Famiglia problematica, timore ma anche desiderio di un futuro indipendente e migliore
Buonasera, mi trovo in un momento complesso della mia vita, ma penso di possedere la capacità di risolvere i problemi NONOSTANTE per anni abbia subito passivamente una vita che non mi andasse a genio. Infatti voglio sintetizzarvi il problema per parlarvi principalmente della soluzione. A 17 anni abbandono gli studi, qualifica professionale del terzo anno, e mio padre mi propone di aprire una ditta individuale. Io ero sicuramente confuso e demoralizzato a causa della perdita di due anni scolastici, inoltre ero anche piuttosto timido con i miei coetanei al di fuori della famiglia. Mio padre e mia madre non hanno saputo farmi sentire loro figlio da un punto di vista affettivo, anche se ad oggi so che non è colpa loro e che in fondo mi vogliono bene; adesso che ho un minimo di cultura e sono più adulto mi rendo conto che il modello educativo della mia famiglia non è stato per niente sano. Io sono cresciuto con un carattere ribelle, e mi sento naturalmente propenso a voler usare la mia testa, e riluttante ad assimilare dagli altri. Non voglio necessariamente essere solo, ma non voglio che qualcun altro mi dica imperativo che cosa devo fare. Quindi ho sempre fatto testa e testa con un padre autoritario che pretendeva che facessi esattamente come dice lui. Cosa che si è riversata inevitabilmente nel lavoro, cui ho accennato prima, in cui probabilmente non mi sono mai impegnato; l’ho preso male, l’ho vissuto non come una cosa per me stesso. Perché di mezzo c’era mio padre, giudicante ed aggressivo, che con tutti i difetti del mondo è comunque mio padre. Ad oggi non sono in grado di gestire la ditta da solo, e avrei bisogno ancora della sua esperienza, ma mi sono stufato di avere emozioni negative e ho deciso di chiuderla: Sia perché non è di certo la mia passione ( Ho vissuto passivamente. ), sia perché non voglio più vivere emozioni negative con la mia famiglia. Voglio primaditutto essere sereno e soddisfatto, e voglio seguire il mio bene senza nessun rancore nei loro confronti. Posso sfruttare il fatto di non aver conseguito il diploma, e fare il serale di un qualsiasi istituto superiore. Posso scegliere cosa mi piace, ma ho paura. Sto stravolgendo tutto ed è come se dovessi ripartire da zero, e questo richiede tempo. E’ questo tempo che mi fa paura. Il fatto di dover vivere NON indipendente con la mia famiglia, e quindi forzatamente legato a questa quotidianità a tempo indeterminato. Io la ditta voglio chiuderla per questo in primis: Perché desidero stare bene, fare qualcosa di mio, frutto del mio potenziale.. ed esserne soddisfatto. Ho postato il consulto su "altro" perché ho descritto la mia difficoltà senza l'idea diretta di avere sintomi di malattia, non lo escludo, ma quello che sento è paura di un percorso inevitabilmente difficile, e non sento di potermi colpevolizzare. Avrei fatto bene a seguire me stesso e a decidere per me invece di farmi trasportare dalla corrente. Ma capisco che se non l'ho fatto è stato per difficoltà
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Gentile ragazzo,
ciò che dice può essere lodevole e capisco anche però tutte e sue paure. In realtà situazioni come questa possono essere rese molto più tollerabili migliorando la comunicazione, in questo caso tra lei e i suoi genitori o principalmente con suo padre
E' compito dello psicologo psicoterapeuta aiutare le persone a comunicare più efficacemente e correttamente e tale obiettivo può essere raggiunto facilmente
Tenga anche presente che in situazioni come la sua un sostegno esterno è spesso indispensabile e lei stesso in effetti lo sta cercando.
Tale sostegno a mio avviso dovrebbe concretizzarsi appunto nel migliorare la comunicazione con la sua famiglia e, se necessario, affrontare eventuali altri temi di interesse.
Le consiglio un mio articolo su come risolvere i problemi relazionali, che può trovare sul mio sito, in cui si accenna a come si possano ottenere risultati in breve tempo anche con una terapia individuale
cordiali saluti
ciò che dice può essere lodevole e capisco anche però tutte e sue paure. In realtà situazioni come questa possono essere rese molto più tollerabili migliorando la comunicazione, in questo caso tra lei e i suoi genitori o principalmente con suo padre
E' compito dello psicologo psicoterapeuta aiutare le persone a comunicare più efficacemente e correttamente e tale obiettivo può essere raggiunto facilmente
Tenga anche presente che in situazioni come la sua un sostegno esterno è spesso indispensabile e lei stesso in effetti lo sta cercando.
Tale sostegno a mio avviso dovrebbe concretizzarsi appunto nel migliorare la comunicazione con la sua famiglia e, se necessario, affrontare eventuali altri temi di interesse.
Le consiglio un mio articolo su come risolvere i problemi relazionali, che può trovare sul mio sito, in cui si accenna a come si possano ottenere risultati in breve tempo anche con una terapia individuale
cordiali saluti
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
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Ex utente
Grazie. Purtroppo ho provato in ogni modo a cercare un compromesso senza risultato. Mio padre è prodotto finito, non cambierà: E l'unico modo che ho per andarci d'accordo è accondiscendenza. "Sorvolare". "Chiudere un occhio". L'ha ammesso lui stesso: "Io sono così". Al che io replico, "E allora tocca a me e basta adattarmi a te perché "tu sei così?". Questo scambio di battute sintetizza il rapporto tra me e lui. Sento quasi che il compito di essere forte e gestirlo spetti a me, e questo mi da tremendamente fastidio. Perché ha 20 anni biologici in più!
[#3]
Ex utente
Chiedo scusa per il doppio post. Il punto è che da lui io dovrei apprendere, perché di fatto ha esperienza materiale del mestiere: Ma come posso riuscirci considerato il passato e considerando che lui pretende di assumere un atteggiamento da padre ma dimostra di essere assai fragile emotivamente? Sento che dal punto di vista umano non mi può insegnare più niente, perché io sono stato "costretto" ad imparare e costruirmi con la mia testa. Che mi piace assai più della sua!
[#4]
Le consiglio comunque di consultare una psicologa perchè il professionista può vedere aspetti della situazione relazionale che a lei sfuggono e perchè comunque un sostegno esterno alla famiglia, come le dicevo, si rivela spesso indispensabile per darle la forza di cambiare certi equilibri.
Tenga presente che la famiglia è un "sistema" piuttosto chiuso, nonostante abbia degli scambi con l'ambiente esterno, in cui si formano degli equilibri che tendono a restare tali e che per essere modificati necessitano di "forze" provenienti dall'esterno.
Il che non significa che lei debba rompere o danneggiare i legami affettivi con la famiglia, ma anzi proprio il contrario, li migliorerebbe.
Può chiedere consulenze anche on line.
Tenga presente che la famiglia è un "sistema" piuttosto chiuso, nonostante abbia degli scambi con l'ambiente esterno, in cui si formano degli equilibri che tendono a restare tali e che per essere modificati necessitano di "forze" provenienti dall'esterno.
Il che non significa che lei debba rompere o danneggiare i legami affettivi con la famiglia, ma anzi proprio il contrario, li migliorerebbe.
Può chiedere consulenze anche on line.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.1k visite dal 31/08/2018.
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