Invidiare il passato
Salve, vorrei domandarvi un parere riguardo una situazione che, da parecchio tempo a questa parte, mi ha privato della serenità.
Il cruccio rimane sempre lo stesso.
Da anni. Probabilmente il tutto si è originato dalla mia età più tenera. Già allora ho avuto la tendenza ad invidiare, idem in fase adolescenziale e tutt'ora. Era un qualcosa a cui non mi riusciva di sottrarmi.
Mi ritrovo a invidiare persone che, nate prima di me, hanno ideato e portato avanti un qualcosa. È una condizione patologica. Ne sono quasi certo. Occupa gran parte delle mie giornate, e non solo.
Nella mia testa risuonano parole scritte da altri, ed io, amante della scrittura, mi sento creativamente bloccato.
È come se la mia vita si fosse fermata, cristallizzata. Ossia conclusa. Intanto non trovo pace: seguo costantemente persone tramite social, che ritengo a me superiori, invidiandole, seguendo aggiornamenti sulle loro vite. E leggo i commenti d'incoraggiamento, i messaggi di stima. Addirittura d'amore. Ricevono quelli, ed io mi ripeto che nessuno mi riterrà mai interessante, piacevole. Nessuno.
Nel mentre perdo di vista la mia, di vita. Rifletto sul talento altrui, sbatto la testa al muro: mi maledico. Delle volte, mi convinco di essere un perfetto idiota. Per farvi comprendere meglio la pesantezza: ho passato 6 MESI, esatto, sei mesi, ad invidiare una frase scritta da un ragazzo. Sei mesi nei quali, mentre lavavo i piatti o passeggiavo, nella mia testa magicamente appariva una voce non mentale ma fisica. Ripeteva quella frase e "non saresti mai riuscito a concepire qualcosa di tanto brillante", in aggiunta. Il ragazzo è poco più vecchio di me e questo, parzialmente mi consola. La competizione con le persone del mio sesso opposto non la sento invece.
Di base invidio l'attenzione che una persona dotata di talento può ricevere.
Ci sono dei momenti in cui mi accorgo di quanto sia folle e degenerante tutto l'odio che mi riverso addosso, e mi passa. Il problema è che non posso alternare fasi di apparente spensieratezza ad altre di assoluto sconforto.
Sto andando da uno psicologo, attualmente è in ferie. Gli ho parlato di quanto mi senta oppresso, e per un po' sono stato meglio, ma lo so che è un problema difficile da estirpare.
Vi ringrazio anticipatamente.
Il cruccio rimane sempre lo stesso.
Da anni. Probabilmente il tutto si è originato dalla mia età più tenera. Già allora ho avuto la tendenza ad invidiare, idem in fase adolescenziale e tutt'ora. Era un qualcosa a cui non mi riusciva di sottrarmi.
Mi ritrovo a invidiare persone che, nate prima di me, hanno ideato e portato avanti un qualcosa. È una condizione patologica. Ne sono quasi certo. Occupa gran parte delle mie giornate, e non solo.
Nella mia testa risuonano parole scritte da altri, ed io, amante della scrittura, mi sento creativamente bloccato.
È come se la mia vita si fosse fermata, cristallizzata. Ossia conclusa. Intanto non trovo pace: seguo costantemente persone tramite social, che ritengo a me superiori, invidiandole, seguendo aggiornamenti sulle loro vite. E leggo i commenti d'incoraggiamento, i messaggi di stima. Addirittura d'amore. Ricevono quelli, ed io mi ripeto che nessuno mi riterrà mai interessante, piacevole. Nessuno.
Nel mentre perdo di vista la mia, di vita. Rifletto sul talento altrui, sbatto la testa al muro: mi maledico. Delle volte, mi convinco di essere un perfetto idiota. Per farvi comprendere meglio la pesantezza: ho passato 6 MESI, esatto, sei mesi, ad invidiare una frase scritta da un ragazzo. Sei mesi nei quali, mentre lavavo i piatti o passeggiavo, nella mia testa magicamente appariva una voce non mentale ma fisica. Ripeteva quella frase e "non saresti mai riuscito a concepire qualcosa di tanto brillante", in aggiunta. Il ragazzo è poco più vecchio di me e questo, parzialmente mi consola. La competizione con le persone del mio sesso opposto non la sento invece.
Di base invidio l'attenzione che una persona dotata di talento può ricevere.
Ci sono dei momenti in cui mi accorgo di quanto sia folle e degenerante tutto l'odio che mi riverso addosso, e mi passa. Il problema è che non posso alternare fasi di apparente spensieratezza ad altre di assoluto sconforto.
Sto andando da uno psicologo, attualmente è in ferie. Gli ho parlato di quanto mi senta oppresso, e per un po' sono stato meglio, ma lo so che è un problema difficile da estirpare.
Vi ringrazio anticipatamente.
[#1]
La frase che ci riporta e che l'ha ossessionata mi fa pensare che forse più dell'invidia potrebbe esserci un problema di autostima.
L'invidioso tende ad abbassare gli altri al proprio livello, mentre nel suo caso questo aspetto essenziale forse non c'è, anzi forse c'è una soppravvalutazione degli altri.
Tenga presente che le ricerche con i test hanno dimostrato che la quasi totalità delle persone possiede un'abilità in misura maggiore della popolazione generale.
Ci sono vari strumenti e tecniche per migliorare l'autostima, se questo fosse il suo problema principale.
Le terapie brevi cercano di risolvere il problema in tempi brevi e con strategie concrete di buona e sperimentata efficacia.
cordiali saluti
L'invidioso tende ad abbassare gli altri al proprio livello, mentre nel suo caso questo aspetto essenziale forse non c'è, anzi forse c'è una soppravvalutazione degli altri.
Tenga presente che le ricerche con i test hanno dimostrato che la quasi totalità delle persone possiede un'abilità in misura maggiore della popolazione generale.
Ci sono vari strumenti e tecniche per migliorare l'autostima, se questo fosse il suo problema principale.
Le terapie brevi cercano di risolvere il problema in tempi brevi e con strategie concrete di buona e sperimentata efficacia.
cordiali saluti
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 966 visite dal 14/08/2018.
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