Penso ancora al mio ex migliore amico, dopidopo quasi 6 anni e con una convivenza e un bambino
Ho un problema che non mi abbandona. Molto tempo fa (circa 6 anni), avevo un migliore amico. Avevamo un rapporto davvero speciale, particolare e unico. Ero innamorata perdutamente di lui anche se non siamo mai andati oltre. Non lo abbiamo fatto perché era una situazione complicata, avevamo un legame talmente stupendo che avevamo paura di rovinare. Tutti pensavano stessimo insieme perché avevamo una complicità nei gesti e negli sguardi che erano inspiegabili. Io e lui abbiamo fatto cose per l'altro che mai avevamo fatto prima con nessuno. La nostra amicizia finì perché lui si fidanzò e la sua fidanzata d'allora era profondamente gelosa di questo rapporto che definiva "oltre una comune amicizia, per quanto possa essere intensa". Non siamo stati capaci di affrontare la situazione e ci allontanammo. Lui più volte disse ad amici comuni che gli mancavo tantissimo e che sperava, un giorno, di ricostruire il tutto. Io decisi di andare avanti con la mia vita e mi fidanzai. Qualche anno dopo ci rivedemmo e passammo un'intera giornata insieme...quell'alchimia, quelle sensazioni, quella complicità c'erano ancora, il tempo sembrava non essere passato, sembrava di esserci lasciati solo qualche ora prima mentre erano passati, in realtà, già quasi 3 anni. Da quel momento non l'ho più rivisto.. solo una volta, ma era presente anche il mio compagno (gelosissimo di lui), lui tentò di avvicinarsi per parlare ma io lo evitai per evitare discussioni. Oggi ho un bambino di 2 anni, convivo da 5 anni ma il mio pensiero è sempre fisso su di lui. È come se amassi a metà il mio compagno...come se sapessi che mai nessuno sarà come il mio ex amico, come se lui fosse la mia anima gemella e tutti gli altri solo un rimpiazzo. Non so come fare, il mio compagno mi ama tantissimo, non ci fa mancare nulla ed è fantastico ma io no. Io sono andata avanti perché obbligata, perché dovevo farlo, ma il mio pensiero, il mio cuore sono sempre rivolti a lui. Non so come fare a superare una cosa del genere, non è normale e non posso parlarne con nessuno. Ora lui si è fidanzato con un'altra ragazza (l'ho visto su facebook, non siamo amici ma vado sul suo profilo spesso), so che ormai forse non sa nemmeno più chi io sia e che se fosse stato amore staremmo insieme ma non riesco a dimenticarlo e sono a pezzi per questo. Sono infelice, la mia unica gioia e forza nella vita è il mio bambino. Cosa posso fare? Come devo comportarmi? Vi ringrazio infinitamente. Cordiali saluti
[#1]
Gentile utente,
potrebbe trattarsi della idealizzazione di una stupenda amicizia
che però, se aveste voluto veramente,
non avrebbe trovato ostacoli talmente insormontabili per andare oltre.
In questi casi noi ci chiediamo SE
.si tratta di un pensiero ossessivo,
.l'eventuale idealizzazione si nutre di qualche insoddisfazione dell'oggi,
.altro.
Quale delle due? O altro ancora?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
potrebbe trattarsi della idealizzazione di una stupenda amicizia
che però, se aveste voluto veramente,
non avrebbe trovato ostacoli talmente insormontabili per andare oltre.
In questi casi noi ci chiediamo SE
.si tratta di un pensiero ossessivo,
.l'eventuale idealizzazione si nutre di qualche insoddisfazione dell'oggi,
.altro.
Quale delle due? O altro ancora?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Gentile utente,
come deve comportarsi deve deciderlo lei e certamente online non è possibile aiutarla a superare nulla.
La invito però a riflettere sul fatto che lei sta fantasticando in merito ad una relazione sentimentale con questo migliore amico, idealizzando tale ipotetica relazione senza di fatto averla mai sperimentata nella realtà e quindi senza sapere come le cose effettivamente andrebbero.
Se non siete riusciti, per vari motivi, a mantenere un legame di amicizia che descrive come unico e speciale, chi le dice che una relazione di diversa natura non andrebbe diversamente?
Credo che analizzare la situazione da una prospettiva maggiormente realistica possa aiutarla a fare chiarezza su ciò che effettivamente desidera.
come deve comportarsi deve deciderlo lei e certamente online non è possibile aiutarla a superare nulla.
La invito però a riflettere sul fatto che lei sta fantasticando in merito ad una relazione sentimentale con questo migliore amico, idealizzando tale ipotetica relazione senza di fatto averla mai sperimentata nella realtà e quindi senza sapere come le cose effettivamente andrebbero.
Se non siete riusciti, per vari motivi, a mantenere un legame di amicizia che descrive come unico e speciale, chi le dice che una relazione di diversa natura non andrebbe diversamente?
Credo che analizzare la situazione da una prospettiva maggiormente realistica possa aiutarla a fare chiarezza su ciò che effettivamente desidera.
Dr.ssa Serena Sassi
Psicologa
[#3]
Utente
Grazie infinite gentili dottoresse. Fino ad ora mi sono tenuta sempre tutto dentro perché mi vergognavo profondamente di tutto questo. Razionalmente so che è una cavolata; so che è un amore impossibile, che si sarebbe realizzato all'epoca se ne fosse valsa la pena. Probabilmente non ho nemmeno avuto modo di superare questa rottura così brusca, perché un paio di mesi dopo già mi frequentavo con il mio compagno; ero convinta che fosse la cosa giusta da fare...perché la sua vita andava avanti mentre io avrei dovuto star là a crogiolarmi nel dolore per una persona che continuava la sua vita senza preoccuparsene?!? Ho momenti altalenanti; alterno momenti di profonda malinconia a momenti in cui non ci penso assolutamente. Mi rendo conto di pensarci solo quando le cose non vanno benissimo con il mio compagno. In questo periodo, ad esempio, desidererei ardentemente un secondo figlio mentre lui non si sente ancora pronto perché vede il bambino ancora troppo piccolo e ha paura di non essere all'altezza di gestire la situazione, anche a livello economico visto che lavora solo lui (nonostante un ottimo stipendio). Teme sempre, visti i tempi che corrono, di perderlo e qualora dovesse succedere dice che si sentirebbe una nullità nel non poter garantirci una vita come questa di adesso. Per cui si rimanda sempre e questa cosa inizia a pesarmi molto. A causa di questa situazione tempo fa litigammo e decisi di andare una settimana da mia madre con il bambino e mi mancò molto. Quindi sono sicura di provare dei sentimenti forti per lui (anche perché altrimenti non avrei mai fatto un bambino e addirittura desiderato il secondo), forse quello che sento per il mio ex amico non è amore ma solo una curiosità di "come sarebbe stato"...
[#4]
Gentile utente,
sì, forse
"solo una curiosità di "come sarebbe stato"..."
nutrita da qualche insoddisfazione coniugale che farebbe bene a "prendere in mano".
E' come se Lei avesse bisogno di tenersi occupata la mente
sempre
in qualche modo:
il bambino non cammina,
il bambino sbava,
"pallina bianca",
come leggo dai Suoi vari consulti precedenti.
Cosa sta succedendo?
Lei era così anche prima del matrimonio/figlio?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
sì, forse
"solo una curiosità di "come sarebbe stato"..."
nutrita da qualche insoddisfazione coniugale che farebbe bene a "prendere in mano".
E' come se Lei avesse bisogno di tenersi occupata la mente
sempre
in qualche modo:
il bambino non cammina,
il bambino sbava,
"pallina bianca",
come leggo dai Suoi vari consulti precedenti.
Cosa sta succedendo?
Lei era così anche prima del matrimonio/figlio?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
[#5]
"perché la sua vita andava avanti mentre io avrei dovuto star là a crogiolarmi nel dolore per una persona che continuava la sua vita senza preoccuparsene?!?"
Credo che rimuginare sulle scelte fatte anni fa chiedendosi se avrebbe potuto fare diversamente o se le cose sarebbero potute andare diversamente, non le serva a nulla.
Entrambi avete fatto determinate scelte e il passato non può cambiarlo, ma può affrontare il presente e ciò che realmente ne fa parte.
Inoltre, se riflette bene su quanto ha detto, nemmeno la relazione con questo amico sembra così idilliaca come le piace pensare quando si lascia andare all'immaginazione del come sarebbe stato.
"Mi rendo conto di pensarci solo quando le cose non vanno benissimo con il mio compagno"
Ha individuato lei stessa il nucleo del problema, o quantomeno una parte dello stesso.
La invito a chiedersi se è davvero il desiderio di un secondo figlio a suscitarle un senso di insoddisfazione per la sua attuale relazione o se c'è altro che nella sua vita contribuisce a renderla infelice (anche al di fuori della relazione con il suo compagno).
Credo che rimuginare sulle scelte fatte anni fa chiedendosi se avrebbe potuto fare diversamente o se le cose sarebbero potute andare diversamente, non le serva a nulla.
Entrambi avete fatto determinate scelte e il passato non può cambiarlo, ma può affrontare il presente e ciò che realmente ne fa parte.
Inoltre, se riflette bene su quanto ha detto, nemmeno la relazione con questo amico sembra così idilliaca come le piace pensare quando si lascia andare all'immaginazione del come sarebbe stato.
"Mi rendo conto di pensarci solo quando le cose non vanno benissimo con il mio compagno"
Ha individuato lei stessa il nucleo del problema, o quantomeno una parte dello stesso.
La invito a chiedersi se è davvero il desiderio di un secondo figlio a suscitarle un senso di insoddisfazione per la sua attuale relazione o se c'è altro che nella sua vita contribuisce a renderla infelice (anche al di fuori della relazione con il suo compagno).
[#6]
Utente
Ecco, in realtà un annetto fa ho scoperto di avere la sclerosi multipla anche se malata dal 2012. Onestamente l'ho presa benissimo, non ci penso mai anche perchè fortunatamente, per ora, è tutto fermo e nonostante i tanti anni di malattia che ho alle spalle fisicamente sto bene (stanchezza a parte). Il mio bambino, in realtà, ha tardato a camminare (lo ha fatto poi a 20 mesi) e fu lo stesso pediatra a consigliarmi di andare da un neuropsichiatra...abbiamo passato momenti disastrosi in attesa di risposte ai vari esami fatti (fortunatamente tutti negativi)...avevo il terrore di avergli trasmesso qualche cosa a causa della malattia che avevo scoperto poco tempo prima. Non sono mai stata particolarmente attenta alla mia salute mentre adesso, da quando ho ricevuto la diagnosi, faccio attenzione a ogni cosa perché ho capito che non bisogna trascurare nulla. Il mio compagno mi è stato vicinissimo ed è tutt'ora sempre presente in tutto ciò che riguarda la mia malattia ma mi rendo conto che alcune cose è come se non le volesse vedere/accettare. Quando si parla delle probabili condizioni che tale malattia potrebbe portare mi ferma dicendomi che queste cose non le vuole sentire perché gli fanno male. Quando ci scherzo su, sono molto autoironica e prendo tutto con il sorriso, mi guarda e mi dice che secondo lui mi butto giù quando in realtà io ho solo fatto una battuta. Anche la casa, non riesco più a gestirla come una volta visto che sono sempre fiacca e con dolori alle gambe ma su questo non mi aiuta...lo fa per qualche giorno e poi siamo punto e a capo. Anche l'intesa sessuale non è più quella di volta, la malattia mi ha portato disfunzioni sessuali (dolore nei rapporti, calo del desiderio ecc) e lui, anche se sembra comprensivo, ad ogni minima discussione rinfaccia questa cosa. In più, da quando è nato il bambino, mi sono accorta di essermi annullata come donna...per me la mia vita è solo sua, sto sempre con lui, mi preoccupo solo di lui, lui viene prima di ogni minima o grande cosa che sia. Lui è un bimno felice, seguo un'educazione "all'antica:, non sono opprimente o assillante, lo lascio fare e lo guardo da lontano ma ci devo essere, non influenzo il suo sviluppo, non mi intrometto nelle sue esperienze ma devo esserci e il tutto è aumentato da quando ha avuto quel lieve ritardo motorio. Dice sempre che da quando è nato il bambino mi sono dimenticata della coppia, delle attenzioni, che non abbiamo più tempo per noi e che non faccio nulla per trovarlo ma onestamente io sono la mamma e non metterei mai da parte mio figlio perché lui viene prima di tutto, è un amore immenso difficile da spiegare e non riesco a capacitarmi di come lui non capisca di questa cosa.
[#7]
Gentile utente,
alla luce di tutto quanto da Lei aggiunto, grazie,
sembra proprio che "Penso ancora al mio ex migliore amico, dopo quasi 6 anni e con una convivenza e un bambino" sia una specie di fuga da un realtà complessa,
un tornare al sogno giovanile quando tutto era ancora "semplice".
Naturalmente nella idealizzazione.
Questo,
che potrebbe rappresentare una fuga dalla realtà odierna,
non Le serve.
Occorre invece riprendere in mano l'oggi:
.la coppia,
che è quella che Le fornisce energia e aiuto; non è il bimbo che "..viene prima di tutto..", occorre trovare il posto giusto per tutti due i Suoi "uomini"; i figli arrivano, ma dopo qualche anno se ne vanno (Gibran). Dedicarsi al proprio compagno non rappresenta un mettere da parte il bambino, bensì trovare il giusto equilibrio per una famiglia in cui tutti e ciascuno trovino la propria parte di "nutrimento" ed appagamento,
.la sessualità,
che riscalda la coppia e fa trovare il giusto equilibrio tra donna e moglie, come potrà leggere qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3332-mamma-e-amante.html ,
.gli aspetti psicologici della malattia,
per non sottovalutarli e non subirli, bensì gestirli; la malattia può distaccare la coppia, ma anche rafforzarla:
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/4800-la-malattia-fa-divorziare-la-coppia.html ,
.gli eventuali tratti ipocondriaci,
ossia di eccessiva attenzione alla salute/malattia di tutti, conseguenza psicologica della Sua patologia cronica.
Nel caso di malattie come la Sua
l'accompagnamento psicologico è fortemente raccomandato,
anche in assenza (fortunatamente) di sintomi invalidanti.
N.B.: E' gradito un riscontro alla lettura dei due linkati, è possibile?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
alla luce di tutto quanto da Lei aggiunto, grazie,
sembra proprio che "Penso ancora al mio ex migliore amico, dopo quasi 6 anni e con una convivenza e un bambino" sia una specie di fuga da un realtà complessa,
un tornare al sogno giovanile quando tutto era ancora "semplice".
Naturalmente nella idealizzazione.
Questo,
che potrebbe rappresentare una fuga dalla realtà odierna,
non Le serve.
Occorre invece riprendere in mano l'oggi:
.la coppia,
che è quella che Le fornisce energia e aiuto; non è il bimbo che "..viene prima di tutto..", occorre trovare il posto giusto per tutti due i Suoi "uomini"; i figli arrivano, ma dopo qualche anno se ne vanno (Gibran). Dedicarsi al proprio compagno non rappresenta un mettere da parte il bambino, bensì trovare il giusto equilibrio per una famiglia in cui tutti e ciascuno trovino la propria parte di "nutrimento" ed appagamento,
.la sessualità,
che riscalda la coppia e fa trovare il giusto equilibrio tra donna e moglie, come potrà leggere qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3332-mamma-e-amante.html ,
.gli aspetti psicologici della malattia,
per non sottovalutarli e non subirli, bensì gestirli; la malattia può distaccare la coppia, ma anche rafforzarla:
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/4800-la-malattia-fa-divorziare-la-coppia.html ,
.gli eventuali tratti ipocondriaci,
ossia di eccessiva attenzione alla salute/malattia di tutti, conseguenza psicologica della Sua patologia cronica.
Nel caso di malattie come la Sua
l'accompagnamento psicologico è fortemente raccomandato,
anche in assenza (fortunatamente) di sintomi invalidanti.
N.B.: E' gradito un riscontro alla lettura dei due linkati, è possibile?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
[#8]
Utente
Cara dottoressa, ho letto la sua risposta e altrettanto attentamente ho fatto con gli articoli. Che dire, mi sono rispecchiata e ritrovata in ogni riga. Effettivamente siamo ragazzi giovani e già con molte responsabilità rispetto ai nostri coetanei, siamo diventati genitori a 24 e quasi 26 anni, la malattia, le spese, la casa...tutto in brevissimo tempo. Abbiamo affrontato sfide altrettanto difficili, prima la mia malattia e poi le ansie portate da esami e possibili diagnosi tremende (per fortuna scampate) per nostro figlio. Quello che ho oggi non lo cambierei per nulla al mondo perché sono una ragazza fortunatissima ad avere già tutto questo dopo tanti sacrifici. Ho letto i suoi articoli e, come le ho detto poco prima, mi descrivono alla perfezione e mi hanno aiutato a capire molto rispetto a ciò che dovrei fare e al lavoro che dovrei compiere su me stessa. Mi hanno aiutata a capire che l'amore per un figlio è differente da quello per un compagno e che prendersi i propri spazi non mi rende una cattiva madre e che il mio bambino sentirà comunque quanto sia grande il mio amore per lui senza bisogno di annullarmi come donna e compagna e che, anzi, il vederci uniti come una volta può portare solo che benefici. Per quanto riguarda la sfera intima, mi sono rivolta al mio ginecologo il quale mi ha prescritto una terapia per cercare si risolvere questo problema, proprio perché ho capito che quell'aspetto è importante in una coppia...già il fatto di essermi rivolta ad un medico ha rilassato gli animi perché il mio compagno ha capito che sto cercando in tutti i modi di risolvere la situazione per ristabilire quella serenità di un tempo...a lui basta già questo, ha detto che già il fatto di aver parlato di questo disagio e di cercare di porre rimedio lo tranquillizza perché ha la dimostrazione che il mio non era un rifiuto a lui ma ad un malessere fisico che l'atto mi portava. Per quanto concerne la malattia cerco in tutti i modi di non farla pesare a nessuni, tant'è che non ne parliamo quasi mai (anche perché, ripeto, sono la prima a non pensarci minimamente). La malattia fa parte di me, non posso cambiare questa cosa, ma posso decidere quanto spazio e influenza possa avere nella mia esistenza e ho deciso di lasciarglielo solo nei controlli e nelle terapie. La mia neurologa non mi ha mai suggerito un supporto psicologico perché ha detto che l'ho affrontata e la sto affrontando egregiamente. Sto andando in un centro per smettere di fumare e lì danno anche un supporto psicologico...la dottoressa mi chiese della malattia e di come l'affronto e la vivo. Io risposi semplicemente che mi godo appieno ogni giorno senza pensare troppo al domani e a cosa potrebbe succedere perché questo mi impedirebbe di vivere e godermi il presente...vivrei nell'ansia e in funzione di un qualcosa che non so quando e nemmeno se mai succederà e non avrebbe alcun senso. Poi non ne parlammo più perché mi disse che non avevo assolutamente bisogno di aiuto sotto questo aspetto.
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 7.1k visite dal 19/11/2018.
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