Scelta universitaria: paure o vero ripensamento?
Buonasera dottori,
per me, come potete vedere anche in diversi consulti precedenti, la scelta dell'università è sempre stata molto tormentata.
A breve terminerò un percorso di studi che non mi ha mai soddisfatto (immaginandomi in quel tipo di lavoro, cioè in laboratorio) e in questi tre anni ho sempre pensato a "cosa fare dopo". Per quanto riguarda lo studio ho amato molti esami dati, ad indirizzo medico, e proprio per questi la mia idea di riprovare il test di medicina è rimasta costante se non ossessiva. Non c'è un giorno che non ricordo di questi tre anni in cui io non ci abbia pensato, anche solo per poco.
I primi due anni della triennale infatti mi ero iscritta al test ma alla fine non lo facevo mai, per il timore che quella sarebbe stata una scelta sbagliata. Avrei dovuto interrompere a metà il percorso precedentemente intrapreso, ed ero assalita dai dubbi e dall'ansia per poi provare uno strano sollievo nel non aver rischiato, sollievo poi cancellato dal pentimento.
Contemporaneamente ho sempre pensato a cosa avrei potuto fare oltre a medicina ma non riuscivo ad immaginarmi in nient'altro. Cambiare completamente settore non avrebbe avuto senso in quanto l'ambito medico/biologico lo sentivo mio e sono effettivamente portata per quello, ma l'unico lavoro che avrei potuto forse accettare di fare sarebbe stato quello dell'insegnante ma l'idea comunque non mi soddisfaceva e quindi il pensiero di medicina non se n'è mai andato.
Tra il secondo e il terzo anno, nonostante diversi esami rimasti indietro a causa del primo anno vissuto male, ho deciso che ce l'avrei messa tutta per recuperare e così è stato.
Ho finito nella sessione estiva gli esami e senza alcuna imposizione da parte dei miei familiari ho deciso di riprovare il test: ho studiato in un mese intensamente e sono entrata a medicina.
Il mese in cui ho studiato , dopo una piccola fase iniziale del "ma chi me lo fa fare", ho dato tutta me stessa e finalmente avevo riacquistato un senso in ciò che facevo, ero veramente felice e sentivo di fare la cosa giusta. Anche in questo caso i miei genitori sono stati totalmente al loro posto, contrariamente con quanto era successo 3 anni fa (avevo provato il test anche nel 2015).
Dopo questa lunghissima premessa, perchè proprio ora che ho ottenuto ciò che volevo ne sono spaventata e arrivo a pensare che in realtà la scelta giusta potrebbe essere quella di fare proprio l'insegnante?
Quando sono usciti i risultati del test sono stata estremamente sorpresa ma contemporaneamente spaventata, mentre quando è uscita la graduatoria con l'assegnazione della sede ho provato pura gioia e commozione.
Dopo aver fatto il test ho contattato lo sportello psicologico della mia università chiedendo un appuntamento ma a distanza di un mese ancora non mi hanno ricontattato
per me, come potete vedere anche in diversi consulti precedenti, la scelta dell'università è sempre stata molto tormentata.
A breve terminerò un percorso di studi che non mi ha mai soddisfatto (immaginandomi in quel tipo di lavoro, cioè in laboratorio) e in questi tre anni ho sempre pensato a "cosa fare dopo". Per quanto riguarda lo studio ho amato molti esami dati, ad indirizzo medico, e proprio per questi la mia idea di riprovare il test di medicina è rimasta costante se non ossessiva. Non c'è un giorno che non ricordo di questi tre anni in cui io non ci abbia pensato, anche solo per poco.
I primi due anni della triennale infatti mi ero iscritta al test ma alla fine non lo facevo mai, per il timore che quella sarebbe stata una scelta sbagliata. Avrei dovuto interrompere a metà il percorso precedentemente intrapreso, ed ero assalita dai dubbi e dall'ansia per poi provare uno strano sollievo nel non aver rischiato, sollievo poi cancellato dal pentimento.
Contemporaneamente ho sempre pensato a cosa avrei potuto fare oltre a medicina ma non riuscivo ad immaginarmi in nient'altro. Cambiare completamente settore non avrebbe avuto senso in quanto l'ambito medico/biologico lo sentivo mio e sono effettivamente portata per quello, ma l'unico lavoro che avrei potuto forse accettare di fare sarebbe stato quello dell'insegnante ma l'idea comunque non mi soddisfaceva e quindi il pensiero di medicina non se n'è mai andato.
Tra il secondo e il terzo anno, nonostante diversi esami rimasti indietro a causa del primo anno vissuto male, ho deciso che ce l'avrei messa tutta per recuperare e così è stato.
Ho finito nella sessione estiva gli esami e senza alcuna imposizione da parte dei miei familiari ho deciso di riprovare il test: ho studiato in un mese intensamente e sono entrata a medicina.
Il mese in cui ho studiato , dopo una piccola fase iniziale del "ma chi me lo fa fare", ho dato tutta me stessa e finalmente avevo riacquistato un senso in ciò che facevo, ero veramente felice e sentivo di fare la cosa giusta. Anche in questo caso i miei genitori sono stati totalmente al loro posto, contrariamente con quanto era successo 3 anni fa (avevo provato il test anche nel 2015).
Dopo questa lunghissima premessa, perchè proprio ora che ho ottenuto ciò che volevo ne sono spaventata e arrivo a pensare che in realtà la scelta giusta potrebbe essere quella di fare proprio l'insegnante?
Quando sono usciti i risultati del test sono stata estremamente sorpresa ma contemporaneamente spaventata, mentre quando è uscita la graduatoria con l'assegnazione della sede ho provato pura gioia e commozione.
Dopo aver fatto il test ho contattato lo sportello psicologico della mia università chiedendo un appuntamento ma a distanza di un mese ancora non mi hanno ricontattato
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Gentile utente,
ho avuto modo di leggere anche i suoi consulti precedenti su questo tema.
Quello che mi sento di dirle è che provare timore per l'inizio di un nuovo percorso, sicuramente difficile ed impegnativo, è normale e relativamente funzionale (si deve poi valutare la quantità e la qualità del timore/paura). Tenga presente che è una facoltà a cui ha sempre ambito, o comunque che è sempre stata nei suoi pensieri.
Cosa pensa che potrebbe cambiare tra finire l'università di medicina (e quindi conseguentemente lavorare come medico), dal fare, come ci racconta, l'insegnante? Come vede queste due professioni a confronto?
Inoltre, le suggerisco di richiamare il servizio di sportello della sua facoltà: magari non si sono ricordati di ricontattarla.
ho avuto modo di leggere anche i suoi consulti precedenti su questo tema.
Quello che mi sento di dirle è che provare timore per l'inizio di un nuovo percorso, sicuramente difficile ed impegnativo, è normale e relativamente funzionale (si deve poi valutare la quantità e la qualità del timore/paura). Tenga presente che è una facoltà a cui ha sempre ambito, o comunque che è sempre stata nei suoi pensieri.
Cosa pensa che potrebbe cambiare tra finire l'università di medicina (e quindi conseguentemente lavorare come medico), dal fare, come ci racconta, l'insegnante? Come vede queste due professioni a confronto?
Inoltre, le suggerisco di richiamare il servizio di sportello della sua facoltà: magari non si sono ricordati di ricontattarla.
Cordiali saluti
Dr. Francesco Ziglioli
Psicologo - Brescia, Desenzano, Montichiari
Www.psicologobs.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 607 visite dal 07/10/2018.
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