Madre ossessiva
Buonasera ,
Vi scrivo perché sono arrivata ad una situazione al limite della sopportazione.. spiego : sono una ragazza di 30 anni, introversa e molto sensibile che, non avendo ancora la possibilità (lavoro ma non è sufficiente per essere indipendente ), vive con la madre e la sorella. Da quando non c’è più mio padre, mia mamma è diventata ansiosa e oppressiva. Ogni volta che vorrei uscire con i miei amici mi fa mille problemi e addirittura mi dice di tornare a mezzanotte a casa.. perché lei il giorno dopo deve lavorare.., mi controlla in maniera ossessiva la posizione sul mio cellulare per vedere dove vado e se nota un posto che non le piace inizia a chiamarmi e mandarmi tremila messaggi, incurante del fatto che ci siano altre persone, anche più giovani di me ! Mi scrive , anche in modo insistente, di tornare subito a casa. Io in quel momento vado nel panico più totale e non riesco a rilassarmi e godermi la serata. C’è da dire , a proposito di questo, che le mie uscite sono di 1 o massimo 2 volte la settimana..
Per questo motivo mi sono isolata per parecchi anni , ho avuto poche amicizie o nessuna, ho frequentato pochissimi ragazzi perché ogni volta parte l’interrogatorio e quindi pur di non sentirla l’ho assecondata e rinunciavo a tutto. Adesso che ho 30 anni sono stanca , sono stanca che ogni volta che le dico che devo uscire mi manda dei messaggi per convincermi a stare a casa , magari inventandosi che non sta bene e quindi facendo leva sul fatto che io caratterialmente sono buona e mi sento in colpa..
sono una persona che non ha mai dato problemi , ne a scuola e ne durante l’adolescenza, mi sono sempre comportata in maniera educata , rinunciando a tante cose forse troppe..
Una volta ho soltanto provato a dire che se avessi avuto la possibilità di andare a vivere da sola lo avrei fatto , ma apriti cielo si offende e dice che poi noi la lasciamo da sola!
Provo a contrastare questo suo modo di fare , ma è difficile, psicologicamente è come se fosse un martello pneumatico che nella mia testa è sempre attivo..
So che forse la colpa è anche mia che ho permesso che si arrivasse a questo punto, ma quando provo a parlarle sa sempre dove colpire.
Tutta questa situazione mi porta ad un blocco emotivo dal quale non riesco a liberarmi , non riesco a relazionarmi con le persone perché mi ha trasmesso la sua ansia , mi sento diversa dagli altri e sono molto insicura, mi trovo a disagio spesso.
Scusate se mi sono prolungata un po’ troppo..
Vi scrivo perché sono arrivata ad una situazione al limite della sopportazione.. spiego : sono una ragazza di 30 anni, introversa e molto sensibile che, non avendo ancora la possibilità (lavoro ma non è sufficiente per essere indipendente ), vive con la madre e la sorella. Da quando non c’è più mio padre, mia mamma è diventata ansiosa e oppressiva. Ogni volta che vorrei uscire con i miei amici mi fa mille problemi e addirittura mi dice di tornare a mezzanotte a casa.. perché lei il giorno dopo deve lavorare.., mi controlla in maniera ossessiva la posizione sul mio cellulare per vedere dove vado e se nota un posto che non le piace inizia a chiamarmi e mandarmi tremila messaggi, incurante del fatto che ci siano altre persone, anche più giovani di me ! Mi scrive , anche in modo insistente, di tornare subito a casa. Io in quel momento vado nel panico più totale e non riesco a rilassarmi e godermi la serata. C’è da dire , a proposito di questo, che le mie uscite sono di 1 o massimo 2 volte la settimana..
Per questo motivo mi sono isolata per parecchi anni , ho avuto poche amicizie o nessuna, ho frequentato pochissimi ragazzi perché ogni volta parte l’interrogatorio e quindi pur di non sentirla l’ho assecondata e rinunciavo a tutto. Adesso che ho 30 anni sono stanca , sono stanca che ogni volta che le dico che devo uscire mi manda dei messaggi per convincermi a stare a casa , magari inventandosi che non sta bene e quindi facendo leva sul fatto che io caratterialmente sono buona e mi sento in colpa..
sono una persona che non ha mai dato problemi , ne a scuola e ne durante l’adolescenza, mi sono sempre comportata in maniera educata , rinunciando a tante cose forse troppe..
Una volta ho soltanto provato a dire che se avessi avuto la possibilità di andare a vivere da sola lo avrei fatto , ma apriti cielo si offende e dice che poi noi la lasciamo da sola!
Provo a contrastare questo suo modo di fare , ma è difficile, psicologicamente è come se fosse un martello pneumatico che nella mia testa è sempre attivo..
So che forse la colpa è anche mia che ho permesso che si arrivasse a questo punto, ma quando provo a parlarle sa sempre dove colpire.
Tutta questa situazione mi porta ad un blocco emotivo dal quale non riesco a liberarmi , non riesco a relazionarmi con le persone perché mi ha trasmesso la sua ansia , mi sento diversa dagli altri e sono molto insicura, mi trovo a disagio spesso.
Scusate se mi sono prolungata un po’ troppo..
[#1]
Gentile utente,
qualche riflessione sulla Sua difficile situazione personale.
1.
quando si mettono al modo figli l'obiettivo è che la famiglia rappresenti una "scuola guida" per riuscire a "guidare" l'automobile della vita come meglio loro aggrada.
Se i figli rimangono in famiglia o in prossimità,
può significare che la scuola guida non ha raggiunto effetti positivi
oppure essi (i figli) sono stati bocciati o nella teoria o nella pratica.
Oppure che i genitori li trattengono
2.
Certi genitori faticano ad accettare l'autonomia dei figli,
specie se femmine,
complice anche il fatto del notevole mutamento del ruolo ed identita della donna; è avvenuta una cesura generazionale.
Quando il genitore rimane vedovo, tale problematica può aggraversi.
3.
Spesso il genitore punta sul senso di colpa per mantenere "intrappolata" la figlia/o. Rischia così di perderne l'affetto, di cui il senso di colpa è nemico.
Sia forte, se desidera l'autonomia. Resista a tutto ciò.
Ce la può fare.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
qualche riflessione sulla Sua difficile situazione personale.
1.
quando si mettono al modo figli l'obiettivo è che la famiglia rappresenti una "scuola guida" per riuscire a "guidare" l'automobile della vita come meglio loro aggrada.
Se i figli rimangono in famiglia o in prossimità,
può significare che la scuola guida non ha raggiunto effetti positivi
oppure essi (i figli) sono stati bocciati o nella teoria o nella pratica.
Oppure che i genitori li trattengono
2.
Certi genitori faticano ad accettare l'autonomia dei figli,
specie se femmine,
complice anche il fatto del notevole mutamento del ruolo ed identita della donna; è avvenuta una cesura generazionale.
Quando il genitore rimane vedovo, tale problematica può aggraversi.
3.
Spesso il genitore punta sul senso di colpa per mantenere "intrappolata" la figlia/o. Rischia così di perderne l'affetto, di cui il senso di colpa è nemico.
Sia forte, se desidera l'autonomia. Resista a tutto ciò.
Ce la può fare.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 7.2k visite dal 29/11/2018.
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