Vivere le relazioni interpersonali come un dovere
Salve, sto seguendo un percorso di psicoterapia (basata sulla schema therapy) e nell'ultima seduta il terapeuta mi ha detto che vivo le relazioni familiari e di amicizia come un dovere e non come un piacere. Per quanto semplice è un'affermazione che trovo illuminante per me, e che mi descrive alla perfezione. Ogni volta che vengo contattato da amici, o da parenti mi viene un senso di noia e di fastidio e, appunto, mi ritrovo ad adempiere al dovere di partecipare a quell'uscita o a quel pranzo in famiglia ecc.
Vorrei approfondire questo aspetto, ne parlerò col mio terapeuta ovviamente, però mi farebbe piacere una considerazione da parte vostra oppure un consiglio su come approfondire questo aspetto che compromette il mio modo di vivere le relazioni con gli altri.
Inoltre, quello che non riesco ancora ad ottenere dopo più di un anno di terapia (ma forse è poco non saprei) è una maggiore consapevolezza di me; mi spiego, ho la tendenza a guardare solo il lato negativo delle cose (ad es. mi laureo ma riesco a vedere solo il voto basso di laurea ecc.) e per quanto sappia con precisione, adesso, i meccanismi che mi portano a interpretare così la realtà, comunque faccio fatica a "cambiare gli occhiali", e mi ritrovo come con il pilota automatico, con la stessa inerzia e farmi dominare dalla negatività e a subire passivamente gli eventi invece di scegliere e di decidere come interpretare le cose. Come posso migliorare questo aspetto?
Vi ringrazio sempre per l'attenzione
Vorrei approfondire questo aspetto, ne parlerò col mio terapeuta ovviamente, però mi farebbe piacere una considerazione da parte vostra oppure un consiglio su come approfondire questo aspetto che compromette il mio modo di vivere le relazioni con gli altri.
Inoltre, quello che non riesco ancora ad ottenere dopo più di un anno di terapia (ma forse è poco non saprei) è una maggiore consapevolezza di me; mi spiego, ho la tendenza a guardare solo il lato negativo delle cose (ad es. mi laureo ma riesco a vedere solo il voto basso di laurea ecc.) e per quanto sappia con precisione, adesso, i meccanismi che mi portano a interpretare così la realtà, comunque faccio fatica a "cambiare gli occhiali", e mi ritrovo come con il pilota automatico, con la stessa inerzia e farmi dominare dalla negatività e a subire passivamente gli eventi invece di scegliere e di decidere come interpretare le cose. Come posso migliorare questo aspetto?
Vi ringrazio sempre per l'attenzione
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gentile ragazza sapere il perchè di certi atteggiamenti non garantisce che le cose cambino. Sarà anche illuminata da questa nuova consapevolezza ma le sue strategie relazionali rimangono le stesse.
La terapia dovrebbe svolgersi su questo piano, ossia determinare strategie operative ed efficaci. Ne parli con il suo terapeuta.
saluti
La terapia dovrebbe svolgersi su questo piano, ossia determinare strategie operative ed efficaci. Ne parli con il suo terapeuta.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1k visite dal 10/08/2018.
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