Rifiuto
Sto affrontando un cambio di facoltà, forse... Cioè di sicuro lascerò la vecchia facoltà.. (ero iscritta al primo anno, a tre ore da casa, tornavo ogni due settimane) L ultima volta che sono tornata ci sono rimasta perché li facevo pensieri molto brutti e passavo il giorno a piangere e non credo sia normale... Dopo aver capito che nel nostro territorio non si trova lavoro con questa materia, ho deciso di lasciare e di continuare con quello che avevo sempre fatto, cioe chimica o biologia. Dato che chimica è a due ore da casa mia non credo di poterlo fare visto come l ho vissuta già.. Quindi avevo intenzione di iscrivermi a biologi, che sarebbe la seconda scelta. Ma la mattina mi alzo con un senso di rifiuto totale, non mi sembra sensato alzarmi dal letto, né mangiare. Mi sento sola e provo un senso di abbandono, un vuoto... Anche se dirante il giorno a volte mi convinco di voler essere felice, ogni mattina si ripete la stessa storia.. È una stanza piena di porte e ogni volta che prova ad aprirne una mi si richiude subito in faccia e sono bloccata in tutto.
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Gentile utente, credo sia evidente anche a lei che il problema non è nella facoltà. Probabilmente anche quella che ha lasciato le avrebbe permesso di lavorare; quale facoltà era? Il problema non è nemmeno nel vivere fuori casa, che per molti giovani è una prova di maturità, istruttiva e divertente. Tra l'altro, una facoltà a due o tre ore da casa perché dovrebbe richiedere il soggiorno fuori per due intere settimane?
Il vero problema mi sembra il suo stato d'animo. Lei scrive: "lì facevo pensieri molto brutti e passavo il giorno a piangere"; ma anche adesso che a quel che capisco è rimasta nel rifugio sicuro della sua casa, si sente sola, abbandonata, e la mattina non vorrebbe nemmeno alzarsi dal letto...
Direi che urge il colloquio con uno psicologo, per definire con calma i reali contorni delle sue aspettative e recuperare la serenità. Per gli universitari, e in genere per i giovani, ci sono convenzioni speciali, e del resto con mi pare che lei abbia problemi economici. I suoi genitori cosa dicono? Sentendosi come lei dice, che altro aspetta a cercare aiuto? Auguri, e ci scriva ancora.
Il vero problema mi sembra il suo stato d'animo. Lei scrive: "lì facevo pensieri molto brutti e passavo il giorno a piangere"; ma anche adesso che a quel che capisco è rimasta nel rifugio sicuro della sua casa, si sente sola, abbandonata, e la mattina non vorrebbe nemmeno alzarsi dal letto...
Direi che urge il colloquio con uno psicologo, per definire con calma i reali contorni delle sue aspettative e recuperare la serenità. Per gli universitari, e in genere per i giovani, ci sono convenzioni speciali, e del resto con mi pare che lei abbia problemi economici. I suoi genitori cosa dicono? Sentendosi come lei dice, che altro aspetta a cercare aiuto? Auguri, e ci scriva ancora.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 786 visite dal 20/10/2018.
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