Il presente non ha più relazione
Sono affetto dal disturbo bipolare. Che complica un po' tutte le cose. Ma il mio quesito verte sul senso di colpa. Faccio una minima cosa che non va e mi sento tremendamente colpevole. Non riesco a scacciare il pensiero. Se si tartta di cose più gravi, il dolore da senso di colpa affiora anche a distanza di anni, quando il presente non ha più relazione con quei fatti passati. Ultimamente, dopo aver sofferto molto per un errore che ho fatto al lavoro, mi sono detto a un certo punto: "ok, se c'era da pagare un prezzo, lo hai pagato. Poi in futuro metterai più attenzione, ma adesso TE NE FREGHI". Ha funzionato. Ma mi rendo conto di avere un'area della colpa ipertrofica o forse un superIo ipertrofico, non so. Come si può migliorare adottando una visione più equa delle cose?
Grazie
Grazie
[#1]
Gentile utente
Immagino che, se è affetto da disturbo bipolare, starà ricevendo tutte le cure del caso, come in effetti sembra di capire leggendo le altre sue domande.
Tuttavia, dal gran numero di richieste che ha posto in così poco tempo, sembrerebbe anche che uno dei suoi problemi sia proprio l'ansia. Anche se quest'ansia andrebbe valutata meglio tenendo presente il suo quadro complessivo, ossia da uno psichiatra.
Le suggerisco pertanto di riportare i suoi dubbi al suo psichiatra, se ancora non l'ha fatto. Può anche riferirgli ciò che sta dicendo qui, ossia che ricordando a se stesso di stare a posto con la sua coscienza, ottiene un risultato positivo. Anzi, se funziona, dovrebbe farlo più spesso, ma sempre parlandone con il suo curante.
Ultimo suggerimento: concetti come "area della colpa ipertrofica o forse un superIo ipertrofico", ammesso che fosse davvero possibile verificarne l'esistenza, non la aiuterebbero a risolvere il suo problema. Quindi li abbandoni pure tranquillamente.
Cordiali saluti
Immagino che, se è affetto da disturbo bipolare, starà ricevendo tutte le cure del caso, come in effetti sembra di capire leggendo le altre sue domande.
Tuttavia, dal gran numero di richieste che ha posto in così poco tempo, sembrerebbe anche che uno dei suoi problemi sia proprio l'ansia. Anche se quest'ansia andrebbe valutata meglio tenendo presente il suo quadro complessivo, ossia da uno psichiatra.
Le suggerisco pertanto di riportare i suoi dubbi al suo psichiatra, se ancora non l'ha fatto. Può anche riferirgli ciò che sta dicendo qui, ossia che ricordando a se stesso di stare a posto con la sua coscienza, ottiene un risultato positivo. Anzi, se funziona, dovrebbe farlo più spesso, ma sempre parlandone con il suo curante.
Ultimo suggerimento: concetti come "area della colpa ipertrofica o forse un superIo ipertrofico", ammesso che fosse davvero possibile verificarne l'esistenza, non la aiuterebbero a risolvere il suo problema. Quindi li abbandoni pure tranquillamente.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
Gentile dottore,
in effetti soffro di frequenti stati d'ansia. Dico stati perché in primis c'è l'ansia e a posteriori ne attribuisco a qualcosa la ragione. Nonostante assuma dei farmaci adatti, quest'ansia si rifà viva, anche quando potrei star tranquillo, come la domenica (a volte di più!)
Sui miei sensi di colpa, a volte acuti e molto dolorosi, sono giunto a una conclusione: che il vero problema non è una colpa - reale o presunta - ma l'instaurarsi di uno stato d'infelicità, che innesca un'elaborazione (o una ruminazione), nella quale la causa c'entra infine ben poco. O meglio è solo un pretesto per dare un senso, un motivo all'infelicità. E' un processo che si autoalimenta. L'ho capito oggi andando a passeggiare da solo nel mio amatissimo Parco delle Groane. Dopo un quarto d'ora ho cominciato a sentirmi meglio, anche felice e ho dimenticato i fatti per i quali mi stavo rimproverando e sui quali rimuginavo.
Anche quando metto la musica e ballo da solo in casa tendo a dimenticare la cosa sulla quale mi stavo lambiccando il cervello solo qualche minuto prima.
Sono proprio bipolare...
La saluto cordialmente
in effetti soffro di frequenti stati d'ansia. Dico stati perché in primis c'è l'ansia e a posteriori ne attribuisco a qualcosa la ragione. Nonostante assuma dei farmaci adatti, quest'ansia si rifà viva, anche quando potrei star tranquillo, come la domenica (a volte di più!)
Sui miei sensi di colpa, a volte acuti e molto dolorosi, sono giunto a una conclusione: che il vero problema non è una colpa - reale o presunta - ma l'instaurarsi di uno stato d'infelicità, che innesca un'elaborazione (o una ruminazione), nella quale la causa c'entra infine ben poco. O meglio è solo un pretesto per dare un senso, un motivo all'infelicità. E' un processo che si autoalimenta. L'ho capito oggi andando a passeggiare da solo nel mio amatissimo Parco delle Groane. Dopo un quarto d'ora ho cominciato a sentirmi meglio, anche felice e ho dimenticato i fatti per i quali mi stavo rimproverando e sui quali rimuginavo.
Anche quando metto la musica e ballo da solo in casa tendo a dimenticare la cosa sulla quale mi stavo lambiccando il cervello solo qualche minuto prima.
Sono proprio bipolare...
La saluto cordialmente
[#3]
Gentile Utente,
mi è piaciuta molto l'ultima sua frase "Sono proprio bipolare...", che ho trovato per certi versi auto-ironicae positiva. In effetti ogni paziente con diagnosi di Disturbo Bipolare, per definizione, esprime due lati di sé, che purtroppo a volte sfuggono al controllo (emozioni molto intense , sia positive che negative).
Ma uno di questi due lati esprime spesso una sensibilità (positiva secondo me) rispetto ad alcuni lati della vita. Non è un caso, infatti, che molti bipolari si dedichino all'arte, alla musica, ecc.
E' chiaro che una cosa negativa come un senso di colpa, su uno sfondo sensibile ed artistico, risulta ancor più deprimente.
Tenga presente, però, che il senso di colpa è un tipico sintomo depressivo, la cui presenza denota un umore ancora a livelli bassi, come può leggere in questo articolo https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/
Per non essere "schiavi" del proprio senso di colpa, oltre alle "strategie" da lei descritte, sarebbe necessario tenere informato costantemente lo psichiatra che la sta seguendo
Stessa cosa dicasi per l'ansia, spesso presente nei quadri depressivi.
Spero che la cura possa darle maggiore spazio rispetto a quella componente positiva del disturbo bipolare descritta prima. Ma Lei, non se lo dimentichi, può essere determinante in questo senso
mi è piaciuta molto l'ultima sua frase "Sono proprio bipolare...", che ho trovato per certi versi auto-ironicae positiva. In effetti ogni paziente con diagnosi di Disturbo Bipolare, per definizione, esprime due lati di sé, che purtroppo a volte sfuggono al controllo (emozioni molto intense , sia positive che negative).
Ma uno di questi due lati esprime spesso una sensibilità (positiva secondo me) rispetto ad alcuni lati della vita. Non è un caso, infatti, che molti bipolari si dedichino all'arte, alla musica, ecc.
E' chiaro che una cosa negativa come un senso di colpa, su uno sfondo sensibile ed artistico, risulta ancor più deprimente.
Tenga presente, però, che il senso di colpa è un tipico sintomo depressivo, la cui presenza denota un umore ancora a livelli bassi, come può leggere in questo articolo https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/
Per non essere "schiavi" del proprio senso di colpa, oltre alle "strategie" da lei descritte, sarebbe necessario tenere informato costantemente lo psichiatra che la sta seguendo
Stessa cosa dicasi per l'ansia, spesso presente nei quadri depressivi.
Spero che la cura possa darle maggiore spazio rispetto a quella componente positiva del disturbo bipolare descritta prima. Ma Lei, non se lo dimentichi, può essere determinante in questo senso
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
[#4]
Gentile utente, premettendo che le osservazioni dei colleghi siano già esaustive, non riesco a trattenere la tentazione di ribadire sottolineare e sottoscrivere un concetto fondamentale espresso dal dottor Santonocito.
Ossia quella di abbandonare i concetti come area della colpa, super io ipertrofico ecc. Una volta ottenute definizione di questo tipo (con l'aspettativa di un comporamento che ne consegue) si rischia di congelare la realtà comportandosi proprio come ci si aspetta da chi ha ottenuto una diagnosi psicologica di quel genere. Spesso reagiamo ad una realtà che noi stessi contribuiamo a costruire. Se dovrà affrontare un compito o fare qualcosa nella sua quotidianeità lo faccia senza premettere a se stesso "sono un bipolare" "ho un spuerIo ipertrofico" queste autopremesse condizionerebbero fortemente le sue azioni.
cordialmente
Ossia quella di abbandonare i concetti come area della colpa, super io ipertrofico ecc. Una volta ottenute definizione di questo tipo (con l'aspettativa di un comporamento che ne consegue) si rischia di congelare la realtà comportandosi proprio come ci si aspetta da chi ha ottenuto una diagnosi psicologica di quel genere. Spesso reagiamo ad una realtà che noi stessi contribuiamo a costruire. Se dovrà affrontare un compito o fare qualcosa nella sua quotidianeità lo faccia senza premettere a se stesso "sono un bipolare" "ho un spuerIo ipertrofico" queste autopremesse condizionerebbero fortemente le sue azioni.
cordialmente
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#5]
Utente
Gentile dott Bulla,
capisco la sua descrizione. Aggiungerei che in un modo o nell'altro riesc a compiere un balzo per superare i momenti critici. Il problema è quando non ci riesco e allora ristagno nei miei guai per un po'. Per fortuna mi sono col tempo inventato degli aiuti e se non funziona con uno magari funziona con un altro. E lo scatto viene.
Parlerò con la mia psichiatra di questo tema, Ma stavolta me lo scrivo perché (la vedo ogni mese, poco)tendo a riportare nella seduta il mio stato di quel giorno e dimentico il resto.
Gentile dott. De Vincentiis
Meno male che quell'area, quel girone non c'è. Però osservo che il senso di colpa è persistente e pervasivo. In più tendo a esagerare i fatti per cui mi sento in colpa, come se avessi una cassa di risonanza modale. A questo punto credo che lo strumento migliore di cui posso disporre sia la razionalizzazione, magari mettendo per iscritto le buone ragioni da contrapporre alle convinzioni erronee che il senso di colpa tende a instillare.
Ringrazio e saluto cordialmente
capisco la sua descrizione. Aggiungerei che in un modo o nell'altro riesc a compiere un balzo per superare i momenti critici. Il problema è quando non ci riesco e allora ristagno nei miei guai per un po'. Per fortuna mi sono col tempo inventato degli aiuti e se non funziona con uno magari funziona con un altro. E lo scatto viene.
Parlerò con la mia psichiatra di questo tema, Ma stavolta me lo scrivo perché (la vedo ogni mese, poco)tendo a riportare nella seduta il mio stato di quel giorno e dimentico il resto.
Gentile dott. De Vincentiis
Meno male che quell'area, quel girone non c'è. Però osservo che il senso di colpa è persistente e pervasivo. In più tendo a esagerare i fatti per cui mi sento in colpa, come se avessi una cassa di risonanza modale. A questo punto credo che lo strumento migliore di cui posso disporre sia la razionalizzazione, magari mettendo per iscritto le buone ragioni da contrapporre alle convinzioni erronee che il senso di colpa tende a instillare.
Ringrazio e saluto cordialmente
[#6]
Gentile utente
Se mi permette un'ultima puntualizzazione, più che razionalizzare, ritengo che farebbe bene ad agire. Ossia, d'accordo con il suo curante, dovreste mettere a punto un programma graduale d'esposizione volontaria proprio alle situazioni che la fanno sentire in colpa, come fosse una vaccinazione.
Facendo volontariamente tutti i giorni delle piccole cose che di solito la fanno sentire in colpa, e rendendosi conto sulla sua pelle che gli effetti ottenuti non sono catastrofici, e che nessuno ne morirà, questo le insegnerà molto di più a reagire in modo appropriato piuttosto che se partisse facendo tutto nella sua testa. Ne parli con il curante.
Cordiali saluti
Se mi permette un'ultima puntualizzazione, più che razionalizzare, ritengo che farebbe bene ad agire. Ossia, d'accordo con il suo curante, dovreste mettere a punto un programma graduale d'esposizione volontaria proprio alle situazioni che la fanno sentire in colpa, come fosse una vaccinazione.
Facendo volontariamente tutti i giorni delle piccole cose che di solito la fanno sentire in colpa, e rendendosi conto sulla sua pelle che gli effetti ottenuti non sono catastrofici, e che nessuno ne morirà, questo le insegnerà molto di più a reagire in modo appropriato piuttosto che se partisse facendo tutto nella sua testa. Ne parli con il curante.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.7k visite dal 24/01/2009.
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Approfondimento su Disturbo bipolare
Il disturbo bipolare è una patologia che si manifesta in più fasi: depressiva, maniacale o mista. Scopriamo i sintomi, la diagnosi e le possibili terapie.