Crisi di pianto, ansia.. non ce la faccio più
Gentili dottori,
sono una ragazza di 31 anni e vi scrivo perché in questi giorni non ce la faccio proprio più.
Da molti anni carezzo l'idea di andare regolarmente da uno psicologo e presto lo farò (già a 12 anni scrivevo su alcuni fogli dei finti colloqui tra me e una finta psicologa). Per lungo tempo ho sofferto, anche se ora forse non vale la pena descriverne i motivi, ma tutto è peggiorato quando mi sono ammalata di Hashimoto. Quando ho iniziato a curare tale malattia, sono stata decisamente meglio: gli attacchi di panico che avevo erano totalmente riconducibili a quella. Sono in cura da circa 7 anni, ma questa estate, per un motivo o per un altro, hanno iniziato a tornare alcuni attacchi di ansia; ho pensato ad un peggioramento della tiroide e tra due giorni farò gli esami del sangue per controllare il valore del TSH.
Tuttavia, l'ansia che ho in questi giorni è diversa da quella di tanti anni fa: è continua, non sono più attacchi improvvisi dal nulla, bensì uno stato costante di ansia, che può acuirsi con poco e sfociare in attacchi di panico veramente grossi. Quelli di un tempo riuscivo a gestirli senza problemi, mentre questi non riesco a controllarli e arrivo anche a rimettere. Oggi, ad esempio, ho trascorso metà pomeriggio con due parenti, sperando di distrarmi un po', ma loro non hanno fatto altro che lamentarsi di una cosa e dell'altra, e tutta quella negatività mi ha smosso qualcosa dentro e sono diventata ancora più ansiosa e non riuscivo più a smettere di piangere. In conseguenza di ciò, si è messa a piangere anche mia madre, la quale ha iniziato a esclamare le solite frasi "non ce la faccio più", "voglio morire" ... tutte frasi che sappiamo essere iperboliche, ma avere una persona in ansia e triste vicina mi peggiora i sintomi.
Sono andata dal medico di base, ma ha voluto darmi soltanto delle gocce omeopatiche, e, sebbene queste erbe mi inducano il sonno, non sono particolarmente utili.
Dopodomani farò gli esami della tiroide; appena avrò i risultati, tornerò dal medico di base sperando che mi prescriva qualcosa di più specifico.
Io, però, intanto, mi sento morire. Mi sto rimettendo da una gastrite che mi ha tenuta a digiuno per una settimana intera, ho perso qualche chilo, mi sento debole e non posso essere così ansiosa, o rischio di ricaderci o comunque di non riuscire a mangiare, dal momento che questa ansia mi chiude lo stomaco.
C'è qualcosa che possa fare nell'attesa degli esami del sangue, della decisione del mio medico di base, della visita presso uno psicologo (devo decidere se cercare privatamente uno psicologo o se aspettare l'indicazione del dottore)? Mi piacerebbe tanto poter avere consigli per resistere quel tempo necessario di cui ho bisogno per affrontarlo fin dalla radice.
grazie
sono una ragazza di 31 anni e vi scrivo perché in questi giorni non ce la faccio proprio più.
Da molti anni carezzo l'idea di andare regolarmente da uno psicologo e presto lo farò (già a 12 anni scrivevo su alcuni fogli dei finti colloqui tra me e una finta psicologa). Per lungo tempo ho sofferto, anche se ora forse non vale la pena descriverne i motivi, ma tutto è peggiorato quando mi sono ammalata di Hashimoto. Quando ho iniziato a curare tale malattia, sono stata decisamente meglio: gli attacchi di panico che avevo erano totalmente riconducibili a quella. Sono in cura da circa 7 anni, ma questa estate, per un motivo o per un altro, hanno iniziato a tornare alcuni attacchi di ansia; ho pensato ad un peggioramento della tiroide e tra due giorni farò gli esami del sangue per controllare il valore del TSH.
Tuttavia, l'ansia che ho in questi giorni è diversa da quella di tanti anni fa: è continua, non sono più attacchi improvvisi dal nulla, bensì uno stato costante di ansia, che può acuirsi con poco e sfociare in attacchi di panico veramente grossi. Quelli di un tempo riuscivo a gestirli senza problemi, mentre questi non riesco a controllarli e arrivo anche a rimettere. Oggi, ad esempio, ho trascorso metà pomeriggio con due parenti, sperando di distrarmi un po', ma loro non hanno fatto altro che lamentarsi di una cosa e dell'altra, e tutta quella negatività mi ha smosso qualcosa dentro e sono diventata ancora più ansiosa e non riuscivo più a smettere di piangere. In conseguenza di ciò, si è messa a piangere anche mia madre, la quale ha iniziato a esclamare le solite frasi "non ce la faccio più", "voglio morire" ... tutte frasi che sappiamo essere iperboliche, ma avere una persona in ansia e triste vicina mi peggiora i sintomi.
Sono andata dal medico di base, ma ha voluto darmi soltanto delle gocce omeopatiche, e, sebbene queste erbe mi inducano il sonno, non sono particolarmente utili.
Dopodomani farò gli esami della tiroide; appena avrò i risultati, tornerò dal medico di base sperando che mi prescriva qualcosa di più specifico.
Io, però, intanto, mi sento morire. Mi sto rimettendo da una gastrite che mi ha tenuta a digiuno per una settimana intera, ho perso qualche chilo, mi sento debole e non posso essere così ansiosa, o rischio di ricaderci o comunque di non riuscire a mangiare, dal momento che questa ansia mi chiude lo stomaco.
C'è qualcosa che possa fare nell'attesa degli esami del sangue, della decisione del mio medico di base, della visita presso uno psicologo (devo decidere se cercare privatamente uno psicologo o se aspettare l'indicazione del dottore)? Mi piacerebbe tanto poter avere consigli per resistere quel tempo necessario di cui ho bisogno per affrontarlo fin dalla radice.
grazie
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Gentile ragazza,
non tutti i medici purtroppo sono così pronti a consigliare immediatamente ai loro pazienti di consultare uno psicologo, pur quando ce ne sarebbero tutti i presupposti, quindi sinceramente le consiglio di fare questo passo senza aspettare ulteriori indicazioni, penso anzi che probabilmente avrebbe gìà dovuto farlo, considerato che mente e corpo sono comunque connessi e interdipendenti e le sue fantasie.
Se la frena il pensiero di non essere pronta ad affrontare il problema fin dalla radice, tenga presente che comunque lo psicologo non obbliga nessuno e deve tener conto dei tempi della persona.
Consigli per l'immediato? Se nota che alcune persone le peggiorano lo stato d'ansia per il momento le eviti, anche se sono parenti. Torni dal medico o dall'erborista se le gocce omeopatiche non sono sufficienti. Ci sono poi gli esercizi di respirazione diaframmatica e di rilassamento.
Il respiro diaframmatico è anti-ansia; in attesa che lo psicologo psicoterapeuta glielo insegni può cercare di impararlo andando su internet.
Da ultimo la terapia breve integrata è molto efficace e veloce contro i disturbi d'ansia; sul mio sito può trovare due articoli sugli attacchi di panico da cui avere maggiori informazioni.
cordiali saluti
non tutti i medici purtroppo sono così pronti a consigliare immediatamente ai loro pazienti di consultare uno psicologo, pur quando ce ne sarebbero tutti i presupposti, quindi sinceramente le consiglio di fare questo passo senza aspettare ulteriori indicazioni, penso anzi che probabilmente avrebbe gìà dovuto farlo, considerato che mente e corpo sono comunque connessi e interdipendenti e le sue fantasie.
Se la frena il pensiero di non essere pronta ad affrontare il problema fin dalla radice, tenga presente che comunque lo psicologo non obbliga nessuno e deve tener conto dei tempi della persona.
Consigli per l'immediato? Se nota che alcune persone le peggiorano lo stato d'ansia per il momento le eviti, anche se sono parenti. Torni dal medico o dall'erborista se le gocce omeopatiche non sono sufficienti. Ci sono poi gli esercizi di respirazione diaframmatica e di rilassamento.
Il respiro diaframmatico è anti-ansia; in attesa che lo psicologo psicoterapeuta glielo insegni può cercare di impararlo andando su internet.
Da ultimo la terapia breve integrata è molto efficace e veloce contro i disturbi d'ansia; sul mio sito può trovare due articoli sugli attacchi di panico da cui avere maggiori informazioni.
cordiali saluti
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
[#2]
Utente
Gentile Dottoressa, La ringrazio. Non ho alcun timore di intraprendere questo percorso con uno psicologo, perché so che probabilmente è l'unico mezzo per "guarire". Mi preoccupavano un po' le spese, perché ultimamente sto facendo molte visite da libera professione e sono disoccupata, ma a questo punto non posso rimandare. Anzi, vorrei poter iniziare già oggi, ché non riesco più a sopportare questo stato di continua ansia così forte. Mi spaventano di più i giorni che mi separano dall'inizio del percorso e dal tempo che impiegherò per stare un po' meglio. Da ieri sera ho iniziato ad avere diarrea e mi si è chiuso nuovamente lo stomaco, così ai problemi psicologici si uniscono problemi fisici che debilitano il corpo.
Darò subito un'occhiata al suo sito per trovare qualche consiglio utile, grazie. Purtroppo non posso stare lontano dalle fonti di stress perché vivo con i miei parenti, non potendo permettermi una casa per conto mio. Oggi stesso mi informerò sugli psicologi della mia città e cercherò di capire come prendere appuntamento. Grazie
Darò subito un'occhiata al suo sito per trovare qualche consiglio utile, grazie. Purtroppo non posso stare lontano dalle fonti di stress perché vivo con i miei parenti, non potendo permettermi una casa per conto mio. Oggi stesso mi informerò sugli psicologi della mia città e cercherò di capire come prendere appuntamento. Grazie
[#4]
Utente
Gentile dottoressa,
per dovere di "completezza", vorrei scriverle per comunicarle che sto bene. Ho intrapreso un percorso con una psicoterapeuta che non ha individuato, in 6 mesi, alcun elemento di stress o ansia. Nel frattempo ho effettuato una gastroscopia che ha rilevato cardias beante, gastrite, ernia iatale, reflusso, piloro beante. Dopo qualche tempo dall'inizio della cura per "lo stomaco" è passato tutto. Ora può capitare, davvero raramente, che qualche alimento mi irriti lo stomaco, e dunque sento tornare sensazione di vuoto, di mancanza di aria, .. ma davvero è così raro da non farci nemmeno caso. A distanza di tempo, la ringrazio ancora per le sue risposte
per dovere di "completezza", vorrei scriverle per comunicarle che sto bene. Ho intrapreso un percorso con una psicoterapeuta che non ha individuato, in 6 mesi, alcun elemento di stress o ansia. Nel frattempo ho effettuato una gastroscopia che ha rilevato cardias beante, gastrite, ernia iatale, reflusso, piloro beante. Dopo qualche tempo dall'inizio della cura per "lo stomaco" è passato tutto. Ora può capitare, davvero raramente, che qualche alimento mi irriti lo stomaco, e dunque sento tornare sensazione di vuoto, di mancanza di aria, .. ma davvero è così raro da non farci nemmeno caso. A distanza di tempo, la ringrazio ancora per le sue risposte
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Buonasera,
sono piacevolmente sorpresa che a distanza di tempo sia tornata a ringraziarmi per le mie risposte e sono felice che stia bene. Forse le mie risposte l'avevano particolarmente colpita, in ogni caso sono contenta che abbia intrapreso percorsi di cura sia con il medico che con lo psicologo e che i risultati siano positivi.
Cordiali saluti
sono piacevolmente sorpresa che a distanza di tempo sia tornata a ringraziarmi per le mie risposte e sono felice che stia bene. Forse le mie risposte l'avevano particolarmente colpita, in ogni caso sono contenta che abbia intrapreso percorsi di cura sia con il medico che con lo psicologo e che i risultati siano positivi.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.7k visite dal 28/08/2018.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.