Valutazione diagnostica
Gentili dottori,
Sono già in terapia, ma purtroppo continuo a stare male. L'ultimo avvenimento che mi ha davvero sconcertato è stato il fatto che per un anno mi sono preparato per un test di facoltà a numero chiuso e a due mesi dalla data del test ho completamente mollato tutto, questa cosa mi ha creato una sofferenza e uno sconforto notevoli.Purtroppo gli ultimi 12 anni sono stati costellati di episodi del genere che hanno influito pesantemente sulle mie capacità di realizzazione in qualsiasi attività io abbia intrapreso studi universitari compresi, con risultati che inevitabilmente, a 29 anni, mi stanno condizionando in negativo anche sulla realizzazione lavorativa, già di per sè non facile di questi tempi. L'ultimo episodio questo del test mi ha poi veramente sconvolto e non riesco a fare niente per rimettermi in gioco, in realtà è stato come ho detto il copione di questi ultimi anni.. sono inoltre preoccupato che questo circolo vizioso possa mantenersi in futuro continuando a penalizzarmi fortemente e giunto a quest'età non credo di potermi, nè volermi, più permettere di stare male e di continuare a lasciare progetti a metà, incompiuti o portati avanti in maniera sciatta (come è successo per gli studi universitari). Sempre di più comincio a pensare che ci sia qualche tratto di personalità patologico in me di cui subisco pesantemente le conseguenze a livello umorale e per cui si rende necessaria una terapia farmacologica, anche la stessa terapia farmacologica è stata più volte da me autogestita sempre in coincidenza di attività in cui ero convinto di dover rendere al massimo e che mi portavano a manomettere le suddette terapie, provocando ulteriori danni. Negli ultimi anni inoltre si è aggiunto al perfezionismo un totale disinteresse per le relazioni sentimentali oltre le costanti difficoltà che ho sempre avuto nelle relazioni sociali. Tutti questi problemi mi stanno facendo soffrire molto e sebbene sia compensato farmacologicamente dal punto di vista umorale continuo a stare male. Aggiungo un particolare, la prima terapeuta da cui andai affermava spesso che avevo dei tratti narcisistici e che, anche se diversi anni fa, ho effettuato una valutazione diagnostica da cui in effetti sono emersi in effetti tratti di diversi disturbi di personalità. Secondo voi è possibile che a causa di questi tratti patologici o di un disturbo di personalità che dopo tanti anni di cure soffro ancora e non riesco a prendere in mano la mia vita come vorrei? Vale la pena indagare con una valutazione diagnostica appropriata visto che l'ultima è stata effettuata molti anni fa con domande che mi si fecero in relazione al momento che stavo passando che era veramente pessimo anche dal punto di vista umorale e quindi magari falsata ? Purtroppo lo spazio non mi consente di essere più chiaro in generale rispetto a molti temi, spero che comunque sia chiaro il senso generale, grazie per l'attenzione.
Sono già in terapia, ma purtroppo continuo a stare male. L'ultimo avvenimento che mi ha davvero sconcertato è stato il fatto che per un anno mi sono preparato per un test di facoltà a numero chiuso e a due mesi dalla data del test ho completamente mollato tutto, questa cosa mi ha creato una sofferenza e uno sconforto notevoli.Purtroppo gli ultimi 12 anni sono stati costellati di episodi del genere che hanno influito pesantemente sulle mie capacità di realizzazione in qualsiasi attività io abbia intrapreso studi universitari compresi, con risultati che inevitabilmente, a 29 anni, mi stanno condizionando in negativo anche sulla realizzazione lavorativa, già di per sè non facile di questi tempi. L'ultimo episodio questo del test mi ha poi veramente sconvolto e non riesco a fare niente per rimettermi in gioco, in realtà è stato come ho detto il copione di questi ultimi anni.. sono inoltre preoccupato che questo circolo vizioso possa mantenersi in futuro continuando a penalizzarmi fortemente e giunto a quest'età non credo di potermi, nè volermi, più permettere di stare male e di continuare a lasciare progetti a metà, incompiuti o portati avanti in maniera sciatta (come è successo per gli studi universitari). Sempre di più comincio a pensare che ci sia qualche tratto di personalità patologico in me di cui subisco pesantemente le conseguenze a livello umorale e per cui si rende necessaria una terapia farmacologica, anche la stessa terapia farmacologica è stata più volte da me autogestita sempre in coincidenza di attività in cui ero convinto di dover rendere al massimo e che mi portavano a manomettere le suddette terapie, provocando ulteriori danni. Negli ultimi anni inoltre si è aggiunto al perfezionismo un totale disinteresse per le relazioni sentimentali oltre le costanti difficoltà che ho sempre avuto nelle relazioni sociali. Tutti questi problemi mi stanno facendo soffrire molto e sebbene sia compensato farmacologicamente dal punto di vista umorale continuo a stare male. Aggiungo un particolare, la prima terapeuta da cui andai affermava spesso che avevo dei tratti narcisistici e che, anche se diversi anni fa, ho effettuato una valutazione diagnostica da cui in effetti sono emersi in effetti tratti di diversi disturbi di personalità. Secondo voi è possibile che a causa di questi tratti patologici o di un disturbo di personalità che dopo tanti anni di cure soffro ancora e non riesco a prendere in mano la mia vita come vorrei? Vale la pena indagare con una valutazione diagnostica appropriata visto che l'ultima è stata effettuata molti anni fa con domande che mi si fecero in relazione al momento che stavo passando che era veramente pessimo anche dal punto di vista umorale e quindi magari falsata ? Purtroppo lo spazio non mi consente di essere più chiaro in generale rispetto a molti temi, spero che comunque sia chiaro il senso generale, grazie per l'attenzione.
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Caro utente
Se la sentirebbe di condividere in modo più preciso gli esiti della valutazione diagnostica effettuata e soprattutto in che modo è stata effettuata? In questo modo, avremmo più elementi per corrispondere alla Sua richiesta d'aiuto, incluse le aspettative che ha a riguardo.
Un saluto cordiale e a presto.
Se la sentirebbe di condividere in modo più preciso gli esiti della valutazione diagnostica effettuata e soprattutto in che modo è stata effettuata? In questo modo, avremmo più elementi per corrispondere alla Sua richiesta d'aiuto, incluse le aspettative che ha a riguardo.
Un saluto cordiale e a presto.
Dott. Adriano Carità
Psicologo, psicoterapeuta
Perfezionato in Psicologia Clinica, Counselling e mindfulness
[#2]
Utente
Gentile dott. Carità, la ringrazio per la replica. Per questioni di spazio ho dovuto tralasciare in effetti diversi particolari. La valutazione che eseguii diversi anni fa comprendeva diversi test tra cui mmpi 2, e la scid altri mi furono somministrati sulla base della sintomatologia che manifestavo al periodo che, ribadisco, era molto invalidante. La stessa scid valutò con l'intervista una serie di problematiche inerenti la personalità che però a mio parere erano centrate su difficoltà del momento che poi non ho più manifestato. Non ho purtroppo con me i risultati ma ricordo che uscirono diversi tratti relativi a più disturbi di personalità senza che però soddisfacessi i criteri per un disturbo di personalità vero e proprio. Se non ricordo male i tratti erano relativi al disturbo borderline disturbo dipendente, dal momento che al tempo avevo l'abitudine di contattare spesso una ragazza senza riuscire a smettere nonostante i miei sforzi, ricordo poi che venne identificato il tratto perfezionistico relativo appunto alla mia incapacità di portare a termine le cose..presente già allora e incluso come tratto di disturbo ossessivo compulsivo di personalità. Nel complesso però ripeto ho superato diverse difficoltà di quel periodo in cui affrontavo peraltro un trattamento farmacologico molto pesante e probabilmente se ripetessi gli stessi test adesso i risultati sarebbero diversi e forse più aderenti a quelle che sono state le difficoltà di questi ultimi 10 anni..nel periodo della valutazione per via della terapia farmacologica a stento avevo la forza di uscire di casa... Quando invece ricomincio a prendere la mia vita in mano, come negli ultimi anni, inevitabilmente si presentano questi schemi di cui ho parlato nel primo messaggio. Ho accennato al narcisismo perché oltre a quello che mi diceva la mia terapeuta molti anni fa, noto che mi capita di lasciare progetti a metà non appena mi rendo conto che sono in grado di farli e di essere bravo..a quel punto subentra un 'insoddisfazione che mi impedisce di andare avanti. E' successo cosi anche per la preparazione del test di quest'anno di cui parlavo...quando qualche mese fa ho effettuato una simulazione nazionale in cui ho fatto un ottimo punteggio classificandomi 40esimo su oltre 400 partecipanti non so se è stato un caso ma da allora ho perso lo stimolo di prepararmi adeguatamente e' subentrata apatia tale che non m'interessava neanche più iscrivermi in questa facoltà avevo perso qualsiasi stimolo...e questa cosa mi ha davvero sconvolto e fatto riflettere sul fatto che tutto sommato questo è stato il mio schema di funzionamento ricorrente dai 18 anni in poi e che però sta diventando veramente invalidante...Riguardo la valutazione ho semplicemente l'aspettativa che possa cercare di far luce più chiaramente su cosa non mi sta facendo trarre soddisfazione dalla vita dal momento che ormai sono jn psicoterapia da diversi anni e sebbene abbia raggiunto dei risultati continuo a manifestare difficoltà davanti alle quali sono impotente e su cui non credo a questo punto i farmaci possano fare molto...la mia stessa psichiatra pensa che il lavoro fondamentale per me debba essere fatto in terapia ma a questo punto penso che forse è il caso di capire meglio cosa mi blocca in modo da poterci lavorare in maniera mirata. Lei che ne pensa al riguardo? Una valutazione potrebbe far luce su questi aspetti che forse non sono stati tenuti in opportuna considerazione? Attendo una sua risposta...la ringrazio per l'attenzione.
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La valutazione, a cui segue un processo diagnostico, ha la sua utilità se è un'operazione conoscitiva che apre, non che si chiude in un'etichetta diagnostica, anche perché legata ad essa c'è il rischio di stigma e di identificazione con il disturbo.
La SCID ha come caratteristica il fatto che è basata sul DSM, un manuale diagnostico usato in Psichiatria, il quale trae i criteri da indici comportamentali. A sua volta, la diagnosi - riassumendo al massimo - è basata sulla soddisfazione di criteri secondo una logica politetica: se su 9 criteri, bisogna soddisfarne 5 per avere una diagnosi, se si soddisfano 4 criteri o meno, non è diagnosticabile il tale disturbo, da 5 in su invece lo è. Però non si parla di gravità di un disturbo: un metodo "grossolano" per determinarla è il numero dei criteri soddisfatti, ossia più se ne soddisfano, più è grave la patologia. In realtà, per quanto utile e condiviso, questo approccio non tiene conto dell'organizzazione di personalità dell'individuo e dei suoi punti di forza.
L'MMPI-2, che è molto complesso e completo, riesce a valutare sia la sintomatologia, che la personalità normale e patologica. Non mi dilungherò molto a riguardo, ma una diagnosi con questi due strumenti è piuttosto completa e ben eseguita per un'esplorazione della psicopatologia.
Si può ottenere alla fine delle etichette diagnostiche, ma quanto possono essere utili? La diagnosi a mio parere più utile è quella relativa al funzionamento intrapsichico e relazionale. Noi potremmo chiarire per ore informazioni sulla Sua diagnosi, ma la verità è che a ben poco Le servirebbe se non per conoscere uno specifico termine tecnico. Il lavoro che, visti questi presupposti, è utile fare, è insistere con la psicoterapia e il supporto farmacologico, utilizzando questi spunti della diagnosi come presa di consapevolezza interiore e rinnovata curiosità verso se stessi e il proprio funzionamento intrapsichico e relazionale.
Un saluto cordiale.
La SCID ha come caratteristica il fatto che è basata sul DSM, un manuale diagnostico usato in Psichiatria, il quale trae i criteri da indici comportamentali. A sua volta, la diagnosi - riassumendo al massimo - è basata sulla soddisfazione di criteri secondo una logica politetica: se su 9 criteri, bisogna soddisfarne 5 per avere una diagnosi, se si soddisfano 4 criteri o meno, non è diagnosticabile il tale disturbo, da 5 in su invece lo è. Però non si parla di gravità di un disturbo: un metodo "grossolano" per determinarla è il numero dei criteri soddisfatti, ossia più se ne soddisfano, più è grave la patologia. In realtà, per quanto utile e condiviso, questo approccio non tiene conto dell'organizzazione di personalità dell'individuo e dei suoi punti di forza.
L'MMPI-2, che è molto complesso e completo, riesce a valutare sia la sintomatologia, che la personalità normale e patologica. Non mi dilungherò molto a riguardo, ma una diagnosi con questi due strumenti è piuttosto completa e ben eseguita per un'esplorazione della psicopatologia.
Si può ottenere alla fine delle etichette diagnostiche, ma quanto possono essere utili? La diagnosi a mio parere più utile è quella relativa al funzionamento intrapsichico e relazionale. Noi potremmo chiarire per ore informazioni sulla Sua diagnosi, ma la verità è che a ben poco Le servirebbe se non per conoscere uno specifico termine tecnico. Il lavoro che, visti questi presupposti, è utile fare, è insistere con la psicoterapia e il supporto farmacologico, utilizzando questi spunti della diagnosi come presa di consapevolezza interiore e rinnovata curiosità verso se stessi e il proprio funzionamento intrapsichico e relazionale.
Un saluto cordiale.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.1k visite dal 13/08/2018.
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Approfondimento su Disturbi di personalità
I disturbi di personalità si verificano in caso di alterazioni di pensiero e di comportamento nei tratti della persona: classificazione e caratteristiche dei vari disturbi.