Psicologia maschile
Buongiorno ... E' un periodo parecchio delicato per me: tanta carne al fuoco, tante questioni a cui dedicarmi con cura ed attenzione.
La questione 'relazioni con uomini' , probabilmente, non è prioritaria, ma è ugualmente tra i miei pensieri e vorrei avere -se possibile- un Vostro feedback a riguardo.
Premetto che non so affatto muovermi con gli uomini in ambito relazionale/sentimentale; nell'area amicale sono, sicuramente, più spontanea, tranquilla, intelligente, simpatica, comunicativa, mentre -quando si entra nell'area di intimità- non so gestire le distanze, entro in ansia, faccio un inciampo dopo l'altro.
Ormai sono una decina di giorni che non sento una persona; del resto la cercavo sempre io e negli ultimi tempi era chiaro che non avesse piacere che lo cercassi. Ci siamo visti in tutto 5 volte in 5 mesi (secondo i suoi tempi e le sue condizioni)... e mi rendo conto che non è un gran risultato. Probabilmente sono io a determinare questo andazzo e capisco i limiti del consulto online e la complessità della questione. La mia tentazione sarebbe quella di chiederVi: mi cercherà? Ma come potreste rispondermi, su quali basi.. Io ho voglia di cercare qualcuno che mi piace, che mi interessa, con cui sto bene e penso che queste premesse manchino nei miei confronti.
Una cosa che però vorrei chiederVi è: è davvero 'normale' (sicuramente diffuso) andare a letto con una persona (seppur per poco tempo, diciamo solo il periodo iniziale di conoscenza) e poi far prevalere l'oblio? Semplicemente si rallenta il rapporto, magari non rispondendo a chiamate/messaggi o rispondendo in maniera distaccata, procrastinando gli incontri, senza mai concretizzarli. E' 'normale' questo?
Con questa persona ho fatto tutti gli errori che avrei potuto fare: mi sono fatta trattare da 'zerbino', sono stata richiedente riguardo le sue intenzioni rispetto la nostra frequentazione e sicuramente ne ho fatti altri..
Ecco le domande: devo, semplicemente, accettare che le cose tra noi non siano sbocciate?
Avendo fatto casotti all'inizio la situazione non ha possibilità di miglioramento?
Davvero (ad una certa età, la mia -cosa che affermo sulla base dei discorsi con coetanei) se le cose non vanno subito bene si lascia subito stare? E' giusto così?
E, l'ultima: esiste davvero l'essere o meno compatibili con qualcuno? Non lo si può diventare con il tempo?
Vi ringrazio molto.
Cordiali saluti
La questione 'relazioni con uomini' , probabilmente, non è prioritaria, ma è ugualmente tra i miei pensieri e vorrei avere -se possibile- un Vostro feedback a riguardo.
Premetto che non so affatto muovermi con gli uomini in ambito relazionale/sentimentale; nell'area amicale sono, sicuramente, più spontanea, tranquilla, intelligente, simpatica, comunicativa, mentre -quando si entra nell'area di intimità- non so gestire le distanze, entro in ansia, faccio un inciampo dopo l'altro.
Ormai sono una decina di giorni che non sento una persona; del resto la cercavo sempre io e negli ultimi tempi era chiaro che non avesse piacere che lo cercassi. Ci siamo visti in tutto 5 volte in 5 mesi (secondo i suoi tempi e le sue condizioni)... e mi rendo conto che non è un gran risultato. Probabilmente sono io a determinare questo andazzo e capisco i limiti del consulto online e la complessità della questione. La mia tentazione sarebbe quella di chiederVi: mi cercherà? Ma come potreste rispondermi, su quali basi.. Io ho voglia di cercare qualcuno che mi piace, che mi interessa, con cui sto bene e penso che queste premesse manchino nei miei confronti.
Una cosa che però vorrei chiederVi è: è davvero 'normale' (sicuramente diffuso) andare a letto con una persona (seppur per poco tempo, diciamo solo il periodo iniziale di conoscenza) e poi far prevalere l'oblio? Semplicemente si rallenta il rapporto, magari non rispondendo a chiamate/messaggi o rispondendo in maniera distaccata, procrastinando gli incontri, senza mai concretizzarli. E' 'normale' questo?
Con questa persona ho fatto tutti gli errori che avrei potuto fare: mi sono fatta trattare da 'zerbino', sono stata richiedente riguardo le sue intenzioni rispetto la nostra frequentazione e sicuramente ne ho fatti altri..
Ecco le domande: devo, semplicemente, accettare che le cose tra noi non siano sbocciate?
Avendo fatto casotti all'inizio la situazione non ha possibilità di miglioramento?
Davvero (ad una certa età, la mia -cosa che affermo sulla base dei discorsi con coetanei) se le cose non vanno subito bene si lascia subito stare? E' giusto così?
E, l'ultima: esiste davvero l'essere o meno compatibili con qualcuno? Non lo si può diventare con il tempo?
Vi ringrazio molto.
Cordiali saluti
[#1]
Gentile utente,
il suo consulto titola "Psicologia maschile",
ma in realtà le domande che pone sono su di sè.
D'altra parte è un periodo piuttosto lungo in cui ci parla delle sue relazioni affettive.
E al contempo è anche seguìta in psicoterapia. Sempre con quello stesso terapeuta da quasi una decine d'anni?
Mi permetto di chiederLe ciò
perchè una psicoterapia efficace dovrebbe portarla (o averla portata) avanti in questo ambito.
Le sembra di "essere ferma"?
Oppure ha qualla maggiore consapevolezza che Le permette di riconoscere con lucidità "..Con questa persona ho fatto tutti gli errori che avrei potuto fare.."?
Alla Sua domanda:
"è davvero 'normale' (sicuramente diffuso) andare a letto con una persona (seppur per poco tempo, diciamo solo il periodo iniziale di conoscenza) e poi far prevalere l'oblio?"
Dipende dagli obiettivi che ci si pone nel rapporto.
Talvolta l'obiettivo è proprio unicamente quello: "andare a letto". Il problema nasce quando esso non è un obiettivo condiviso: uno dei due vorrebbe anche "altro".
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
il suo consulto titola "Psicologia maschile",
ma in realtà le domande che pone sono su di sè.
D'altra parte è un periodo piuttosto lungo in cui ci parla delle sue relazioni affettive.
E al contempo è anche seguìta in psicoterapia. Sempre con quello stesso terapeuta da quasi una decine d'anni?
Mi permetto di chiederLe ciò
perchè una psicoterapia efficace dovrebbe portarla (o averla portata) avanti in questo ambito.
Le sembra di "essere ferma"?
Oppure ha qualla maggiore consapevolezza che Le permette di riconoscere con lucidità "..Con questa persona ho fatto tutti gli errori che avrei potuto fare.."?
Alla Sua domanda:
"è davvero 'normale' (sicuramente diffuso) andare a letto con una persona (seppur per poco tempo, diciamo solo il periodo iniziale di conoscenza) e poi far prevalere l'oblio?"
Dipende dagli obiettivi che ci si pone nel rapporto.
Talvolta l'obiettivo è proprio unicamente quello: "andare a letto". Il problema nasce quando esso non è un obiettivo condiviso: uno dei due vorrebbe anche "altro".
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Ex utente
Buongiorno dott.ssa Brunialti, grazie per la Sua risposta.
Mi fa notare che sono tutte domande su mio Sè a dispetto del titolo che ha ad oggetto la 'psicologia maschile'; ha ragione. Questo dipende dal fatto che non credo si possano fare domande sull'Altro.. ma, forse, il fatto che me lo faccia notare potrebbe significare che sono concentrata su di me (finendo per non capire la posizione dell'altro)?!
No, non mi sento ad un punto fermo e si, continuo la mia psicoterapia con lo stesso medico; in effetti si.. per la prima volta ho chiari i movimenti fallaci che ho fatto con questa persona (i medesimi che ho fatto con quella frequentata l'anno scorso e le cose sono andate allo stesso modo anche nelle tempiste e in qualche reazione dell'altro).
Molto probabilmente sono lenta nei cambiamenti; forse potrei muovermi e fare di più. Tuttavia, riuscire ad 'imparare' nelle relazioni neppure è facile: non è che si conoscano ogni giorno uomini da poter frequentare e vedere cosa accade..
Io, in verità, penso che sia con questa persona che con quella dello scorso anno, ho molto contribuito io ad un esito poco soddisfacente per me.. Forse se fossi stata più serena, priva di ansie etc etc ... all'altro sarei potuta piacere. Non ho certezza che queste due persone volessero solo 'una cosa così'; forse l'oblio che ne è seguito non è stato per disinteresse nei miei confronti, ma più perchè il rapporto era diventato un pò ingarbugliato e fonte di incomprensioni, dispiaceri e così via.
La ringrazio, un cordiale saluto
Mi fa notare che sono tutte domande su mio Sè a dispetto del titolo che ha ad oggetto la 'psicologia maschile'; ha ragione. Questo dipende dal fatto che non credo si possano fare domande sull'Altro.. ma, forse, il fatto che me lo faccia notare potrebbe significare che sono concentrata su di me (finendo per non capire la posizione dell'altro)?!
No, non mi sento ad un punto fermo e si, continuo la mia psicoterapia con lo stesso medico; in effetti si.. per la prima volta ho chiari i movimenti fallaci che ho fatto con questa persona (i medesimi che ho fatto con quella frequentata l'anno scorso e le cose sono andate allo stesso modo anche nelle tempiste e in qualche reazione dell'altro).
Molto probabilmente sono lenta nei cambiamenti; forse potrei muovermi e fare di più. Tuttavia, riuscire ad 'imparare' nelle relazioni neppure è facile: non è che si conoscano ogni giorno uomini da poter frequentare e vedere cosa accade..
Io, in verità, penso che sia con questa persona che con quella dello scorso anno, ho molto contribuito io ad un esito poco soddisfacente per me.. Forse se fossi stata più serena, priva di ansie etc etc ... all'altro sarei potuta piacere. Non ho certezza che queste due persone volessero solo 'una cosa così'; forse l'oblio che ne è seguito non è stato per disinteresse nei miei confronti, ma più perchè il rapporto era diventato un pò ingarbugliato e fonte di incomprensioni, dispiaceri e così via.
La ringrazio, un cordiale saluto
[#3]
Gentile utente,
concordo che non è possibile "..fare domande sull'Altro..", anche perchè non ci sarebbero risposte possibili.
E' apprezzabile il punto della situazione che Lei fa su di sè.
"Molto probabilmente sono lenta nei cambiamenti; forse potrei muovermi e fare di più."? questo potrebbe analizzarlo con il suo Psicoterapeuta, forse,
considerato che certi meccanismi relazionali si sono ripetuti uguali allo scorso anno.
Cari saluti e un auspicio di .. buon percorso!
Dott. Brunialti
concordo che non è possibile "..fare domande sull'Altro..", anche perchè non ci sarebbero risposte possibili.
E' apprezzabile il punto della situazione che Lei fa su di sè.
"Molto probabilmente sono lenta nei cambiamenti; forse potrei muovermi e fare di più."? questo potrebbe analizzarlo con il suo Psicoterapeuta, forse,
considerato che certi meccanismi relazionali si sono ripetuti uguali allo scorso anno.
Cari saluti e un auspicio di .. buon percorso!
Dott. Brunialti
[#4]
Ex utente
("Molto probabilmente sono lenta nei cambiamenti; forse potrei muovermi e fare di più."? questo potrebbe analizzarlo con il suo Psicoterapeuta, forse, considerato che certi meccanismi relazionali si sono ripetuti uguali allo scorso anno): lo farò... dottoressa; grazie per la Sua ulteriore replica.
Non ho dimenticato il precedente consulto qui e lo scambio di messaggi proprio con Lei; ci sto lavorando su.. Ci sto provando.. a far andare le cose meglio per me... (compresa la terapia).
Vedremo..
Grazie, di nuovo un cordiale saluto
Non ho dimenticato il precedente consulto qui e lo scambio di messaggi proprio con Lei; ci sto lavorando su.. Ci sto provando.. a far andare le cose meglio per me... (compresa la terapia).
Vedremo..
Grazie, di nuovo un cordiale saluto
[#6]
Ex utente
Buongiorno a Voi tutti del settore,
mi permetto di riprendere questo mio consulto per via del titolo; ad oggi continuo ad essere single. Sono uscita con diverse persone, ma oltre al c.d. 'primo appuntamento' non vado; l'unica persona con cui sono andata oltre il 'primo appuntamento' è una persona con cui il rapporto non è decollato; fisicamente mi piace molto ed anche come tipo mi piace, ma le pochissime volte che ci siamo incontrati io mi sono sentita insicura- sicuramente, in primis, di me stessa, non sentendomi io appagata della mia vita, non riuscendo a trovare un lavoro e continuando a stare a casa dei miei ed, inoltre, la discontinuità degli incontri, la comunicazione sempre complicata, non aiutano.
Il discorso del mio terapeuta è che scelgo uomini con una certa realtà e quindi -la sua domanda, ogni volta è: "e tu che offri?", facendomi, sempre sentire una nullità e finendo, per pensare, ogni volta, che -al massimo- con me ci si può andare solo a letto. Eppure trovo ingiusto pensare questo, ma, finisco sempre per pensarlo, perchè, di fatto "io cosa offro?". Mi sento una nullità e non riesco a non far scappare gli uomini che mi piacciono almeno un pò, perchè sono confusionaria e talvolta appiccicosa. Non riesco a crearmi una mia realtà, non riesco a sentirmi interessante.
Forse sto per fare una domanda impossibile (spero di no), ma ogni volta mi chiedo "cosa vogliono gli uomini da me?"; perchè non mi cercano dopo il primo appuntamento (assolutamente platonico)?
Come ci si fa a rapportare agli uomini?
Come si fa a vivere la sessualità senza poi fantasticare troppo sul rapporto ma senza neppure considerarla esercizio fisico?
Grazie, come sempre
cordiali saluti
mi permetto di riprendere questo mio consulto per via del titolo; ad oggi continuo ad essere single. Sono uscita con diverse persone, ma oltre al c.d. 'primo appuntamento' non vado; l'unica persona con cui sono andata oltre il 'primo appuntamento' è una persona con cui il rapporto non è decollato; fisicamente mi piace molto ed anche come tipo mi piace, ma le pochissime volte che ci siamo incontrati io mi sono sentita insicura- sicuramente, in primis, di me stessa, non sentendomi io appagata della mia vita, non riuscendo a trovare un lavoro e continuando a stare a casa dei miei ed, inoltre, la discontinuità degli incontri, la comunicazione sempre complicata, non aiutano.
Il discorso del mio terapeuta è che scelgo uomini con una certa realtà e quindi -la sua domanda, ogni volta è: "e tu che offri?", facendomi, sempre sentire una nullità e finendo, per pensare, ogni volta, che -al massimo- con me ci si può andare solo a letto. Eppure trovo ingiusto pensare questo, ma, finisco sempre per pensarlo, perchè, di fatto "io cosa offro?". Mi sento una nullità e non riesco a non far scappare gli uomini che mi piacciono almeno un pò, perchè sono confusionaria e talvolta appiccicosa. Non riesco a crearmi una mia realtà, non riesco a sentirmi interessante.
Forse sto per fare una domanda impossibile (spero di no), ma ogni volta mi chiedo "cosa vogliono gli uomini da me?"; perchè non mi cercano dopo il primo appuntamento (assolutamente platonico)?
Come ci si fa a rapportare agli uomini?
Come si fa a vivere la sessualità senza poi fantasticare troppo sul rapporto ma senza neppure considerarla esercizio fisico?
Grazie, come sempre
cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.5k visite dal 30/10/2018.
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