, questo possa averlo traumatizzando e che gli farebbe bene parlarne con un professionista, in modo da tentare di rimuovere questi blocchi e recuperare la sua sensibilita' e rientrare in contatto con la propria emotivita'.

Che ne pensa, e' un cattivo consiglio il mio? Onestamente, credo a questo punto che abbia ancora piu' bisogno di me di farsi aiutare, perche' non credo faccia bene reprimere la propria sensibilita' o vederla come una sciocchezza/debolezza! Io vorrei solo che lui si sentisse libero di essere se stesso al 100% con me, non solo perche' lo amo molto, ma anche perche' questo regalerebbe anche a me la stessa liberta'.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Concordo pienamente, non si tratta di stabilire chi dei due ne ha più bisogno, sarebbe un'opportunità di crescita per entrambi.