Depressione apatia
Salve, sono una ragazza di 18 anni. Sono in uno stato di forte 'depressione' (definita da me cosi) da circa quattro anni alternata da fasi di 'risollevamento'.
Da circa tre mesi sto passando un brutto periodo. I diversi dissidi interiori che hanno caratterizzato la mia vita e che ho avuto in precedenza sembrano aver trovato risposta, questa mi porta ad una visione pessimistica della vita; questo pessimismo mi porta a farmi delle domande anche un po' infantili, (come ad es. 'se tutto tende alla morte e la mia visione di morte è pessimistica perchè vivere una vita di sofferenze per qualche sciocco attimo di felicità?') Queste domande che mi pongo di tanto in tanto mi hanno portato anche al pensiero costante di suicidio (anche se il pensiero di mettere fine alla vita si è manifestato infantilmente per la prima volta all'età di otto anni) tuttavia non sono neanche in grado di suicidarmi per mancanza di coraggio. Ovviamente il fatto di non riuscire a mettere fine alla vita mi porta altri problemi da me definiti 'psicologici' (esempio; la mia grande 'gioia'' è la cardiochirurgia ma quale cardiochirurgo non è in grado di recidere una carotide? questo quindi mi fa pensare al fatto di non essere in grado di affrontare la facoltà di medicina e chirurgia e questo significa inoltre privarmi dell'unica cosa che mi fa sperare in un futuro migliore creando in me delle profonde crisi di pianto seguite da una forte tristezza.').Fin da quando ne ho memoria ho sempre creato degli 'spazi' dove mi sentivo al sicuro e dove parlavo da sola a voce alta immedesimandomi in circostanze (mai avvenute) che mi vedono sia protagonista facendomi immaginare situazioni impossibili oppure fingo addirittura di essere un'altra persona facendo dei veri e propri dialoghi (ovviamente tra me e me). Ma lasciando da parte per un attimo questo, credo di avere dei problemi di 'emozioni' cioè tutto quello che mi succede non lo vivo in realtà. Non mi sento felice, emozionata, ansiosa, a tratti mi sento triste e a volte neanche quello è come se tutto ciò che mi sta in torno non mi tocca (quando penso a questo 'stato' mi viene in mente una frase che lo riassume esattamente 'è come se questa vita non fosse mia').
Tuttavia questo oltre ad essere uno sfogo personale non avendone mai parlato esplicitamente di questi miei problemi con qualcuno voglio porvi le seguenti domande: da cosa sono affetta realmente? tralasciando i psicofarmaci c'è una cura reale a questa mia condizione? (magari per voi possono essere domande infantili e sciocche ma per me saperlo è molto importante).
Da circa tre mesi sto passando un brutto periodo. I diversi dissidi interiori che hanno caratterizzato la mia vita e che ho avuto in precedenza sembrano aver trovato risposta, questa mi porta ad una visione pessimistica della vita; questo pessimismo mi porta a farmi delle domande anche un po' infantili, (come ad es. 'se tutto tende alla morte e la mia visione di morte è pessimistica perchè vivere una vita di sofferenze per qualche sciocco attimo di felicità?') Queste domande che mi pongo di tanto in tanto mi hanno portato anche al pensiero costante di suicidio (anche se il pensiero di mettere fine alla vita si è manifestato infantilmente per la prima volta all'età di otto anni) tuttavia non sono neanche in grado di suicidarmi per mancanza di coraggio. Ovviamente il fatto di non riuscire a mettere fine alla vita mi porta altri problemi da me definiti 'psicologici' (esempio; la mia grande 'gioia'' è la cardiochirurgia ma quale cardiochirurgo non è in grado di recidere una carotide? questo quindi mi fa pensare al fatto di non essere in grado di affrontare la facoltà di medicina e chirurgia e questo significa inoltre privarmi dell'unica cosa che mi fa sperare in un futuro migliore creando in me delle profonde crisi di pianto seguite da una forte tristezza.').Fin da quando ne ho memoria ho sempre creato degli 'spazi' dove mi sentivo al sicuro e dove parlavo da sola a voce alta immedesimandomi in circostanze (mai avvenute) che mi vedono sia protagonista facendomi immaginare situazioni impossibili oppure fingo addirittura di essere un'altra persona facendo dei veri e propri dialoghi (ovviamente tra me e me). Ma lasciando da parte per un attimo questo, credo di avere dei problemi di 'emozioni' cioè tutto quello che mi succede non lo vivo in realtà. Non mi sento felice, emozionata, ansiosa, a tratti mi sento triste e a volte neanche quello è come se tutto ciò che mi sta in torno non mi tocca (quando penso a questo 'stato' mi viene in mente una frase che lo riassume esattamente 'è come se questa vita non fosse mia').
Tuttavia questo oltre ad essere uno sfogo personale non avendone mai parlato esplicitamente di questi miei problemi con qualcuno voglio porvi le seguenti domande: da cosa sono affetta realmente? tralasciando i psicofarmaci c'è una cura reale a questa mia condizione? (magari per voi possono essere domande infantili e sciocche ma per me saperlo è molto importante).
[#1]
Gentile ragazza,
a cosa sia dovuta questa visione terrifica della vita, i pensieri suicidari, l’autosvalutazione di se stessa e la variabilità emotiva, da questa postazione (come spero lei capirà) non possiamo saperlo. Ci vorrebbe un professionista collega psicologo psicoterapeuta con cui poter parlarne di persona perché solo una attenta e delicata e congiunta disamina del tutto (lei e il/la collega) potranno fornire elementi essenziali per inquadrare la situazione e capire se occorrerà o meno una terapia psicologica (sottolineo “SE” perché lei è un’adolescente e il questo periodo di vita si può sperimentare quanto lei ha esposto e anche altro senza che necessariamente ci sia un motivo clinico/patologico alla base)
Certamente, se vengono ben individuati sintomi e cause, le cure ci sono
(rewind: sempre che ce ne sia bisogno)
Ps: nessuna domanda è sciocca o infantile!
Contatti un/una collega psicologo psicoterapeuta dopo questo ponte festivo e si confronti con lo specialista sui temi dolorosi della sua vita che alla sua età meritano certamente sensibile attenzione.
Stia bene!
Molti auguri
a cosa sia dovuta questa visione terrifica della vita, i pensieri suicidari, l’autosvalutazione di se stessa e la variabilità emotiva, da questa postazione (come spero lei capirà) non possiamo saperlo. Ci vorrebbe un professionista collega psicologo psicoterapeuta con cui poter parlarne di persona perché solo una attenta e delicata e congiunta disamina del tutto (lei e il/la collega) potranno fornire elementi essenziali per inquadrare la situazione e capire se occorrerà o meno una terapia psicologica (sottolineo “SE” perché lei è un’adolescente e il questo periodo di vita si può sperimentare quanto lei ha esposto e anche altro senza che necessariamente ci sia un motivo clinico/patologico alla base)
Certamente, se vengono ben individuati sintomi e cause, le cure ci sono
(rewind: sempre che ce ne sia bisogno)
Ps: nessuna domanda è sciocca o infantile!
Contatti un/una collega psicologo psicoterapeuta dopo questo ponte festivo e si confronti con lo specialista sui temi dolorosi della sua vita che alla sua età meritano certamente sensibile attenzione.
Stia bene!
Molti auguri
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#2]
Intanto può leggere questo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.3k visite dal 30/10/2018.
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