Perdita improvvisa di interesse per le persone
Salve,
mi chiamo Alessia, ho 19 anni,
Vengo da una famiglia semplice, ho due sorelle più grandi e un fratello più piccolo. I miei genitori non si amano, ma non hanno mai divorziato “per il bene della famiglia”, e mia madre è palesemente oggetto di violenza psicologica da parte di mio padre. Entrambi non hanno mai dimostrato affetto nei confronti di noi figli, ma tutto ciò ha sempre “colpito” più me che i miei fratelli, essendo sempre stata la più sensibile dei quattro. Mi ritengo una persona ipersensibile, in tutti i sensi. Col passare del tempo, crescendo, ho sempre ricercato appoggio e affetto da chiunque. Non ero per nulla selettiva, ma tutti mi andavano bene, purché non mi lasciassero sola, con i miei pensieri e le mie preoccupazioni di non essere mai abbastanza. Tutti i rapporti (soprattutto di amicizia) che ho avuto sono finiti per causa mia, e per la mia ricerca di perfezione.
Due mesi fa: incontro questo ragazzo, che comincia a piacermi. Tuttavia lo metto in guardia: “io lo so che prima o poi mi stancherò di te, è successo sempre così, quindi ti avverto. Vuoi rischiare?”. Ovviamente lui mi risponde di sì. Così lui fa di tutto pur di non farmi stancare, mi intrattiene, non sta mai in silenzio. Tutto ciò cominciava a diventare triste e deprimente. Ma a me piaceva comunque, avevo le farfalle nello stomaco quando pensavo a lui. Ma ecco cosa succede pochi giorni fa ed ecco il motivo per cui vi sto scrivendo: incontro un ragazzo che si aggiunge al gruppo di studio di cui faccio parte, e con lui sento di poter parlare di tutto, mi sento ascoltata e soprattutto capita. Mi piace parlare con lui, perché non si sforza di “intrattenermi”, ma gli viene naturale, come io non mi sforzo di trovare argomenti di cui parlare, ma tutto ciò avviene in maniera così spontanea che riesco a non sentirmi sbagliata (ho anche sempre pensato di soffrire di fobia sociale). Essendo stata così bene con lui, ho cominciato a riflettere sulla relazione con il ragazzo di cui parlavo prima. Ho perso, in un giorno, tutto l’interesse che nutrivo nei suoi confronti. Quando ci siamo rivisti gli ho detto che ho bisogno di tempo per pensare e che non me la sento di continuare. Lui ci è rimasto molto male. Sono passati due giorni, ed io sono spaventata e confusa.
Non voglio uscire, non voglio vedere nessuno, voglio stare sola con me stessa. Ho sentito il bisogno di ritrovarmi e di capire cosa stesse succedendo. Di capire chi sono e cosa voglio. E ora sono qui. E mi chiedo: “chi sono io in realtà?”.
Sono una persona cattiva? Sono egoista? Sono sensibile o è una scusa che dico a me stessa per poter fare cose brutte e poi giustificarle? Soffro di bovarismo? Sì, a me non piace la routine, l’abitudine: ho bisogno di nuovi stimoli in continuazione. Ma perché? Sono fatta per stare da sola? Ma allora perché ho paura?
Ho eliminato 2/3 dell'intero testo perché era troppo lungo, quindi ho omesso molti dettagli importanti soprattutto del mio passato.
Grazie in anticipo per il vostro aiuto.
mi chiamo Alessia, ho 19 anni,
Vengo da una famiglia semplice, ho due sorelle più grandi e un fratello più piccolo. I miei genitori non si amano, ma non hanno mai divorziato “per il bene della famiglia”, e mia madre è palesemente oggetto di violenza psicologica da parte di mio padre. Entrambi non hanno mai dimostrato affetto nei confronti di noi figli, ma tutto ciò ha sempre “colpito” più me che i miei fratelli, essendo sempre stata la più sensibile dei quattro. Mi ritengo una persona ipersensibile, in tutti i sensi. Col passare del tempo, crescendo, ho sempre ricercato appoggio e affetto da chiunque. Non ero per nulla selettiva, ma tutti mi andavano bene, purché non mi lasciassero sola, con i miei pensieri e le mie preoccupazioni di non essere mai abbastanza. Tutti i rapporti (soprattutto di amicizia) che ho avuto sono finiti per causa mia, e per la mia ricerca di perfezione.
Due mesi fa: incontro questo ragazzo, che comincia a piacermi. Tuttavia lo metto in guardia: “io lo so che prima o poi mi stancherò di te, è successo sempre così, quindi ti avverto. Vuoi rischiare?”. Ovviamente lui mi risponde di sì. Così lui fa di tutto pur di non farmi stancare, mi intrattiene, non sta mai in silenzio. Tutto ciò cominciava a diventare triste e deprimente. Ma a me piaceva comunque, avevo le farfalle nello stomaco quando pensavo a lui. Ma ecco cosa succede pochi giorni fa ed ecco il motivo per cui vi sto scrivendo: incontro un ragazzo che si aggiunge al gruppo di studio di cui faccio parte, e con lui sento di poter parlare di tutto, mi sento ascoltata e soprattutto capita. Mi piace parlare con lui, perché non si sforza di “intrattenermi”, ma gli viene naturale, come io non mi sforzo di trovare argomenti di cui parlare, ma tutto ciò avviene in maniera così spontanea che riesco a non sentirmi sbagliata (ho anche sempre pensato di soffrire di fobia sociale). Essendo stata così bene con lui, ho cominciato a riflettere sulla relazione con il ragazzo di cui parlavo prima. Ho perso, in un giorno, tutto l’interesse che nutrivo nei suoi confronti. Quando ci siamo rivisti gli ho detto che ho bisogno di tempo per pensare e che non me la sento di continuare. Lui ci è rimasto molto male. Sono passati due giorni, ed io sono spaventata e confusa.
Non voglio uscire, non voglio vedere nessuno, voglio stare sola con me stessa. Ho sentito il bisogno di ritrovarmi e di capire cosa stesse succedendo. Di capire chi sono e cosa voglio. E ora sono qui. E mi chiedo: “chi sono io in realtà?”.
Sono una persona cattiva? Sono egoista? Sono sensibile o è una scusa che dico a me stessa per poter fare cose brutte e poi giustificarle? Soffro di bovarismo? Sì, a me non piace la routine, l’abitudine: ho bisogno di nuovi stimoli in continuazione. Ma perché? Sono fatta per stare da sola? Ma allora perché ho paura?
Ho eliminato 2/3 dell'intero testo perché era troppo lungo, quindi ho omesso molti dettagli importanti soprattutto del mio passato.
Grazie in anticipo per il vostro aiuto.
[#1]
Cara Alessia,
del primo ragazzo lei ci dice questo:
"lui fa di tutto pur di non farmi stancare, mi intrattiene, non sta mai in silenzio. Tutto ciò cominciava a diventare triste e deprimente. Ma a me piaceva comunque"
e del secondo:
"con lui sento di poter parlare di tutto, mi sento ascoltata e soprattutto capita. Mi piace parlare con lui, perché non si sforza di “intrattenermi”, ma gli viene naturale, come io non mi sforzo di trovare argomenti di cui parlare, ma tutto ciò avviene in maniera così spontanea che riesco a non sentirmi sbagliata".
Mi sembra perciò piuttosto palese che lei si stesse accontentando di stare con una persona che le piaceva nonostante risultasse deprimente nel suo tentativo di intrattenerla e compiacerla: penso che questa storia l'avesse in realtà già stancata, ma forse temeva di chiuderla per non ritrovarsi da sola.
Incontrare per caso un ragazzo con il quale è in piena sintonia è una grande fortuna, ma la fa sentire egoista, dopo tutto quello che il primo ragazzo ha cercato di fare per stare bene con lei.
Non può però pensare di restare con il primo ragazzo solo per riconoscenza o perché si è sforzato tanto, non crede?
Ha fatto bene ad essere sincera e a parlargli e sono sicura che riflettendo capirà che se non ne è innamorata ha fatto un favore a lui per primo, lasciandolo.
Cerchi di avvicinarsi al nuovo ragazzo, se anche lui si trova così bene con lei: potrebbe nascere una bella storia.
Mi faccia sapere!
Un caro saluto,
del primo ragazzo lei ci dice questo:
"lui fa di tutto pur di non farmi stancare, mi intrattiene, non sta mai in silenzio. Tutto ciò cominciava a diventare triste e deprimente. Ma a me piaceva comunque"
e del secondo:
"con lui sento di poter parlare di tutto, mi sento ascoltata e soprattutto capita. Mi piace parlare con lui, perché non si sforza di “intrattenermi”, ma gli viene naturale, come io non mi sforzo di trovare argomenti di cui parlare, ma tutto ciò avviene in maniera così spontanea che riesco a non sentirmi sbagliata".
Mi sembra perciò piuttosto palese che lei si stesse accontentando di stare con una persona che le piaceva nonostante risultasse deprimente nel suo tentativo di intrattenerla e compiacerla: penso che questa storia l'avesse in realtà già stancata, ma forse temeva di chiuderla per non ritrovarsi da sola.
Incontrare per caso un ragazzo con il quale è in piena sintonia è una grande fortuna, ma la fa sentire egoista, dopo tutto quello che il primo ragazzo ha cercato di fare per stare bene con lei.
Non può però pensare di restare con il primo ragazzo solo per riconoscenza o perché si è sforzato tanto, non crede?
Ha fatto bene ad essere sincera e a parlargli e sono sicura che riflettendo capirà che se non ne è innamorata ha fatto un favore a lui per primo, lasciandolo.
Cerchi di avvicinarsi al nuovo ragazzo, se anche lui si trova così bene con lei: potrebbe nascere una bella storia.
Mi faccia sapere!
Un caro saluto,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.7k visite dal 10/12/2018.
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