Una depressione che mi sta consumando
Gentilissimi Dottori,
Vi scrivo perché mi trovo in una situazione di estremo disagio e non so come uscirne.
Ho 23 anni, vivo con mia madre e da circa 6 anni soffro di attacchi di panico e crisi depressive che mi impediscono di vivere una vita normale. Si può dire che tutto è iniziato da quando mia madre ha perso il lavoro e ha avuto un forte esaurimento nervoso seguito da un'ischemia. Da quel momento ha iniziato a nutrire dei sentimenti negativi nei miei confronti e ad attribuirmi ogni causa di sofferenza immotivatamente.
Quando ero un'adolescente mi trattava molto male anche davanti ai miei amici e compagni insultandomi con parole forti e umiliandomi al primo errore che commettevo (un votaccio, la cameretta disordinata, un oggetto caduto...) è stato così che ho iniziato a manifestare i primi attacchi di panico e momenti di forte ansia per paura di essere umiliata nuovamente da lei. Vivevo nella costante paura di essere attaccata.
Poi è arrivato lo sfratto... Siamo andati a vivere con i miei zii fino a quando ci hanno allontanate a detta di mia mamma "perché io non ero una ragazzina normale"... Siamo andati a vivere da mia nonna che mi ha sempre difesa e protetta dai forti attacchi che mia madre mi rivolgeva ricordandomi che, anche se avevo qualche difficoltà nell'apprendimento (dislessia, discalculia e un piccolo deficit dell'attenzione) io valevo e che non dovevo arrendermi alle cattiverie.
Poi mia nonna si è ammalata ed è andata a stare in clinica... Noi abitiamo ancora nella sua casa che in un certo senso ci ha lasciato, ma mai come ora mi sento disperata.
Mia mamma spende tutti i soldi degli alimenti che mio padre manda per mantenermi agli studi universitari e per avere una vita il più dignitosa possibile... Non ho potuto mettere da parte nulla per continuare a studiare dopo la triennale perché lei purtroppo non sa gestire le entrate e per di più non lavora. Quei pochi soldi che guadagno come dogsitter o come Promoter mi servono per pagare il fisioterapista a causa di un mio problema fisico che ho da molti anni (causato dalla violenza di un bullo a scuola) e una specialista che mi ha "diagnosticato" se così si può dire una forte depressione... Nonostante le sedute e nonostante un fidanzato che mi vuole bene e mi appoggia, gli attacchi di panico non sono passati. Le crisi depressive e di ansia nemmeno... Spesso ho dei pensieri intrusivi che mi portano a pensare che sarebbe meglio morissi e che non valgo niente... Mia madre mi tratta sempre male nonostante io cerchi di essere il più dolce e comprensiva possibile nei suoi riguardi. Mi rinfaccia ogni spesa che sostiene per me (cibo, bollette e le medicine soprattutto). Parla male di me con zie e amiche mettendomi in bocca parole che non ho detto o raccontando fatti non veri e tutti le credono. Non è mai stata affettuosa con me.. mai una carezza o una parola di sostegno.
Mi sento persa e non so come andare avanti nella vita sapendo che mia madre mi disprezza. Cos'ho che non va? Non capisco
Vi scrivo perché mi trovo in una situazione di estremo disagio e non so come uscirne.
Ho 23 anni, vivo con mia madre e da circa 6 anni soffro di attacchi di panico e crisi depressive che mi impediscono di vivere una vita normale. Si può dire che tutto è iniziato da quando mia madre ha perso il lavoro e ha avuto un forte esaurimento nervoso seguito da un'ischemia. Da quel momento ha iniziato a nutrire dei sentimenti negativi nei miei confronti e ad attribuirmi ogni causa di sofferenza immotivatamente.
Quando ero un'adolescente mi trattava molto male anche davanti ai miei amici e compagni insultandomi con parole forti e umiliandomi al primo errore che commettevo (un votaccio, la cameretta disordinata, un oggetto caduto...) è stato così che ho iniziato a manifestare i primi attacchi di panico e momenti di forte ansia per paura di essere umiliata nuovamente da lei. Vivevo nella costante paura di essere attaccata.
Poi è arrivato lo sfratto... Siamo andati a vivere con i miei zii fino a quando ci hanno allontanate a detta di mia mamma "perché io non ero una ragazzina normale"... Siamo andati a vivere da mia nonna che mi ha sempre difesa e protetta dai forti attacchi che mia madre mi rivolgeva ricordandomi che, anche se avevo qualche difficoltà nell'apprendimento (dislessia, discalculia e un piccolo deficit dell'attenzione) io valevo e che non dovevo arrendermi alle cattiverie.
Poi mia nonna si è ammalata ed è andata a stare in clinica... Noi abitiamo ancora nella sua casa che in un certo senso ci ha lasciato, ma mai come ora mi sento disperata.
Mia mamma spende tutti i soldi degli alimenti che mio padre manda per mantenermi agli studi universitari e per avere una vita il più dignitosa possibile... Non ho potuto mettere da parte nulla per continuare a studiare dopo la triennale perché lei purtroppo non sa gestire le entrate e per di più non lavora. Quei pochi soldi che guadagno come dogsitter o come Promoter mi servono per pagare il fisioterapista a causa di un mio problema fisico che ho da molti anni (causato dalla violenza di un bullo a scuola) e una specialista che mi ha "diagnosticato" se così si può dire una forte depressione... Nonostante le sedute e nonostante un fidanzato che mi vuole bene e mi appoggia, gli attacchi di panico non sono passati. Le crisi depressive e di ansia nemmeno... Spesso ho dei pensieri intrusivi che mi portano a pensare che sarebbe meglio morissi e che non valgo niente... Mia madre mi tratta sempre male nonostante io cerchi di essere il più dolce e comprensiva possibile nei suoi riguardi. Mi rinfaccia ogni spesa che sostiene per me (cibo, bollette e le medicine soprattutto). Parla male di me con zie e amiche mettendomi in bocca parole che non ho detto o raccontando fatti non veri e tutti le credono. Non è mai stata affettuosa con me.. mai una carezza o una parola di sostegno.
Mi sento persa e non so come andare avanti nella vita sapendo che mia madre mi disprezza. Cos'ho che non va? Non capisco
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Non ha nulla che non va. Anzi. La sua sensibilità - e la sofferenza che spesso comporta nell'età giovanile - è in fondo una risorsa, qualcosa su cui potrà costruire la sua personalità. La sofferenza che comporta deriva non di rado proprio dall'incomprensione vissuta e subita da chi meno ce lo aspetteremmo. Provi al presente a investire in affetti nuovi, del resto la sua età lo richiede, ma fuori di casa con coetanei e non solo. Le consiglio anche di rivolgersi ad un Consultorio per un aiuto psicologico.
Dr. DANIELE RONDANINI- Dirig. Psicologo ASL RM 2- Psicoterapeuta - Psicoanalista Junghiano Didatta e Supervisore- Docente - CIPA Roma
3384703937
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.3k visite dal 21/10/2018.
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