Una risposta, carissimo saluti
Salve, vorrei esporre un problema che da circa 6 mesi mi "tormenta". Sei mesi fa mi trovavo, per la prima volta nella mia vita, in un periodo particolarmente strano in quanto ho iniziato ad avere dei pensieri particolarmente brutti in merito all'ipotetica perdita di miei familiari, a cui tengo più di ogni altra cosa, questo periodo è durato su per giù 2 mesi, ma non ho mai avuto attacchi di panico o cose del genere, non essendo in realtà una persona ansiosa, ero solo disturbata da questi pensieri che sicuramente non mi facevano stare bene. Un giorno ho improvvisamente iniziato a sentire la necessità di fare dei respiri più lunghi per sentire che stavo respirando "del tutto" altrimenti il respiro mi sembrava come incompleto. Collegandolo immediatamente a questo non mi sono allarmata molto, ma comunque dopo poco ho fatto una visita dal medico di base che tramite lo stetoscopio ha sentito i miei polmoni e mi ha garantito che il mio respiro era assolutamente perfetto ed inoltre ho fatto analisi del sangue ed ECG entrambi perfetti. Il problema è che quei pensieri a cui attribuivo la fonte del mio problema con il respiro, sparirono completamente, ma questo problema è rimasto anche se non mi sento in ansia "di testa", quindi mi domandavo se è possibile che questo sintomo sia comunque una somatizzazione ansiosa, o che magari senza rendermene conto controllo di continuo il mio respiro per vedere se migliora e proprio questo magari continua a dare vita al problema? Vi ringrazio per l'attenzione, attendo una risposta, carissimo saluti e grazie in anticipo.
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“magari senza rendermene conto controllo di continuo il mio respiro per vedere se migliora e proprio questo magari continua a dare vita al problema?“
Si è probabile! ci può stare che automonitorando costantemente il proprio respiro si istauri un circolo vizioso in cui proprio la costante attenzione selettiva posta sulla modalità e qualità di respirazione induca ansia e quindi a controllare nuovamente la respirazione.
(lei ben capirà che questa è solo una ipotesi rispetto a ciò che le accade dato che siamo solo online)
Per questo e considerando che sono 6 mesi che va avanti così, non credo che questo le consenta di essere serena.
Ha escluso cause organiche e ha fatto bene ma verosimilmente una consulenza diretta presso un collega psicologo psicoterapeuta le tornerebbe utile.
Stia bene!
Si è probabile! ci può stare che automonitorando costantemente il proprio respiro si istauri un circolo vizioso in cui proprio la costante attenzione selettiva posta sulla modalità e qualità di respirazione induca ansia e quindi a controllare nuovamente la respirazione.
(lei ben capirà che questa è solo una ipotesi rispetto a ciò che le accade dato che siamo solo online)
Per questo e considerando che sono 6 mesi che va avanti così, non credo che questo le consenta di essere serena.
Ha escluso cause organiche e ha fatto bene ma verosimilmente una consulenza diretta presso un collega psicologo psicoterapeuta le tornerebbe utile.
Stia bene!
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
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Ex utente
La ringrazio per la tempestiva risposta, sicuramente come lei dice questo non mi consente di essere pienamente serena ma sono comunque felice e vivo la mia vita con tranquillità, sempre in attesa che questo passi ovviamente! In merito al suo consiglio, non essendo mai andata da uno psicologo/psicoterapeuta le volevo chiedere se c'è un ramo di questi più specializzato in somatizzazioni o cose simili oppure no.. Perdoni la mia impreparazione ma sono nuova nell'ambiente. Grazie mille ancora.
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Non è assolutamente detto che lei stia somatizzando. Questo sarà da valutare in sede di inquadramento diagnostico altrimenti entriamo nel limbo delle autodiagnosi e/o credenze naïf poco utili...
Verosimilmente il suo potrebbe essere più un problema di attenzione selettiva rispetto al modo di respirare. Per tanto, occorre in primis una valutazione clinica che individui le modalità di funzionamento del problema e poi pensare ad una terapia.
Contatti un collega psicoterapeuta cognitivo comportamentale.
Molti auguri
Verosimilmente il suo potrebbe essere più un problema di attenzione selettiva rispetto al modo di respirare. Per tanto, occorre in primis una valutazione clinica che individui le modalità di funzionamento del problema e poi pensare ad una terapia.
Contatti un collega psicoterapeuta cognitivo comportamentale.
Molti auguri
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Gentile utente, per rispondere al suo quesito sulle specializzazioni: assolutamente sì. Esistono degli psicoterapeuti ad indirizzo psicosomatico. Le consiglio caldamente di rivolgersi ad un terapeuta psicosomatista.
Ci tenga aggiornati se crede,
Saluti.
Ci tenga aggiornati se crede,
Saluti.
Dr.ssa Laura Sciuto
Psicologo, Psicoterapeuta - Specialista in Medicina Psicosomatica
328 5951005 - sciuto.laura@doctor.com
Via F. Querini 1, Mo
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 823 visite dal 29/11/2018.
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