Madre opprimente
Buonasera a tutti,
Sono disperata per la relazione con mia madre. Non avrei mai pensato di finire a chiedere aiuto su un sito del genere, ma, veramente, non so più dove sbattere la testa.
Ho 23 anni e mi sono da poco laureata, in tempo e con buoni voti. Attualmente frequento un master e ho tre lavoretti, purtroppo niente di fisso, niente pagato benissimo, ma tra tutti e tre e nonostante la situazione del mercato del lavoro (specialmente quello riservato alle lauree umanistiche), provo a cavarmela da sola senza mai chiedere aiuto ai miei.
Il mio problema è, essenzialmente, mia madre.
Sono fidanzata da 4 anni, con un ragazzo serio, con un lavoro fisso e una casa di proprietà. Lui mi ha chiesto, praticamente da subito, di andare a convivere.
Io lo amo e a casa sua sto benissimo: andiamo d’accordo, ho silenzio e un ambiente giusto per studiare e lavorare (lavoro perlopiù da casa) e ci godiamo le serate insieme, tra amici o noi due. Non siamo nemmeno una di quelle coppie “chiuse” che ha tagliato i ponti con tutti.
Mia madre però non accetta che io vada da lui: mi chiede costantemente, praticamente obbligandomi di tornare a casa sua. Io al momento vivo sballottata tra le due case. Ho vestiti, libri, oggetti di ogni tipo sparsi tra due abitazioni. Devo programmare tutto in modo da non passare troppi giorni di seguito a casa del mio fidanzato perché altrimenti scattano liti furiose o ripicche assurde.
A casa di mia madre, peraltro, sono continuamente messa sotto pressione: nonostante io abbia da lavorare o studiare, lei pretende che io assolva alle più svariate incombenze, domestiche e non, nel momento esatto in cui me le chiede. Il silenzio, praticamente, non esiste, in quanto lei passa mattinate e giornate intere a pulire, usando aspirapolveri e altri oggetti demoniaci e rumorosi. Ogni momento poi è buono per lanciare una frecciatina verso il fatto che io non stia abbastanza a casa, che non abbia un lavoro fisso, che passi troppo tempo con il mio ragazzo.
Non c’è un solo momento di comunione, di chiacchiere spensierate: quando finalmente finiscono i mille lavori, lei si mette al computer o al telefono, io sono invisibile.
Ho provato ad affrontare questa questione mille volte, sia in modo calmo, sia in modo arrabbiato, sia piangendo per il nervoso. È sempre sfociata in lite, spesso aggressiva da parte sua. Una volta mi ha quasi spaccato il labbro, altre volte mi ha cacciata di casa. Ogni volta non mi parla per due o tre giorni, poi torna sui suoi passi e mi chiede di tornare a casa.
Tutta questa invadenza (e la pressione messa addosso durante gli anni dell’università) mi hanno portata a periodi di ansia ed attacchi di panico, per cui ero seguita da una psicologa. Abbiamo fatto anche degli incontri insieme, ma nemmeno questi sono serviti.
Vi chiedo aiuto perché mi sento al limite della pazienza. Sono quasi le 2 e sono a piangere dal nervoso accumulato oggi a casa sua. Sento che a breve ci sarà l’ennesima litigata e sono stufa.
Sono disperata per la relazione con mia madre. Non avrei mai pensato di finire a chiedere aiuto su un sito del genere, ma, veramente, non so più dove sbattere la testa.
Ho 23 anni e mi sono da poco laureata, in tempo e con buoni voti. Attualmente frequento un master e ho tre lavoretti, purtroppo niente di fisso, niente pagato benissimo, ma tra tutti e tre e nonostante la situazione del mercato del lavoro (specialmente quello riservato alle lauree umanistiche), provo a cavarmela da sola senza mai chiedere aiuto ai miei.
Il mio problema è, essenzialmente, mia madre.
Sono fidanzata da 4 anni, con un ragazzo serio, con un lavoro fisso e una casa di proprietà. Lui mi ha chiesto, praticamente da subito, di andare a convivere.
Io lo amo e a casa sua sto benissimo: andiamo d’accordo, ho silenzio e un ambiente giusto per studiare e lavorare (lavoro perlopiù da casa) e ci godiamo le serate insieme, tra amici o noi due. Non siamo nemmeno una di quelle coppie “chiuse” che ha tagliato i ponti con tutti.
Mia madre però non accetta che io vada da lui: mi chiede costantemente, praticamente obbligandomi di tornare a casa sua. Io al momento vivo sballottata tra le due case. Ho vestiti, libri, oggetti di ogni tipo sparsi tra due abitazioni. Devo programmare tutto in modo da non passare troppi giorni di seguito a casa del mio fidanzato perché altrimenti scattano liti furiose o ripicche assurde.
A casa di mia madre, peraltro, sono continuamente messa sotto pressione: nonostante io abbia da lavorare o studiare, lei pretende che io assolva alle più svariate incombenze, domestiche e non, nel momento esatto in cui me le chiede. Il silenzio, praticamente, non esiste, in quanto lei passa mattinate e giornate intere a pulire, usando aspirapolveri e altri oggetti demoniaci e rumorosi. Ogni momento poi è buono per lanciare una frecciatina verso il fatto che io non stia abbastanza a casa, che non abbia un lavoro fisso, che passi troppo tempo con il mio ragazzo.
Non c’è un solo momento di comunione, di chiacchiere spensierate: quando finalmente finiscono i mille lavori, lei si mette al computer o al telefono, io sono invisibile.
Ho provato ad affrontare questa questione mille volte, sia in modo calmo, sia in modo arrabbiato, sia piangendo per il nervoso. È sempre sfociata in lite, spesso aggressiva da parte sua. Una volta mi ha quasi spaccato il labbro, altre volte mi ha cacciata di casa. Ogni volta non mi parla per due o tre giorni, poi torna sui suoi passi e mi chiede di tornare a casa.
Tutta questa invadenza (e la pressione messa addosso durante gli anni dell’università) mi hanno portata a periodi di ansia ed attacchi di panico, per cui ero seguita da una psicologa. Abbiamo fatto anche degli incontri insieme, ma nemmeno questi sono serviti.
Vi chiedo aiuto perché mi sento al limite della pazienza. Sono quasi le 2 e sono a piangere dal nervoso accumulato oggi a casa sua. Sento che a breve ci sarà l’ennesima litigata e sono stufa.
[#1]
Getile utente,
La preghiamo di adeguare i vari dati della Sua anagrafica,
da cui - tra l'altro - risulta avere 79 anni (!),
a quelli del Consulto.
Oppure a creare un proprio account (occorrono 30 secondi..).
E' impossibile per noi rispondere, oltre che nell'anonimato, anche in assenza di alcun dato personale.
A tra poco.
La preghiamo di adeguare i vari dati della Sua anagrafica,
da cui - tra l'altro - risulta avere 79 anni (!),
a quelli del Consulto.
Oppure a creare un proprio account (occorrono 30 secondi..).
E' impossibile per noi rispondere, oltre che nell'anonimato, anche in assenza di alcun dato personale.
A tra poco.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Gentile dottoressa Brunialti,
Ha ragione! Che svista!
Ora che mi fa notare l’errore, mi sono ricordata di aver creato questo account molto tempo fa per chiedere un consulto insieme a mio nonno (che, naturalmente, non ha una sua mail) riguardo a un suo problema, ma non ricordavo di avere inserito i suoi dati. Credevo fossero i miei. Provvedo alle correzioni richieste. Comunque confermo, ho 23 anni :)
Ha ragione! Che svista!
Ora che mi fa notare l’errore, mi sono ricordata di aver creato questo account molto tempo fa per chiedere un consulto insieme a mio nonno (che, naturalmente, non ha una sua mail) riguardo a un suo problema, ma non ricordavo di avere inserito i suoi dati. Credevo fossero i miei. Provvedo alle correzioni richieste. Comunque confermo, ho 23 anni :)
[#4]
Gentile utente,
eccomi.
Mi sembra che Lei abbia fatto tutto il possibile per modificare la situazione,
compresa una terapia di coppia
- o qualche incontro -
per Voi due.
E' difficile modificare relazioni madre-figlia consolidatesi nel tempo.
In famiglia c'è anche un padre/marito?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
eccomi.
Mi sembra che Lei abbia fatto tutto il possibile per modificare la situazione,
compresa una terapia di coppia
- o qualche incontro -
per Voi due.
E' difficile modificare relazioni madre-figlia consolidatesi nel tempo.
In famiglia c'è anche un padre/marito?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
[#5]
Utente
Mio padre purtroppo è morto quando avevo 5 anni. Mia madre attualmente ha un'altra relazione, io ho un bel rapporto con quest'uomo, non è fonte di problemi, ma non essendo mio padre tende a rimanere estraneo a queste dinamiche (è intervenuto, talvolta, in mia difesa solo quando mia madre ha veramente esagerato).
L'unica "intermediaria" o "mediatrice", che dir si voglia, è la mia nonna materna, ma mia madre è molto testarda e non ascolta nemmeno lei.
Ci tengo a dirle che io non voglio dover escludere mia madre dalla mia vita, anzi, vorrei renderla partecipe ma in modo adulto, passare dei bei momenti insieme, scambiarci opinioni e via dicendo. Il fatto è che lei è talmente chiusa nella sua possessivi che sembra quasi non riesca a godere di questi momenti insieme (che, di fatto, non sono insieme: come dicevo sopra lei pulisce e mi ignora per la maggior parte del tempo). L'unica cosa che lei desidera è che io sia a casa o comunque non con il mio fidanzato, perché quando ho vissuto 4 anni fuori per l'università non ci sono stati problemi.
Vorrei solo che capisse che ho bisogno della mia libertà e di maturare come donna e persona. Non le ho mai dato problemi di sorta e tutte le persone che mi conoscono mi reputano una persona matura, affidabile e che si impegna molto. Credo di meritarmelo.
L'unica "intermediaria" o "mediatrice", che dir si voglia, è la mia nonna materna, ma mia madre è molto testarda e non ascolta nemmeno lei.
Ci tengo a dirle che io non voglio dover escludere mia madre dalla mia vita, anzi, vorrei renderla partecipe ma in modo adulto, passare dei bei momenti insieme, scambiarci opinioni e via dicendo. Il fatto è che lei è talmente chiusa nella sua possessivi che sembra quasi non riesca a godere di questi momenti insieme (che, di fatto, non sono insieme: come dicevo sopra lei pulisce e mi ignora per la maggior parte del tempo). L'unica cosa che lei desidera è che io sia a casa o comunque non con il mio fidanzato, perché quando ho vissuto 4 anni fuori per l'università non ci sono stati problemi.
Vorrei solo che capisse che ho bisogno della mia libertà e di maturare come donna e persona. Non le ho mai dato problemi di sorta e tutte le persone che mi conoscono mi reputano una persona matura, affidabile e che si impegna molto. Credo di meritarmelo.
[#6]
Utente
Per quanto riguarda la psicologa: io ho seguito un breve percorso per passare un periodo di ansia e attacchi di panico. La psicologa aveva un approccio di tipo sistemico (mi sembra). Mi disse fin da subito che avevo dei problemi a pensare più agli altri che a me stessa e di essere troppo succube del giudizio altrui. Nelle sedute è emerso, naturalmente, il rapporto conflittuale con mia madre e perciò ha chiesto delle sedute insieme. Le dico solo che, una volta detto a mia madre che la psicologa avrebbe voluto vederci insieme, la sua prima risposta è stata "Io vengo, ma scordati che mi faccio convincere da lei a farti andare a vivere da XXX". I suoi comportamenti non sono cambiati dopo le sedute, anzi, ha iniziato a fare "sceneggiate" in cui si autocolpevolizzava. Ogni volta che le faccio notare un problema, anche minimo, mi rinfaccia cose del genere "tanto io sono una madre di m***a, ti faccio solo stare male" e altre assurdità.
Ho smesso di andare dalla psicologa perché andarci con lei mi faceva solo sentire ancora più frustrata e, per quanto riguarda me, ho superato i miei problemi (e, soprattutto, ho finito l'università, causa di molta ansia).
Stamani ho comunque mandato un sms alla terapeuta con cui ero in cura e nel pomeriggio avremo una breve telefonata nel corso della quale le parlerò dei miei dubbi circa l'ipotesi di ritornare, insieme, in terapia: da un lato vorrei togliermi questo peso e "emanciparmi", dall'altro, viste le esperienza, so che una terapia insieme mi porterà a nuovi, inevitabili conflitti e che difficilmente raggiungerò il mio scopo.
Chiedo anche a lei, dunque, un consiglio e un confronto circa quale "strategia" adottare (sapendo benissimo che un consulto online non sostituisce una terapia in presenza)
Ho smesso di andare dalla psicologa perché andarci con lei mi faceva solo sentire ancora più frustrata e, per quanto riguarda me, ho superato i miei problemi (e, soprattutto, ho finito l'università, causa di molta ansia).
Stamani ho comunque mandato un sms alla terapeuta con cui ero in cura e nel pomeriggio avremo una breve telefonata nel corso della quale le parlerò dei miei dubbi circa l'ipotesi di ritornare, insieme, in terapia: da un lato vorrei togliermi questo peso e "emanciparmi", dall'altro, viste le esperienza, so che una terapia insieme mi porterà a nuovi, inevitabili conflitti e che difficilmente raggiungerò il mio scopo.
Chiedo anche a lei, dunque, un consiglio e un confronto circa quale "strategia" adottare (sapendo benissimo che un consulto online non sostituisce una terapia in presenza)
[#7]
Gentile utente,
ha fatto benissimo e ricontattare la Sua Psicoterapeuta:
i problemi emersi a suo tempo
"..avevo dei problemi a pensare più agli altri che a me stessa e di essere troppo succube del giudizio altrui..."
hanno bisogno di qualche "ripresa",
dato che incidono in specifico sui problemi di cui stiamo parlando.
Non credo esistano strategie "vincenti", purtroppo, nei confronti di una situazione tanto consolidata
nonchè resistente anche alla Psicoterapeuta "di persona".
Si attenuerà forse quando Lei potrà distanziarsi geograficamente e affettivamente, diventando una adulta a tutti gli effetti.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
ha fatto benissimo e ricontattare la Sua Psicoterapeuta:
i problemi emersi a suo tempo
"..avevo dei problemi a pensare più agli altri che a me stessa e di essere troppo succube del giudizio altrui..."
hanno bisogno di qualche "ripresa",
dato che incidono in specifico sui problemi di cui stiamo parlando.
Non credo esistano strategie "vincenti", purtroppo, nei confronti di una situazione tanto consolidata
nonchè resistente anche alla Psicoterapeuta "di persona".
Si attenuerà forse quando Lei potrà distanziarsi geograficamente e affettivamente, diventando una adulta a tutti gli effetti.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
[#8]
Utente
Gentile Dottoressa,
La ringrazio per la veloce e gentile risposta. A questo punto credo che seguirò il suo consiglio e durante la telefonata di oggi presenterò l’idea di fare almeno qualche incontro da sola.
Il secondo punto, purtroppo, mi sembra invece del tutto irrealizzabile. Credo che al momento distanziarmi geograficamente significherebbe semplicemente creare altre ripicche, altri liti e altri malumori, senza contare che il mio compagno è legato alla nostra città per il suo lavoro e io da sola non potrei sostenere l’affitto di un appartamento/stanza. Quanto all’idea di farmi aiutare economicamente, non se ne parla: non vorrei io e in ogni caso non mi aiuterebbero.
L’idea di convivere qui sarebbe invece più semplice, avendo il mio compagno una casa sua, con le nostre entrate riusciremmo a mantenere una vita più che dignitosa (cosa Che peraltro già accade visto che non chiedo soldi ai miei da ormai molto tempo)
La ringrazio per la veloce e gentile risposta. A questo punto credo che seguirò il suo consiglio e durante la telefonata di oggi presenterò l’idea di fare almeno qualche incontro da sola.
Il secondo punto, purtroppo, mi sembra invece del tutto irrealizzabile. Credo che al momento distanziarmi geograficamente significherebbe semplicemente creare altre ripicche, altri liti e altri malumori, senza contare che il mio compagno è legato alla nostra città per il suo lavoro e io da sola non potrei sostenere l’affitto di un appartamento/stanza. Quanto all’idea di farmi aiutare economicamente, non se ne parla: non vorrei io e in ogni caso non mi aiuterebbero.
L’idea di convivere qui sarebbe invece più semplice, avendo il mio compagno una casa sua, con le nostre entrate riusciremmo a mantenere una vita più che dignitosa (cosa Che peraltro già accade visto che non chiedo soldi ai miei da ormai molto tempo)
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 3k visite dal 19/10/2018.
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