Ansia dovuta a mio padre
Gentilissimi dottori,
sono un ragazzo di 26 anni.
Vi scrivo per una spiegazione, un consiglio, forse anche solo per sfogarmi.
Sono un uomo ormai ma nonostante tutto, quando devo affrontare mio padre mi sale un'ansia assurda. I miei genitori sono separati da ormai 14 anni. Mio padre quando ero piccolo mi picchiava pesantemente e mi diceva che ero uno schifo di cui avere vergogna. Più di qualche volta mi ha tirato i capelli o mi ha dato calci nello stomaco per via di qualche suo scatto nervoso. Mi dava punizioni esemplari, anche come restare da solo a casa con l'obbligo di non accendere la tv o di chiudermi nella stanza al buio da solo a tutti i costi. E quando rimanevo da solo al buio o in casa, non sapendo come farmi giustizia, spesso mi tiravo i capelli per il nervosismo e la rabbia (avevo circa 9 anni). L'ho perdonato, anche se non mi ha mai chiesto scusa. L'ho perdonato perché uno che si comporta così, secondo me, ha problemi molto più gravi di quelli che lui ha lasciato a me. Vengo al dunque: i miei genitori sono entrambi risposati. Io sono uno studente universitario, ma ho qualche ritardo per via di crisi di ansia e di umore che ho avuto tempo fa. Ma adesso ho ricominciato a studiare a pieno titolo e anche meglio di prima. Negli anni mio padre mi ha sempre dato il minimo di alimenti, e quando gli ho chiesto qualcosa la sua risposta è sempre stata: NO non posso permettermelo. Le mie richieste in genere erano di salute :occhiali da vista, visite al dentista, libri ecc. Dunque, adesso sono più adulto e mi sento più forte e vista la sua noncuranza nei miei confronti, nonostante lui faccia acquisti di un certo valore anche ostentandoli, ho deciso di chiedergli quello che il giudice ha deciso. Ma nonostante so di non stare a fare niente di male, quando devo avere confronti con lui, mi sale un'ansia fortissima, mi sento male e per tutto il giorno non riesco a fare niente di studio perché mi sento in allerta e temo che lui possa farmi del male per via di quelle che potrebbe considerare pretese e non un aiuto dato a un figlio che non gli ha mai chiesto niente, credendo ai suoi NO anche davanti all'evidenza del suo benessere. Grazie a tutti.
sono un ragazzo di 26 anni.
Vi scrivo per una spiegazione, un consiglio, forse anche solo per sfogarmi.
Sono un uomo ormai ma nonostante tutto, quando devo affrontare mio padre mi sale un'ansia assurda. I miei genitori sono separati da ormai 14 anni. Mio padre quando ero piccolo mi picchiava pesantemente e mi diceva che ero uno schifo di cui avere vergogna. Più di qualche volta mi ha tirato i capelli o mi ha dato calci nello stomaco per via di qualche suo scatto nervoso. Mi dava punizioni esemplari, anche come restare da solo a casa con l'obbligo di non accendere la tv o di chiudermi nella stanza al buio da solo a tutti i costi. E quando rimanevo da solo al buio o in casa, non sapendo come farmi giustizia, spesso mi tiravo i capelli per il nervosismo e la rabbia (avevo circa 9 anni). L'ho perdonato, anche se non mi ha mai chiesto scusa. L'ho perdonato perché uno che si comporta così, secondo me, ha problemi molto più gravi di quelli che lui ha lasciato a me. Vengo al dunque: i miei genitori sono entrambi risposati. Io sono uno studente universitario, ma ho qualche ritardo per via di crisi di ansia e di umore che ho avuto tempo fa. Ma adesso ho ricominciato a studiare a pieno titolo e anche meglio di prima. Negli anni mio padre mi ha sempre dato il minimo di alimenti, e quando gli ho chiesto qualcosa la sua risposta è sempre stata: NO non posso permettermelo. Le mie richieste in genere erano di salute :occhiali da vista, visite al dentista, libri ecc. Dunque, adesso sono più adulto e mi sento più forte e vista la sua noncuranza nei miei confronti, nonostante lui faccia acquisti di un certo valore anche ostentandoli, ho deciso di chiedergli quello che il giudice ha deciso. Ma nonostante so di non stare a fare niente di male, quando devo avere confronti con lui, mi sale un'ansia fortissima, mi sento male e per tutto il giorno non riesco a fare niente di studio perché mi sento in allerta e temo che lui possa farmi del male per via di quelle che potrebbe considerare pretese e non un aiuto dato a un figlio che non gli ha mai chiesto niente, credendo ai suoi NO anche davanti all'evidenza del suo benessere. Grazie a tutti.
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Gentile Utente,
considerata la Sua storia mia pare del tutto ovvio che Lei sia ancora in apprensione quando deve avere a che fare con Suo padre. Mi pare una buona idea quella di chiedere a Suo padre quanto Le spetta, ma credo che Le sarebbe utile parlare col medico di base del Suo disagio e domandargli di prescrivere un colloquio psicologico clinico per risolvere definitivamente la problematica legata al Suo passato.
Lei è senz'altro stato molto bravo, ha ripreso gli studi e sta andando avanti con la Sua vita, ma ciò che è importante è risolvere il problema dell'ansia.
Cordiali saluti,
considerata la Sua storia mia pare del tutto ovvio che Lei sia ancora in apprensione quando deve avere a che fare con Suo padre. Mi pare una buona idea quella di chiedere a Suo padre quanto Le spetta, ma credo che Le sarebbe utile parlare col medico di base del Suo disagio e domandargli di prescrivere un colloquio psicologico clinico per risolvere definitivamente la problematica legata al Suo passato.
Lei è senz'altro stato molto bravo, ha ripreso gli studi e sta andando avanti con la Sua vita, ma ciò che è importante è risolvere il problema dell'ansia.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.4k visite dal 21/08/2018.
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Approfondimento su Ansia
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