Un psicologo ad orientamento cognitivo-comportamentale
Egr.dottori, da circa un anno sto effettuando colloqui con un psicologo ad orientamento cognitivo-comportamentale per problemi di lavoro e di famiglia. Avevo fiducia in questo tipo di terapia, presentatami dal medico di base,tra l'altro, come breve. Ma a tutt’oggi i miei problemi (ansia, tremori, insonnia, deconcentrazione, isolamento,sfiducia e paura del futuro, disinteresse anche verso il sesso e gli hobbies) permangono. Assumo ogni sera Lexotan.
Con lo psicologo mi trovo bene, ho notato una sintonia ‘intellettuale’ anche se è umanamente un po’ troppo freddo(tento di spiegarmi: non cerco un amico nello psicologo, ma a causa del suo distacco ad es. non riuscirei a piangere davanti a lui). Non mi dà alcun consiglio particolare, di solito sono io a parlare. Quando avrò sollievo ai miei malesseri? Colgo l'occasione per chiedere la differenza fra psicologo e psicoterapeuta. Vi ringrazio tanto per avermi ascoltato. Saluti cordiali.
Con lo psicologo mi trovo bene, ho notato una sintonia ‘intellettuale’ anche se è umanamente un po’ troppo freddo(tento di spiegarmi: non cerco un amico nello psicologo, ma a causa del suo distacco ad es. non riuscirei a piangere davanti a lui). Non mi dà alcun consiglio particolare, di solito sono io a parlare. Quando avrò sollievo ai miei malesseri? Colgo l'occasione per chiedere la differenza fra psicologo e psicoterapeuta. Vi ringrazio tanto per avermi ascoltato. Saluti cordiali.
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Gentile utente
Immagino che di queste difficoltà avrà già parlato con il suo psicologo ma, se non l'avesse ancora fatto, le suggerisco di farlo. Chiedere un secondo parere qui va più che bene, ma non si presume che il paziente/cliente debba rimanere passivo nella sua relazione d'aiuto: può, anzi dovrebbe intervenire attivamente e fare presente al professionista gli eventuali intoppi.
Il fatto che lui non le suggerisca niente in particolare e che lasci parlare sempre lei mi sembra strano. La terapia cognitivo-comportamentale è un approccio attivo, dove si ricevono prescrizioni comportamentali precise. Ma su questo potranno risponderle meglio i miei colleghi ad orientamento TCC.
La differenza fra psicologo e psicoterapeuta è che il secondo ha seguito uno specifico corso di durata quadriennale che lo abilita all'esercizio della psicoterapia, mentre il primo in genere si occupa di consulenza psicologica, ossia di trattamenti più brevi e non di curare vere e proprie patologie.
Per ulteriori informazioni può leggere queste pagine dal mio sito:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_psicoterapia.htm
http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=76
Cordiali saluti
Immagino che di queste difficoltà avrà già parlato con il suo psicologo ma, se non l'avesse ancora fatto, le suggerisco di farlo. Chiedere un secondo parere qui va più che bene, ma non si presume che il paziente/cliente debba rimanere passivo nella sua relazione d'aiuto: può, anzi dovrebbe intervenire attivamente e fare presente al professionista gli eventuali intoppi.
Il fatto che lui non le suggerisca niente in particolare e che lasci parlare sempre lei mi sembra strano. La terapia cognitivo-comportamentale è un approccio attivo, dove si ricevono prescrizioni comportamentali precise. Ma su questo potranno risponderle meglio i miei colleghi ad orientamento TCC.
La differenza fra psicologo e psicoterapeuta è che il secondo ha seguito uno specifico corso di durata quadriennale che lo abilita all'esercizio della psicoterapia, mentre il primo in genere si occupa di consulenza psicologica, ossia di trattamenti più brevi e non di curare vere e proprie patologie.
Per ulteriori informazioni può leggere queste pagine dal mio sito:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_psicoterapia.htm
http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=76
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Gentile Utente,
anche io, da terapeuta cognitivo comportamentale, trovo molto strano quanto da Lei descritto. Il nostro approccio si differenzia da molti altri proprio per l'estrema partecipazione attiva e concreta del terapeuta durante le fasi di trattamento.
Inoltre mi sembra ancor più strano che dopo un anno i Suoi sintomi ansiosi non siano diminuiti: nella TCC l'ansia viene trattata intensamente durante la fase iniziale, proprio per permettere al paziente di cominciare a "respirare", così da riuscire ad affrontare tutto il resto.
Può leggere, ad esempio, come nella TCC si tratta l'ansia qui https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
oppure la depressione qui https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/
Per cui i casi potrebbero essere due:
1- il Suo non è uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale
2- il Suo è uno "strano" terapeuta cognitivo comportamentale, un po' lontano dai canoni tecnici che ci contraddistinguono
Quello che però voglio sottolineare è che, al di là dell'orientamento terapeutico, è ancor più strano vedere come una persona dopo un anno non si senta libera di esporre al proprio terapeuta dubbi, perplessità, e nemmeno qualche lascrima.
Ma scusi, cosa lo paga a fare se non si sente a proprio agio?
Vuole "smuovere" il Suo terapeuta? Gli faccia leggere tutte le nostre mail, compresa la Sua richiesta.
anche io, da terapeuta cognitivo comportamentale, trovo molto strano quanto da Lei descritto. Il nostro approccio si differenzia da molti altri proprio per l'estrema partecipazione attiva e concreta del terapeuta durante le fasi di trattamento.
Inoltre mi sembra ancor più strano che dopo un anno i Suoi sintomi ansiosi non siano diminuiti: nella TCC l'ansia viene trattata intensamente durante la fase iniziale, proprio per permettere al paziente di cominciare a "respirare", così da riuscire ad affrontare tutto il resto.
Può leggere, ad esempio, come nella TCC si tratta l'ansia qui https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
oppure la depressione qui https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/
Per cui i casi potrebbero essere due:
1- il Suo non è uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale
2- il Suo è uno "strano" terapeuta cognitivo comportamentale, un po' lontano dai canoni tecnici che ci contraddistinguono
Quello che però voglio sottolineare è che, al di là dell'orientamento terapeutico, è ancor più strano vedere come una persona dopo un anno non si senta libera di esporre al proprio terapeuta dubbi, perplessità, e nemmeno qualche lascrima.
Ma scusi, cosa lo paga a fare se non si sente a proprio agio?
Vuole "smuovere" il Suo terapeuta? Gli faccia leggere tutte le nostre mail, compresa la Sua richiesta.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.5k visite dal 25/01/2009.
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