Rapporto difficile

Ciao sono un ragazzo di 20 anni
Di recente ho conosciuto una ragazza con la quale ho avuto un rapporto di grandissima comprensione e empatia e della quale mi sono innamorato; dichiaratomi a lei, sono stato rifiutato e successivamente dopo esasperazioni dovute ai diversi sentimenti provati l’uno per l’altro, sono stato anche allontanato da lei, che dopo pochi mesi si è fidanzata con un altro. In quel periodo sono entrato in depressione, piangevo ogni giorno per ore per almeno un mese sviluppando un disturbo da stress post-traumatico. Mi sono sentito abbandonato, ferito poiché faccio fatica a fidarmi di qualcuno e la mia autostima è crollata di conseguenza. Di recente lei è tornata, chiedendomi di tornare amici poiché le ero mancato molto e “era una vita che aspettavo una persona che mi capisse come te”; al mio rifiuto di tornare ad avere un rapporto, lei è scoppiata a piangere in maniera abbastanza isterica. Successivamente, con i benefici della terapia, mi sono sentito meglio e ho riconsiderato l’idea di riaverla come amica per quanto aveva dimostrato di tenere a me alla fine. Abbiano ricominciato a sentirci ma non era più come prima, litigavamo di continuo, io le portavo rancore passivamente e lei non si fidava più di me come prima. Come se il fatto che non fossi più innamorato avesse rovinato tutto. Il tutto però mi ha fatto tornare indietro, a quel sentimento di umiliazione, dolore e sofferenza che aveva caratterizzato quei mesi. Tuttora più che un’amica la vedo come la ragazza che mi ha rifiutato e fatto soffrire. Non so cosa fare, è normale almeno all’inizio che sia così e quindi sono solo spaventato dal riemergere del passato o è semplicemente un rapporto che ormai non può più funzionare?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente, lei per fortuna è uscito dalla sofferenza di quello che ha chiamato, impropriamente, disturbo post traumatico, ossia la fine di una storia d'amore; mi sembra uscito anche da un sentimento altrettanto nocivo, ossia la volontà di vendetta per il danno emotivo subìto; forse sta anche superando l'indebita identificazione "amore della sua ragazza/sua autostima", e di tutto questo penso debba ringraziare il suo psicologo. Ora ci chiede se da queste ceneri può nascere un'amicizia? A me sembra, nell'immediato, molto difficile. L'amicizia nasce dal volersi bene e dallo stimarsi. La sua ragazza l'ha cercata, mi sembra, per ragioni di puro egoismo: voleva una persona che la capisse... o forse che le perdonasse i suoi difetti. Che cosa mette da parte sua, sul piatto della vostra amicizia? Ci rifletta, e si chieda anche cosa si aspetta e cosa desidera lei stesso. Se continua a frequentarla per sentirsi "superiore", o per farle provare rammarico di aver interrotto la vostra storia, questa non è un'amicizia. Forse non è nemmeno un sentimento gratificante. Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com