Addio non elaborato
Oggi il mio cuore è abbastanza a pezzi….il mio ex: un uomo molto turbato (oscilla da stati di apatia a stati di depressione) oggi è partito…..La scelta di lasciarmi fu la sua, perché disse di non poter stare con qualcuno dato che non stava (e non sta) bene con se stesso e difatti non ha avuto in questo tempo altre storie...però ecco, in questi due non mi ha mai lasciata andare via per davvero…….Ma oggi è partito così, all'improvviso…e almeno fino all'estate prossima non ritornerà...è partito senza salutarmi dopo che abbiamo avuto una discussione 10 giorni fa poiché lui mi chiedeva il perché non mi facessi viva e io, stanca, gli ho chiesto cosa volesse da me…e lui si è affrettato a precisare che non vuole assolutamente nulla…a quel punto, io gli ho chiesto di lasciarmi stare se è ciò che desidera ….da allora il vuoto….fino a che non vengo a sapere da terzi della sua partenza….
Sole due settimane fa, prima di quella discussione, era venuto lui stesso a salutarmi credendo di dover partire (poi quel lavoro non era andato in porto)….prima mi aveva organizzato una gita fuori porta per una giornata intera…ora io mi chiedo, ma sono io ad aver sognato? Ad aver capito che comunque lui ci tenesse ancora a me….Sto malissimo sia all'idea di non vederlo più, e sia per ogni lacrima che scende….perchè penso che intanto io piango, lui comunque mi ha già cancellata dalla sua vita…perché non sono in grado di elaborare questo dolore e superarlo? Perché non riesco ad essere forte e indifferente come lui lo è con me?
Sole due settimane fa, prima di quella discussione, era venuto lui stesso a salutarmi credendo di dover partire (poi quel lavoro non era andato in porto)….prima mi aveva organizzato una gita fuori porta per una giornata intera…ora io mi chiedo, ma sono io ad aver sognato? Ad aver capito che comunque lui ci tenesse ancora a me….Sto malissimo sia all'idea di non vederlo più, e sia per ogni lacrima che scende….perchè penso che intanto io piango, lui comunque mi ha già cancellata dalla sua vita…perché non sono in grado di elaborare questo dolore e superarlo? Perché non riesco ad essere forte e indifferente come lui lo è con me?
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Gentile Utente,
replicando alla sua domanda che si riassume nel titolo "addio non elaborato", mi verrebbe da ipotizzare che più di un addio (dal suo punto di vista) si tratterebbe di un arrivederci forzato.
Arrivederci perche leggo tra le righe l'ipotesi di un ritorno di questa persona previsto per l'estate prossima.
Al di la di questo, credo che il punto centrale della domanda riguardi il dolore di un'assenza che lei vive in modo intollerante. In altre parole le difficoltà che Lei avverte nell'elaborare tutto il processo di perdita di questa persona cara a partire dal fatto che non sia fisicamente più vicina a lei e tutto ciò che ne deriva poi in termini affettivi. Qui, a mio avviso, non ha neanche più senso porsi delle domande sul fatto di chi ha detto prima e cosa (anche se in questo caso sembra che l'iniziativa sia venuta da lui... "La scelta di lasciarmi fu la sua, perché disse di non poter stare con qualcuno dato che non stava (e non sta) bene con se stesso e difatti non ha avuto in questo tempo altre storie..).Provi invece, per quanto ne è capace, a guardare gli aspetti positivi di questo allontanamento. Ad esempio: il sollievo che Le può derivare dal fatto di allontanarsi da una persona problematica (con le sue: "il mio ex: un uomo molto turbato oscilla da stati di apatia a stati di depressione oggi è partito…..") oppure con delle esigenze non corrisposte (con le sue: io, stanca, gli ho chiesto cosa volesse da me…).
Il tempo poi l'aiuterà a fare il resto, ovvero a guarire tutte le ferite lasciate (anche quella di un "non" saluto) . Niente, mi creda, si cancella nel tempo. Le nostre esperienze, soprattutto quelle più dolorose, insegnano in particolare ad affinare nuove competenze, irrobustiscono le spalle e ci guidano verso una maggiore coerenza, quasi scientifica, nel nostro percorso e nelle nostre scelte esistenziali.
Le auguro davvero tanto coraggio.
Cordialmente Dr. Varotto
replicando alla sua domanda che si riassume nel titolo "addio non elaborato", mi verrebbe da ipotizzare che più di un addio (dal suo punto di vista) si tratterebbe di un arrivederci forzato.
Arrivederci perche leggo tra le righe l'ipotesi di un ritorno di questa persona previsto per l'estate prossima.
Al di la di questo, credo che il punto centrale della domanda riguardi il dolore di un'assenza che lei vive in modo intollerante. In altre parole le difficoltà che Lei avverte nell'elaborare tutto il processo di perdita di questa persona cara a partire dal fatto che non sia fisicamente più vicina a lei e tutto ciò che ne deriva poi in termini affettivi. Qui, a mio avviso, non ha neanche più senso porsi delle domande sul fatto di chi ha detto prima e cosa (anche se in questo caso sembra che l'iniziativa sia venuta da lui... "La scelta di lasciarmi fu la sua, perché disse di non poter stare con qualcuno dato che non stava (e non sta) bene con se stesso e difatti non ha avuto in questo tempo altre storie..).Provi invece, per quanto ne è capace, a guardare gli aspetti positivi di questo allontanamento. Ad esempio: il sollievo che Le può derivare dal fatto di allontanarsi da una persona problematica (con le sue: "il mio ex: un uomo molto turbato oscilla da stati di apatia a stati di depressione oggi è partito…..") oppure con delle esigenze non corrisposte (con le sue: io, stanca, gli ho chiesto cosa volesse da me…).
Il tempo poi l'aiuterà a fare il resto, ovvero a guarire tutte le ferite lasciate (anche quella di un "non" saluto) . Niente, mi creda, si cancella nel tempo. Le nostre esperienze, soprattutto quelle più dolorose, insegnano in particolare ad affinare nuove competenze, irrobustiscono le spalle e ci guidano verso una maggiore coerenza, quasi scientifica, nel nostro percorso e nelle nostre scelte esistenziali.
Le auguro davvero tanto coraggio.
Cordialmente Dr. Varotto
Dr.ssa Alessandra VAROTTO
psicologa clinico dinamica indirizzo comunità
Iscritta all'albo Regione Veneto n.7550
www.studiovarotto.com
[#2]
Utente
Gentile Dottoressa Varotto, la ringrazio per le sue accoglienti e rassicuranti parole.
Lei ha centrato il punto: il mio dolore più grande, in questo momento, è legato alla sua mancanza fisica. A questo si aggiunge la ferita del suo non saluto.
In tutto ciò, la cosa più sbagliata che io possa fare è non concentrarmi su me stessa, ma domandarmi continuamente come lui sia sparito così.....come possa non aver capito nulla e pensare che anche lui si sentisse legato a me (nonostante le sue parole)... come mai lui non senta la mia mancanza...come lui non soffra...come mai non abbia voglia di sentirmi.
Spero, davvero tanto, che il tempo possa aiutarmi a non torturarmi con tutte queste domande e di essere Forte abbastanza prima del suo rientro (CERTO per una questione oggettiva dovuta al suo lavoro attuale).
Lei ha centrato il punto: il mio dolore più grande, in questo momento, è legato alla sua mancanza fisica. A questo si aggiunge la ferita del suo non saluto.
In tutto ciò, la cosa più sbagliata che io possa fare è non concentrarmi su me stessa, ma domandarmi continuamente come lui sia sparito così.....come possa non aver capito nulla e pensare che anche lui si sentisse legato a me (nonostante le sue parole)... come mai lui non senta la mia mancanza...come lui non soffra...come mai non abbia voglia di sentirmi.
Spero, davvero tanto, che il tempo possa aiutarmi a non torturarmi con tutte queste domande e di essere Forte abbastanza prima del suo rientro (CERTO per una questione oggettiva dovuta al suo lavoro attuale).
[#3]
Utente
Buongiorno dottori.
A distanza di due mesi volevo aggiornare la situazione. Poco più di un mese fa è tornato per stare qualche giorno qui. Ovviamente non mi ha cercata. Io ho pianto per due giorni. C’è una parte di me che ha sempre sentito un legame forte tra di noi, tant’è vero che da quando ci siamo lasciati nessuno è riuscito ad iniziare una storia con un altro/a. Mi fa così male vedere quanto lui sia forte, da non sentire la mia mancanza, mentre a me manca tanto….e mi pesa ammetterlo, ma è inutile che mi prenda in giro. Almeno a me stessa devo dirlo. E se penso al Natale che si avvicina…al fatto che lui sarà qui per due settimane e certamente non mi cercherà, nuovamente scoppio a piangere….è la prima volta nella mia vita in cui non riesco a reagire ad un abbandono….sento dentro di me che questa storia non è stata vissuta….ho tanta rabbia verso di lui che mi ha lasciata andare non perché non mi ami ma perché non è stato in grado di affrontare i suoi vuoti….nonostante avesse me disposta a stargli affianco ed aiutarlo….e non credo che questo tempo in cui siamo lontani possa aiutarci…del resto credo che più lui mi stia lontana più mi dimenticherà, o forse lo ha già fatto!!
A distanza di due mesi volevo aggiornare la situazione. Poco più di un mese fa è tornato per stare qualche giorno qui. Ovviamente non mi ha cercata. Io ho pianto per due giorni. C’è una parte di me che ha sempre sentito un legame forte tra di noi, tant’è vero che da quando ci siamo lasciati nessuno è riuscito ad iniziare una storia con un altro/a. Mi fa così male vedere quanto lui sia forte, da non sentire la mia mancanza, mentre a me manca tanto….e mi pesa ammetterlo, ma è inutile che mi prenda in giro. Almeno a me stessa devo dirlo. E se penso al Natale che si avvicina…al fatto che lui sarà qui per due settimane e certamente non mi cercherà, nuovamente scoppio a piangere….è la prima volta nella mia vita in cui non riesco a reagire ad un abbandono….sento dentro di me che questa storia non è stata vissuta….ho tanta rabbia verso di lui che mi ha lasciata andare non perché non mi ami ma perché non è stato in grado di affrontare i suoi vuoti….nonostante avesse me disposta a stargli affianco ed aiutarlo….e non credo che questo tempo in cui siamo lontani possa aiutarci…del resto credo che più lui mi stia lontana più mi dimenticherà, o forse lo ha già fatto!!
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Gentile Utente, penso che il punto di arrivo non sia tanto dimenticarsi l'uno dell'altro, semmai riuscire a reagire in modo costruttivo a questa perdita affettiva, non proprio cercata ma cosi come lei ce la descrive "capitata" improvvisamente.
Psicologicamente si attraversa quindi quel processo complesso e graduale (processo del lutto) che implica in prima istanza il non riconoscimento della perdita dell'oggetto d'amore. L'emozione di rabbia è dovuta anche al fatto di non realizzare pienamente cio che è successo.
Ora, ritornando ai suoi scritti, e precisamente alla sua prima domanda di consulto, Lei ci rendeva noto il fatto che questa persona sarebbe tornata "presumibilmente" in loco l'estate prossima. Tuttavia, Lei riferisce nell'ultimo scritto che questa persona è già tornata . Mi sembra di capire dunque che questa vicinanza fisica (non so a che livello, ho scritto "in loco" per indicare la sua zona di residenza) è nel suo caso di specie, un fattore molto significativo. E' come se andasse in qualche modo ad aggravare questo suo processo di adattamento e quindi sulle sue condizioni emotive complessive già provate da qualche tempo (scoppi di pianto, la rabbia..).
"E se penso al Natale che si avvicina…al fatto che lui sarà qui per due settimane e certamente non mi cercherà, nuovamente scoppio a piangere…. è la prima volta nella mia vita in cui non riesco a reagire ad un abbandono…"
Molto chiaramente le chiedo: non ha possibilità di distanziarsi dalla presenza/vicinanza fisica di questa persona. In quale misura questa persona le è "qui"? Io credo che la separazione e la "separatezza" tra le persone siano due cose che dovrebbero andare a braccetto. O meglio cercare di fare andare a braccetto. E se ciò non è ancora nei suoi piani, dovrebbe cercare di arrivare ad un livello di consapevolezza.
Un cordiale saluto. Dr.ssa Varotto
Psicologicamente si attraversa quindi quel processo complesso e graduale (processo del lutto) che implica in prima istanza il non riconoscimento della perdita dell'oggetto d'amore. L'emozione di rabbia è dovuta anche al fatto di non realizzare pienamente cio che è successo.
Ora, ritornando ai suoi scritti, e precisamente alla sua prima domanda di consulto, Lei ci rendeva noto il fatto che questa persona sarebbe tornata "presumibilmente" in loco l'estate prossima. Tuttavia, Lei riferisce nell'ultimo scritto che questa persona è già tornata . Mi sembra di capire dunque che questa vicinanza fisica (non so a che livello, ho scritto "in loco" per indicare la sua zona di residenza) è nel suo caso di specie, un fattore molto significativo. E' come se andasse in qualche modo ad aggravare questo suo processo di adattamento e quindi sulle sue condizioni emotive complessive già provate da qualche tempo (scoppi di pianto, la rabbia..).
"E se penso al Natale che si avvicina…al fatto che lui sarà qui per due settimane e certamente non mi cercherà, nuovamente scoppio a piangere…. è la prima volta nella mia vita in cui non riesco a reagire ad un abbandono…"
Molto chiaramente le chiedo: non ha possibilità di distanziarsi dalla presenza/vicinanza fisica di questa persona. In quale misura questa persona le è "qui"? Io credo che la separazione e la "separatezza" tra le persone siano due cose che dovrebbero andare a braccetto. O meglio cercare di fare andare a braccetto. E se ciò non è ancora nei suoi piani, dovrebbe cercare di arrivare ad un livello di consapevolezza.
Un cordiale saluto. Dr.ssa Varotto
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Utente
Dottoressa Varotto, la ringrazio infinitamente.
Diciamo che sapere che sarà nella mia stessa città per un tot di giorni, mi destabilizza. Saperlo lontano da me fisicamente mi rende più tranquilla…forse perché se è pur vero che una parte di me vorrebbe rivederlo, l’altra parte è terrorizzata alla sola idea di incontrarlo …la mia paura è che anche solo guardandomi per un attimo lui possa capire quanto ancora io sia legata a lui….ed è questo che mi fa sentire così debole, indifesa.
Poi c’è un altro problema: la sua famiglia che, al contrario suo (a questo punto) mi adora e a cui io voglio un gran bene …e non riusciamo a staccarci, pur non parlando mai di lui…è tutto così tremendamente difficile!!!
Diciamo che sapere che sarà nella mia stessa città per un tot di giorni, mi destabilizza. Saperlo lontano da me fisicamente mi rende più tranquilla…forse perché se è pur vero che una parte di me vorrebbe rivederlo, l’altra parte è terrorizzata alla sola idea di incontrarlo …la mia paura è che anche solo guardandomi per un attimo lui possa capire quanto ancora io sia legata a lui….ed è questo che mi fa sentire così debole, indifesa.
Poi c’è un altro problema: la sua famiglia che, al contrario suo (a questo punto) mi adora e a cui io voglio un gran bene …e non riusciamo a staccarci, pur non parlando mai di lui…è tutto così tremendamente difficile!!!
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.3k visite dal 04/10/2018.
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