Mancanza di empatia
Cari dottori,
vi spiego un attimo la situazione per chi vorrà rispondermi. Mi rivolgo a voi perchè ora che sono in terapia, davvero in terapia, non riesco praticamente a proferire parola con i miei terapeuti perchè terrorizzata. Una parte di me letteralmente mi impedisce di rivelare quello che sento davvero.
Ho enormi difficoltà relazionali, così vaste che mi sono dovuta chiudere in casa e arrangiarmi a lavorare da casa. Il fatto è che non sono interessata alle altre persone, mi fanno paura e basta. Non è fobia sociale in senso stretto, nel senso che succede anche con le persone che conosco da anni, anche con mio marito. Riesco indossando una maschera ad avere relazioni molto superficiali, formali, improntate al massimo distacco possibile, ma è terribilmente faticoso.
Chi ha provato ad avere un rapporto intimo con me sa che sono piena di risentimento, odio, rabbia difensiva. Mi sento costantemente sotto attacco, mi sfogo facendo quantità esagerate di attività fisica al punto che sono diventata una specie di culturista. E soprattutto non sento gli altri. Non riesco a sentirmi amata, ho il "sistema operativo" che esclude a priori questa possibilità, perchè insieme alla percezione dell'affetto, della vicinanza, emerge un terrore animale che mi spinge a scappare. Ovviamente sono sotto antipsicotici - basso dosaggio, ma non basta. Non riesco ad essere empatica. Ho un bambino piccolo e l'unica cosa che riesco a fare per farlo sentire amato, oltre a prendermi cura delle cose pratiche, è cercare di guardarlo negli occhi e abbracciarlo, accarezzarlo, dirgli che è carino, dolce, coccolone, ecc.
Dei bambini e degli animali non ho paura.
Che posso fare per parlare con i miei terapeuti di questo? Come posso dire che non sento empatia senza che mi vedano come una psicopatica e si spaventino? Io so razionalmente che gli altri hanno dei bisogni, dei desideri, sono diversi da me, purtroppo non credo in Dio ma ho un abbozzo di etica e di senso morale, mi rendo conto che la violenza genera violenza, ma mi sento come se non avessi più un cuore e paradossalmente provo livelli assurdi, quasi fisici di sofferenza.
Come posso fare? Gli scrivo?
Grazie della eventuale risposta.
vi spiego un attimo la situazione per chi vorrà rispondermi. Mi rivolgo a voi perchè ora che sono in terapia, davvero in terapia, non riesco praticamente a proferire parola con i miei terapeuti perchè terrorizzata. Una parte di me letteralmente mi impedisce di rivelare quello che sento davvero.
Ho enormi difficoltà relazionali, così vaste che mi sono dovuta chiudere in casa e arrangiarmi a lavorare da casa. Il fatto è che non sono interessata alle altre persone, mi fanno paura e basta. Non è fobia sociale in senso stretto, nel senso che succede anche con le persone che conosco da anni, anche con mio marito. Riesco indossando una maschera ad avere relazioni molto superficiali, formali, improntate al massimo distacco possibile, ma è terribilmente faticoso.
Chi ha provato ad avere un rapporto intimo con me sa che sono piena di risentimento, odio, rabbia difensiva. Mi sento costantemente sotto attacco, mi sfogo facendo quantità esagerate di attività fisica al punto che sono diventata una specie di culturista. E soprattutto non sento gli altri. Non riesco a sentirmi amata, ho il "sistema operativo" che esclude a priori questa possibilità, perchè insieme alla percezione dell'affetto, della vicinanza, emerge un terrore animale che mi spinge a scappare. Ovviamente sono sotto antipsicotici - basso dosaggio, ma non basta. Non riesco ad essere empatica. Ho un bambino piccolo e l'unica cosa che riesco a fare per farlo sentire amato, oltre a prendermi cura delle cose pratiche, è cercare di guardarlo negli occhi e abbracciarlo, accarezzarlo, dirgli che è carino, dolce, coccolone, ecc.
Dei bambini e degli animali non ho paura.
Che posso fare per parlare con i miei terapeuti di questo? Come posso dire che non sento empatia senza che mi vedano come una psicopatica e si spaventino? Io so razionalmente che gli altri hanno dei bisogni, dei desideri, sono diversi da me, purtroppo non credo in Dio ma ho un abbozzo di etica e di senso morale, mi rendo conto che la violenza genera violenza, ma mi sento come se non avessi più un cuore e paradossalmente provo livelli assurdi, quasi fisici di sofferenza.
Come posso fare? Gli scrivo?
Grazie della eventuale risposta.
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“Mi rivolgo a voi perchè ora che sono in terapia, davvero in terapia, non riesco praticamente a proferire parola con i miei terapeuti perchè terrorizzata. Una parte di me letteralmente mi impedisce di rivelare quello che sento davvero. ”
Buonasera,
comprendo che è più facile scrivere online ad anonimi ed a perfetti sconosciuti, ma questo non l’aiuterà a guarire.
Scriva al suo terapeuta, se ha imbarazzo a parlare con lui
Potrebbe essere già un inizio.
Auguri per tutto
Buonasera,
comprendo che è più facile scrivere online ad anonimi ed a perfetti sconosciuti, ma questo non l’aiuterà a guarire.
Scriva al suo terapeuta, se ha imbarazzo a parlare con lui
Potrebbe essere già un inizio.
Auguri per tutto
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 5.2k visite dal 18/08/2018.
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