Genitori separati, bimba nervosa a fasi alterne
Gent.li Dottori,
Questa volta scrivo per conto sopratutto del mio compagno, ma comunque anche per me.
Come avrete visto dal mio messaggio precedente dei mesi scorsi, ho un compagno (ad oggi da quasi 2 anni), con cui convivo da 8 mesi circa.
Ha una bambina adorabile di 4 anni e lui con la ex compagna cerca di andare d'accordo per il bene della piccola. La ex compagna ha da poco chiuso una relazione durata 3 anni, ha frequentato un ragazzo (che ha presentato alla piccola), e dopo poco ha chiuso ed ora ne frequenta un altro (presentato anche questo alla piccola).
La bambina quando è con me ed il mio compagno è molto serena ed affettuosa con entrambi.
A fasi cicliche però è molto nervosa, ha pianti disperati..vuole stare con la madre e nonni materni (vivono insieme).. nei giorni scorsi non voleva per nessun motivo vedermi (non l'ho mai né sgridata né fatta arrabbiare). Ora si è tranquillizzata ma giusto ieri, dopo che il padre l'ha portata a casa della madre, non ha voluto assolutamente che lui la accompagnasse fin dentro casa. Ha strillato, pianto disperatamente, dicendogli che non lo voleva più vedere. La nonna materna ha assistito alla scena e cercato di dirle che il papà non le ha fatto nulla, le ha chiesto il motivo di questa reazione e lei continuava a dire che non sapeva il perché.
Non è la prima volta che lui la riaccompagna entrando in casa della mamma, e quando la va a prendere entra quasi sempre in casa della madre.
Sapete darci qualche dritta?
Ultima cosa nell'ultimo periodo non vuole che io la riaccompagno a casa..pertanto lascio la scelta a lei e laacio andare lei col padre.
Qualche consiglio?
Grazie mille in anticipo
Questa volta scrivo per conto sopratutto del mio compagno, ma comunque anche per me.
Come avrete visto dal mio messaggio precedente dei mesi scorsi, ho un compagno (ad oggi da quasi 2 anni), con cui convivo da 8 mesi circa.
Ha una bambina adorabile di 4 anni e lui con la ex compagna cerca di andare d'accordo per il bene della piccola. La ex compagna ha da poco chiuso una relazione durata 3 anni, ha frequentato un ragazzo (che ha presentato alla piccola), e dopo poco ha chiuso ed ora ne frequenta un altro (presentato anche questo alla piccola).
La bambina quando è con me ed il mio compagno è molto serena ed affettuosa con entrambi.
A fasi cicliche però è molto nervosa, ha pianti disperati..vuole stare con la madre e nonni materni (vivono insieme).. nei giorni scorsi non voleva per nessun motivo vedermi (non l'ho mai né sgridata né fatta arrabbiare). Ora si è tranquillizzata ma giusto ieri, dopo che il padre l'ha portata a casa della madre, non ha voluto assolutamente che lui la accompagnasse fin dentro casa. Ha strillato, pianto disperatamente, dicendogli che non lo voleva più vedere. La nonna materna ha assistito alla scena e cercato di dirle che il papà non le ha fatto nulla, le ha chiesto il motivo di questa reazione e lei continuava a dire che non sapeva il perché.
Non è la prima volta che lui la riaccompagna entrando in casa della mamma, e quando la va a prendere entra quasi sempre in casa della madre.
Sapete darci qualche dritta?
Ultima cosa nell'ultimo periodo non vuole che io la riaccompagno a casa..pertanto lascio la scelta a lei e laacio andare lei col padre.
Qualche consiglio?
Grazie mille in anticipo
[#1]
Gentile utente,
vista la giovane età della bambina e le esperienze che ci riporta relative ai vari cambi di compagni (e quindi, mi viene da dire, di figure di attaccamento, ovvero quelle persone che garantiscono sicurezza, affetto e protezione al bambino), si potrebbe ipotizzare uno stile di attaccamento della bambina insicuro. Questo, spesso è caratterizzato da forte ansia che si manifesta con crisi di pianto e comportamenti "strani" che oscillano tra il rifiuto e la ricerca di vicinanza estrema delle figure da lei ritenute importanti. Le ipotesi da fare potrebbero essere davvero molte, e da questa postazione non è possibile.
Personalmente, ritengo la situazione delicata, specialmente perché si sta parlando di una bambina di 4 anni, quindi nella fase della vita in cui le esperienze sono estremamente importanti per lo sviluppo della personalità. Avete mai pensato di rivolgervi ad uno psicologo direttamente per comprendere meglio il quadro della situazione, che a mio parere è complessa rispetto alle figure presenti?
vista la giovane età della bambina e le esperienze che ci riporta relative ai vari cambi di compagni (e quindi, mi viene da dire, di figure di attaccamento, ovvero quelle persone che garantiscono sicurezza, affetto e protezione al bambino), si potrebbe ipotizzare uno stile di attaccamento della bambina insicuro. Questo, spesso è caratterizzato da forte ansia che si manifesta con crisi di pianto e comportamenti "strani" che oscillano tra il rifiuto e la ricerca di vicinanza estrema delle figure da lei ritenute importanti. Le ipotesi da fare potrebbero essere davvero molte, e da questa postazione non è possibile.
Personalmente, ritengo la situazione delicata, specialmente perché si sta parlando di una bambina di 4 anni, quindi nella fase della vita in cui le esperienze sono estremamente importanti per lo sviluppo della personalità. Avete mai pensato di rivolgervi ad uno psicologo direttamente per comprendere meglio il quadro della situazione, che a mio parere è complessa rispetto alle figure presenti?
Cordiali saluti
Dr. Francesco Ziglioli
Psicologo - Brescia, Desenzano, Montichiari
Www.psicologobs.it
[#2]
Utente
Gent.mo Dott. Ziglioli,
Innanzitutto la ringrazio della pronta risposta.
Non abbiamo al momento valutato questa opzione.
Lei suggerisce che siano entrambi i genitori a rivolgersi ad uno psicologo? Io dovrei partecipare a ciò?
Per quanto mi riguarda sarei disposta a farlo, credo anche il mio compagno.
Ma la madre lo dubito. Perché si ritiene nella ragione a prescindere (è uno di quei casi di mamme paladine/brave solo loro che ritengono gli ex compagni incapaci) e per questioni economiche. Lei non vede sbagli nei suoi comportamenti.
È quel tipo di persona che non manca mai di sminuire l'ex compagno, con frasi tipo "la bambina puo fare a meno di te/non è contenta se la vai a prendere all'asilo/tu hai voluto andare a vivere lontano da tua figlia (che lontano in realtà a mio avviso non è..parliamo di 15km)/non so neanche dove abiti (più volte le è stato proposto di venire per una volta lei a prendere la figlia)". Altre volte invece è tranquilla e serena (la ex).
Io credo ci sia un po' di gelosia di fondo, perché lei si è vista andare in fumo un progetto di convivenza; a differenza di noi che stiam gradualmente raggiungendo i nostri obiettivi e siam piuttosto sereni. La ex non manca mai di indispettire il mio compagno, pare quasi che voglia "dividerci".
Cosa potremmo fare?
Innanzitutto la ringrazio della pronta risposta.
Non abbiamo al momento valutato questa opzione.
Lei suggerisce che siano entrambi i genitori a rivolgersi ad uno psicologo? Io dovrei partecipare a ciò?
Per quanto mi riguarda sarei disposta a farlo, credo anche il mio compagno.
Ma la madre lo dubito. Perché si ritiene nella ragione a prescindere (è uno di quei casi di mamme paladine/brave solo loro che ritengono gli ex compagni incapaci) e per questioni economiche. Lei non vede sbagli nei suoi comportamenti.
È quel tipo di persona che non manca mai di sminuire l'ex compagno, con frasi tipo "la bambina puo fare a meno di te/non è contenta se la vai a prendere all'asilo/tu hai voluto andare a vivere lontano da tua figlia (che lontano in realtà a mio avviso non è..parliamo di 15km)/non so neanche dove abiti (più volte le è stato proposto di venire per una volta lei a prendere la figlia)". Altre volte invece è tranquilla e serena (la ex).
Io credo ci sia un po' di gelosia di fondo, perché lei si è vista andare in fumo un progetto di convivenza; a differenza di noi che stiam gradualmente raggiungendo i nostri obiettivi e siam piuttosto sereni. La ex non manca mai di indispettire il mio compagno, pare quasi che voglia "dividerci".
Cosa potremmo fare?
[#3]
Buongiorno,
Concordando con il Collega Ziglioli rispetto al verosimile stile di attaccamento che la bambina si sta costruendo e considerando che sarebbe importante cercare di offrire alla bambina una consapevolezza e “collocazione” emotiva che al momento non pare presentare direi che il suo compagno potrebbe proporre alla ex di rivolgersi insieme ad un collega ad uno psicologo psicoterapeuta perfezionato in psicologia e psicopatologia dell’età evolutiva.
Se poi la ex compagna dovesse rifiutarsi, sarebbe il caso che il padre si rivolgesse autonomamente ad un/una collega.
La bambina va aiutata valutando con accuratezza le percezioni caotiche che la situazione (caotica) la porta a vivere e cercando di attuare strategie opportune affinché possa riuscire a collocarsi emotivamente.
Una bambina a 4 anni non può e non deve vivere in un caos emotivo e sistemico del genere.
Bisogna pensare che i bambini, soprattutto quando molto piccoli, non andrebbero sanitarizzati e/o medicalizzati in quanto la loro sofferenza, il malessere che dimostrano, altro è sono se non sintomo di un vissuto familiare/ relazionale disfunzionale. Ergo è la famiglia che deve lavorare su se stessa.
Da quanto lei descrive mi sento di suggerirle di parlare con il padre della bambina affinché si rivolga di persona e in prima battuta ad un collega dell’eta evolutiva.
Poi magari il coinvolgimento della madre della piccola avverrà successivamente oppure sarete voi 2 a dare degli strumenti alla bambina per essere più serena oppure verrà coinvolta la bambina e il/la collega lavorerà un po con lei...
Tutto è clinicamente giusto che avvenga dopo accurata valutazione della situazione che lei ha esposto e di quanto emergerà in sede clinica di fronte al collega in carne ed ossa.
per ora, lei capirà, queste restano solo ipotesi.
È bene che il suo compagno faccia il primo passo per il bene della figlia!
Cordiali saluti
Concordando con il Collega Ziglioli rispetto al verosimile stile di attaccamento che la bambina si sta costruendo e considerando che sarebbe importante cercare di offrire alla bambina una consapevolezza e “collocazione” emotiva che al momento non pare presentare direi che il suo compagno potrebbe proporre alla ex di rivolgersi insieme ad un collega ad uno psicologo psicoterapeuta perfezionato in psicologia e psicopatologia dell’età evolutiva.
Se poi la ex compagna dovesse rifiutarsi, sarebbe il caso che il padre si rivolgesse autonomamente ad un/una collega.
La bambina va aiutata valutando con accuratezza le percezioni caotiche che la situazione (caotica) la porta a vivere e cercando di attuare strategie opportune affinché possa riuscire a collocarsi emotivamente.
Una bambina a 4 anni non può e non deve vivere in un caos emotivo e sistemico del genere.
Bisogna pensare che i bambini, soprattutto quando molto piccoli, non andrebbero sanitarizzati e/o medicalizzati in quanto la loro sofferenza, il malessere che dimostrano, altro è sono se non sintomo di un vissuto familiare/ relazionale disfunzionale. Ergo è la famiglia che deve lavorare su se stessa.
Da quanto lei descrive mi sento di suggerirle di parlare con il padre della bambina affinché si rivolga di persona e in prima battuta ad un collega dell’eta evolutiva.
Poi magari il coinvolgimento della madre della piccola avverrà successivamente oppure sarete voi 2 a dare degli strumenti alla bambina per essere più serena oppure verrà coinvolta la bambina e il/la collega lavorerà un po con lei...
Tutto è clinicamente giusto che avvenga dopo accurata valutazione della situazione che lei ha esposto e di quanto emergerà in sede clinica di fronte al collega in carne ed ossa.
per ora, lei capirà, queste restano solo ipotesi.
È bene che il suo compagno faccia il primo passo per il bene della figlia!
Cordiali saluti
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#5]
Utente
Gent.mi Dott.ri,
Grazie ancora per le risposte.
Ne ho parlato con il mio compagno ed ora valuteremo il da farsi.
Confermo che la ex non vuole saperne nulla.. le fu proposto in passato dal mio compagno di sentire un parere di uno psicologo e dopo una serie di insulti screditanti gli venne detto un secco no (a suo avviso dallo psicologo ci vanno i matti.....).
La bambina ha trascorso la notte da noi ed è qui tranquilla e serena.
Ce possibilità di rivolgersi ad uno psicologo con costi accessibili a chi come noi ha spese importanti da sostenere?
Ancora una volta, grazie dell'aiuto e sostegno.
Buona giornata.
Grazie ancora per le risposte.
Ne ho parlato con il mio compagno ed ora valuteremo il da farsi.
Confermo che la ex non vuole saperne nulla.. le fu proposto in passato dal mio compagno di sentire un parere di uno psicologo e dopo una serie di insulti screditanti gli venne detto un secco no (a suo avviso dallo psicologo ci vanno i matti.....).
La bambina ha trascorso la notte da noi ed è qui tranquilla e serena.
Ce possibilità di rivolgersi ad uno psicologo con costi accessibili a chi come noi ha spese importanti da sostenere?
Ancora una volta, grazie dell'aiuto e sostegno.
Buona giornata.
[#6]
“Ce possibilità di rivolgersi ad uno psicologo con costi accessibili a chi come noi ha spese importanti da sostenere?”
1) Gli psicologi psicoterapeuti hanno costi accessibili se si considera che in taluni casi il ricorso ad uno psicoterapeuta rientra tra “spese importanti da sostenere” perchè se non si “sostiene” la salute mentale prima o poi si paga un conto estremamente salato.
Tanto più in questo caso dato che stiamo parlando di una bambina di 4 anni che pare estremamente sofferente.
2) nelle ASL ci sono ottimi colleghi pronti ad offrire aiuto pubblico previo pagamento di ticket come per qualsiasi altra prestazione sanitaria.
Mi pare non ci sia molto da valutare quanto invece affidarsi ad un/una professionista specialista in psicologia dello sviluppo.
Prego!
Saluti
1) Gli psicologi psicoterapeuti hanno costi accessibili se si considera che in taluni casi il ricorso ad uno psicoterapeuta rientra tra “spese importanti da sostenere” perchè se non si “sostiene” la salute mentale prima o poi si paga un conto estremamente salato.
Tanto più in questo caso dato che stiamo parlando di una bambina di 4 anni che pare estremamente sofferente.
2) nelle ASL ci sono ottimi colleghi pronti ad offrire aiuto pubblico previo pagamento di ticket come per qualsiasi altra prestazione sanitaria.
Mi pare non ci sia molto da valutare quanto invece affidarsi ad un/una professionista specialista in psicologia dello sviluppo.
Prego!
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 1.3k visite dal 14/11/2018.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.