Stanchezza e insoddisfazione
sono una ragazza di 26 anni e scrivo perchè negli ultimi tempi provo una strana sensazione. Premetto che da circa un anno mi sono trasferita lontano dalla mia città di origine,e sono venuta a convivere con il mio ragazzo nella sua città. Ho trovato un nuovo lavoro e mi sono fatta dei nuovi amici.
E' filato tutto liscio per più di un anno fino a circa un mese fa.Ho cominciato ad avere delle coliche e sono stata a casa per una settimana da lavoro. Da quando sono rientrata ho come la sensazione di non voler più fare niente, come se il cullarmi nel dolce far niente per quella settimana mi avesse rapito.
Questa cosa mi dispiace molto (a lavoro sono sempre stati molto buoni e disponibili,anzi negli ultimi mesi ho avuto anche una promozione,e il mio ragazzo credo sia semplicemente perfetto), ma io non sono soddisfatta per niente, non ho voglia di sentire nessuno e non ho voglia neanche di uscire di casa anche per fare le cose più banali.
L'idea di uscire e andare al lavoro mi mette addosso ansia e stanchezza, ma se mi sottraggo ai miei doveri e sto a casa mi sento in colpa e so che comunque non è questa la soluzione del problema.
Non ho parlato di questo con nessuno e ho paura che parladone non mi capiscano anche perchè non saprei nemmeno io dire qual'è il reale problema,sicuramente non una colica renale, è come se mi fossi svegliata dopo mesi di letargo .Sono iper-confusa... grazie del tempo che vorrete dedicarmi.
E' filato tutto liscio per più di un anno fino a circa un mese fa.Ho cominciato ad avere delle coliche e sono stata a casa per una settimana da lavoro. Da quando sono rientrata ho come la sensazione di non voler più fare niente, come se il cullarmi nel dolce far niente per quella settimana mi avesse rapito.
Questa cosa mi dispiace molto (a lavoro sono sempre stati molto buoni e disponibili,anzi negli ultimi mesi ho avuto anche una promozione,e il mio ragazzo credo sia semplicemente perfetto), ma io non sono soddisfatta per niente, non ho voglia di sentire nessuno e non ho voglia neanche di uscire di casa anche per fare le cose più banali.
L'idea di uscire e andare al lavoro mi mette addosso ansia e stanchezza, ma se mi sottraggo ai miei doveri e sto a casa mi sento in colpa e so che comunque non è questa la soluzione del problema.
Non ho parlato di questo con nessuno e ho paura che parladone non mi capiscano anche perchè non saprei nemmeno io dire qual'è il reale problema,sicuramente non una colica renale, è come se mi fossi svegliata dopo mesi di letargo .Sono iper-confusa... grazie del tempo che vorrete dedicarmi.
[#1]
Gentile utente
Il suo trasferimento potrebbe aver influito alla lunga sulla sua motivazione al lavoro, e più in generale sul suo senso di soddisfazione. Anche se lei tiene molto al suo ragazzo, e all'immagine di se stessa nel suo lavoro, è possibile che abbia concesso e accordato più diritti al suo ambiente esterno, di quanto abbia fatto con se stessa: datore di lavoro molto buono, ragazzo perfetto. Ma la perfezione, purtroppo, non è di questo mondo.
L'essersi sacrificata per difendere a tutti i costi un'immagine di ragazza buona e comprensiva potrebbe averle provocato alla fine un calo dell'umore, come reazione, per ricordarle che in fondo esistono anche altre piccole cose a questo mondo, come ad esempio lei stessa.
Ma queste sono solo ipotesi, potrei sempre sbagliarmi. Le raccomando di rivolgersi a uno psicologo, per verificarle, e per farsi dire se non potrebbe trovarsi ai prodromi di uno stato depressivo.
Cordiali saluti
Il suo trasferimento potrebbe aver influito alla lunga sulla sua motivazione al lavoro, e più in generale sul suo senso di soddisfazione. Anche se lei tiene molto al suo ragazzo, e all'immagine di se stessa nel suo lavoro, è possibile che abbia concesso e accordato più diritti al suo ambiente esterno, di quanto abbia fatto con se stessa: datore di lavoro molto buono, ragazzo perfetto. Ma la perfezione, purtroppo, non è di questo mondo.
L'essersi sacrificata per difendere a tutti i costi un'immagine di ragazza buona e comprensiva potrebbe averle provocato alla fine un calo dell'umore, come reazione, per ricordarle che in fondo esistono anche altre piccole cose a questo mondo, come ad esempio lei stessa.
Ma queste sono solo ipotesi, potrei sempre sbagliarmi. Le raccomando di rivolgersi a uno psicologo, per verificarle, e per farsi dire se non potrebbe trovarsi ai prodromi di uno stato depressivo.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Gentile Utente,
dalla sua descrizione mi sembra di poter ipotizzare la presenza di un abbassamento del tono dell'umore: stanchezza, poca voglia di fare, senso di colpa, ecc.
Potrebbe essere davvero una reazione "a posteriori": è come se il suo cuore, preparato a provare tristezza (normalissima e fisiologica) dopo il cambio di residenza, fosse stato azzittito da lei stessa: lo ha lasciato fuori dalla porta.
Questo cuore ha bussato per quasi un anno, poi è riuscito ad aprire la porta.
Ovviamente la tristezza dell'inizio (quella normale di cui dicevamo) ha accumulato interessi, a loro volta sommati allo stress dovuto a tutti gli adattamenti (nuovo lavoro, nuovi amici, nuova casa) che lei ha dovuto affrontare
ora è meglio che temporaneamente lei accetti questo sfogo emotivo
Oggi è venerdì: lasci passare il w-e, poi lunedì decida. Se le cose appaiono migliorate, anche di poco, stia a vedere cosa succede, magari il miglioramento progredisce
Se le cose rimangono difficili, chieda un supporto psicologico (nel mantovano riceve la nostra Collega Gaia Venturini, https://www.medicitalia.it/g.venturini/)
Se le può servire legga anche questo articolo sulla depressione https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/
dalla sua descrizione mi sembra di poter ipotizzare la presenza di un abbassamento del tono dell'umore: stanchezza, poca voglia di fare, senso di colpa, ecc.
Potrebbe essere davvero una reazione "a posteriori": è come se il suo cuore, preparato a provare tristezza (normalissima e fisiologica) dopo il cambio di residenza, fosse stato azzittito da lei stessa: lo ha lasciato fuori dalla porta.
Questo cuore ha bussato per quasi un anno, poi è riuscito ad aprire la porta.
Ovviamente la tristezza dell'inizio (quella normale di cui dicevamo) ha accumulato interessi, a loro volta sommati allo stress dovuto a tutti gli adattamenti (nuovo lavoro, nuovi amici, nuova casa) che lei ha dovuto affrontare
ora è meglio che temporaneamente lei accetti questo sfogo emotivo
Oggi è venerdì: lasci passare il w-e, poi lunedì decida. Se le cose appaiono migliorate, anche di poco, stia a vedere cosa succede, magari il miglioramento progredisce
Se le cose rimangono difficili, chieda un supporto psicologico (nel mantovano riceve la nostra Collega Gaia Venturini, https://www.medicitalia.it/g.venturini/)
Se le può servire legga anche questo articolo sulla depressione https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 3.1k visite dal 28/01/2009.
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