Tradimento mai affrontato
Gentili medici, mi rivolgo a voi perché vivo da qualche settimana una profonda crisi personale. Ho una relazione da 12 anni e ben ormai 4 anni fa ho scoperto che il mio compagno mi aveva tradita. Quell'anno fu particolarmente complicato perché suo fratello scoprì di avere una terribile malattia che ce lo avrebbe portato via neanche 8 mesi dopo. Io decisi di accantonare il lavoro (sono freelance) e dedicarmi completamente a questa situazione per stargli vicino e aiutarlo tanto che passammo mesi tra ospedali, viaggi, momenti di sconforto nei quali comunque avvertivo una certa sua distanza. Contemporaneamente mi confidava di sentirsi infelice perchè non facevamo progetti, perché io ero sempre ferma al palo (sono stata in terapia per qualche anno per problemi con i miei genitori, data la mia scarsa autostima a causa degli atteggiamenti opprimenti di mio padre) e io gli dicevo che stavo lavorandoci su e che comunque avevamo fatto tanto fino a quel momento e tanto avremmo potuto fare. Iniziai a notare che nascondeva il cellulare e addirittura, mi chiedeva i miei programmi della settimana, probabilmente per potersi incontrare con questa persona... inoltre mi trattava malissimo, anche di fronte ai nostri amici, come se per lui non valessi niente. Insomma, a fine anno, pochi giorni prima di Natale, torno in città dopo una visita ai miei genitori e lo vedo piuttosto impacciato...in effetti poco dopo scopro in camera la busta vuota di un preservativo finita tra i letto e il comodino. Inutile dire che mi è crollato il mondo addosso. Ho iniziato a piangere e a chiedergli perchè aveva agito così, da quanto andava avanti e chi fosse quella persona. Lui si è limitato a starsene seduto, addolorato e a dire che aveva sbagliato e gli dispiaceva. Questa persona lavorava nello stesso edificio e si erano visti già un'altra volta a cena. Nonostante tutto sono rimasta, perché non volevo lasciarlo solo in un momento così brutto e sono rimasta perché sapevo che di lì a poco suo fratello, al quale volevo un mondo di bene, ci avrebbe lasciati. La cosa sconcertante è che già la sera dopo lui pretendeva di fare l'amore, come nulla fosse, infastidendosi anche al mio evidente e giustificato rifiuto. Non abbiamo mai più parlato della cosa, anzi, una volta ho tentato di farlo perché mi vedeva irritata ma al mio tirare fuori il tradimento ha minimizzato dicendo che erano i miei problemi il problema, non di certo il suo tradimento. Bene, dopo 4 anni, "improvvisamente" qualche giorno fa dentro di me si è rotto qualcosa. Anche perché ho sinceramente passato questi anni a chiedermi continuamente se mi stesse dicendo frottole e a sentire di non potermi fidare anche se lui è tornato ad essere amorevole e lo sento vicino. Io sono in crisi perchè credo di non amarlo più ma mi sento comunque in colpa e vorrei essere decisa invece di sentirmi sempre colpevole di tutto, anche quando sono gli altri a sbagliare. Come posso affrontare questo momento?
Grazie per l'ascolto.
Grazie per l'ascolto.
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Gentile utente,
il titolo fa capire che Lei stessa comprende che la causa della Sua attuale crisi sta probabilmente nel "Tradimento mai affrontato".
Questo peso luttuoso,
trascinato per anni,
può darsi abbia incrinato definitivamente la relazione.
Ma giustamente Lei torna a porre l'attenzione su di sè:
"..vorrei essere decisa
invece di sentirmi sempre colpevole di tutto, anche quando sono gli altri a sbagliare."
e si chiede:
"Come posso affrontare questo momento?"
Il problema non è tanto "questo momento",
bensì l'atteggiamento che La conduce a
"..sentirmi sempre colpevole di tutto..".
E' su questo che occorre lavorare,
attraverso un percorso di persona con un nostro/a Collega che sia anche Psicoterapeuta.
Saluti cordiali.
Carla Maria Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
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Utente
Gent.ma Dottoressa, la ringrazio per la risposta. Come ho accennato scrivendo la mia storia, sono stata in terapia per qualche anno ma, devo dire, su questo aspetto del senso di colpa, non c'è stata mai occasione di approfondimento. Purtroppo ho avuto un padre molto insicuro dei suoi sentimenti, pressato dalla madre in quanto figlio unico, che ha sempre rifiutato che io crescessi e diventassi donna...anzi diciamo pure che gli creava imbarazzo il fatto che io crescessi e di conseguenza mi vietava di fare qualsiasi cosa, in più aveva un atteggiamento per cui si rivolgeva a me a volte prendendomi in giro. Sono cresciuta con un grande senso di ribellione purtroppo accompagnato da un profondo senso di inadeguatezza e di vuoto affettivo. Sono riuscita piano piano a costruire una mia autonomia ma sempre con grande sofferenza interiore e, per l'appunto, con un continuo senso di colpa verso me stessa..quasi fino a farmi ribrezzo a volte. Nei confronti degli altri sono sempre molto disponibile e iper attenta a come parlo, ho sempre il terrore di ferire o di far sentire a disagio gli altri perchè conosco perfettamente la sensazione per cui cerco sempre di mediare, soprattutto quando i conflitti non mi coinvolgono direttamente. Sto pensando di tornare in terapia perché per quanto io abbia fatto grandi progressi, mi sento un peso dentro incredibile. Ancora grazie
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"..Sto pensando di tornare in terapia perché per quanto io abbia fatto grandi progressi, mi sento un peso dentro incredibile. "
Ne sono veramente contenta per Lei,
saggia decisione.
Un buon percorso e,
nel frattempo,
buoni giorni.
Saluti cari.
Carla Maria Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.1k visite dal 28/08/2018.
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