Pensieri ossessivi, paura di impazzire e senso di irrealtà
Gentili Dottori,
sono una ragazza di 32 anni, da sempre tendenzialmente ansiosa. Ho già avuto in passato fasi e periodi di malessere che sono coincisi con momenti di cambiamento e di distacco dalla mia famiglia. Proprio quest'ultimo costituisce il maggiore problema per me: vivo da sempre con i miei genitori e con i miei nonni (genitori di mia madre) ai quali sono molto legata. Ho avuto modo di rendermi conto delle mie problematiche già a 14 anni, quando mi sono fatta venire a riprendere dai miei il giorno stesso della partenza per la gita di primo liceo a causa di disturbi intestinali conseguenti alla mia ansia.
I problemi più consistenti, tuttavia, sono iniziati quando ho iniziato l'università (2005): risale ad allora il primo periodo di derealizzazione, quindi sensazione di irrealtà, di vivere in un mondo immaginario, etc. e, per quanto razionalmente sapessi che non era così, mi sono trascinata dietro queste sensazioni per circa 3 mesi.
Nuovi episodi di malessere risalgono al tempo del mio fidanzamento (2007): nei primi mesi ho avuto degli attacchi di panico legati ad ansie correlate alla nuova situazione che mi trovavo a vivere (pur da me voluta e cercata).
Dopo aver trascorso poi un anno ottimo (2008), nel 2009 ho avuto una ricaduta, innestatasi con un pensiero relativo alla futura morte dei miei cari, che mi ha innestato uno stato di ansia e angoscia protrattasi per quattro mesi, prima in senso depressivo e nell'ultimo mese e mezzo di nuovo con sensazioni di derealizzazione.
Nonostante avessi già in precedenza consultato una psicologa per dei colloqui "sporadici", nel 2010 ho iniziato una vera e propria psicoterapia che mi ha portato finalmente a trovare un equilibrio e per sette anni sono stata davvero bene, il che mi ha consentito di terminare gli esami all'università, laurearmi col massimo dei voti, svolgere un tirocinio e viaggiare con il mio ragazzo.
Purtroppo da settembre dello scorso anno, nel momento stesso in cui si è presentata in maniera più vicina e concreta la prospettiva di una convivenza, ho avvertito il riattivarsi di un malessere, durato tre mesi e poi rientrato, fino ad un paio di mesi fa quando sono ripiombata in una forte derealizzazione e pensieri ossessivi che non mi danno tregua: ne riconosco l'assurdità ma non mi mollano e si ripropongono in continuazione, alternandosi, al fine di farmi sentire un' "aliena" dal mondo, distaccata dalla realtà. Della serie: tutto, ma non la normalità. Ho ripreso la psicoterapia e affiancato una cura farmacologica, ma volevo farvi una domanda: è possibile che questa dinamica ossessiva sia stata scatenata dalla paura, dal malessere che mi provoca il distacco dalla mia famiglia? E che la fatica che evidentemente faccio nel concepire ciò porti la mia mente a nascondersi dietro pensieri assurdi e in qualche modo a "negare" la realtà? Preciso che non ho mai pensato che sarei rimasta tutta la vita dai miei! Non credevo di poter tornare a stare così. Secondo voi ho possibilità di uscirne?
sono una ragazza di 32 anni, da sempre tendenzialmente ansiosa. Ho già avuto in passato fasi e periodi di malessere che sono coincisi con momenti di cambiamento e di distacco dalla mia famiglia. Proprio quest'ultimo costituisce il maggiore problema per me: vivo da sempre con i miei genitori e con i miei nonni (genitori di mia madre) ai quali sono molto legata. Ho avuto modo di rendermi conto delle mie problematiche già a 14 anni, quando mi sono fatta venire a riprendere dai miei il giorno stesso della partenza per la gita di primo liceo a causa di disturbi intestinali conseguenti alla mia ansia.
I problemi più consistenti, tuttavia, sono iniziati quando ho iniziato l'università (2005): risale ad allora il primo periodo di derealizzazione, quindi sensazione di irrealtà, di vivere in un mondo immaginario, etc. e, per quanto razionalmente sapessi che non era così, mi sono trascinata dietro queste sensazioni per circa 3 mesi.
Nuovi episodi di malessere risalgono al tempo del mio fidanzamento (2007): nei primi mesi ho avuto degli attacchi di panico legati ad ansie correlate alla nuova situazione che mi trovavo a vivere (pur da me voluta e cercata).
Dopo aver trascorso poi un anno ottimo (2008), nel 2009 ho avuto una ricaduta, innestatasi con un pensiero relativo alla futura morte dei miei cari, che mi ha innestato uno stato di ansia e angoscia protrattasi per quattro mesi, prima in senso depressivo e nell'ultimo mese e mezzo di nuovo con sensazioni di derealizzazione.
Nonostante avessi già in precedenza consultato una psicologa per dei colloqui "sporadici", nel 2010 ho iniziato una vera e propria psicoterapia che mi ha portato finalmente a trovare un equilibrio e per sette anni sono stata davvero bene, il che mi ha consentito di terminare gli esami all'università, laurearmi col massimo dei voti, svolgere un tirocinio e viaggiare con il mio ragazzo.
Purtroppo da settembre dello scorso anno, nel momento stesso in cui si è presentata in maniera più vicina e concreta la prospettiva di una convivenza, ho avvertito il riattivarsi di un malessere, durato tre mesi e poi rientrato, fino ad un paio di mesi fa quando sono ripiombata in una forte derealizzazione e pensieri ossessivi che non mi danno tregua: ne riconosco l'assurdità ma non mi mollano e si ripropongono in continuazione, alternandosi, al fine di farmi sentire un' "aliena" dal mondo, distaccata dalla realtà. Della serie: tutto, ma non la normalità. Ho ripreso la psicoterapia e affiancato una cura farmacologica, ma volevo farvi una domanda: è possibile che questa dinamica ossessiva sia stata scatenata dalla paura, dal malessere che mi provoca il distacco dalla mia famiglia? E che la fatica che evidentemente faccio nel concepire ciò porti la mia mente a nascondersi dietro pensieri assurdi e in qualche modo a "negare" la realtà? Preciso che non ho mai pensato che sarei rimasta tutta la vita dai miei! Non credevo di poter tornare a stare così. Secondo voi ho possibilità di uscirne?
[#1]
Gentile utente,
ci chiede:
"..è possibile che questa dinamica ossessiva sia stata scatenata dalla paura, dal malessere che mi provoca il distacco dalla mia famiglia?.."
Da quanto ci racconta,
ogni cambiamento, ogni evento di una certa importanza per Lei
mette a repentaglio il Suo benessere psichico:
se a 14 anni fu la gita scolatica,
qualche anno dopo fu l'inizio dell'università,
e poi il fidanzamento (inizio della vita di coppia),
e poi il pensiero della morte dei cari (inizio della vita da "orfana")
e siamo ad oggi: inizio della vita a due in convivenza.
Evidentemente l'ansia anticipatoria la fa da padrona.
Ma questo sicuramente glielo avrà detto anche le Psicologa (anche Psicoterapeuta, vero?) che la segue di persona.
Al proposito:
Lei ha "già" una Psicologa (anche Psicoterapeuta, vero? è necessario per la psicoterapia) che La segue di persona.
Il fatto che scriva qui, online, a noi che non La conosciamo di persona,
pone qualche interrogativo sulla qualità della relazione terapeutica tra Lei e la Sua Terapeuta
e sulla fiducia nel percorso che state realizzando insieme.
Utilizzare un doppio canale
- presenziale e online parallelo a quello "di persona" -
può confondere maggiormente il paziente o danneggiare la relazione duale.
Ne parli con la Terapeuta,
anche del fatto che ha sentito la necessità di scrivere qui.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
![Utente Utente](https://static.medicitalia.it/public/avatars-ready/donna.webp)
Utente
Sì, ha ragione... in realtà io mi trovo bene con la mia psicoterapeuta, tanto più che dopo aver intrapreso il percorso con lei ho avuto un lungo periodo di benessere. È solo che non mi aspettavo questa ricaduta o perlomeno non così forte e quindi vado in cerca di ulteriori rassicurazioni, anche se so che non sono quelle a risolvere il problema. Continuerò il mio percorso, evidentemente non ancora ultimato.
[#3]
".. vado in cerca di ulteriori rassicurazioni, anche se so che non sono quelle a risolvere il problema..."
Ha proprio ragione, è così.
Ma il peggio sta nel fatto che ciò può
disperdere le Sue energie in vari rivoli e
indebolire la motivazione ad investire "de visu".
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.7k visite dal 13/09/2018.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.