Mia madre sta male e non riesce più a lavorare, difficoltà a gestire questa situazione
Buonasera, cercherò di essere il più breve possibile nello spiegare questa problematica. Sono orfana di padre da qualche anno. Penso che mia madre soffra di depressione. Non vuole farsi vedere, dice (testualmente) di "non credere" a queste cose. A parte questo, lavora come prof. di chimica e fisica in un Liceo, da anni, tra l'altro piuttosto lontano. a novembre compirà 64 anni.
Non dorme quasi più la notte, la mattina quando mi alzo per andare a lavorare sento che mi chiama, piange nel letto, dice che non vuole andare a scuola, che non ce la fa più. Inoltre, dimentica le cose (normale per la sua età, ovvio) ma si dispera, non riesce a concentrarsi, non riesce a correggere i compiti, piange quasi ogni giorno, quando viene da me disperata mi sento morire. Come vedrà dalla mia età sono anche giovane (devo omettere qualche dettaglio biografico) ho un fratello che vive lontano per lavoro ed anche un fratello più piccolo di due anni.
Entrambi ci sentiamo molto spaesati. Parenti: assenti (litigi coi miei genitori). Amici: pochi (i miei genitori di amicizie ne hanno coltivate poche, ogni tanto mia madre si incontra per un caffè con le colleghe).
Io ho appena iniziato a lavorare, neolaureata, ed è una faticaccia...Pensione anticipata per mia madre? non se ne parla: si dovrebbe "dimostrare" un'invalidità di almeno 75% e a detta di mia madre questo è complicato e potrebbe comprometterle il rinnovo della patente. Medico di base: non aiuta, nè fornisce consiglio. Disponibile solo a dare qualche giorno di malattia (e controvoglia). Sindacati? dicono di sperare che cambi la legge in modo che non vada in pensione tra tre anni. Mia madre è dimagrita tantissimo.soffre anche di cuore. Ho paura che le succeda qualcosa, e mi sento troppo giovane ed inerme per rimanere senza entrambi i genitori. Sono in ansia. Stanca...non so cosa fare, nè a livello pratico, nè psicologico, per tenermi su...o per aiutarla. Come faccio?? Grazie...
Non dorme quasi più la notte, la mattina quando mi alzo per andare a lavorare sento che mi chiama, piange nel letto, dice che non vuole andare a scuola, che non ce la fa più. Inoltre, dimentica le cose (normale per la sua età, ovvio) ma si dispera, non riesce a concentrarsi, non riesce a correggere i compiti, piange quasi ogni giorno, quando viene da me disperata mi sento morire. Come vedrà dalla mia età sono anche giovane (devo omettere qualche dettaglio biografico) ho un fratello che vive lontano per lavoro ed anche un fratello più piccolo di due anni.
Entrambi ci sentiamo molto spaesati. Parenti: assenti (litigi coi miei genitori). Amici: pochi (i miei genitori di amicizie ne hanno coltivate poche, ogni tanto mia madre si incontra per un caffè con le colleghe).
Io ho appena iniziato a lavorare, neolaureata, ed è una faticaccia...Pensione anticipata per mia madre? non se ne parla: si dovrebbe "dimostrare" un'invalidità di almeno 75% e a detta di mia madre questo è complicato e potrebbe comprometterle il rinnovo della patente. Medico di base: non aiuta, nè fornisce consiglio. Disponibile solo a dare qualche giorno di malattia (e controvoglia). Sindacati? dicono di sperare che cambi la legge in modo che non vada in pensione tra tre anni. Mia madre è dimagrita tantissimo.soffre anche di cuore. Ho paura che le succeda qualcosa, e mi sento troppo giovane ed inerme per rimanere senza entrambi i genitori. Sono in ansia. Stanca...non so cosa fare, nè a livello pratico, nè psicologico, per tenermi su...o per aiutarla. Come faccio?? Grazie...
[#1]
Gentile Ragazza,
una possibilità sarebbe quella di incontrare il Dirigente Scolastico dell'Istituto in cui insegna sua madre ed esporre la delicatezza della situazione in cui si trova, per capire con lui quali soluzioni alternative all'insegnamento ci potrebbero essere.
Quanto accade non fa di certo bene a sua madre, ma neppure ai ragazzi che si ritrova davanti quotidianamente, né tantomeno alla Scuola dove insegna (oltre che, naturalmente, a voi famigliari).
Il Dirigente, in quanto datore di lavoro pubblico, è responsabile della tutela della salute dei docenti e della valutazione dei potenziali rischi di disagio mentale derivanti dallo stress lavoro-correlato.
Magari potrebbe essere praticabile la strada dell'attribuzione di un differente incarico all'interno della scuola (classicamente, la gestione della biblioteca, o anche altro), in attesa che vengano maturati i requisiti per il pensionamento.
Legga, se non li conosce ancora, gli interessanti lavori relativi al burnout degli insegnanti dello pschiatra Vittorio Lodolo D'Oria: troverà -spero- qualche spunto utile per provare a migliorare la vostra situazione.
Saluti cordiali.
una possibilità sarebbe quella di incontrare il Dirigente Scolastico dell'Istituto in cui insegna sua madre ed esporre la delicatezza della situazione in cui si trova, per capire con lui quali soluzioni alternative all'insegnamento ci potrebbero essere.
Quanto accade non fa di certo bene a sua madre, ma neppure ai ragazzi che si ritrova davanti quotidianamente, né tantomeno alla Scuola dove insegna (oltre che, naturalmente, a voi famigliari).
Il Dirigente, in quanto datore di lavoro pubblico, è responsabile della tutela della salute dei docenti e della valutazione dei potenziali rischi di disagio mentale derivanti dallo stress lavoro-correlato.
Magari potrebbe essere praticabile la strada dell'attribuzione di un differente incarico all'interno della scuola (classicamente, la gestione della biblioteca, o anche altro), in attesa che vengano maturati i requisiti per il pensionamento.
Legga, se non li conosce ancora, gli interessanti lavori relativi al burnout degli insegnanti dello pschiatra Vittorio Lodolo D'Oria: troverà -spero- qualche spunto utile per provare a migliorare la vostra situazione.
Saluti cordiali.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Utente
Gentile Dottoressa,
Grazie per la sua lunga e cortese risposta. Temo tuttavia che questa non sia una strada percorribile. Come forse ha intuito mia madre è molto orgogliosa e sarebbe umiliamte per lei fare questo davanti ai suoi alunni e colleghi. Oltre a ciò, è in pessimi rapporti con il preside, che come se non bastasse spesso le fa dispetti e critica da sempre il suo operato (come ad esempio la sua disciplina con gli studenti). Sto valutando se portarla dal neurologo per la questione della memoria (che sta diventando preoccupante). È una situazione paradossale: se per caso avesse l'alzheimer sarebbe fatta, andrebbe di certo in pensione, ma ovviamente non voglio. L'unica soluzione alla nostra situazione prevede, insomma, una prospettiva spaventosa.
Mi sembra davvero una situazione senza via d'uscita. Per i prossimi anni mi vedo con lei sempre meno autosufficiente, come gia sta avvenendo. Ho meno di 30 anni ed invece di stare spiccando il volo come i miei coetanei mi sembra che la mia vita sia finita...
Grazie per la sua lunga e cortese risposta. Temo tuttavia che questa non sia una strada percorribile. Come forse ha intuito mia madre è molto orgogliosa e sarebbe umiliamte per lei fare questo davanti ai suoi alunni e colleghi. Oltre a ciò, è in pessimi rapporti con il preside, che come se non bastasse spesso le fa dispetti e critica da sempre il suo operato (come ad esempio la sua disciplina con gli studenti). Sto valutando se portarla dal neurologo per la questione della memoria (che sta diventando preoccupante). È una situazione paradossale: se per caso avesse l'alzheimer sarebbe fatta, andrebbe di certo in pensione, ma ovviamente non voglio. L'unica soluzione alla nostra situazione prevede, insomma, una prospettiva spaventosa.
Mi sembra davvero una situazione senza via d'uscita. Per i prossimi anni mi vedo con lei sempre meno autosufficiente, come gia sta avvenendo. Ho meno di 30 anni ed invece di stare spiccando il volo come i miei coetanei mi sembra che la mia vita sia finita...
[#3]
Gentile utente,
".. Sto valutando se portarla dal neurologo .."
valutare l'opportunità di approfondimenti specialitici è positivo:
in primis lo Psichiatra, per considerare se l'assunzione di farmaci può aiutare Sua madre, https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html
in appoggio ad un percorso psicologico che Vi aiuti a gestire meglio lo stress:
quello proprio, per Sua madre;
quello materno, nel caso Suo.
Sembra che nel Suo caso sia veramente opportuno per Lei farsi aiutare
.a capire la "giusta misura" del sostegno a Sua madre,
.ad imparare a non farsene assorbire e schiacciare,
.a mantenere la propria progettualità.
Siete due persone adulte e distinte,
e nessuna delle due può cannibalizzare l'altra
nemmeno attraverso il registro del bisogno.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
".. Sto valutando se portarla dal neurologo .."
valutare l'opportunità di approfondimenti specialitici è positivo:
in primis lo Psichiatra, per considerare se l'assunzione di farmaci può aiutare Sua madre, https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html
in appoggio ad un percorso psicologico che Vi aiuti a gestire meglio lo stress:
quello proprio, per Sua madre;
quello materno, nel caso Suo.
Sembra che nel Suo caso sia veramente opportuno per Lei farsi aiutare
.a capire la "giusta misura" del sostegno a Sua madre,
.ad imparare a non farsene assorbire e schiacciare,
.a mantenere la propria progettualità.
Siete due persone adulte e distinte,
e nessuna delle due può cannibalizzare l'altra
nemmeno attraverso il registro del bisogno.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.7k visite dal 27/10/2018.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Malattia di Alzheimer
L'Alzheimer è una malattia degenerativa che colpisce il cervello in modo progressivo e irreversibile. Scopri sintomi, cause, fattori di rischio e prevenzione.