Confusione e pianto

Mi trovo in una condizione di confusione: percepisco stati d’animo che si alternano tra loro e mi pare ci siano tutti. Gioia tristezza rabbia delusione odio speranza. sono gay ho 35 anni, e sto con un ragazzo poco più piccolo di me, da quasi un anno. È una bella persona, simpatico, allegro, colto, di bell’aspetto, ma dentro di me vivo ogni santo giorno un conflitto che mi fa stare male: ne sono innamorato ma allo stesso tempo ho degli impulsi che lo vorrebbero respingere e allontanare definitivamente. C’è da dire come premessa importante a tutto ciò che 2 anni fa è terminata una relazione con un mio coetaneo che durava da 10 anni, e a cui penso purtroppo ogni giorno. Non vorrei mai tornare con lui, non ci sentiamo più, neanche per un rapido saluto a natale o compleanni, eppure ancora oggi mi domando: se venisse sotto casa e mi chiedesse di scendere io lo farei? La risposta è sì. Credo che capire l’origine del mio stato d’animo che da mesi mi torchia non serva a nulla, anche perché non credo sia difficile trovare delle risposte: la nuova relazione ti può spaventare perché ti ricorda come è finita la precedente, che seppur bella e lunga è comunque finita e pure male; la nuova relazione si confronta, pur non desiderandolo con la precedente, come se mettessi i due in paragone. Sono considerazioni mentali (o meglio loop mentali) automatici purtroppo che mi impegnano la totalità delle mie ore solitarie: quando torno dal lavoro non faccio nulla. Prima ero sportivo: palestra, lunghe passeggiate nei parchi; leggevo un libro a settimana: spendevo più in librerie che dal panettiere; mi incuriosivano le nuove serie tv, pur non diventando mai un nerd per fortuna. Adesso queste ore e a volte giornate solitarie le passo quasi sempre a casa, in una condizione emotiva piatta, tendente al sonno, che non mi fa fare nulla. Mantengo le idee e le progettualità che ho sempre avuto ma si riflettono su loro stesse, non hanno sfoghi in azioni. Anche a livello cognitivo mi sento rallentato, più spento, e questo mi genera rabbia e frustrazione a lavoro dove potrei essere brillante, e a casa dove mi piacerebbe iniziare a frequentare un master universitario. Da pochi giorni ho terminato il mio periodo di prova nel pubblico e sono dunque un sanitario strutturato. Appena lo ha saputo il mio compagno ha subito dato sfogo alla sua invettiva chiedendomi di festeggiare e di andare a vivere insieme. Avrete capito già che a questo passo non mi sento affatto pronto pur considerandolo una bellissima idea romantica. Insomma, dopo questo minestrone di idee e frammenti di emotività, mi piacerebbe sapere qual è per me un primo passo da fare, un primo nodo cognitivo/emozionale da sciogliere di fronte a un professionista per iniziare a sbrigliare la matassa dei miei pensieri. Anche perché di fronte a questo panorama di persone e fatti eterogenei la mia risposta fisica è spesso il pianto,improvviso,breve,intenso,che mi lascia sfogare,ma dà spazio anche a un vuoto e a un senso di spegnimento.
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Dr.ssa Rossella Guerini Psicologo, Psicoterapeuta 27 8
Gentile utente,
è assolutamente normale sentirsi confusi e spaventati dopo la fine di una storia durata così tanti anni.
Se da una parte le sue "considerazioni mentali" sono assolutamente corrette e pertanto come scrive non è certamente difficile trovare una delle risposte del suo malessere negli eventuali confronti tra le due storie, tutto questo la sta indubbiamente conducendo a una situazione in cui non riesce a proiettarsi in avanti e la sua vita subisce dei "rallentamenti" nella sua totalità.

E ciò anche perché raggiungere l'eventuale consapevolezza di qualcosa che ci addolora è solo un primo passo per andare oltre e non significa affatto averlo elaborato.

Circa la sua domanda, pertanto, e vale a dire "il primo passo da fare, il primo nodo cognitivo/emozionale da sciogliere di fronte a un professionista per iniziare a sbrigliare la matassa dei miei pensieri", senz'altro partire da un lavoro approfondito su tutto ciò che concerne la sua storia precedente innanzitutto e chiaramente un lavoro approfondito su di lei e i fattori che le impediscono di andare oltre quella storia conclusa.

Un cordiale saluto,
Dott.ssa Rossella Guerini

Dr.ssa Rossella Guerini
Psicologa, Psicoterapeuta, Dottore di ricerca in Psicologia
Ordine degli Psicologi del Lazio n. 19295