cosa si può fare per il successo di una psicoterapia?
Buonasera
Cosa può fare il paziente per migliorare e risolvere le proprie problematiche? le terapie non possono durare in eterno(a meno che non si disponga di fondi illimitati. e poi si rischia di passare alla dipendenza).
sicuramente riconoscere che la persona che deve cambiare è il paziente e che il terapeuta non ha soluzioni magiche direi che è fondamentale.
ascoltare ciò che viene detto è il minimo e ragionarci su. applicare le prescrizioni se sono fornite. creare un buon transfert.muoversi e fare qualcosa.
ma poi?
sopratutto nei casi dove la terapia dura da un po', il terapeuta sa fare il suo lavoro, in seduta si ragiona, si discute se ci sono perplessità, ci sono dei miglioramenti ma molto lontani tra loro e con frequenti ricadute.
e le problematiche da affrontare riguardano tutti i campi della vita e la lista dei temi da affrontareè sempre piena....cosa si può fare?
Cosa può fare il paziente? e cosa può fare il terapeuta oltre a continuare?
grazie
Cosa può fare il paziente per migliorare e risolvere le proprie problematiche? le terapie non possono durare in eterno(a meno che non si disponga di fondi illimitati. e poi si rischia di passare alla dipendenza).
sicuramente riconoscere che la persona che deve cambiare è il paziente e che il terapeuta non ha soluzioni magiche direi che è fondamentale.
ascoltare ciò che viene detto è il minimo e ragionarci su. applicare le prescrizioni se sono fornite. creare un buon transfert.muoversi e fare qualcosa.
ma poi?
sopratutto nei casi dove la terapia dura da un po', il terapeuta sa fare il suo lavoro, in seduta si ragiona, si discute se ci sono perplessità, ci sono dei miglioramenti ma molto lontani tra loro e con frequenti ricadute.
e le problematiche da affrontare riguardano tutti i campi della vita e la lista dei temi da affrontareè sempre piena....cosa si può fare?
Cosa può fare il paziente? e cosa può fare il terapeuta oltre a continuare?
grazie
[#1]
Gentile utente,
possiamo sentirci dopo la lettura di
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
che fornisce risposte alle Sue domande
meglio di quanto possa fare una risposta
delimitata nello spazio?
Tenga conto che qui non rispondiamo a tematiche generali di tipo simil-culturale,
bensì unicamente a quelle riguardanti personalmente chi ci scrive.
Grazie.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
possiamo sentirci dopo la lettura di
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
che fornisce risposte alle Sue domande
meglio di quanto possa fare una risposta
delimitata nello spazio?
Tenga conto che qui non rispondiamo a tematiche generali di tipo simil-culturale,
bensì unicamente a quelle riguardanti personalmente chi ci scrive.
Grazie.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#4]
Utente
Provo a riscrivere
Cosa posso fare per migliorare e risolvere le proprie problematiche accelerando un po' i tempi? le terapie non possono durare in eterno(a meno che non si disponga di fondi illimitati. e poi si rischia di passare alla dipendenza).
sicuramente riconoscere che sono io che devo cambiare e che il terapeuta non ha soluzioni magiche direi che è fondamentale.
ascoltare ciò che viene detto è il minimo e ragionarci su. applicare le prescrizioni se sono fornite(nel mio caso non vengono date). creare un buon transfert.muoversi e fare qualcosa(faccio molto poco perchè mi sento bloccata).
la terapia dura da un po', il terapeuta sa fare il suo lavoro, in seduta si ragiona, si discute se ci sono perplessità a cadenza regolare, ci sono dei miglioramenti ma molto lontani tra loro e con frequenti ricadute. sembra quasi che io riesca a raggiungere un obiettivo all'anno e quando succede, io ricada in depressione, riportandomi allo stadio iniziale. e da si ricomincia. mesi e mesi di lavoro, comportamenti che si ripetono e che non riesco a cambiare. schemi che si ripetono senza che io riesca a prenderne coscienza, me ene acorgo solo quando il danno è stato fatto.
e le problematiche da affrontare riguardano tutti i campi della vita e la lista dei temi da affrontare è sempre piena(paura del lavoro, grossi problemi relazionali, obiettivi da raggiungere, disturbi caratteriali e di perosnalità)....capisco che la mia situazione è particolare(non sono ancora cresciuta), ci vuole pazienza, ma il tempo passa e sono molto arrabbiata.
non reggo il confronto altrui ma non reggo neanche il confronto con me stessa.
Cosa può fare il paziente per scuotersi? con la tecnica dell'esposizione graduale ci metto mesi, quasi anni per fare solo un passo.
grazie
Cosa posso fare per migliorare e risolvere le proprie problematiche accelerando un po' i tempi? le terapie non possono durare in eterno(a meno che non si disponga di fondi illimitati. e poi si rischia di passare alla dipendenza).
sicuramente riconoscere che sono io che devo cambiare e che il terapeuta non ha soluzioni magiche direi che è fondamentale.
ascoltare ciò che viene detto è il minimo e ragionarci su. applicare le prescrizioni se sono fornite(nel mio caso non vengono date). creare un buon transfert.muoversi e fare qualcosa(faccio molto poco perchè mi sento bloccata).
la terapia dura da un po', il terapeuta sa fare il suo lavoro, in seduta si ragiona, si discute se ci sono perplessità a cadenza regolare, ci sono dei miglioramenti ma molto lontani tra loro e con frequenti ricadute. sembra quasi che io riesca a raggiungere un obiettivo all'anno e quando succede, io ricada in depressione, riportandomi allo stadio iniziale. e da si ricomincia. mesi e mesi di lavoro, comportamenti che si ripetono e che non riesco a cambiare. schemi che si ripetono senza che io riesca a prenderne coscienza, me ene acorgo solo quando il danno è stato fatto.
e le problematiche da affrontare riguardano tutti i campi della vita e la lista dei temi da affrontare è sempre piena(paura del lavoro, grossi problemi relazionali, obiettivi da raggiungere, disturbi caratteriali e di perosnalità)....capisco che la mia situazione è particolare(non sono ancora cresciuta), ci vuole pazienza, ma il tempo passa e sono molto arrabbiata.
non reggo il confronto altrui ma non reggo neanche il confronto con me stessa.
Cosa può fare il paziente per scuotersi? con la tecnica dell'esposizione graduale ci metto mesi, quasi anni per fare solo un passo.
grazie
[#5]
Buongiorno,
Apro e chiudo parentesi nel dialogo tra lei e la Collega.
Che diagnosi ha?
C’è stato un preliminare inquadramento del suo funzionamento cognitivo, emotivo e comportamentale che è stato condiviso con il terapeuta?
Prima occorre capire come funziona:
1) il paziente nella vita quotidiana
2) il paziente durante la terapia
3) il rapporto tra terapeuta e paziente.
Il resto è una conseguenza logica e generalmente conduce, in tempi non molto lunghi, a evidenti miglioramenti.
Quando si ritiene utile, è importante associare farmaci di pertinenza psichiatrica.
Ma senza diagnosi non si va da nessuna parte.
È come se un medico desse un antibiotico per una cistite senza aver fatto fare al paziente un esame delle urine con antibiogramma.
Non dimentichiamo che sta al terapeuta comunicare al paziente (o il contrario) quando si ritiene che il lavoro non sta offrendo i frutti sperati e trovare soluzioni appropriate che possono essere una rivalutazione del lavoro in itinere o l’invio ad altro/a collega.
Scusate l’intromissione.
Cordiali saluti
Apro e chiudo parentesi nel dialogo tra lei e la Collega.
Che diagnosi ha?
C’è stato un preliminare inquadramento del suo funzionamento cognitivo, emotivo e comportamentale che è stato condiviso con il terapeuta?
Prima occorre capire come funziona:
1) il paziente nella vita quotidiana
2) il paziente durante la terapia
3) il rapporto tra terapeuta e paziente.
Il resto è una conseguenza logica e generalmente conduce, in tempi non molto lunghi, a evidenti miglioramenti.
Quando si ritiene utile, è importante associare farmaci di pertinenza psichiatrica.
Ma senza diagnosi non si va da nessuna parte.
È come se un medico desse un antibiotico per una cistite senza aver fatto fare al paziente un esame delle urine con antibiogramma.
Non dimentichiamo che sta al terapeuta comunicare al paziente (o il contrario) quando si ritiene che il lavoro non sta offrendo i frutti sperati e trovare soluzioni appropriate che possono essere una rivalutazione del lavoro in itinere o l’invio ad altro/a collega.
Scusate l’intromissione.
Cordiali saluti
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#6]
Utente
Buongiorno dott. Pizzoleo
essendo in cura preso l'asl da due anni, ho dovuto fare un incontro preliminare con lo psichiatra che ha evidenziato un disturbo d'ansia generalizzato. la mia storia la so bene perchè comunque ho fatto terapie in passato quindi dalle prime sedute credo che il problema principale sia molto chiaro. in parole spicce isolamento durato qausi 10 anni, non passaggio all'età adulta, dipendenza sopratutto dalle figure genitoriali iperprotettive, traumi legati alla nascita e primi anni di vita con problemi di salute.
per quanto riguarda lo psicoterapeuta che mi ha in cura da allora ha evidenziato (magari mi scuso se non sono precisa ma è una diagnosi di 2 anni fa: nevrosi che a volte sfocia nel borderline. sintomi di ansia e depressione. disturbo di personalità dipendente, evitante, tratti narcisistici/istrionici e ossessivi.
si discute spesso di cosa non va in terapia. con questa a differenza dele precedenti, ho avuto risultati nonostante le difficoltà del mio disturbo di cui sono consapevole
il rapporto a detta del terapeuta è buono, sennò mi avrebbe detto di lasciare perdere(alcune volte me l'ha detto). il nostro rapporto è discontinuo, ma credo sia normale data la natura del mio disturbo non essere stabile nelel relazioni. sicuramente mi ripete spesso quanto io sia migliorata dal'inizio della terapia, quindi non penso che stia andando male.
essendo in cura preso l'asl da due anni, ho dovuto fare un incontro preliminare con lo psichiatra che ha evidenziato un disturbo d'ansia generalizzato. la mia storia la so bene perchè comunque ho fatto terapie in passato quindi dalle prime sedute credo che il problema principale sia molto chiaro. in parole spicce isolamento durato qausi 10 anni, non passaggio all'età adulta, dipendenza sopratutto dalle figure genitoriali iperprotettive, traumi legati alla nascita e primi anni di vita con problemi di salute.
per quanto riguarda lo psicoterapeuta che mi ha in cura da allora ha evidenziato (magari mi scuso se non sono precisa ma è una diagnosi di 2 anni fa: nevrosi che a volte sfocia nel borderline. sintomi di ansia e depressione. disturbo di personalità dipendente, evitante, tratti narcisistici/istrionici e ossessivi.
si discute spesso di cosa non va in terapia. con questa a differenza dele precedenti, ho avuto risultati nonostante le difficoltà del mio disturbo di cui sono consapevole
il rapporto a detta del terapeuta è buono, sennò mi avrebbe detto di lasciare perdere(alcune volte me l'ha detto). il nostro rapporto è discontinuo, ma credo sia normale data la natura del mio disturbo non essere stabile nelel relazioni. sicuramente mi ripete spesso quanto io sia migliorata dal'inizio della terapia, quindi non penso che stia andando male.
[#7]
Ok! Allora le faccio notare 2 cose:
1) il cambio del modo di esporsi tra la precedente risposta e quest’ultima. Prima non c’era un pieno filo logico e molta confusione. Adesso (in questa risposta) è presente una maggiore coerenza semantica e sintattica.
2) se sono presenti dei tratti Borderline il rapporto terapeutico può essere discontinuo (come dice e riconosce lei stessa) e altalenante e quello a cui bisognerebbe mirare sarebbe quello di rendere coerenti,nel tempo, gli spazi di terapia affinché la coerenza interpersonale raggiunta in terapia possa essere “portata” all’esterno.
Ovviamente sia chiaro: noi 2 non ci conosciamo clinicamente e di persona quindi le mie sono solo ipotesi di lavoro.
Se però si dovesse riconoscere in quanto ci siamo detti ne potrebbe parlare con il suo terapeuta.
La terapia avrà verosimilmente una fine nello stesso modo in cui ha avuto un inizio.
Le faccio molti auguri!
1) il cambio del modo di esporsi tra la precedente risposta e quest’ultima. Prima non c’era un pieno filo logico e molta confusione. Adesso (in questa risposta) è presente una maggiore coerenza semantica e sintattica.
2) se sono presenti dei tratti Borderline il rapporto terapeutico può essere discontinuo (come dice e riconosce lei stessa) e altalenante e quello a cui bisognerebbe mirare sarebbe quello di rendere coerenti,nel tempo, gli spazi di terapia affinché la coerenza interpersonale raggiunta in terapia possa essere “portata” all’esterno.
Ovviamente sia chiaro: noi 2 non ci conosciamo clinicamente e di persona quindi le mie sono solo ipotesi di lavoro.
Se però si dovesse riconoscere in quanto ci siamo detti ne potrebbe parlare con il suo terapeuta.
La terapia avrà verosimilmente una fine nello stesso modo in cui ha avuto un inizio.
Le faccio molti auguri!
[#8]
Utente
La tingrazio per la risposta
di quello che ha evidenziato (il rapporto discontinuo con il terapeuta e con il mondo)è già oggetto in terapia.
però mi rendo conto che non era questo ciò di cui volevo chiedere consulto, anche se in qualche modo è collegato.
ringrazio intanto per gli interventi, sempre molto utili per uno spunto di riflessione.
di quello che ha evidenziato (il rapporto discontinuo con il terapeuta e con il mondo)è già oggetto in terapia.
però mi rendo conto che non era questo ciò di cui volevo chiedere consulto, anche se in qualche modo è collegato.
ringrazio intanto per gli interventi, sempre molto utili per uno spunto di riflessione.
[#9]
“il rapporto discontinuo con il terapeuta e con il mondo)è già oggetto in terapia”
Molto bene!
“però mi rendo conto che non era questo ciò di cui volevo chiedere consulto, anche se in qualche modo è collegato.”
Se riformula la richiesta sarò ben lieto di risponderle
Molto bene!
“però mi rendo conto che non era questo ciò di cui volevo chiedere consulto, anche se in qualche modo è collegato.”
Se riformula la richiesta sarò ben lieto di risponderle
[#10]
Utente
gent. dott. pizzoleo,
mi sto impegnando a mantenere stabile la psicoterapia, ma mi riesce difficile.
i suoi colleghi mi hanno suggerito una terapia con supporto farmacologico e educativo insieme. ho fatto una lunga ricerca macchè di strutture convenzionate con il ssn nazionale non ce ne sono e quelle private richiedono prezzi molto alti. già fatico a portare avanti questa terapia (sono passata privatamente all'asl non mi potevano più tenere) con i pochi riparmi guadagnati (tra oco finiranno pure quelli).
Quello che chiedo è una terapia che non solo mi supporti, ma mi educhi a stare al mondo. mi sto sforzando di non cercare rassicurazioni, ma fallisco miseramente, così come fatico a prendermi responsabbilità. non sono lucida e me ne rendo conto.non riesco a pensare in modo giusto, vengo facilmente influenzata dall'ambiente in cui vivo.
si cerca di riportarmi sulla retta via, si parla di autostima, senso del se, avere stima di se stessi, sentire il dolore, abbandono ecc...ma cosa significa? queste cose non hanno significato per me. sono costretta a leggere libri per capirci più (capisco ben poco di quello che trovo). quando mi vengono detti anche da persone normali (es. amiche) io non capisco, non sneto tutto questo.
non so se cambiando terapeuta avrei giovamento, visto la mia diffcoltà a relazionarmi con gli altri (terapeuta compreso) a seguire indicazioni o a capire davvero cosa mi viene detto. lo vedo che non sono stabile. cosa fare quindi?
vorrei davvero cambiare modo di pensare e far fruttare la terapia (e non mandare la terapeuta in burn out).
non so neanche cosa parlare in seduta, fatico a concentrare anche solo l'attnzione su di me (enon su chi mi circonda) o come dire al terapeuta quello che desidero, sempre se non gliel'abbia già detto, ricevuto un rifiuto e me ne sono dimenticata.
ho pensato persino che non voglio cambiare.è un'ipotesi che mi chiedo spesso a questo punto. ma sto davvero male anche a dirmi ok lasciamo tutto così com'è. se non volessi davvero cambiare dubito che chi mi ha in cura mi terrebbe come paziente. anche se vedendo la fatica che ci mette non so quanto durerà.
sono un tripudio di emozioni, un vortice che non vuole fermarsi, anzi deve essere costantemente alimentato.
e mi sento incastrata dentro, senza possibilità di uscirne.
nulla sembra placare il vuoto che ho dentro.
mi sto impegnando a mantenere stabile la psicoterapia, ma mi riesce difficile.
i suoi colleghi mi hanno suggerito una terapia con supporto farmacologico e educativo insieme. ho fatto una lunga ricerca macchè di strutture convenzionate con il ssn nazionale non ce ne sono e quelle private richiedono prezzi molto alti. già fatico a portare avanti questa terapia (sono passata privatamente all'asl non mi potevano più tenere) con i pochi riparmi guadagnati (tra oco finiranno pure quelli).
Quello che chiedo è una terapia che non solo mi supporti, ma mi educhi a stare al mondo. mi sto sforzando di non cercare rassicurazioni, ma fallisco miseramente, così come fatico a prendermi responsabbilità. non sono lucida e me ne rendo conto.non riesco a pensare in modo giusto, vengo facilmente influenzata dall'ambiente in cui vivo.
si cerca di riportarmi sulla retta via, si parla di autostima, senso del se, avere stima di se stessi, sentire il dolore, abbandono ecc...ma cosa significa? queste cose non hanno significato per me. sono costretta a leggere libri per capirci più (capisco ben poco di quello che trovo). quando mi vengono detti anche da persone normali (es. amiche) io non capisco, non sneto tutto questo.
non so se cambiando terapeuta avrei giovamento, visto la mia diffcoltà a relazionarmi con gli altri (terapeuta compreso) a seguire indicazioni o a capire davvero cosa mi viene detto. lo vedo che non sono stabile. cosa fare quindi?
vorrei davvero cambiare modo di pensare e far fruttare la terapia (e non mandare la terapeuta in burn out).
non so neanche cosa parlare in seduta, fatico a concentrare anche solo l'attnzione su di me (enon su chi mi circonda) o come dire al terapeuta quello che desidero, sempre se non gliel'abbia già detto, ricevuto un rifiuto e me ne sono dimenticata.
ho pensato persino che non voglio cambiare.è un'ipotesi che mi chiedo spesso a questo punto. ma sto davvero male anche a dirmi ok lasciamo tutto così com'è. se non volessi davvero cambiare dubito che chi mi ha in cura mi terrebbe come paziente. anche se vedendo la fatica che ci mette non so quanto durerà.
sono un tripudio di emozioni, un vortice che non vuole fermarsi, anzi deve essere costantemente alimentato.
e mi sento incastrata dentro, senza possibilità di uscirne.
nulla sembra placare il vuoto che ho dentro.
[#11]
Segua il suggerimento dei colleghi: faccia una visita psichiatrica per una eventuale terapia farmacologica.
Evidentemente la sintomatologia Borderline è abbastanza grave (ma questo dovrebbero essere i colleghi a dirlo)
Una terapia farmacologica potrebbe aiutarla a compensarsi perché da come e da quanto scrive, in questo momento sta avendo importanti difficoltà nella consapevolezza emotiva. Se manca questa, tutto il resto non può funzionare...
Quindi si adoperi a cercare e/o farsi suggerire un bravo medico psichiatra! Parta da qui
Se vuole mi aggiorni
In bocca al lupo!
Evidentemente la sintomatologia Borderline è abbastanza grave (ma questo dovrebbero essere i colleghi a dirlo)
Una terapia farmacologica potrebbe aiutarla a compensarsi perché da come e da quanto scrive, in questo momento sta avendo importanti difficoltà nella consapevolezza emotiva. Se manca questa, tutto il resto non può funzionare...
Quindi si adoperi a cercare e/o farsi suggerire un bravo medico psichiatra! Parta da qui
Se vuole mi aggiorni
In bocca al lupo!
[#12]
Utente
Ma non dovrebbe essere chi mi ha in cura a suggerirmi una visita psichiatrica?
Sia la psicologa sia la psichiatra mi hanno detto chiaramente che non ho bisogno di farmaci.
Diciamo che da parte mia ho molta paura degli effetti collaterali.
Chiesi un consulto di nuovo alla psichiatra di mia spontanea volontà. Dopo che passo un ora a cercarmi di persuadermi che nel mio caso non servivano farmaci mi preferisse escitalolpam, ma solo perché l'avevo chiesto io il consulto. Non lo presi mai e lo buttai via scaduto e manco aperto.
Quindi non so se i farmaci possano fare al caso mio. Forse non vogliono rischiare dipendenze o assuafazoni oppure paura che segua le dosi a modo mio. Non sono il tipo da fare di testa mia ma sono abbastanza nota per abbandonare cure dopo un Po di tempo (cose più semplici senza farmaci).
Sia la psicologa sia la psichiatra mi hanno detto chiaramente che non ho bisogno di farmaci.
Diciamo che da parte mia ho molta paura degli effetti collaterali.
Chiesi un consulto di nuovo alla psichiatra di mia spontanea volontà. Dopo che passo un ora a cercarmi di persuadermi che nel mio caso non servivano farmaci mi preferisse escitalolpam, ma solo perché l'avevo chiesto io il consulto. Non lo presi mai e lo buttai via scaduto e manco aperto.
Quindi non so se i farmaci possano fare al caso mio. Forse non vogliono rischiare dipendenze o assuafazoni oppure paura che segua le dosi a modo mio. Non sono il tipo da fare di testa mia ma sono abbastanza nota per abbandonare cure dopo un Po di tempo (cose più semplici senza farmaci).
[#13]
Allora. Le faccio notare questo. Prima ha scritto:
- <<<i suoi colleghi mi hanno suggerito una terapia con supporto farmacologico>>>
Adesso scrive: <<<Ma non dovrebbe essere chi mi ha in cura a suggerirmi una visita psichiatrica?
Sia la psicologa sia la psichiatra mi hanno detto chiaramente che non ho bisogno di farmaci.>>>
O si è spiegata male, o non ho capito io oppure è incoerenza Borderline.
Poi: lei manca totalmente di coerenza interna! Non sa come collocarsi. Le serve un aiuto nelle prossime ore/giorni. Si rivolga al centro di salute mentale della sua ASL.
vuole un esempio di mancanza di coerenza? <<<Non sono il tipo da fare di testa mia ma sono abbastanza nota per abbandonare cure dopo un Po di tempo>>>
- Non faccio di testa mia
- MA sono nota per abbandonare le cure dopo un po.
Ha detto due cose l’una l’opposto dell’altra.
Questa verosimilmente è instabilità borderline!
Si rivolga al CSM della sua ASL
E lo faccia anche con una certa urgenza!
- <<<i suoi colleghi mi hanno suggerito una terapia con supporto farmacologico>>>
Adesso scrive: <<<Ma non dovrebbe essere chi mi ha in cura a suggerirmi una visita psichiatrica?
Sia la psicologa sia la psichiatra mi hanno detto chiaramente che non ho bisogno di farmaci.>>>
O si è spiegata male, o non ho capito io oppure è incoerenza Borderline.
Poi: lei manca totalmente di coerenza interna! Non sa come collocarsi. Le serve un aiuto nelle prossime ore/giorni. Si rivolga al centro di salute mentale della sua ASL.
vuole un esempio di mancanza di coerenza? <<<Non sono il tipo da fare di testa mia ma sono abbastanza nota per abbandonare cure dopo un Po di tempo>>>
- Non faccio di testa mia
- MA sono nota per abbandonare le cure dopo un po.
Ha detto due cose l’una l’opposto dell’altra.
Questa verosimilmente è instabilità borderline!
Si rivolga al CSM della sua ASL
E lo faccia anche con una certa urgenza!
[#14]
Utente
Gent.dottore pizzoleo
Io mi riferivo più che altro a una terapia di tipo educativo-emozionale. Sarei piu intetessata a quello, ma purtroppo non c'è modo di accedervi. Per i farmaci io non sono un dottore, mi affido ai pareri dei medici. Dovrebbero essere loro a decidere se necessito di farmaci, non io!
Guardi che questi pareri qui sopra mi sono stati dati presso l'asl presso il cms o cps dallo psichiatra che opera da anni li (non crefo che sia una persona inesperta) e dalla mia terapeuta, che non mi ha mai suggerito una terapia farmacologia la psichiatra con cui era in collegamento(Quindi sapevano della mia situazione). Sa che io sono poi rimandata e sa del fatto che io non ho preso mai il farmaco prescritto più per richiesta che per altro. Non mi ha detto nulla a riguardo.
Grazie per le risposte.
Io mi riferivo più che altro a una terapia di tipo educativo-emozionale. Sarei piu intetessata a quello, ma purtroppo non c'è modo di accedervi. Per i farmaci io non sono un dottore, mi affido ai pareri dei medici. Dovrebbero essere loro a decidere se necessito di farmaci, non io!
Guardi che questi pareri qui sopra mi sono stati dati presso l'asl presso il cms o cps dallo psichiatra che opera da anni li (non crefo che sia una persona inesperta) e dalla mia terapeuta, che non mi ha mai suggerito una terapia farmacologia la psichiatra con cui era in collegamento(Quindi sapevano della mia situazione). Sa che io sono poi rimandata e sa del fatto che io non ho preso mai il farmaco prescritto più per richiesta che per altro. Non mi ha detto nulla a riguardo.
Grazie per le risposte.
[#15]
Se proprio vuole fare una terapia cerchi un collega che conosca e applichi la terapia dialettico-comportamentale di M. Linehan. Probabilmente è l’unico metodo terapeutico che potrebbe seriamente aiutarla. Psicoterapeuti che conoscono la terapia dialettica ci sono sia nel privato che nel pubblico. Oltretutto è una psicoterapia che contiene al suo interno una buona parte di sostegno educativo ed emotivo.
[#16]
Utente
Il mio essere scostante nel farmi curare è dovuto principalmente al fatto che i miei genitori non mi supportano,o la cura non funziona o mancano i soldi per pagarla.
Per il resto se c'è bisogno di una cura la porto avanti.
Il mio rapporto disfunzionale con la psicologa credo sia dato principalmente dal fatto che non ho molto potere decisionale. Si la pago io ma non sentendomi autorizzata per me è difficile essere serena in cui che faccio.
Per il resto se c'è bisogno di una cura la porto avanti.
Il mio rapporto disfunzionale con la psicologa credo sia dato principalmente dal fatto che non ho molto potere decisionale. Si la pago io ma non sentendomi autorizzata per me è difficile essere serena in cui che faccio.
[#17]
Utente
Grazie per la risposta.
Era proprio di questo tipo di terapia che ho fatto una lunga ricerca, su consiglio dei Colleghi ma anche di un Suo intervento in un altro consulto. Centri lontani e prezzi alle stelle..
Credo che in futuro se avrò qualche soldo comprerò il manuale con i vari eserciziari. So che non è un buon aiuto ed è meglio una terapia a visu, ma sono cosciente che non si può avere tutto, sopratutto per la salute.
Si fa quello che si può.
Era proprio di questo tipo di terapia che ho fatto una lunga ricerca, su consiglio dei Colleghi ma anche di un Suo intervento in un altro consulto. Centri lontani e prezzi alle stelle..
Credo che in futuro se avrò qualche soldo comprerò il manuale con i vari eserciziari. So che non è un buon aiuto ed è meglio una terapia a visu, ma sono cosciente che non si può avere tutto, sopratutto per la salute.
Si fa quello che si può.
[#18]
Allora penso che un medico psichiatra in questo momento potrebbe aiutarla con un valido supporto farmacologico.
Non dia retta alle dicerie sui farmaci psichiatrici, sulle credenze sul fatto che portano dipendenza etc etc..
Tutte fandonie.
Un buon farmaco potrebbe, in questo preciso momento della sua vita, aiutarla a compensarsi emotivamente e comportamentalmente.
In bocca al lupo
Non dia retta alle dicerie sui farmaci psichiatrici, sulle credenze sul fatto che portano dipendenza etc etc..
Tutte fandonie.
Un buon farmaco potrebbe, in questo preciso momento della sua vita, aiutarla a compensarsi emotivamente e comportamentalmente.
In bocca al lupo
Questo consulto ha ricevuto 18 risposte e 931 visite dal 01/11/2018.
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Approfondimento su Disturbi di personalità
I disturbi di personalità si verificano in caso di alterazioni di pensiero e di comportamento nei tratti della persona: classificazione e caratteristiche dei vari disturbi.