Perdita di motivazione nello studio.
Buonasera,
Sono uno studente di giurisprudenza e mi mancano 9 esami per terminare il ciclo di studi. Da diverso tempo però ho perso totalmente la motivazione e la voglia di studiare, sono consapevole del fatto che devo studiare per terminare il ciclo di studi e potermi laureare tant'è che non faccio tardi la sera in giro con gli amici e a volte rinuncio anche ad uscite pomeridiane adducendo come motivazione lo studio. Ma nel momento in cui entro nell'ottica di iniziare a studiare inizio ad avere pensieri del tipo:"non mi va", "non ce la faccio più a studiare" e cose di questo tipo che mi fanno totalmente perdere la voglia e così chiudo i libri.
Questo però mi porta successivamente ad avere sensi di colpa e pensieri insistenti che mi danno un senso di angoscia.
L'università l'ho sempre vissuta in maniera poco serena e questo è dovuto soprattuto al fatto che sono una persona estremamente ansiosa e paranoica tant'è che ho avuto molto spesso delle difficoltà nel superamento degli esami. A contribuire a tutto questo stato di malessere c'è anche la questione che mi ritrovo quasi alla fine del mio quinto anno e non riuscirò a terminare nei tempi il ciclo di studi e questo da un lato significa altri sacrifici per i miei genitori e dall'altro mi dà un senso di inferiorità rispetto a tanti altri miei amici che applicandosi la metà di me nello studio sono riusciti a conseguire la laurea nei tempi e che ora stanno iniziando una nuova fase della loro vita.
Sono uno studente di giurisprudenza e mi mancano 9 esami per terminare il ciclo di studi. Da diverso tempo però ho perso totalmente la motivazione e la voglia di studiare, sono consapevole del fatto che devo studiare per terminare il ciclo di studi e potermi laureare tant'è che non faccio tardi la sera in giro con gli amici e a volte rinuncio anche ad uscite pomeridiane adducendo come motivazione lo studio. Ma nel momento in cui entro nell'ottica di iniziare a studiare inizio ad avere pensieri del tipo:"non mi va", "non ce la faccio più a studiare" e cose di questo tipo che mi fanno totalmente perdere la voglia e così chiudo i libri.
Questo però mi porta successivamente ad avere sensi di colpa e pensieri insistenti che mi danno un senso di angoscia.
L'università l'ho sempre vissuta in maniera poco serena e questo è dovuto soprattuto al fatto che sono una persona estremamente ansiosa e paranoica tant'è che ho avuto molto spesso delle difficoltà nel superamento degli esami. A contribuire a tutto questo stato di malessere c'è anche la questione che mi ritrovo quasi alla fine del mio quinto anno e non riuscirò a terminare nei tempi il ciclo di studi e questo da un lato significa altri sacrifici per i miei genitori e dall'altro mi dà un senso di inferiorità rispetto a tanti altri miei amici che applicandosi la metà di me nello studio sono riusciti a conseguire la laurea nei tempi e che ora stanno iniziando una nuova fase della loro vita.
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Gentile Utente,
quali motivazioni l'avevano portata a scegliere di studiare giurisprudenza? È stata una scelta personale o influenzata da altri?
Lei scrive:
"sono consapevole del fatto che devo studiare per terminare il ciclo di studi e potermi laureare tant'è che non faccio tardi la sera in giro con gli amici e a volte rinuncio anche ad uscite pomeridiane adducendo come motivazione lo studio"
Anche privarsi eccessivamente di momenti di piacere e svago può essere controproducente, poiché essi servono per "ricaricare le batterie" e ritrovare le energie necessarie per l'impegno cognitivo che lo studio richiede. Sta mantenendo dei momenti in cui si dedica a qualche hobby o comunque ad attività piacevoli?
Cosa intende quando dice che è una persona ansiosa e paranoica? Quali difficoltà ha incontrato in precedenza nel dare gli esami?
"A contribuire a tutto questo stato di malessere c'è anche la questione che mi ritrovo quasi alla fine del mio quinto anno e non riuscirò a terminare nei tempi il ciclo di studi"
Non è il primo e non sarà l'ultimo, non ne faccia un dramma. La velocità con cui si terminano gli studi non è questione né di inferiorità né di superiorità è non è assolutamente detto che chi termina prima si dimostri poi anche più competente sul lavoro.
quali motivazioni l'avevano portata a scegliere di studiare giurisprudenza? È stata una scelta personale o influenzata da altri?
Lei scrive:
"sono consapevole del fatto che devo studiare per terminare il ciclo di studi e potermi laureare tant'è che non faccio tardi la sera in giro con gli amici e a volte rinuncio anche ad uscite pomeridiane adducendo come motivazione lo studio"
Anche privarsi eccessivamente di momenti di piacere e svago può essere controproducente, poiché essi servono per "ricaricare le batterie" e ritrovare le energie necessarie per l'impegno cognitivo che lo studio richiede. Sta mantenendo dei momenti in cui si dedica a qualche hobby o comunque ad attività piacevoli?
Cosa intende quando dice che è una persona ansiosa e paranoica? Quali difficoltà ha incontrato in precedenza nel dare gli esami?
"A contribuire a tutto questo stato di malessere c'è anche la questione che mi ritrovo quasi alla fine del mio quinto anno e non riuscirò a terminare nei tempi il ciclo di studi"
Non è il primo e non sarà l'ultimo, non ne faccia un dramma. La velocità con cui si terminano gli studi non è questione né di inferiorità né di superiorità è non è assolutamente detto che chi termina prima si dimostri poi anche più competente sul lavoro.
Dr.ssa Serena Sassi
Psicologa
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 9.2k visite dal 09/12/2018.
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