Dislessia
Salve, ho 35 anni vorrei sapere l'iter per avere la certezza di essere affetta da Dislessia. Ho il dubbio da diversi anni piu che altro credo che sia più consapevolezza che ha bisogno di certezze. Questo disturbo mi affligge sin da piccola ma è sempre stato nascosto da un altro problema di salute scoperto all'età di 1 anno circa ( ipotiroidismo congenito) da allora tutte le mie difficoltà per i miei genitori e i maestri sono stati associati a quella malattia che di certo non ho vissuto bene dato che mi credevano limitata in tante cose che io invece credevo di saper fare. Nonostante tutto ho sempre avuto la determinazione di superare i miei limiti fino a laurearmi in Farmacia (anche se fuori corso),impegnandomi con grande sforzo pur non ottenendo i risultati che meritavo.Non credo io sia meno intelligente di altre persone ma ho dovuto superare molte difficoltà che riconosco nella dislessia e farlo tutto da sola.La cosa che mi fa rabbia è che a scuola non se ne siano mai accorti (elementari,medie e superiori tralasciando l'università). Al momento dopo aver fatto un pó di esperienza lavorativa, mi sento molto insicura nel cercare lavoro credo di non essere abbastanza per i miei potenziali datori di lavoro , ho sempre creduto di avere delle difficoltà a comunicare con fluidità ,a far valere il mio "potenziale nascosto" di cui ho tanta fiducia, caratterizzato da massimo impegno e serietà. Anche se in forte ritardo ( come tanti aspetti della mia vita) sto arrivando alla consapevolezza di avere un DSA perché tante delle mie difficoltà sono descritte da questo disturbo( non riconoscere dx e sx, avere un lessico molto scarso per quanto io mi impegni e sforzi a studiare nuovi termini, invertire le cifre e tanto altro ) che in ambito lavorativo o anche inizialmente per un colloquio è molto limitante, non riesco a dimostrare le mie capacità di cui ne vado fiera. Dopo questa breve introduzione della mia storia volevo chiedere generalmente quale sarebbe il percorso da fare, cosa fare per avere una diagnosi certa e soprattutto come posso, se non eliminare, almeno limitare le mie difficoltà che non riesco a superare da sola. Purtroppo un altro aspetto limitante nella risoluzione dei miei problemi è data dalla mancanza delle disponibilità economiche che al momento sono molto ristrette. Quindi vorrei chiedere inoltre se è possibile in questi casi avere una consulenza gratuita almeno iniziale , a quali strutture potrei rivolgermi oppure on-line.
Grazie mille per l'attenzione.Mi vogliate scusare se mi sono dilungata per presentare la mia storia .Saluti
Grazie mille per l'attenzione.Mi vogliate scusare se mi sono dilungata per presentare la mia storia .Saluti
[#1]
Gentile signora,
inizio con il confermare che una eventuale diagnosi di dislessia NON ha nulla a che vedere con il quoziente intellettivo di una persona. Una persona con dislessia è ugualmente intelligente di una persona che non ha la dislessia.
Mi dispiace molto per la Sua sofferenza e perchè ,se di questo parliamo, non è stato un disturbo diagnosticato sin dalla scuola primaria. Però vorrei incoraggiarLa anche a guardare un altro aspetto di tutto ciò: Lei oggi è una donna che -nonostante le difficoltà- è riuscita a laurearsi (cosa non da tutti), lavora, sta intercettando delle difficoltà e chiede come poter risolverle. A me pare che questo sia un successo.
Purtroppo, solo più di recente i DSA sono stati diagnosticati sin dall'infanzia. Io ho qualche anno più di Lei e anche quando ero io bambina non se parlava affatto.
Rispondendo alla Sua domanda: può rivolgersi ad un servizio pubblico di psicologia clinica (può avere la prescrizione dal medico di medicina generale), ma chieda che ci sia anche modo di fare una valutazione attraverso i test, che sono in questo caso imprescindibili.
Cordiali saluti,
inizio con il confermare che una eventuale diagnosi di dislessia NON ha nulla a che vedere con il quoziente intellettivo di una persona. Una persona con dislessia è ugualmente intelligente di una persona che non ha la dislessia.
Mi dispiace molto per la Sua sofferenza e perchè ,se di questo parliamo, non è stato un disturbo diagnosticato sin dalla scuola primaria. Però vorrei incoraggiarLa anche a guardare un altro aspetto di tutto ciò: Lei oggi è una donna che -nonostante le difficoltà- è riuscita a laurearsi (cosa non da tutti), lavora, sta intercettando delle difficoltà e chiede come poter risolverle. A me pare che questo sia un successo.
Purtroppo, solo più di recente i DSA sono stati diagnosticati sin dall'infanzia. Io ho qualche anno più di Lei e anche quando ero io bambina non se parlava affatto.
Rispondendo alla Sua domanda: può rivolgersi ad un servizio pubblico di psicologia clinica (può avere la prescrizione dal medico di medicina generale), ma chieda che ci sia anche modo di fare una valutazione attraverso i test, che sono in questo caso imprescindibili.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
Grazie mille Dott.ssa per la Sua gentile risposta che per me è ulteriormente motivante nel cercare delle risposte perché mi fa sentire compresa ed ascoltata. Io non ho dubbi sulla mia intelligenza che va ben oltre la sola cultura, mi aiuta a saper comprendere nel profondo il mio prossimo al di la delle parole. Per questo amo stare in compagnia degli animali loro capiscono al di là di ogni parola.. Forse il dono dell'empatia è dato a chi va oltre le parole o non ha molta familiarità con queste..per quanto riguarda gli affetti infatti non è un limite perché riesco benissimo a trasmetterlo in altro modo. In altri ambiti si devono per forza saper usare bene le parole e questa è la mia paura .Ma forse come ogni cosa che non si ha e si desidera quando conosco qualcuno che fa un ottimo uso delle parole io ne resto affascinata (e sogno se io parlassi cosi.. ). Per confermare una Sua frase è vero ho sofferto molto per il fatto che sin da piccola le mie difficoltà hanno creato delle differenze per mio padre ( io ero la figlia che non doveva rispondere al Tel) e non capivo perché, poi me ne sono convinta ed ancora oggi odio parlare al Tel, è un mio limite, odio parlare con chi non mi conosce bene ,spesso provo molta ansia e preferisco scrivere .Era tutto un miscuglio la mia malattia ed altro che sconoscevo, oggi vorrei dargli un nome se di quello dovesse trattarsi.Se non fosse cosi beh saranno i miei limiti emotivi a non far venire fuori le mie " potenzialità". A chi mi conosce benissimo ( riferendomi ad un lavoro che al momento non ho) affermo di sentirmi insicura di lavorare per altre persone ma se avessi la possibilità di essere io titolare di qualcosa di mio non ne avrei paura per niente, un pò la cosa mi lascia stupita, sono pure stata da sola dietro un bancone ed ero tranquilla ma in presenza di altri mi viene l'ansia è questo mi limita molto nel andare a cercare lavoro.. sento che " io mi conosco e mi stimo", anche x il mio lungo percorso all' università per me è stato il traguardo più importante della mia vita , ancora oggi penso a quel giorno e al fatto che ce l'ho fatta con i miei limiti, difficoltà di vario genere, fregandomene dei giudizi di prof e colleghi più giovani, senza nessun "aiutino" da sola come ogni altra " crescita " della mia vita anche se con l'aiuto economico della mia famiglia che per me non era scontato per quello gli do parte di meriti.Mi scuso se mi sono allontanata dal tema iniziale della dislessia, ma mi sento sollevata dall'ansia e dai dubbi che mi hanno afflitto in questi giorni. Di certo affronteró il tutto con il valido aiuto dei Suoi colleghi che si trovano nella mia città. La ringrazio molto del suo consiglio mi rivolgeró al servizio da Lei consigliato forse è il caso di risolvere qualche altro problemino legato al passato anche se solo per migliorare il mio presente soprattutto per poter parlare un pó di me con uno specialista. Saluti
[#3]
Io spero che Lei riesca presto a liberarsi da questi brutti fantasmi del passato che non solo appesantiscono, ma NON aiutano a focalizzarsi sull'unica cosa importante adesso: le soluzioni al problema.
Non sappiamo se parliamo di dislessia, ma in ogni caso il lavoro sull'ansia che si è rafforzata nel tempo o come conseguenza di quello che ipotizziamo o come causa di condotte precauzionali (es non cercare lavoro per timore) è uno dei primi obiettivi di una eventuale terapia.
Se Le fa piacere, mi aggiorni in futuro.
Cordiali saluti,
Non sappiamo se parliamo di dislessia, ma in ogni caso il lavoro sull'ansia che si è rafforzata nel tempo o come conseguenza di quello che ipotizziamo o come causa di condotte precauzionali (es non cercare lavoro per timore) è uno dei primi obiettivi di una eventuale terapia.
Se Le fa piacere, mi aggiorni in futuro.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.3k visite dal 27/11/2018.
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