20 anni e depressione ormai impossibile da superare
È iniziato tutto quando avevo 15 anni, vivevo in un ambiente scolastico fatto di bullismo e professori che mi facevano sentire ignorante e inferiore in quanto dsa. Tutto ciò mi ha portato a scarsa autostima, diffidenza verso il prossimo e l'inizio di una depressione. È poi diventata insopportabile ed estrema intorno ai 16 anni, quando ho iniziato a soffrire di forti attacchi di panico e un breve periodo di autolesionismo. Inoltre in quel periodo ho iniziato a bere molto ogni fine settimana e ad avere in generale comportamenti distruttivi. I miei quindi mi hanno fatto frequentare vari psicologi, in parte mi sono serviti ma poi per ragioni economiche ho dovuto smettere e tutt'ora non posso permettermelo. Sono poi cresciuta, ho finito il liceo mettendoci tutta la forza possibile e credevo di essere rinata. Avevo conosciuto un ragazzo di cui mi ero innamorata e sembrava andasse tutto bene. Fin a quando mi sono resa conto di stare in realtà con un ragazzo che non faceva altro che umiliarmi e farmi sentire sbagliata e per colpa sua sono ritornata a stare male perché credevo alle sue parole. E quando ci siamo lasciati sono ritornata nel baratro. Umore nero, attacchi di panico, etc.
Ora sono passati vari mesi, mi sono ricostruita un'autostima, vado molto bene all'università e ho un discreto numero di amicizie. Eppure c'è qualcosa che non va comunque. Mi abbatto troppo spesso e troppo intensamente, mi fido poco di tutti e mi sembra sempre di vivere una vita vuota e inutile. Inoltre ho sviluppato dal nulla una fobia per il buio e non riesco più a dormire senza una luce e non capisco da cosa dipenda. Non so più dove sbattere la testa, non voglio parlarne con i miei perché gliene ho fatte passare tante e troppe e voglio che pensino che io stia finalmente bene. Ma così non è e ormai sto iniziando a pensare che questo forse è semplicemente il mio carattere. Non so se è una vera richiesta di aiuto o solo uno sfogo, ma spero comunque di avere qualche consiglio da parte di un esperto. Buona serata.
Ora sono passati vari mesi, mi sono ricostruita un'autostima, vado molto bene all'università e ho un discreto numero di amicizie. Eppure c'è qualcosa che non va comunque. Mi abbatto troppo spesso e troppo intensamente, mi fido poco di tutti e mi sembra sempre di vivere una vita vuota e inutile. Inoltre ho sviluppato dal nulla una fobia per il buio e non riesco più a dormire senza una luce e non capisco da cosa dipenda. Non so più dove sbattere la testa, non voglio parlarne con i miei perché gliene ho fatte passare tante e troppe e voglio che pensino che io stia finalmente bene. Ma così non è e ormai sto iniziando a pensare che questo forse è semplicemente il mio carattere. Non so se è una vera richiesta di aiuto o solo uno sfogo, ma spero comunque di avere qualche consiglio da parte di un esperto. Buona serata.
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Gentile utente,
Purtroppo lei ha avuto delle esperienze negative in un periodo della vita (adolescenza), in cui i cambiamenti sono molto rapidi e fondamentali per lo sviluppo della personalità. Inoltre, parlando dal punto di vista eziologico (cioe cosa causa una patologia), questa fase di vita è estremamente delicata e molto spesso si trovano dei riscontri con eventi di vita negativi ed esordio di disagi psicologici.
Il fatto che lei sia riuscita a rimettersi in sesto è indice di una forte volontà di stare bene, di non darsi per vinta. Però, è possibile che alcune di queete esperienze abbiano lasciato in lei una traccia che è riuscita a nascondere per un po', per farla passare inosservata, ma che poi è ritornata vivida con tutte le sue conseguenze ("Mi abbatto troppo spesso e troppo intensamente, mi fido poco di tutti e mi sembra sempre di vivere una vita vuota e inutile. Inoltre ho sviluppato dal nulla una fobia per il buio").
In un momento di sofferenza come il suo, i genitori rappresentano una validissma fonte di aiuto iniziale: assieme a loro si possono condividere paure e dubbi (e già questo ha un forte potere calmante), ma soprattutto li si può rendere partecipi del fatto che qualcosa non va. I genitori sono li apposta per ascoltare ed accettare tutto ció che viene dai loro figli, non tema di caricarli di preoccupazioni. Ma, soprattutto, non pensi che il silenzio possa essere altrettanto meglio, perchè danneggia lei e la relazione con i genitori (e poi, prima o poi, qualcuno se ne accorge..). Provi a parlarne con loro, o in caso non ne abbia voglia, si può rivolgere adaltri servizi professionali presenti sul territorio: medico di base, consultori, psicologo.
Ci scriva ancora, se vuole!
Purtroppo lei ha avuto delle esperienze negative in un periodo della vita (adolescenza), in cui i cambiamenti sono molto rapidi e fondamentali per lo sviluppo della personalità. Inoltre, parlando dal punto di vista eziologico (cioe cosa causa una patologia), questa fase di vita è estremamente delicata e molto spesso si trovano dei riscontri con eventi di vita negativi ed esordio di disagi psicologici.
Il fatto che lei sia riuscita a rimettersi in sesto è indice di una forte volontà di stare bene, di non darsi per vinta. Però, è possibile che alcune di queete esperienze abbiano lasciato in lei una traccia che è riuscita a nascondere per un po', per farla passare inosservata, ma che poi è ritornata vivida con tutte le sue conseguenze ("Mi abbatto troppo spesso e troppo intensamente, mi fido poco di tutti e mi sembra sempre di vivere una vita vuota e inutile. Inoltre ho sviluppato dal nulla una fobia per il buio").
In un momento di sofferenza come il suo, i genitori rappresentano una validissma fonte di aiuto iniziale: assieme a loro si possono condividere paure e dubbi (e già questo ha un forte potere calmante), ma soprattutto li si può rendere partecipi del fatto che qualcosa non va. I genitori sono li apposta per ascoltare ed accettare tutto ció che viene dai loro figli, non tema di caricarli di preoccupazioni. Ma, soprattutto, non pensi che il silenzio possa essere altrettanto meglio, perchè danneggia lei e la relazione con i genitori (e poi, prima o poi, qualcuno se ne accorge..). Provi a parlarne con loro, o in caso non ne abbia voglia, si può rivolgere adaltri servizi professionali presenti sul territorio: medico di base, consultori, psicologo.
Ci scriva ancora, se vuole!
Cordiali saluti
Dr. Francesco Ziglioli
Psicologo - Brescia, Desenzano, Montichiari
Www.psicologobs.it
[#2]
Gentile utente,
I 20 anni sono un'età in cui talvolta i genitori non appaiono come il referente "giusto".
Eppure Lei ha bisogno di aiuto,
per riprendere le fila della Sua vita,
per vivere con gioia.
Può rivolgersi in autonomia presso uno dei Consultori della Sua città o capoluogo, chiedendo l'appuntamento per un consulto psicologico,
magari nello "Spazio Giovani" istituito apposta per persone giovani come Lei.
Si rivolga senza alcun timore,
sarà come parlare con noi, qui.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
I 20 anni sono un'età in cui talvolta i genitori non appaiono come il referente "giusto".
Eppure Lei ha bisogno di aiuto,
per riprendere le fila della Sua vita,
per vivere con gioia.
Può rivolgersi in autonomia presso uno dei Consultori della Sua città o capoluogo, chiedendo l'appuntamento per un consulto psicologico,
magari nello "Spazio Giovani" istituito apposta per persone giovani come Lei.
Si rivolga senza alcun timore,
sarà come parlare con noi, qui.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.6k visite dal 23/09/2018.
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