Ho iniziato un nuovo lavoro, ma non mi piace

Salve, sono un ragazzo di 25 anni, vi spiego il mio problema.
Dopo circa un anno senza lavoro, da un mese ho iniziato a lavorare come addetto al magazzino presso una ditta.
È un lavoro completamente diverso da quello che ho studiato, in quando ho un diploma tecnico di geometra e ho frequentato quasi tre anni un corso di lingue all'Università, che però non ho concluso.
Ho accettato questo lavoro senza sapere come fosse, quasi per disperazione, visto che dopo un anno a casa senza trovare qualcosa, dovevo sbloccarmi in qualche modo. Si sa che questo non è un periodo in cui non c'è molto lavoro, così ho deciso di provare ad adattarmi ad una professione diversa dalla mia, come faranno molti altri probabilmente. Anche perché il lavoro mi è stato proposto da un'amica stretta di mia madre, che è anche la mia responsabile sul posto di lavoro.
La ditta mi ha fatto un contratto a tempo determinato fino a luglio, con l'obiettivo di un contratto a tempo indeterminato, che di questi tempi è oro colato. Sarei il rimpiazzo di una mia collega che va in pensione, e quest'ultimo mese lo ha passato a farmi da tutor, e quindi insegnarmi tutto ciò che poteva, visto che io erediterò le sue mansioni.
Dopo un paio di giorni mi è stato chiesto se il lavoro mi piaceva, io ho risposto di sì, ma dentro di me non ero proprio convinto.
Ma non ci sono rimasto a pensare troppo su, ovviamente per me era tutto un mondo nuovo, è normale trovarsi a disagio i primi tempi, come mi è stato detto anche dai miei genitori.
A distanza di un mese però, sono sempre più convinto che il lavoro non mi piace. La ditta è vicino a casa mia, e gli orari di lavoro mi vanno bene. Anche con gli altri dipendenti vado d'accordo o comunque mi hanno fatto una bella impressione. Però il lavoro proprio non riesco a farmelo piacere. La mia responsabile i primi giorni mi aveva parlato del fatto che in questo lavoro ci vuole passione.
Io ovviamente mi impegno al massimo,ma questa passione non riesco a mettercela. Ogni lunedì quando inizio a lavorare non vedo l'ora che finisca la settimana, e ogni giorno non vedo l'ora che arrivi la fine della giornata. Come ho letto in un articolo, in un certo senso mi sento derubato del mio tempo.
Quando la mia tutor mi ha chiesto se mi piace il lavoro, per non dire di no, ho detto che mi va bene, perché altrimenti sarei a casa a non fare nulla, e lei sembra essersela un po' presa.
Il problema è che il magazzino in cui lavoro è gestito solamente da tre persone, compreso me, e quando la mia tutor se ne andrà, rimarremo solo io e la responsabile. Non credo sarebbe moralmente giusto smettere dopo un mese che lei ha passato ad insegnarmi tutto ciò che sa. In più la mia responsabile rimarrebbe sola, soprattutto in questo periodo in cui si avvicina la stagione in cui c'è più mole di lavoro che tutto l'anno, Se decidessi di voler smettere non so come la prenderebbero i miei genitori, e come la prenderebbe il titolare dell'azienda, che mi ha fatto un contratto fino a giugno.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.8k 602
Gentile utente,

si dia tempo
e lavori sulla propria capacità di adattamento,
senza perdere di vista altre opportunità lavorative che si dovessero presentare.

Un lavoro rappresenta la possibilità di autonomia,
è un potenziale di maturazione verso la vita adulta.
Oggi sono molti i laureati che fanno i camerieri pur di assicurarsi l'autonomia.

Ogni lavoro tendenzialmente deruba del tempo (libero)
ma rappresenta anche l'opportunità per realizzare sogni e desideri.

"Un diamante è per sempre" dice la pubblicità,
un lavoro no.

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Grazie per la sua risposta.
Come ha scritto lei anche io ho pensato alla soluzione di continuare il lavoro, e nel frattempo cercare nuove opportunità.
Una cosa che mi spaventa è il fatto che la mole di lavoro di questo lavoro lavoro non è la stessa tutto l'anno.
In questo periodo ad esempio riesco a sopportare e svolgere il lavoro anche se non lo apprezzo, impegnandomi ugualmente, ma questo è il periodo di bassa stagione.
I miei colleghi continuano a dirmi che nel periodo di alta stagione c'è molto più da fare, con ritmi molto più elevati e anche dovendo fermarsi più tempo al lavoro rispetto alle 8 ore classiche che sto facendo in questo momento.
Le ore in più non vengono pagate come straordinari, ma sono ore di ferie maturate.
Ore che non riuscirei mai a utilizzare, nel caso trovassi un altro lavoro.
Se a una persona piace il proprio lavoro questo non creerebbe problemi, ma nel mio caso non so come reagirei. Potrei non riuscire a mettere lo stesso impegno che sto mettendo in questi giorni.
[#3]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.8k 602
"La mole di lavoro non è la stessa tutto l'anno, ecc.."

Si fermi,
fermi la Sua mente catastofica;
ogni cosa a suo tempo.

Non distrugga l'oggi profetizzando il domani.

Noi la chiamiamo "profezia che si autorealizza":
se profetizza disastri essi si realizzeranno attraverso i comportamenti sabotanti che la persona attua.
O viceversa.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti