Effetti collaterali farmaci antitdepressivi
Buongiorno,
Ho 44 anni, da sempre da solo, consapevole di essere in uno stato depresso, da qualche mese ho deciso di affrontare la situazione (cambio lavoro-upgrade, nuovo ambiente, persone che mi interessano), prima forzandomi a condividere (per la prima volta, volontariamente e traumaticamente) tale condizione con alcune colleghe e colleghi, cercando di ridimensionare la cosa parlandone, di instaurare relazioni amichevoli, di allargare la "cerchia", in parte ha funzionato, nel senso che ora ho persone disponibili a parlarne (e avere feedback su me stesso), qualche volta un'uscita insieme insieme; ho inoltre interrotto (no guarito) una dipendenza da Internet (porno), ora sto senza anche per un mese (direi che ho posto una certa distanza dalla cosa).
Affrontare la cosa ha reso il mio stato depressivo più manifesto, con ansia, insonnia (credo legato all'aver iniziato ad non ignorare più la cosa, relazionandomi e a riprovare emozioni), consapevole che la cosa non può essere affrontata con una chiaccherata amichevole (che aiuta) mi sono rivolto ad una psicologa/psicoterapeuta, che ha confermato di rilevare i segni di una depressione e abbiamo (da una settimana) inziato la psicoterapia (logoterapia), ha suggerito come opzione coadiuvante l'uso farmaci che mi aiutino con l'umore e attingere alle mie risorse, per i quali mi ha eventualmente rimandato ad uno psichiatra.
Il mio dubbio (dettato probabilmente da scarsa informazione in materia) è relativo agli effetti collaterali di antidepressvi:
Se mi sentissi meglio sarebbe effetto del farmaco o di un'effettiva evoluzione del mio stato psicologico?
Lavoro mediamente 10h al giorno su attività (ambito informatico) per le quali non posso permettermi di essere stordito (il mio stato mi permette comunque una vita tuttosommato "normale")
Paura di restare dipendente.
Detto questo mi rendo conto che l'insonnia (ormai da mesi) va gestita.
Grazie dell'attenzione e dei graditi eventuali riscontri.
Ho 44 anni, da sempre da solo, consapevole di essere in uno stato depresso, da qualche mese ho deciso di affrontare la situazione (cambio lavoro-upgrade, nuovo ambiente, persone che mi interessano), prima forzandomi a condividere (per la prima volta, volontariamente e traumaticamente) tale condizione con alcune colleghe e colleghi, cercando di ridimensionare la cosa parlandone, di instaurare relazioni amichevoli, di allargare la "cerchia", in parte ha funzionato, nel senso che ora ho persone disponibili a parlarne (e avere feedback su me stesso), qualche volta un'uscita insieme insieme; ho inoltre interrotto (no guarito) una dipendenza da Internet (porno), ora sto senza anche per un mese (direi che ho posto una certa distanza dalla cosa).
Affrontare la cosa ha reso il mio stato depressivo più manifesto, con ansia, insonnia (credo legato all'aver iniziato ad non ignorare più la cosa, relazionandomi e a riprovare emozioni), consapevole che la cosa non può essere affrontata con una chiaccherata amichevole (che aiuta) mi sono rivolto ad una psicologa/psicoterapeuta, che ha confermato di rilevare i segni di una depressione e abbiamo (da una settimana) inziato la psicoterapia (logoterapia), ha suggerito come opzione coadiuvante l'uso farmaci che mi aiutino con l'umore e attingere alle mie risorse, per i quali mi ha eventualmente rimandato ad uno psichiatra.
Il mio dubbio (dettato probabilmente da scarsa informazione in materia) è relativo agli effetti collaterali di antidepressvi:
Se mi sentissi meglio sarebbe effetto del farmaco o di un'effettiva evoluzione del mio stato psicologico?
Lavoro mediamente 10h al giorno su attività (ambito informatico) per le quali non posso permettermi di essere stordito (il mio stato mi permette comunque una vita tuttosommato "normale")
Paura di restare dipendente.
Detto questo mi rendo conto che l'insonnia (ormai da mesi) va gestita.
Grazie dell'attenzione e dei graditi eventuali riscontri.
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"Se mi sentissi meglio sarebbe effetto del farmaco o di un'effettiva evoluzione del mio stato psicologico?"
Gentile Utente,
il consulto psichiatrico può essere effettuato comunque così da avere un parere competente ed esperto riguardo la sua specifica situazione, senza che da ciò discenda l'obbligo di intraprendere una terapia farmacologica. La decisione in tal senso spetta solamente a Lei, ma almeno così la potrà prendere con maggiori elementi in mano.
In generale è possibile rispondere alla sua domanda sostituendo al suo interno la "o" con la "e": l'efficacia maggiore di trattamento spesso si ottiene con una terapia combinata (farmacologica e picoterapeutica).
In merito agli effetti collaterali che teme, la invito a leggere questi utili articoli:
https://www.medicitalia.it/blog/psichiatria/5616-10-false-idee-sugli-antidepressivi-e-le-terapie-psichiatriche-in-generale.html
https://www.medicitalia.it/blog/psichiatria/7502-gli-psicofarmaci-fanno-male.html
Saluti cordiali.
Gentile Utente,
il consulto psichiatrico può essere effettuato comunque così da avere un parere competente ed esperto riguardo la sua specifica situazione, senza che da ciò discenda l'obbligo di intraprendere una terapia farmacologica. La decisione in tal senso spetta solamente a Lei, ma almeno così la potrà prendere con maggiori elementi in mano.
In generale è possibile rispondere alla sua domanda sostituendo al suo interno la "o" con la "e": l'efficacia maggiore di trattamento spesso si ottiene con una terapia combinata (farmacologica e picoterapeutica).
In merito agli effetti collaterali che teme, la invito a leggere questi utili articoli:
https://www.medicitalia.it/blog/psichiatria/5616-10-false-idee-sugli-antidepressivi-e-le-terapie-psichiatriche-in-generale.html
https://www.medicitalia.it/blog/psichiatria/7502-gli-psicofarmaci-fanno-male.html
Saluti cordiali.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Ex utente
Grazie della risposta e delle utili letture, approfitto della disponibilità per fare presente che a questo punto mi recherò anche dal mio medico di base per fare presente la situazione, in tal senso chiedo se lo stesso a fronte di una possibile prescrizione di uno psicofarmaco possa procedere autonomamente, o se tale prescrizione necessita di un consulto specialistico per una valutazione attenta.
Ancora grazie per i riscontri, cordiali saluti.
Ancora grazie per i riscontri, cordiali saluti.
[#3]
Certamente il suo medico di famiglia ne ha facoltà, ma le competenze a riguardo di uno specialista psichiatra non sono comparabii, sia per soddisfare i suoi dubbi, perplessità e curiosità, sia per "calibrare" più specificamente su di Lei un'eventuale terapia farmacologico.
Io le suggerisco un consulto specialistico, in base al quale poter prendere le sue decisioni con maggior consapevolezza.
Buona giornata.
Io le suggerisco un consulto specialistico, in base al quale poter prendere le sue decisioni con maggior consapevolezza.
Buona giornata.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 749 visite dal 15/09/2018.
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