Il mio primo attacco

Descrivo brevemente il mio problema.

Ho 47 anni e a 17 ho avuto il mio primo attacco di panico, cui è seguito un lungo periodo di depressione associato a frequenti attacchi di panico con paura di allontanarmi da solo, prendere treno autobus, agorafobia. Tutto ciò è stato causato da problemi sociali : bassissima autostima, diversi episodi in cui sono stato pesantemente preso in giro, mi vedevo molto brutto etc.., non guidavo, evitavo di andare in posti lontani trovando sempre scuse, insomma ho praticato un continuo evitamento di situazioni che non ero in grado di gestire.
Ne ha logicamente risentito la mia vita sia privata che scolastico - lavorativa dove agli esami molte volte nonostante fossi molto preparato mi emozionavo e prendevo voti bassi, così al lavoro.
In conclusione grande fatica per fare ogni cosa e voglia di scappare davanti alle difficoltà.

Mio padre ha avuto problemi analoghi, anche più gravi, mia madre 3 anni fa ha tentato suicidio.

Nonostante ciò sono riuscito a costruirmi una famiglia e ho 2 bellissime creature e la situazione sembrava volgere al positivo, ma da circa 2 anni è ricominciato l’incubo questa volta dovuto a forti stress al lavoro, in quanto non sono riuscito a gestire alcune situazioni sul lavoro, e che per il momento sono in sospeso. Da un lato vorrei risolverle dall’altro ho il terrore che smuovendo la situazione potrei essere accusato di negligenza, incompetenza di aver causato gravi danni.
E’ quindi iniziato un periodo di rimuginio dove spesso ho pensato alle conseguenze più estreme tipo : mi licenziano, mi pignorano casa, divento un derelitto, ho rovinato tutto per colpa mia etcc…, ed ho avuto pensieri suicidari.

Per risolvere la situazione ho iniziato una terapia sia farmacologia che ha dato qualche risultato positivo (entact, e xanax che sto scalando), sia da una psicologa psicoterapeuta da circa un anno 1 volta a settimana, mentre i colloqui settimanali sembrano essersi arenati. Ho capito che il mio è un problema dovuto all’evitamento al fatto di non sentirmi adeguato etc.., e che ho il terrore di situazioni o che non riesco a gestire o di cui non so l’esito (come nel mio caso)
La sensazione che ho e di andare da una persona con cui parlo dei miei problemi, ma non vedo nel medio termine una soluzione.
Vorrei saper se esistono terapie d’urto che consentono di aiutare ad affrontare situazioni molto difficili come la mia (difficile dal mio punto di vista, non in assoluto).

[#1]
Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicoterapeuta, Psicologo 648 21
Gentile Utente
la terapia d'urto non esiste ma questa sua domanda è chiaramente legata al raggiungimento del limite di sopportazione; non ce la fa più e desidera una soluzione immediata, o sbaglio?
Credo che la cosa ottimale da fare sia discutere con la sua terapeuta della percezione di essersi arenati, di non progredire con il lavoro.
A questo proposito potrebbe fare un elenco delle difficoltà che permangono e chiedere alla terapeuta se è possibile rivedere le scelte fatte ed eventualmente riorganizzare il trattamento in funzione dei problemi residui.
L'unica cosa che non le consiglio di fare è abbandonare il lavoro intrapreso.

Cordialmente

Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense

[#2]
Utente
Utente
Purtroppo non sbaglia, vorrei uscire da questo incubo che succedesse un evento fortunato, non riesco a darmi pace ora che avevo raggiunto un discreto stato di serenità e una vita tutto sommato positiva (anni fa ci avrei messo la firma).
Dimenticavo tra le altre cose che ho iniziato a comprare i gratta e vinci e nelle giornate storte spendo una discreta somma (anche 30 euro).
Non abbandonerò il lavoro intrapreso, anche perchè ci sono stati dei progressi. Saluti
[#3]
Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicoterapeuta, Psicologo 648 21
Credo che sia la scelta giusta;
tuttavia la invito a discutere con la terapeuta anche della tendenza a spendere discrete cifre nel gioco.

Cordialmente
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