Depressione (molto) maggiore...
Egregi Dottori
Ho 33 anni e da 6 mesi vivo a Copenhagen. Da 8 anni, per alcuni psichiatri, soffro di una grave e rara forma di DOC difficilmente riscontrabile in letteratura medica poiché rispondo al profilo del disturbo solo in parte in quanto ho OSSESSIONI e COMPULSIONI ma le prime sono preponderanti e NON sono ad esempio "formule scaramantiche" perché ho paura che mi succeda qualcosa a me o a qualcuno a cui voglio bene, NON metto in pratica rituali mentali o materiali (e se lo faccio la cosa ha breve durata), NON mi metto a contare, pregare, ed altre boiate del genere.... LE MIE OSSESSIONI E COMPULSIONI HANNO LA CAPACITÁ DI MUTARE IN UN TEMPO PIÚ O MENO BREVE, MA MUTANO. Mi spiego meglio, le mie (mi hanno detto MOLTI psichiatri) sono OSSESSIONI MENTALI PURE VARIABILI di due tipi. Le MENO GRAVI: paura di essere impotente, di essere omosessuale, di essere pedofilo, di odiare le donne o, meglio, di averne paura (questo da quando 9 anni fá mi capitó di fare cilecca a letto con una ragazza di cui non mi importava nulla, per un mese di fila! Ed in tutta la vita mi é successo solo con lei e una sola altra volta con una prostituta). La mia paura (ed il mio "odio") verso le donne é limitata al fatto di temere di non essere capace di poter dar loro un rapporto sessuale soddisfacente, come si dice: di "non essere alla loro altezza". Le PIÚ GRAVI: paura di dimenticare parole (ed i loro sinonimi e contrari), concetti, elaborazioni filosofiche e religiose (ma solo dal punto di vista della logica linguistico-concettuale) cosa che per anni mi ha costretto a "cercare" di ricordare tutto ció che pensavo o dicevo (scriverlo é materalialmente impossibile). La dimenticanza anche di una sola parola mi portava (fino a tre mesi fa del resto) a spaventose crisi isteriche a volte simil-epilettiche (MAI IN PUBBLICO O QUASI...), con conseguente perdita totale di stima in me stesso e perfino incapacitá di leggere. Negli ultimi otto anni la mia vita é stata letteralmente un inferno (tanto da aver pensato varie volte al suicidio). Poi é venuto il ricovero in una clinica psichiatrica di Firenze ma SENZA ALCUN RISULTATO. Infine il "miracolo" o almeno cosí sembrava: ho deciso cosí, di punto in bianco, (come ultima ratio prima dell'invaliditá civile, ha detto il mio ultimo psichiatra) di trasferirmi a lavorare a Copenhagen e la malattia é (quasi - al 99% direi) scomparsa, per lo meno le MIE ossessioni del secondo "tipo", di gran lunga le peggiori. Tanto da poter ricominciare a leggere ma, soprattutto, scrivere che é il sogno della mia vita. Ma per superarla sono stato sottoposto a stress indicibili che mi hanno portato a fumare piú di 2 pacchetti al giorno di marlboro rosse. Lo so é da pazzi ma tornare a vivere dopo 8 anni come ho fatto io é stato traumatico. Ho 33 anni e fumo (TANTO) da quando ne avevo 21 ma adesso siamo ben oltre il livello di guardia. Ma il punto é questo: il ristorante dove lavoro come cameriere ha fatto la chiusura invernale (in questa cittá assurda molti locali fanno cosí, per il freddo dicono!!! Absolutely bullshit!) e io mi sono ritrovato a spasso per un mese. Che avrebbe potuto anche essere una buona cosa se non fossero ricominaciati i deliri sulle donne, anche se in maniera diversa stavolta, ma pur sempre deliri. LA MANCANZA DI UNA DONNA PER ME É UNA FEBBRE CHE, DA QUANDO SONO QUI (E STO MEGLIO), SEMBRA INESTINGUIBILE, NON PENSO AD ALTRO TUTTI I GIORNI TUTTO IL GIORNO. MA NON É UNA MERA QUESTIONE SESSUALE (ANCHE QUELLO, OVVIO, SONO UN UOMO) MA PIÚ CHE ALTRO UNA TERRIBILE NECESSITÁ AFFETTIVA. Non sono affatto brutto (e di questo ne ho la certezza) ma come dice il mio attuale psichiatra "LE DONNE HANNO DELLE ANTENNE TUTTE LORO, PARTICOLARI ED AFFINATE, NEL CAPTARE SE IN UN UOMO C'É QUALCOSA CHE NON VA, ED IN TE C'É, QUINDI DEVI ASPETTARE". Ma io sono 33 anni (anche se come ho detto 8 di questi li ho passati malato, in casa) che aspetto ed io non ce la faccio piú. Da quando non lavoro sono sempre solo, piango sempre, rifletto su una probabile maledizione di Cristo su di me (ed io purtroppo credo nella Sua esistenza ma non nella sua bontá, MA SOLO nei miei confronti) in una spirale verso il basso senza ritorno. Tanto che stamattina ho mancato l'appuntamento della vita per un buon lavoro in una ditta di moda qui a Copenhagen. Lavoro perso. Ora non ho ancora realizzato a pieno, da qui a qualche ora lo faró e mi verrá tanta voglia di ingerire 100 pastiglie di Luminal anche se purtroppo senza alcolici perché non bevo ma credo che basti. Le diagnosi a mio riguardo da parte degli psichiatri, giusto a scopo informativo sono state: DOC, DISTURBO BIPOLARE, TUTT'E DUE INSIEME, BORDERLINE, SKIZO AFFETTIVO!?!? RingraziandoVi anticipatamente per la cortese attenzione e scusandomi per la prolissitá di questa mia, porgo Distinti Saluti
Ho 33 anni e da 6 mesi vivo a Copenhagen. Da 8 anni, per alcuni psichiatri, soffro di una grave e rara forma di DOC difficilmente riscontrabile in letteratura medica poiché rispondo al profilo del disturbo solo in parte in quanto ho OSSESSIONI e COMPULSIONI ma le prime sono preponderanti e NON sono ad esempio "formule scaramantiche" perché ho paura che mi succeda qualcosa a me o a qualcuno a cui voglio bene, NON metto in pratica rituali mentali o materiali (e se lo faccio la cosa ha breve durata), NON mi metto a contare, pregare, ed altre boiate del genere.... LE MIE OSSESSIONI E COMPULSIONI HANNO LA CAPACITÁ DI MUTARE IN UN TEMPO PIÚ O MENO BREVE, MA MUTANO. Mi spiego meglio, le mie (mi hanno detto MOLTI psichiatri) sono OSSESSIONI MENTALI PURE VARIABILI di due tipi. Le MENO GRAVI: paura di essere impotente, di essere omosessuale, di essere pedofilo, di odiare le donne o, meglio, di averne paura (questo da quando 9 anni fá mi capitó di fare cilecca a letto con una ragazza di cui non mi importava nulla, per un mese di fila! Ed in tutta la vita mi é successo solo con lei e una sola altra volta con una prostituta). La mia paura (ed il mio "odio") verso le donne é limitata al fatto di temere di non essere capace di poter dar loro un rapporto sessuale soddisfacente, come si dice: di "non essere alla loro altezza". Le PIÚ GRAVI: paura di dimenticare parole (ed i loro sinonimi e contrari), concetti, elaborazioni filosofiche e religiose (ma solo dal punto di vista della logica linguistico-concettuale) cosa che per anni mi ha costretto a "cercare" di ricordare tutto ció che pensavo o dicevo (scriverlo é materalialmente impossibile). La dimenticanza anche di una sola parola mi portava (fino a tre mesi fa del resto) a spaventose crisi isteriche a volte simil-epilettiche (MAI IN PUBBLICO O QUASI...), con conseguente perdita totale di stima in me stesso e perfino incapacitá di leggere. Negli ultimi otto anni la mia vita é stata letteralmente un inferno (tanto da aver pensato varie volte al suicidio). Poi é venuto il ricovero in una clinica psichiatrica di Firenze ma SENZA ALCUN RISULTATO. Infine il "miracolo" o almeno cosí sembrava: ho deciso cosí, di punto in bianco, (come ultima ratio prima dell'invaliditá civile, ha detto il mio ultimo psichiatra) di trasferirmi a lavorare a Copenhagen e la malattia é (quasi - al 99% direi) scomparsa, per lo meno le MIE ossessioni del secondo "tipo", di gran lunga le peggiori. Tanto da poter ricominciare a leggere ma, soprattutto, scrivere che é il sogno della mia vita. Ma per superarla sono stato sottoposto a stress indicibili che mi hanno portato a fumare piú di 2 pacchetti al giorno di marlboro rosse. Lo so é da pazzi ma tornare a vivere dopo 8 anni come ho fatto io é stato traumatico. Ho 33 anni e fumo (TANTO) da quando ne avevo 21 ma adesso siamo ben oltre il livello di guardia. Ma il punto é questo: il ristorante dove lavoro come cameriere ha fatto la chiusura invernale (in questa cittá assurda molti locali fanno cosí, per il freddo dicono!!! Absolutely bullshit!) e io mi sono ritrovato a spasso per un mese. Che avrebbe potuto anche essere una buona cosa se non fossero ricominaciati i deliri sulle donne, anche se in maniera diversa stavolta, ma pur sempre deliri. LA MANCANZA DI UNA DONNA PER ME É UNA FEBBRE CHE, DA QUANDO SONO QUI (E STO MEGLIO), SEMBRA INESTINGUIBILE, NON PENSO AD ALTRO TUTTI I GIORNI TUTTO IL GIORNO. MA NON É UNA MERA QUESTIONE SESSUALE (ANCHE QUELLO, OVVIO, SONO UN UOMO) MA PIÚ CHE ALTRO UNA TERRIBILE NECESSITÁ AFFETTIVA. Non sono affatto brutto (e di questo ne ho la certezza) ma come dice il mio attuale psichiatra "LE DONNE HANNO DELLE ANTENNE TUTTE LORO, PARTICOLARI ED AFFINATE, NEL CAPTARE SE IN UN UOMO C'É QUALCOSA CHE NON VA, ED IN TE C'É, QUINDI DEVI ASPETTARE". Ma io sono 33 anni (anche se come ho detto 8 di questi li ho passati malato, in casa) che aspetto ed io non ce la faccio piú. Da quando non lavoro sono sempre solo, piango sempre, rifletto su una probabile maledizione di Cristo su di me (ed io purtroppo credo nella Sua esistenza ma non nella sua bontá, MA SOLO nei miei confronti) in una spirale verso il basso senza ritorno. Tanto che stamattina ho mancato l'appuntamento della vita per un buon lavoro in una ditta di moda qui a Copenhagen. Lavoro perso. Ora non ho ancora realizzato a pieno, da qui a qualche ora lo faró e mi verrá tanta voglia di ingerire 100 pastiglie di Luminal anche se purtroppo senza alcolici perché non bevo ma credo che basti. Le diagnosi a mio riguardo da parte degli psichiatri, giusto a scopo informativo sono state: DOC, DISTURBO BIPOLARE, TUTT'E DUE INSIEME, BORDERLINE, SKIZO AFFETTIVO!?!? RingraziandoVi anticipatamente per la cortese attenzione e scusandomi per la prolissitá di questa mia, porgo Distinti Saluti
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gentilissimo, è ovvio che le spiegazioni che troverà qui non saranno mai esaustive come lei si aspetta forse che siano. Ha già detto di essere in cura da uno psichiatra ma a quanto pare gli eventuali colloqui con lui non le danno soddisfazione, altrimenti non si spiegherebbe questa puntuale descrizione.
Tuttavia sembra che lei abbia un forte bisogno di confrontarsi e di essere ascoltato piuttosto che ottenere una etichetta diagnostica. Si rivolga ad uno psicoterapeuta e si confronti con lui. Una buona relazione terapeutica potrebbe fornirle quella serenità necessaria anche per poter istaurare relazioni significative con l'atro sesso che forse, allo stato attuale, potrebbe vivere con un eccesso di ansia.
Tuttavia sembra che lei abbia un forte bisogno di confrontarsi e di essere ascoltato piuttosto che ottenere una etichetta diagnostica. Si rivolga ad uno psicoterapeuta e si confronti con lui. Una buona relazione terapeutica potrebbe fornirle quella serenità necessaria anche per poter istaurare relazioni significative con l'atro sesso che forse, allo stato attuale, potrebbe vivere con un eccesso di ansia.
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Gentile utente
Non saprei se interpretare questa sua lunga descrizione più come un tentativo di fornire il maggior numero di dettagli su ciò che la fa star male, oppure più come uno sfogo. Probabilmente si tratta di entrambe le cose.
Sono costretto a mettere subito le mani avanti e dirle che da qui, come saprà, non è possibile effettuare alcuna diagnosi né intervento, ma solo fornire un orientamento generale, un secondo parere. Glielo dico per non generarle false aspettative.
Ad ogni modo, dalle sue parole sembrerebbe trasparire una marcata componente ansioso-ossessiva, con tipiche preoccupazioni di accidenti mortali - cuore, Hiv - insieme a preoccupazioni meno mortali, ma non per questo meno impellenti, come i rapporti con l'altro sesso e la sua situazione lavorativa. Tutte preoccupazioni più che legittime, ma come ormai avrà capito dopo tanto tempo che convive con questo disagio, eccessive: spesso il disturbo è qualcosa che di per sé sarebbe normale, ma che si trova ad essere ingigantito oltre misura fino a diventare doloroso.
Credo che potrebbe essere indicata una rivalutazione psichiatrica del suo caso, che però tenga in debita considerazione anche l'opportunità di un percorso di tipo psicoterapeutico. Infatti, se non ho capito male, a un certo punto è stato sufficiente un cambiamento comportamentale - cambio di città - per ottenere un'immediata variazione/riduzione dei suoi sintomi: questo significa che lei potrebbe essere un buon candidato per una psicoterapia.
Può rivolgersi al suo psichiatra di fiducia, se ne ha uno, e anche a uno psicologo/psicoterapeuta per avere un parere mirato sul secondo aspetto.
Ultima precisazione: il suggerimento dello psichiatra, di ridurre le sue aspettative con le ragazze sino a che non avrà risolto il suo problema, è corretto. Ma non perché le donne siano magicamente più sensibili degli uomini, riguardo a certe cose, ma semplicemente perché, ritengo, è il suo disturbo ad essere evidente anche da solo.
Cordiali saluti
Non saprei se interpretare questa sua lunga descrizione più come un tentativo di fornire il maggior numero di dettagli su ciò che la fa star male, oppure più come uno sfogo. Probabilmente si tratta di entrambe le cose.
Sono costretto a mettere subito le mani avanti e dirle che da qui, come saprà, non è possibile effettuare alcuna diagnosi né intervento, ma solo fornire un orientamento generale, un secondo parere. Glielo dico per non generarle false aspettative.
Ad ogni modo, dalle sue parole sembrerebbe trasparire una marcata componente ansioso-ossessiva, con tipiche preoccupazioni di accidenti mortali - cuore, Hiv - insieme a preoccupazioni meno mortali, ma non per questo meno impellenti, come i rapporti con l'altro sesso e la sua situazione lavorativa. Tutte preoccupazioni più che legittime, ma come ormai avrà capito dopo tanto tempo che convive con questo disagio, eccessive: spesso il disturbo è qualcosa che di per sé sarebbe normale, ma che si trova ad essere ingigantito oltre misura fino a diventare doloroso.
Credo che potrebbe essere indicata una rivalutazione psichiatrica del suo caso, che però tenga in debita considerazione anche l'opportunità di un percorso di tipo psicoterapeutico. Infatti, se non ho capito male, a un certo punto è stato sufficiente un cambiamento comportamentale - cambio di città - per ottenere un'immediata variazione/riduzione dei suoi sintomi: questo significa che lei potrebbe essere un buon candidato per una psicoterapia.
Può rivolgersi al suo psichiatra di fiducia, se ne ha uno, e anche a uno psicologo/psicoterapeuta per avere un parere mirato sul secondo aspetto.
Ultima precisazione: il suggerimento dello psichiatra, di ridurre le sue aspettative con le ragazze sino a che non avrà risolto il suo problema, è corretto. Ma non perché le donne siano magicamente più sensibili degli uomini, riguardo a certe cose, ma semplicemente perché, ritengo, è il suo disturbo ad essere evidente anche da solo.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Ex utente
Egr. Dottori, innanzitutto Vi ringrazio per le Vostre pronte risposte. Evidentemente in alcuni passaggi mi sono espresso male. Attualmente non sono in cura da nessuno anche perché il "mio" psichiatra é in Italia ed io sono a Copenhagen quindi non ho possibilitá di vederlo. Inoltre ho smesso del tutto di prendere le sue "velenose" medicine (seroquel 100 3 cp die e citalopram 40 2 cp die) che: primo non hanno mai avuto alcun effetto di rilievo in due anni di terapia. Secondo mi tolgono quasi totalmente la sensibilitá al pene per cui pur non mancando l'erezione NON riesco ad avere l'orgasmo, che per me é un dramma). Quindi non sono piú in cura da lui perché mi ha chiaramente detto di non stare neppure a richiamarlo se non prendo i farmaci in cui lui ha fede assoluta. Ho usato il termine "molti" riferendomi al numero di psichiatri da cui sono stato ma che sono in realtá 4 diluiti in 8 anni di svariate (fallimentari) terapie farmacologiche. Sono stato solo da due psicologi il primo subito quando mi sono accorto che in me c'era qualcosa che non andava, il quale dopo solo 2 mesi di terapia mi ha detto di andare da uno psichiatra perché (e credetemi all'epoca aveva ragione) ero assolutamente impenetrabile e mi ponevo istintivamente su un piano superiore a lui, cosa che oggigiorno non credo che farei assolutamente. Il secondo psicoterapeuta é venuto solo 7 anni dopo e praticava ipnosi ericksoniana e dopo 2 mesi di terapia mi ha spedito anche lui dal mio ultimo psichiatra. Che non smetteró mai cmnq di ringraziare perché mi ha da subito pienamente appoggiato nella mia idea di trasferirmi a Copenhagen e senza il suo consenso non lo avrei mai fatto. Giungo al punto: andare da uno psicoterapeuta qui a CPH é quasi impraticabile perché sarei costretto a parlare in inglese, che sto notevolmente perfezionando, anche perché sono COSTRETTO a parlarlo sempre, non foss'altro per motivi di sopravvivenza, ma non sarei assolutamente in grado di parlare di me stesso al livello richiesto da una psicoterapia! Ho necessitá di uno psicoterapeuta italiano che mi segua anche per telefono, tanto ho skype con una tariffa per cui posso posso chiamare i tel fissi e starci quanto voglio. A volte sto 3 ore al telefono con amici italiani. Non credo che cosí si possa fare una vera e propria psicoterapia ma io HO BISOGNO di una "guida" che mi possa almeno suggerire cosa fare nei momenti piú bui. Gli amici sono solo tali. Per il pagamento delle "sedute" non credo sia un problema al giorno d'oggi. E SOTTOLINEO CHE NON POSSO TORNARE A CASA PERCHÉ PEGGIORO IMMEDIATAMENTE, l'ho giá provato, per fortuna solo per pochi giorni. Ho bisogno di aiuto in tal senso, quindi se poteste darmi indicazioni ve ne sarei estremamente grato. RingraziandoVi nuovamente porgo Distinti saluti
[#4]
Gentile utente
Effettivamente, con la scrittura si fa fatica a comunicare in modo compiuto, soprattutto perché i tempi fra uno scambio e l'altro sono rallentati. E mi pare, invece, che lei di cose da dire ne abbia.
Quindi, se vuole parlare telefonicamente con uno psicologo, non ha che l'imbarazzo della scelta. Sulle schede personali di ciascuno di noi sono riportati i recapiti. Inoltre, a questa pagina:
https://www.medicitalia.it/specialita/psicologia/
è riportata la lista completa di tutti quanti gli psicologi iscritti a Medicitalia, come punto di partenza: ovviamente potrà trovare molti altri recapiti anche altrove.
Cordiali saluti
Effettivamente, con la scrittura si fa fatica a comunicare in modo compiuto, soprattutto perché i tempi fra uno scambio e l'altro sono rallentati. E mi pare, invece, che lei di cose da dire ne abbia.
Quindi, se vuole parlare telefonicamente con uno psicologo, non ha che l'imbarazzo della scelta. Sulle schede personali di ciascuno di noi sono riportati i recapiti. Inoltre, a questa pagina:
https://www.medicitalia.it/specialita/psicologia/
è riportata la lista completa di tutti quanti gli psicologi iscritti a Medicitalia, come punto di partenza: ovviamente potrà trovare molti altri recapiti anche altrove.
Cordiali saluti
[#5]
Gentile Utente,
si vede che la scrittura è la sua passione...nonostante due repliche lunghissime mi ha tenuto incollato fino alla fine, per cui forse potrà avere un futuro come scrittore
Detto questo, non so chi le abbia diagnosticato questo "strano" DOC: io non la conosco, ma lei potrebbe essere un ossessivo semplicemente perchè utilizza continuamente i pensieri dubitando, rimuginando, ecc., per cui si tranquillizzi almeno su questo: non è un extra-terrestre
La matrice ansiogena del Suo disturbo è evidente (il DOC rientra nei disturbi d'ansia), e negli anni la non risoluzione della sintomatologia può portare a sindromi depressive (da qui, ad es, l'ideazione suicidaria)
Chiaramente in questi casi la prima cosa da fare è impostare una cura psichiatrica.
In secondo luogo, i disturbi d'ansia e depressivi rispondono in modo ottimale alla psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale, specie se associata alla farmacoterapia, come può leggere in questo articolo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
Ora, io invece le consiglio di cercarsi uno psicoterapeuta a Copenhagen (lì si chiama Cognitive-Behavioural Therapy) per 3 motivi:
1- la CBT è una terapia molto semplice, diretta, pratica, basata su molti suggerimenti comportamentali, per cui non c'è bisogno di particolari abilità filosofiche o dialettiche per affrontarla
2- Lei ha detto che si sforza di parlare inglese per "sopravvivenza": ma scusi, imparare a gestire questi pensieri disturbanti non è questione di sopravvivenza? Anzi, a maggior ragione con più persone lei conversa meglio è per il Suo inglese
3- una terapia di persona permette una comunicazione affettiva ed empatica non riproducibile da nessun mezzo multimediale, mi creda, oltre al fatto che credo Lei dovrebbe imparare ad "esporsi" agli esseri umani (e il terapeuta appartiene a questa razza, se lo ricordi...): per questo io non le avrei mai consigliato di andarsene in un Paese straniero
si vede che la scrittura è la sua passione...nonostante due repliche lunghissime mi ha tenuto incollato fino alla fine, per cui forse potrà avere un futuro come scrittore
Detto questo, non so chi le abbia diagnosticato questo "strano" DOC: io non la conosco, ma lei potrebbe essere un ossessivo semplicemente perchè utilizza continuamente i pensieri dubitando, rimuginando, ecc., per cui si tranquillizzi almeno su questo: non è un extra-terrestre
La matrice ansiogena del Suo disturbo è evidente (il DOC rientra nei disturbi d'ansia), e negli anni la non risoluzione della sintomatologia può portare a sindromi depressive (da qui, ad es, l'ideazione suicidaria)
Chiaramente in questi casi la prima cosa da fare è impostare una cura psichiatrica.
In secondo luogo, i disturbi d'ansia e depressivi rispondono in modo ottimale alla psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale, specie se associata alla farmacoterapia, come può leggere in questo articolo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
Ora, io invece le consiglio di cercarsi uno psicoterapeuta a Copenhagen (lì si chiama Cognitive-Behavioural Therapy) per 3 motivi:
1- la CBT è una terapia molto semplice, diretta, pratica, basata su molti suggerimenti comportamentali, per cui non c'è bisogno di particolari abilità filosofiche o dialettiche per affrontarla
2- Lei ha detto che si sforza di parlare inglese per "sopravvivenza": ma scusi, imparare a gestire questi pensieri disturbanti non è questione di sopravvivenza? Anzi, a maggior ragione con più persone lei conversa meglio è per il Suo inglese
3- una terapia di persona permette una comunicazione affettiva ed empatica non riproducibile da nessun mezzo multimediale, mi creda, oltre al fatto che credo Lei dovrebbe imparare ad "esporsi" agli esseri umani (e il terapeuta appartiene a questa razza, se lo ricordi...): per questo io non le avrei mai consigliato di andarsene in un Paese straniero
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.6k visite dal 29/01/2009.
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