Disturbi gastrici
Salve, sono una ragazza di 24 anni e da circa quattro mesi soffro di disturbi gastrici di vario tipo (dispepsia e stipsi cronica) accertati da un gastroenterologo. Dopo aver fatto tutta una serie di esami, tra cui gastroscopia e endoscopia, mi hanno riscontrato un'esofagite di grado A che sto curando da circa un mese con pantoprazolo.
Premetto che ho sofferto per diverso tempo di attacchi di panico a causa dei quali ho assunto il Cipralex per un paio di anni, esattamente fino a questa estate.
In seguito ad alcuni cambiamenti positivi nella mia vita ( un nuovo lavoro, la fine di una storia che "mi stava stretta") ho deciso di sospendere l'uso di questo farmaco. Questo all'incirca verso i primi mesi estivi dell'anno passato.
Gli attacchi di panico hanno ripreso a "bloccarmi", ma sentivo di riuscire a gestirli, per cui ho escluso un ritorno al Cipralex.
Dopo due mesi dalla sospensione ho però cominciato ad avere delle paure paralizzanti sul lavoro, essendo un soggetto tenedenzialmente ipocondriaco.
Spesso temevo di svenire per la stanchezza, oppure al minimo mal di testa entravo nel pallone, credendo stesse per succedere il peggio.
Ho cercato di ignorare tutte queste paure per diverso tempo, risoluta a non ritornare al Cipralex. Solo che da un paio di mesi ad oggi ho cominciato ad avere quei disturbi gastrici che ho citato prima.
Il punto è che tali disturbi mi rendono molto ansiosa...soprattutto per il timore continuo di un blocco digestivo o intestinale, dato che ho la sensazione netta che qualcosa dentro di me non funzioni nel modo giusto.
Ormai mangio pochissimo per paura di fare indigestione, e nonostante ciò sento di non riuscire a digerire nulla davvero, anche la cosa più banale, come frutta e verdura cruda.
Inoltre spesso avverto un tremore involontario e molto fastidioso alla palpebra sinistra, che mi accompagna per tutto il giorno ad intervalli e si intensifica nei momenti di maggiore stress.
E aggiungo che in concomitanza con tali disturbi ho cominciato a soffrire di amenorrea, probabilmente dovuta all'abuso di procinetici.
Quello che vorrei chiedere è se effettivamente questi disturbi possano dipendere da una carenza di serotonina e se a questo punto non sia davvero meglio che torni a prendere il cipralex, o se a parer vostro, non possa essere sufficiente la psicoterapia. Vi ringrazio in anticipo per la risposta.
cordiali saluti
Premetto che ho sofferto per diverso tempo di attacchi di panico a causa dei quali ho assunto il Cipralex per un paio di anni, esattamente fino a questa estate.
In seguito ad alcuni cambiamenti positivi nella mia vita ( un nuovo lavoro, la fine di una storia che "mi stava stretta") ho deciso di sospendere l'uso di questo farmaco. Questo all'incirca verso i primi mesi estivi dell'anno passato.
Gli attacchi di panico hanno ripreso a "bloccarmi", ma sentivo di riuscire a gestirli, per cui ho escluso un ritorno al Cipralex.
Dopo due mesi dalla sospensione ho però cominciato ad avere delle paure paralizzanti sul lavoro, essendo un soggetto tenedenzialmente ipocondriaco.
Spesso temevo di svenire per la stanchezza, oppure al minimo mal di testa entravo nel pallone, credendo stesse per succedere il peggio.
Ho cercato di ignorare tutte queste paure per diverso tempo, risoluta a non ritornare al Cipralex. Solo che da un paio di mesi ad oggi ho cominciato ad avere quei disturbi gastrici che ho citato prima.
Il punto è che tali disturbi mi rendono molto ansiosa...soprattutto per il timore continuo di un blocco digestivo o intestinale, dato che ho la sensazione netta che qualcosa dentro di me non funzioni nel modo giusto.
Ormai mangio pochissimo per paura di fare indigestione, e nonostante ciò sento di non riuscire a digerire nulla davvero, anche la cosa più banale, come frutta e verdura cruda.
Inoltre spesso avverto un tremore involontario e molto fastidioso alla palpebra sinistra, che mi accompagna per tutto il giorno ad intervalli e si intensifica nei momenti di maggiore stress.
E aggiungo che in concomitanza con tali disturbi ho cominciato a soffrire di amenorrea, probabilmente dovuta all'abuso di procinetici.
Quello che vorrei chiedere è se effettivamente questi disturbi possano dipendere da una carenza di serotonina e se a questo punto non sia davvero meglio che torni a prendere il cipralex, o se a parer vostro, non possa essere sufficiente la psicoterapia. Vi ringrazio in anticipo per la risposta.
cordiali saluti
[#1]
Gentile utente
Per quanto riguarda i farmaci, questa è una domanda che dovrebbe gentilmente riproporre in area Psichiatria.
Un trattamento psicoterapeutico potrebbe essere molto utile nel suo caso. Si rivolga a un collega psicologo/psicoterapeuta per un parere.
Cordiali saluti
Per quanto riguarda i farmaci, questa è una domanda che dovrebbe gentilmente riproporre in area Psichiatria.
Un trattamento psicoterapeutico potrebbe essere molto utile nel suo caso. Si rivolga a un collega psicologo/psicoterapeuta per un parere.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Gentile Utente,
al di là di cosa abbia causato cosa, quello che oggi possiamo vedere è lo sviluppo di un disturbo d'ansia che la porta costantemente a preoccuparsi di poter stare male, per questo motivo tende ad evitare situazioni potenzialmente "pericolose" come il mangiare troppo, ecc.
Come può leggere in questo articolo https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
il trattamento d'elezione per i disturbi d'ansia è rappresentato dalla psicoterapia di tipo cognitivo comportamentale. Il che non toglie comunque la necessità di mantenere la terapia gastroenterologica in atto.
Vista la presenza di queste componenti psicosomatiche io le consiglierei anche di sentire il parere di uno psichiatra, al quale potrà rivolgere le domande sull'assunzione di cipralex, ecc.
Soffrire così non ha senso, non crede? Per cui credo sia giunto il momento di passare ai fatti. Prenoti delle consulenze con i professionisti che le ho indicato. Vedrà che "fare qualcosa" per se stessi sarà il primo passo verso la guarigione
al di là di cosa abbia causato cosa, quello che oggi possiamo vedere è lo sviluppo di un disturbo d'ansia che la porta costantemente a preoccuparsi di poter stare male, per questo motivo tende ad evitare situazioni potenzialmente "pericolose" come il mangiare troppo, ecc.
Come può leggere in questo articolo https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
il trattamento d'elezione per i disturbi d'ansia è rappresentato dalla psicoterapia di tipo cognitivo comportamentale. Il che non toglie comunque la necessità di mantenere la terapia gastroenterologica in atto.
Vista la presenza di queste componenti psicosomatiche io le consiglierei anche di sentire il parere di uno psichiatra, al quale potrà rivolgere le domande sull'assunzione di cipralex, ecc.
Soffrire così non ha senso, non crede? Per cui credo sia giunto il momento di passare ai fatti. Prenoti delle consulenze con i professionisti che le ho indicato. Vedrà che "fare qualcosa" per se stessi sarà il primo passo verso la guarigione
[#3]
Utente
La ringrazio, dottor Bulla per il suo intervento, e ne approfitto per specificare un particolare della mia condizione...ovvero che io non mi sento per niente ANSIOSA.
Ho dei timori che m spingono a mangiare molto poco.
Ma ho avuto periodi nella mia vita in cui ho provato ansia, con tachicardia, panico e senso di nodo alla gola. Ora questo tipo di sensazioni non le provo assolutamente...al contrario mi accorgo che spesso il ritmo del cuore è piuttosto lento, ed in genere qualsiasi cosa, che prima avrebbe potuto rappresentare uno stimolo per l'ansia, adesso mi è completamente indifferente.
Quello che m ha spinto a chiedere un consulto su questo forum, è il fatto di avere un malessere fisico costante, che a quanto pare non ha radici organiche.
C'è "solo" che il mio apparato digerente non reagisce a nulla (per dirla in termini spiccioli), a partire dallo stimolo stesso della fame.
Qualsiasi cosa mandi giù è una pietra sullo stomaco( nel vero senso del termine)che mi provoca forti fitte allo sterno, nausea e tachicardia momentanea(durante la deglutizione di sostanze più solide).
Senza contare, che pur mangiando pochissimo, ho sempre una pancia gonfissima, come dopo un pranzo matrimoniale :)
Il mio gastroenterologo mi ha detto che sono tutti sintomi vagali e mi ha prescritto una specie di lassativo, ma sinceramente, la situazione continua a restare invariata.
So che forse avrei dovuto postare in un'altra specialità, ma dato che tutti i medici che ho consultato continuano a dirmi che non ho nessun problema a livello organico (e non voglio mettere in dubbio la loro professionalità), mi rivolgo a voi medici del "settore umanistico", per capire quanto meno in che modo muovermi.
Grazie anticipatamente.
Ho dei timori che m spingono a mangiare molto poco.
Ma ho avuto periodi nella mia vita in cui ho provato ansia, con tachicardia, panico e senso di nodo alla gola. Ora questo tipo di sensazioni non le provo assolutamente...al contrario mi accorgo che spesso il ritmo del cuore è piuttosto lento, ed in genere qualsiasi cosa, che prima avrebbe potuto rappresentare uno stimolo per l'ansia, adesso mi è completamente indifferente.
Quello che m ha spinto a chiedere un consulto su questo forum, è il fatto di avere un malessere fisico costante, che a quanto pare non ha radici organiche.
C'è "solo" che il mio apparato digerente non reagisce a nulla (per dirla in termini spiccioli), a partire dallo stimolo stesso della fame.
Qualsiasi cosa mandi giù è una pietra sullo stomaco( nel vero senso del termine)che mi provoca forti fitte allo sterno, nausea e tachicardia momentanea(durante la deglutizione di sostanze più solide).
Senza contare, che pur mangiando pochissimo, ho sempre una pancia gonfissima, come dopo un pranzo matrimoniale :)
Il mio gastroenterologo mi ha detto che sono tutti sintomi vagali e mi ha prescritto una specie di lassativo, ma sinceramente, la situazione continua a restare invariata.
So che forse avrei dovuto postare in un'altra specialità, ma dato che tutti i medici che ho consultato continuano a dirmi che non ho nessun problema a livello organico (e non voglio mettere in dubbio la loro professionalità), mi rivolgo a voi medici del "settore umanistico", per capire quanto meno in che modo muovermi.
Grazie anticipatamente.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.4k visite dal 25/01/2009.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Attacchi di panico
Scopri cosa sono gli attacchi di panico, i sintomi principali, quanto durano e quali sono le cause. Come affrontarli e come gestire l'ansia che li provoca?