Una questione genetica
Gentili dottori, sono una ragazza di 26 anni.Premetto : mio padre e' sempre stata una persona che alternava momenti di equilibrio emotivo a episodi ( sicuramente molto piu' frequenti) di aggressivita' pronunciata verbale e comportamentale sia nei miei confronti,sia nei confronti di mia madre, caratterizzati da insulti , toni e gesti minacciosi che simulavano una percossa ,scatti d'ira che talvolta esplodevano nei miei confronti anche con strattonamenti.Tutto cio' accompagnato a periodi in cui spariva. Mia madre dal canto suo e' stata una donna anaffettiva, molto ansiosa, atteggiamento sempre reprensivo. Anche al liceo sono stata vittima di bullismo.Ho sofferto molto una condizione importante di isolamento(con ansia generalizzata).Da due anni sono in cura da uno psicologo e, contemporaneamente al mio periodo di cura ,ho cominciato ad avvertire (soprattutto la sera) una sorta di umore sottotono, una parte depressiva che per paura potesse sopraffarmi ho sempre cercato di reprimere e non ho mai sottolineato in modo consistente neppure allo psicologo. Con il dottore sostanzialmente parlavo della rabbia molto forte nei confronti di mia madre e di mio padre,del forte giudizio critico che c'e' dentro di me nei confronti della mia persona che recepisco ridicola, inconsistente,del senso di depersonalizzazione che talvolta mi accompagna. A settembre ,quando il mio ragazzo( l'unico rapporto relazionale che ho) ha cominciato a criticare il mio stile di vita inconcludente sono esplosa ed ho cominciato ad avere attacchi di panico e depersonalizzazione forte in quanto e' come se questo umore depresso, mi avesse raggiunta e volesse essere ascoltato . Ho dunque deciso con il mio psicologo della asl e lo psichiatra di prendere escitalopram (15 gocce al giorno). Oggi non ho piu' quegli attacchi di panico forti ma e' come se mi si fosse generata una sorta di insofferenza,nausea, per la vita che conduco: piatta, monotona e senza emozioni ( sensazione che prima non avvertivo, essendo per me la casa un luogo sicuro, la mia zona di comfort). Il punto e' che anche il confronto verso l'esterno mi destabilizza, mi crea ansia e dunque al contempo se penso al futuro,a progetti possibili, sento un senso di distacco emotivo ( come se staccassi la spina) , come se vedessi ormai tutto piatto , tutto uguale e lo fosse in modo inesorabile ,e avverto questo stacco emotivo, talvolta depersonalizzazione, tanto che sono arrivata a domandarmi se ho qualche problema mentale, se non sono capace di provare entusiasmo come tutti,se non sono in grado di provare emozioni positive.Provo emozioni quali rabbia, tristezza,empatia,sono una persona sensibile,qualcosina che mi piace c'è, ma sono in grado di provare entusiasmo,intraprendenza,vivere con gioia e non solo sopravvivere? Credete che dalla depressione e questo tipo di malessere sia possibile uscirne o devo rassegnarmi al fatto che sia una questione genetica ,un malfunzionamento neuronale,che non guariro' mai? Vi ringrazio.
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Gentile utente,
Si concorda nel trovare le cause delle psicopatologie secondo un modello bio-psico-sociale, ossia composte da fattori genetici-biologici, psicologici individuali e sociali-relazionali.
Dalla depressione si esce, personalmente ho visto pazienti farcela. E' sicuramente necessaria una buona psicoterapia, che solitamente non è breve per questo tipo di situazioni (premesso che lei abbia un disturbo depressivo di questo tipo, non possiamo saperlo da qua). Solitamente, per i disturbi dell'umore (di cui fa parte la depressione), è associata una terapia farmacologica per monitorare i sintomi e in modo tale da permettere un lavoro a lungo termine più sereno con la psicoterapia.
Il consiglio che le posso dare è di parlare al suo psicologo (è anche psicoterapeuta? Se ne accerti.) di questi suoi dubbi. Sono sicuro che saprà spiegarle in modo molto più dettagliato rispetto a quanto abbia fatto io qui.
CI faccia sapere, se vuole!
Si concorda nel trovare le cause delle psicopatologie secondo un modello bio-psico-sociale, ossia composte da fattori genetici-biologici, psicologici individuali e sociali-relazionali.
Dalla depressione si esce, personalmente ho visto pazienti farcela. E' sicuramente necessaria una buona psicoterapia, che solitamente non è breve per questo tipo di situazioni (premesso che lei abbia un disturbo depressivo di questo tipo, non possiamo saperlo da qua). Solitamente, per i disturbi dell'umore (di cui fa parte la depressione), è associata una terapia farmacologica per monitorare i sintomi e in modo tale da permettere un lavoro a lungo termine più sereno con la psicoterapia.
Il consiglio che le posso dare è di parlare al suo psicologo (è anche psicoterapeuta? Se ne accerti.) di questi suoi dubbi. Sono sicuro che saprà spiegarle in modo molto più dettagliato rispetto a quanto abbia fatto io qui.
CI faccia sapere, se vuole!
Cordiali saluti
Dr. Francesco Ziglioli
Psicologo - Brescia, Desenzano, Montichiari
Www.psicologobs.it
[#2]
Utente
Gentile dottore,
no non è anche uno psicoterapeuta che io sappia. Volevo chiederle se degli stress prolungati e una conseguente ansia non curata (sono andata per la prima volta da una psicologa 5 anni fa ma poi ho interrotto il percorso dopo un anno, per riprendere poi con questo psicologo) possono alterare il funzionamento neuronale e provocare questi episodi depressivi ( premetto che a dire dello psicologo e dello psichiatra il mio è un quadro prevalentemente ansioso sfociato in un umore depresso, questo è quello che mi è stato detto, e che la depersonalizzazione è una misura difensiva della mente ad un livello di ansia elevato). Lo psichiatra mi ha detto inoltre che con la psicoterapia ( ma premetto che sto prendendo anche 15 gocce al giorno di escitalopram) è possibile ripristinare questo equilibrio neuronale, lo crede possibile anche lei? Purtroppo quando si è in queste situazioni tutto sembra appiattito e senza vie di uscita.
no non è anche uno psicoterapeuta che io sappia. Volevo chiederle se degli stress prolungati e una conseguente ansia non curata (sono andata per la prima volta da una psicologa 5 anni fa ma poi ho interrotto il percorso dopo un anno, per riprendere poi con questo psicologo) possono alterare il funzionamento neuronale e provocare questi episodi depressivi ( premetto che a dire dello psicologo e dello psichiatra il mio è un quadro prevalentemente ansioso sfociato in un umore depresso, questo è quello che mi è stato detto, e che la depersonalizzazione è una misura difensiva della mente ad un livello di ansia elevato). Lo psichiatra mi ha detto inoltre che con la psicoterapia ( ma premetto che sto prendendo anche 15 gocce al giorno di escitalopram) è possibile ripristinare questo equilibrio neuronale, lo crede possibile anche lei? Purtroppo quando si è in queste situazioni tutto sembra appiattito e senza vie di uscita.
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Lo credo possibile. Credo inoltre che sia possibile che una forte ansia, se non trattata, possa dare origini a problemi secondari come episodi depressivi, in quanto va a costituire un vero e proprio evento su cui a volte possono concentrarsi pensieri autocritici ("ecco, sono sempre ansiosa, sicuramente sarà un mio problema e non lo supererò mai", "non sono buona neanche ad occuparmi della mia salute" eccetera). Ovviamente questi sono solo esempi.
Rispetto ai danni biologici neuronali, si è visto come le patologie psicologiche possano avere effetti anche in questo senso. Non sono irreversibili, comunque.
Parli allo psicologo della possibilità di proseguire con una psicoterapia.
Rispetto ai danni biologici neuronali, si è visto come le patologie psicologiche possano avere effetti anche in questo senso. Non sono irreversibili, comunque.
Parli allo psicologo della possibilità di proseguire con una psicoterapia.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 826 visite dal 05/12/2018.
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