Ansia cronicizzata
Salve dottori,
Sono un ragazzo di 21 anni che convive ormai con un'ansia cronicizzata e che non gli permette di vivere una vita serena. Ho un buon lavoro e una bella famiglia eppure vivo male la mia vita.
Ho la paura costante di morire o che mi venga una malattia incurabile da un momento all'altro (credo che questo sia dovuto alla non accettazione della morte di mia nonna, che è stato il mio primo lutto in famiglia), ho il timore degli infarti (probabilmente causato dalle mie extrasistoli benigne) e ultimamente quello che mi sta dando più problemi è il terrore di svenire (da piccolo a un campo scuola non ho mangiato e ho finito per svenire. Solo durante gli ultimi anni però mi si è presentata questa fobia). Il problema dello svenire mi rende nervoso soprattutto a lavoro poiché non posso mettere qualcosa nello stomaco negli orario che più mi aggradano. Mi sono accorto inoltre nell'ultimo periodo che quando sono agitato ho la gamba sinistra che si muove da sola per l'agitazione, mi sto rendendo conto che da solo non riesco più a gestire la cosa.
Negli ultimi giorni sto male moralmente perché ho queste paure che mi attanagliano e fisicamente perché sento il mio corpo debole e fiacco (anche se sono a casa e non sto facendo nessuna attività pesante, sento una sensazione di oppressione addosso). Ho provato a rivolgermi a una psicologa tempo addietro, ma non ha dato dei gran risultati. Vorrei semplicemente vivere la mia vita in maniera normale, senza dover pensare ogni giorno del poter morire o calcolare se quello che ho mangiato prima mi farà arrivare al pasto successivo oppure no.
Grazie in anticipo.
Sono un ragazzo di 21 anni che convive ormai con un'ansia cronicizzata e che non gli permette di vivere una vita serena. Ho un buon lavoro e una bella famiglia eppure vivo male la mia vita.
Ho la paura costante di morire o che mi venga una malattia incurabile da un momento all'altro (credo che questo sia dovuto alla non accettazione della morte di mia nonna, che è stato il mio primo lutto in famiglia), ho il timore degli infarti (probabilmente causato dalle mie extrasistoli benigne) e ultimamente quello che mi sta dando più problemi è il terrore di svenire (da piccolo a un campo scuola non ho mangiato e ho finito per svenire. Solo durante gli ultimi anni però mi si è presentata questa fobia). Il problema dello svenire mi rende nervoso soprattutto a lavoro poiché non posso mettere qualcosa nello stomaco negli orario che più mi aggradano. Mi sono accorto inoltre nell'ultimo periodo che quando sono agitato ho la gamba sinistra che si muove da sola per l'agitazione, mi sto rendendo conto che da solo non riesco più a gestire la cosa.
Negli ultimi giorni sto male moralmente perché ho queste paure che mi attanagliano e fisicamente perché sento il mio corpo debole e fiacco (anche se sono a casa e non sto facendo nessuna attività pesante, sento una sensazione di oppressione addosso). Ho provato a rivolgermi a una psicologa tempo addietro, ma non ha dato dei gran risultati. Vorrei semplicemente vivere la mia vita in maniera normale, senza dover pensare ogni giorno del poter morire o calcolare se quello che ho mangiato prima mi farà arrivare al pasto successivo oppure no.
Grazie in anticipo.
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Gentile utente,
convivere "ormai con un'ansia cronicizzata e che non permette di vivere una vita serena"
rende impellente il ricorso allo Specialista, ma di persona e non solo on line.
L'ansia da sola non si risolve,
tende ad invadere nuove aree
e dunque decidere di curarla seriamente è il passo giusto da fare.
Occorre una diagnosi (Lo Psicologo e lo Psicoterapeuta),
sulla base della quale viene decisa la terapia:
in genere psicoterapia;
+ farmacoterapia ove necessario (specialista lo Psichiatra).
Ritiene di poter mettere in atto questo passo?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
convivere "ormai con un'ansia cronicizzata e che non permette di vivere una vita serena"
rende impellente il ricorso allo Specialista, ma di persona e non solo on line.
L'ansia da sola non si risolve,
tende ad invadere nuove aree
e dunque decidere di curarla seriamente è il passo giusto da fare.
Occorre una diagnosi (Lo Psicologo e lo Psicoterapeuta),
sulla base della quale viene decisa la terapia:
in genere psicoterapia;
+ farmacoterapia ove necessario (specialista lo Psichiatra).
Ritiene di poter mettere in atto questo passo?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 697 visite dal 21/10/2018.
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