Persona emotivamente abusiva
Una persona emotivamente "abusiva" concedetemi il termine si può aiutare e può guarire in qualche modo?
Scrivo non per me, ma per una persona a me molta cara...il mio fidanzato o meglio ex. L'ho dovuto abbandonare perchè lentamente ha distrutto la mia personalità, fino a farmi sentire rudemente sbranata come dal cane più aggressivo che esiste al mondo. Vivevo con la costante paura di fare qualcosa che a lui non andasse bene e temevo l'ennesima discussione in cui cero io a dover chiedere scusa senza avere colpe, ho incominciato a soffrire d'ansia e insonnia sopratutto quando mi sono allontanata...io che l'ansia l'ho sempre fatta passare agli altri con la mia positività.
Ha sempre atteggiamenti di persona nervosa di chi ha tutti i problemi del mondo, quando non è così; non riesce a riconoscere un suo sbaglio seppur palese, quando si discuteva ero sempre io quella che sbagliava e dovevo chiedere scusa; punta sempre il dito verso gli altri e attacca ogni persona eccetto la mamma e il papà, si comporta in casa come un figlio modello ed apparentemente anche nei vari contesti, ma nel profondo esce fuori tutta la sua abusività; se provavo a fare un discorso diceva che volevo fare la "maestra" e che volevo costringerlo per forza a dire o fare come volevo io; controllava la mia vita e mi accusava di essere quella che ha sempre da fare, anche se non era vero; ha sempre avuto una visione disfattista e un pò misogena della donna, eccetto la madre; per molto tempo mi ha controllato il telefono, le email e tutto ciò che facevo e che custodivo con gran segreto come un mio vecchio diario virtuale che mi ha costretto a cancellare, dicendo che era solo perchè teneva a me ed invece ha maltrattato ogni mio ricordo o momento difficile vissuto sulla mia pelle; non accetta il confronto e chi la vede diversamente da lui; mi accusava di essere SBAGLIATA; che se non facevo come diceva lui non era amore.
Ogni tanto continua a chiamarmi, e passa dal fare il finto agnellino indifeso al carnefice credendo che io possa ricadere tra le sue braccia, ma in 4 anni ormai l'ho studiato per bene...ha bisogno di aiuto.
Scrivo non per me, ma per una persona a me molta cara...il mio fidanzato o meglio ex. L'ho dovuto abbandonare perchè lentamente ha distrutto la mia personalità, fino a farmi sentire rudemente sbranata come dal cane più aggressivo che esiste al mondo. Vivevo con la costante paura di fare qualcosa che a lui non andasse bene e temevo l'ennesima discussione in cui cero io a dover chiedere scusa senza avere colpe, ho incominciato a soffrire d'ansia e insonnia sopratutto quando mi sono allontanata...io che l'ansia l'ho sempre fatta passare agli altri con la mia positività.
Ha sempre atteggiamenti di persona nervosa di chi ha tutti i problemi del mondo, quando non è così; non riesce a riconoscere un suo sbaglio seppur palese, quando si discuteva ero sempre io quella che sbagliava e dovevo chiedere scusa; punta sempre il dito verso gli altri e attacca ogni persona eccetto la mamma e il papà, si comporta in casa come un figlio modello ed apparentemente anche nei vari contesti, ma nel profondo esce fuori tutta la sua abusività; se provavo a fare un discorso diceva che volevo fare la "maestra" e che volevo costringerlo per forza a dire o fare come volevo io; controllava la mia vita e mi accusava di essere quella che ha sempre da fare, anche se non era vero; ha sempre avuto una visione disfattista e un pò misogena della donna, eccetto la madre; per molto tempo mi ha controllato il telefono, le email e tutto ciò che facevo e che custodivo con gran segreto come un mio vecchio diario virtuale che mi ha costretto a cancellare, dicendo che era solo perchè teneva a me ed invece ha maltrattato ogni mio ricordo o momento difficile vissuto sulla mia pelle; non accetta il confronto e chi la vede diversamente da lui; mi accusava di essere SBAGLIATA; che se non facevo come diceva lui non era amore.
Ogni tanto continua a chiamarmi, e passa dal fare il finto agnellino indifeso al carnefice credendo che io possa ricadere tra le sue braccia, ma in 4 anni ormai l'ho studiato per bene...ha bisogno di aiuto.
[#1]
Gentile utente,
La sua richiesta è curiosa: cercare di cambiare una persona non è possibile, a meno che non sia egli stesso a chiedere aiuto nel momento che ritiene più opportuno.
Il fatto che rende curioso il suo consulto (e questo lo rimando a lei, come spunto di riflessione) è il fatto che nonostante lei racconti di aver inziato a soffrire di ansia e insonnia, di avere percepito la sua personalità distrutta, di aver passato dei momenti di sofferenza e disagio, cerchi aiuto per un altra persona.
Se gli altri, con i loro comportamenti e le loro emozioni, ci fanno sentire così, o pensano di poter agire in ogni modo loro desiderino, non può far pensare che sia a causa loro. O miglio: sicuramente le altre persone hanno una loro personalità che si manifesta con certi comportamenti, azioni, pensieri..ma gli altri sono altri, e noi siamo noi. Il cambiamento deve venire da sè stessi, non dagli altri. In questo caso specifico, potrebbe essere utile riflettere sui confini che lei mette per evitare che le altre persone la feriscano, o si comportino in modo tale da "usarla", o "trattarla male". Ma soprattutto, per quale motivo questi confini non reggono?
La sua richiesta è curiosa: cercare di cambiare una persona non è possibile, a meno che non sia egli stesso a chiedere aiuto nel momento che ritiene più opportuno.
Il fatto che rende curioso il suo consulto (e questo lo rimando a lei, come spunto di riflessione) è il fatto che nonostante lei racconti di aver inziato a soffrire di ansia e insonnia, di avere percepito la sua personalità distrutta, di aver passato dei momenti di sofferenza e disagio, cerchi aiuto per un altra persona.
Se gli altri, con i loro comportamenti e le loro emozioni, ci fanno sentire così, o pensano di poter agire in ogni modo loro desiderino, non può far pensare che sia a causa loro. O miglio: sicuramente le altre persone hanno una loro personalità che si manifesta con certi comportamenti, azioni, pensieri..ma gli altri sono altri, e noi siamo noi. Il cambiamento deve venire da sè stessi, non dagli altri. In questo caso specifico, potrebbe essere utile riflettere sui confini che lei mette per evitare che le altre persone la feriscano, o si comportino in modo tale da "usarla", o "trattarla male". Ma soprattutto, per quale motivo questi confini non reggono?
Cordiali saluti
Dr. Francesco Ziglioli
Psicologo - Brescia, Desenzano, Montichiari
Www.psicologobs.it
[#2]
Utente
Immaginavo ritenesse la mia richiesta "anomala". Lui sicuramente non è consapevole di come è fatto. Ho creduto che allontanandomi, mi sarei sentita meglio, invece in alcuni momenti la parte irrazionale si manifesta sotto forma di ansia notturna, durante la giornata è sufficiente tenermi impegnata per non pensare. I suoi comportamenti negativi, a suo dire, erano dati dal fatto che io non gli davo abbastanza attenzioni (o meglio c'erano, ma non come lui voleva), ma vedendosi solo il week end, vivendo in due città diverse e lavorando entrambi durante la settimana, non saprei cos'altro dire, se non che mentre io cercavo di farmene una ragione e pazientavo in attesa che le cose si sarebbero evolute, andando magari a vivere insieme...lui se ne esce che sta bene così come sta con mamma e papà, alla sua età! Per questo ho incominciato a manifestare strafottenza, che però non regge, perchè io a questa persona ho dato anima e cuore, e per la quale mi ero fatta le migliori delle aspettative.
[#3]
Non ritengo il suo consulto anomalo, ma curioso, che è diverso.
A volte ci si trova a dover fare dei bilanci di vita su alcuni investimenti che sono stati fatti in passato. Questi possono essere andati come si sperava, oppure possono deludere le proprie aspettative.
L'ansia è uno stato che si attiva con il pensiero (tant'è che se è impegnata in altre attività, non ci pensa, quindi non ha ansia). Si pensa a qualcosa che potrà capitare, e ci agita.da un punto di vista evoluzionistico, potremmo dire che si prepara il corpo e la mente per fronteggiare una minaccia, un attacco. Cosa pensa che succederà di minaccioso nel futuro?
A volte ci si trova a dover fare dei bilanci di vita su alcuni investimenti che sono stati fatti in passato. Questi possono essere andati come si sperava, oppure possono deludere le proprie aspettative.
L'ansia è uno stato che si attiva con il pensiero (tant'è che se è impegnata in altre attività, non ci pensa, quindi non ha ansia). Si pensa a qualcosa che potrà capitare, e ci agita.da un punto di vista evoluzionistico, potremmo dire che si prepara il corpo e la mente per fronteggiare una minaccia, un attacco. Cosa pensa che succederà di minaccioso nel futuro?
[#4]
Utente
Mah...tendenzialmente cerco di avere tutti gli aspetti della vita sotto controllo, cercando di dare ad ogni cosa il suo tempo, in passato sono sempre scappata da ogni relazione, oggi un pò me ne pento quando vedo che al mio posto c'è qualcun'altra, ma non mi sentivo pronta, anzi nemmeno ci pensavo seriamente; ho dato la priorità a me stessa, ancora oggi m'impegno tanto per creare tutte le condizioni e le basi per poter mettere su famiglia, senza di essa la vita sarebbe per me insoddisfacente, anche se ci si può consolare in mille altri modi. Quindi, considerato che mi lego molto difficilmente alle persone, tant'è che c'ho messo 30 anni, che il tempo scorre e nemmeno ce ne rendiamo conto, le aspettative di vita comune (cosa in cui credo fermamente), dal mio punto di vista vanno a ridursi e non ad aumentare...sarebbe il più grande fallimento, vivere una vita non in condivisione e senza il valore della famiglia, come lo sarebbe altrettanto con una persona inadatta. Oggi, più che la solitudine, mi spaventa il dover rinunciare ad una maternità, vuoi per motivi biologici vuoi perchè egoisticamente non farei mai un figlio a 40 anni, sebbene i tempi e le condizioni siano cambiate.
[#5]
Vorrei mettere per iscritto una serie di ragionamenti che ho fatto, che spero la possano portare a ragionare su certe cose:
"tendenzialmente cerco di avere tutti gli aspetti della vita sotto controllo"
Nella vita ci si può concedere che qualcosa vada storto, o che non sia totalmente sotto il nostro controllo..così come l'eccesso di lassismo è dannoso, il suo estremo opposto, il controllo totale, è altrettanto dannoso. Nel momento in cui qualcosa non va come previsto, cosa succede? Ansia? Panico? Iper-investimento delle proprie energie per non fallire, anche se evidentemente la situazione è irrecuperabile (non mi riferisco ad un caso particolare, ma in generale)?
"in passato sono sempre scappata da ogni relazione" collegato a --> "senza di essa la vita sarebbe per me insoddisfacente" e "sarebbe il più grande fallimento"
Può essere che il desiderio di controllo, il passato di "sconfitte" sentimentali, insieme al punto che le elenco di seguito, possa aver creato una situazione tale da "costringerla" inconsapevolmente a non accettare l'eventualità di un distacco dal suo partner (e quindi, di voler a tutti i costi cambiare certi suoi comportamenti?). Cosa ne pensa?
"mi spaventa il dover rinunciare ad una maternità"
Per tornare alla mia domanda nel consulto precedente, forse reputa minaccioso (inteso come danno ai suoi obiettivi di vita) il fatto di non poter avere figli se la situazione non dovesse cambiare?
"tendenzialmente cerco di avere tutti gli aspetti della vita sotto controllo"
Nella vita ci si può concedere che qualcosa vada storto, o che non sia totalmente sotto il nostro controllo..così come l'eccesso di lassismo è dannoso, il suo estremo opposto, il controllo totale, è altrettanto dannoso. Nel momento in cui qualcosa non va come previsto, cosa succede? Ansia? Panico? Iper-investimento delle proprie energie per non fallire, anche se evidentemente la situazione è irrecuperabile (non mi riferisco ad un caso particolare, ma in generale)?
"in passato sono sempre scappata da ogni relazione" collegato a --> "senza di essa la vita sarebbe per me insoddisfacente" e "sarebbe il più grande fallimento"
Può essere che il desiderio di controllo, il passato di "sconfitte" sentimentali, insieme al punto che le elenco di seguito, possa aver creato una situazione tale da "costringerla" inconsapevolmente a non accettare l'eventualità di un distacco dal suo partner (e quindi, di voler a tutti i costi cambiare certi suoi comportamenti?). Cosa ne pensa?
"mi spaventa il dover rinunciare ad una maternità"
Per tornare alla mia domanda nel consulto precedente, forse reputa minaccioso (inteso come danno ai suoi obiettivi di vita) il fatto di non poter avere figli se la situazione non dovesse cambiare?
[#6]
Utente
Mmm..no, l'unica cosa su cui non ho mai attuato il controllo è stato nelle relazioni, le ho evitate, vero ma perchè era una cosa che non sentivo, che sembrava non appartenermi, perchè davo un valore elevato allo stare insieme ad un'altra persona, rispetto a quello che magari danno la maggior parte delle persone ed escludo che fosse per un tentativo di controllo. Una frase che mi ripeto sempre è "l'amore ci rende liberi", forse il mio è solo un bisogno di essere amata nella maniera più semplice del termine, e sentirmi l'esclusiva per una persona sola.
In merito al distacco dal partner il suo cercarmi, seppur con un messaggio rende tutto più complicato, perchè a lui tengo davvero tanto, gli sarò grato a vita, in quanto mi ha fatto conoscere un risvolto della vita che ignoravo e che per una volta non vedeva l'attenzione solo su di me, ma sul donare all'altro ed era quel tassello che mi mancava per sentirmi viva al di là degli obblighi della quotidianità.
mah..la maternità non la vedo come un mio obiettivo, ma la naturale prosecuzione del ciclo della vita ed una scelta esclusivamente condivisa con il mio partner...io sono solo predisposta in tal senso se dovessi avere a fianco una persona idonea per compiere un passo del genere. Non è minaccioso non avere figli, ma sarebbe come rinunciare alla parte migliore dell'umanità, un figlio non è come cambiare lavoro, ma un'esperienza unica e irripetibile che la vita offre, un segno che lasciamo sulla terra. C'è chi come me sta qui a parlarne e chi forse con fin troppa leggerezza li mette al mondo senza dargli un senso...strana la vita, eh?
In merito al distacco dal partner il suo cercarmi, seppur con un messaggio rende tutto più complicato, perchè a lui tengo davvero tanto, gli sarò grato a vita, in quanto mi ha fatto conoscere un risvolto della vita che ignoravo e che per una volta non vedeva l'attenzione solo su di me, ma sul donare all'altro ed era quel tassello che mi mancava per sentirmi viva al di là degli obblighi della quotidianità.
mah..la maternità non la vedo come un mio obiettivo, ma la naturale prosecuzione del ciclo della vita ed una scelta esclusivamente condivisa con il mio partner...io sono solo predisposta in tal senso se dovessi avere a fianco una persona idonea per compiere un passo del genere. Non è minaccioso non avere figli, ma sarebbe come rinunciare alla parte migliore dell'umanità, un figlio non è come cambiare lavoro, ma un'esperienza unica e irripetibile che la vita offre, un segno che lasciamo sulla terra. C'è chi come me sta qui a parlarne e chi forse con fin troppa leggerezza li mette al mondo senza dargli un senso...strana la vita, eh?
[#7]
Specialmente sul tema maternità, la sento molto contraddittoria rispetto a quanto detto nel suo post precedente. Se un evento, o il fatto che questo non si verifichi, rappresenta il fallimento più grande della vita, per opposto il diventare madre rappresenta la conquista più importante, o comunque molto importante.
Per tornare al motivo del suo consulto, rimane il fatto che lui non deve essere aiutato (in quanto non possiamo pretendere di aiutare chi non ne sente il bisogno). Piuttosto, mi concentrerei sulle motivazioni che la spingono ad accettare ancora di ricevere sue chiamate, nonostante, come ci ha raccontato nel primo post) lui le abbia ripetuto di essere "sbagliata", l'abbia costretta a cancellare il suo diario, a farla sentire in colpa perchè visitava sua madre e tanto altro..
Per tornare al motivo del suo consulto, rimane il fatto che lui non deve essere aiutato (in quanto non possiamo pretendere di aiutare chi non ne sente il bisogno). Piuttosto, mi concentrerei sulle motivazioni che la spingono ad accettare ancora di ricevere sue chiamate, nonostante, come ci ha raccontato nel primo post) lui le abbia ripetuto di essere "sbagliata", l'abbia costretta a cancellare il suo diario, a farla sentire in colpa perchè visitava sua madre e tanto altro..
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.4k visite dal 11/10/2018.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Insonnia
L'insonnia è un disturbo del sonno che comporta difficoltà ad addormentarsi o rimanere addormentati: tipologie, cause, conseguenze, cure e rimedi naturali.