Rapporto di coppia e sessualitá
Il mio ragazzo ed io stiamo insieme da quasi due anni. Lui é piu piccolo di me di 4 anni e, seppur la questione età mi abbia dato non pochi problemi, le cose sono sempre andate bene tra di noi fintanto che riuscivamo a parlare di qualsiasi cosa.
A dicembre lui ha avuto una discussione con sua madre sulla nostra vita sessuale, dicendole che la nostra unica precauzione é sempre stata il preservativo (unito al coito interrotto). Le pressioni della madre affinché usassimo anche contraccettivi ormonali (dandoci degli immaturi e irresponsabili) sono state tali da farlo andare completamente in crisi. Dopo l'accaduto ho chiesto una pausa non riuscendo piu a sopportare i suoi dubbi, abbiamo deciso poi di riprovarci ed io, per cercare di mettere a tacere i suoi attacchi di panico, ho deciso di prendere la pillola. La decisione é stata stupida, ho avuto non pochi problemi di salute, ho speso in visite ed analisi quasi tutti i soldi che avevo guadagnato in quei mesi e sono andata in crisi. Ho discusso con mia madre che mi ha dato della "sciocca" per essermi fatta condizionare a tal punto dal mio ragazzo e cosi ho deciso di smetterla. Ho avuto ancora una volta problemi di salute legati alla sospensione, cosa che ha fatto sentire il mio ragazzo in colpa. Le cose sono così peggiorate. Piangeva durante il rapporto (a suo dire perché sapeva di ferirmi con i suoi comportamenti), controllava il preservativo mille volte e dopo un giorno di ritardo iniziava a chiedermi se fosse il caso di fare il test.
Ne abbiamo parlato a lungo, ha sempre detto che una mia gravidanza gli rovinerebbe la vita perché troppo piccolo (24 anni), non potrebbe finire l università (sua madre gli ha detto che, se fosse capitato, non lo avrebbe aiutato in nessun modo e che si sarebbe dovuto cercare un lavoro).
Neanche io cerco una gravidanza in questo momento, a causa di problemi a casa ho dovuto cercare un lavoro e mi mancano ancora gli ultimi esami per laurearmi. Eppure la cosa non mi spaventa come lui, é un "rischio" che sono disposta a correre per stare insieme anche fisicamente.
Avevamo deciso di non farlo piú visto come la cosa ci faceva stare male, ma poi c'é stata una volta e ora ho 7 giorni di ritardo (abbiamo usato il preservativo e controllato piú che scrupolosamente). Ieri ho fatto un test (da sola, lui non si è nemmeno degnato di farmi compagnia al telefono) ed è risultato negativo, ma non sono piú tranquilla nemmeno io. Anzi, ho l'ansia perenne e la paura che i suoi dubbi siano dovuti al fatto che in realtà non mi ami, cosa che lui nega con tutte le sue forze.
Io non so piú cosa fare. Credo che l'intimità sia importante in una coppia e che la nostra sia stata compromessa seriamente (a causa di sua madre). Spero che qualcuno possa suggerirmi un modo di affrontare la questione con lui, perché io, purtroppo, non so proprio piú come superare il problema.
Grazie anticipatamente!
A dicembre lui ha avuto una discussione con sua madre sulla nostra vita sessuale, dicendole che la nostra unica precauzione é sempre stata il preservativo (unito al coito interrotto). Le pressioni della madre affinché usassimo anche contraccettivi ormonali (dandoci degli immaturi e irresponsabili) sono state tali da farlo andare completamente in crisi. Dopo l'accaduto ho chiesto una pausa non riuscendo piu a sopportare i suoi dubbi, abbiamo deciso poi di riprovarci ed io, per cercare di mettere a tacere i suoi attacchi di panico, ho deciso di prendere la pillola. La decisione é stata stupida, ho avuto non pochi problemi di salute, ho speso in visite ed analisi quasi tutti i soldi che avevo guadagnato in quei mesi e sono andata in crisi. Ho discusso con mia madre che mi ha dato della "sciocca" per essermi fatta condizionare a tal punto dal mio ragazzo e cosi ho deciso di smetterla. Ho avuto ancora una volta problemi di salute legati alla sospensione, cosa che ha fatto sentire il mio ragazzo in colpa. Le cose sono così peggiorate. Piangeva durante il rapporto (a suo dire perché sapeva di ferirmi con i suoi comportamenti), controllava il preservativo mille volte e dopo un giorno di ritardo iniziava a chiedermi se fosse il caso di fare il test.
Ne abbiamo parlato a lungo, ha sempre detto che una mia gravidanza gli rovinerebbe la vita perché troppo piccolo (24 anni), non potrebbe finire l università (sua madre gli ha detto che, se fosse capitato, non lo avrebbe aiutato in nessun modo e che si sarebbe dovuto cercare un lavoro).
Neanche io cerco una gravidanza in questo momento, a causa di problemi a casa ho dovuto cercare un lavoro e mi mancano ancora gli ultimi esami per laurearmi. Eppure la cosa non mi spaventa come lui, é un "rischio" che sono disposta a correre per stare insieme anche fisicamente.
Avevamo deciso di non farlo piú visto come la cosa ci faceva stare male, ma poi c'é stata una volta e ora ho 7 giorni di ritardo (abbiamo usato il preservativo e controllato piú che scrupolosamente). Ieri ho fatto un test (da sola, lui non si è nemmeno degnato di farmi compagnia al telefono) ed è risultato negativo, ma non sono piú tranquilla nemmeno io. Anzi, ho l'ansia perenne e la paura che i suoi dubbi siano dovuti al fatto che in realtà non mi ami, cosa che lui nega con tutte le sue forze.
Io non so piú cosa fare. Credo che l'intimità sia importante in una coppia e che la nostra sia stata compromessa seriamente (a causa di sua madre). Spero che qualcuno possa suggerirmi un modo di affrontare la questione con lui, perché io, purtroppo, non so proprio piú come superare il problema.
Grazie anticipatamente!
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Gentile utente, penso che dobbiate prendere in considerazione il fatto che una coppia giovane, specie se ancora dipende dai genitori per mantenersi agli studi, ha spesso una sotterranea dipendenza psicologica che determina risentimenti anche fisici, e in ogni caso sofferenze.
Con questo non voglio dire che i suoi disturbi da pillola siano la risposta all'invadenza della mamma del partner, tuttavia dagli anni '60 ad oggi la pillola è stata la salvezza delle coppie, per molte malattie è anche una cura, se ne sono elaborate tipologie sempre più raffinate e adatte a tutti gli organismi... e invece a lei ha fatto male sia prenderla, sia non prenderla più? Eppure immagino che sia stato un medico a prescrivergliela, dopo le indagini del caso. Non ci sarà, nel suo malessere, un'inconscia resistenza alla suocera/rivale? Non ci sarà anche una ferita ad un sotterraneo, ancestrale desiderio di maternità?
E veniamo ad altri elementi che rimandano a disturbi senz'altro di natura psicologica. Il suo ragazzo "piange" mentre fa l'amore... e lei ha preso la pillola per "mettere a tacere i suoi attacchi di panico". Ma gli attacchi di panico si curano andando dagli opportuni specialisti, non prescrivendo farmaci ad altre persone! Altrimenti, più che attacchi di panico, questo sarebbe un comportamento manipolatorio.
Infine la questione dei quattro anni di differenza, che forse per voi e soprattutto per i vostri genitori hanno un peso più marcato di quanto non vogliate riconoscere.
Per uscire da questo quadro che rimanda la sensazione di una lotta sotterranea contro guerrieri che non si dichiarano apertamente, per cui sono tanto più minacciosi, suggerirei di consultare un terapeuta di coppia nell'immediato, e di affrancarvi dalla tutela economica dei genitori al più presto. Auguri.
Con questo non voglio dire che i suoi disturbi da pillola siano la risposta all'invadenza della mamma del partner, tuttavia dagli anni '60 ad oggi la pillola è stata la salvezza delle coppie, per molte malattie è anche una cura, se ne sono elaborate tipologie sempre più raffinate e adatte a tutti gli organismi... e invece a lei ha fatto male sia prenderla, sia non prenderla più? Eppure immagino che sia stato un medico a prescrivergliela, dopo le indagini del caso. Non ci sarà, nel suo malessere, un'inconscia resistenza alla suocera/rivale? Non ci sarà anche una ferita ad un sotterraneo, ancestrale desiderio di maternità?
E veniamo ad altri elementi che rimandano a disturbi senz'altro di natura psicologica. Il suo ragazzo "piange" mentre fa l'amore... e lei ha preso la pillola per "mettere a tacere i suoi attacchi di panico". Ma gli attacchi di panico si curano andando dagli opportuni specialisti, non prescrivendo farmaci ad altre persone! Altrimenti, più che attacchi di panico, questo sarebbe un comportamento manipolatorio.
Infine la questione dei quattro anni di differenza, che forse per voi e soprattutto per i vostri genitori hanno un peso più marcato di quanto non vogliate riconoscere.
Per uscire da questo quadro che rimanda la sensazione di una lotta sotterranea contro guerrieri che non si dichiarano apertamente, per cui sono tanto più minacciosi, suggerirei di consultare un terapeuta di coppia nell'immediato, e di affrancarvi dalla tutela economica dei genitori al più presto. Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 851 visite dal 16/08/2018.
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