Il mio cane non c’è più
Salve, sono una ragazza di 23 anni e quasi un mese fa ho perso il mio cane. Si chiamava Gilda e aveva quasi 15 anni, è morta nel giro di due settimane per una grave insufficienza renale, prima di allora era ancora la cucciola che a 8 anni regalarono a me e a mio fratello per Natale. So che sembra esagerato ma per me era una delle “persone” più importanti della mia vita. Ho sempre avuto ben chiara la sua età ed il fatto che non fosse eterna, ma proprio per il suo essere piena di energia e di vita, ho sempre visto la sua morte come una cosa lontana il cui solo pensiero mi provocava un dolore immenso. Invece eccoci qui, lei non c’è piu.. facendo l’università sono quella della famiglia che ha potuto passare con lei 24 ore al giorno per tutte e due le settimane che ci hanno portati qui, l’ho vista peggiorare giorno dopo giorno, l’ho supplicata tra le lacrime di mangiare, l’ho torturata per farla alzare, l’ho sostenuta quando sembrava stesse per svenire da un momento all’altro,e poi quando ha smesso di combattere l’abbiamo accompagnata nel suo ultimo viaggio. Io non riesco ancora a realizzare che non ci sia più, alterno momenti in cui rido e scherzo come se non fosse successo nulla a momenti di estrema disperazione. Non riesco a rassegnarmi al fatto che non la vedrò più, non la toccherò più, mi sembra di ritrovarmi in qualcosa di più grande di me, un dolore che forse non sono in grado di gestire. La casa dove prima non vedevo l’ora di tornare adesso sembra una prigione, ovunque mi giri rivedo i suoi ultimi giorni. La cosa che più mi fa soffrire è che ogni volta che penso a lei mi vengono in mente solo i momenti peggiori mentre lei era gioia allo stato puro e vorrei poter pensare a questo. Scusate per il poema su una cosa che probabilmente può sembrare di poca importanza ma io da quel giorno mi sento vuota, sento un vuoto incolmabile e delle volte dal dolore mi sembra di impazzire. Sono talmente vuota che sono scomparsi anche gli attacchi di panico e di ansia di cui soffrivo abitualmente, levato il dolore che provo per lei, non sento più nulla nè Gioia nè dolore nè paura o angoscia. Nulla.
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Cara utente, tutti gli stati d'animo abissalmente dolorosi che ci comunica purtroppo sono usuali dopo la perdita di un animale domestico. La natura particolare di questi compagni ce li rende infinitamente cari, e quando non ci sono più sembra che non ci sia modo per consolarci.
Cerco di dirle come gli psicologi spiegano perché questo dolore devastante sembra perfino superiore a quello che si prova per la scomparsa di un essere umano.
Pare che ciò dipenda dalla mancanza di qualunque "ambivalenza" negli animali domestici e quindi nel legame che si istaura con loro. Con un essere umano anche nel più grande affetto si alternano momenti di gioia e di fastidio, difficoltà ad esprimere la tenerezza, liti, contrasti, rimproveri. Il fatto che tutto questo non avvenga con l'animale domestico, determina una sofferenza senza difese al momento della sua morte.
Il nostro cane o gatto è un perenne cucciolo giocoso e allegro, sempre pronto alla tenerezza, disposto a guardarci negli occhi e ad ascoltarci o ad accettare i nostri lughi silenzi con amore immenso. E' l'unico che ci corre incontro quando rientriamo a casa sempre felice di rivederci; l'unico che non ci rimprovera e non ci chiede altro che amore, l'unico che non si offende, non fa dispetti, ritorsioni, accuse, non ci opprime e non ci delude.
Aggiunga a questo il fatto che ci sentiamo responsabili per lui come se fosse un bambino. Ci sembra allora, quando si ammala e muore, di non aver saputo ricambiare l'universo d'amore che ci ha regalato. Ed ecco perché lei ricorda dolorosamente la sofferenza della sua cagnetta, anziché i lunghi anni felici che vi siete offerte a vicenda.
Infine, spesso la gente non riconosce la gravità di questa perdita, e per convenzione (quando non per insensibilità) pensa che chi ha perso un animale domestico possa liquidare la sofferenza in pochi giorni o poche ore, come se l'universo di bene che ho appena descritto non avesse illuminato la sua vita, e non avesse lasciato, spegnendosi, un buio doloroso.
Il tempo però lenisce la ferita, e la stessa mancanza di ambivalenza che rende così difficile consolarsi nelle prime settimane, fornisce poi il lenitivo di un ricordo sempre più dolce, perché non inquinato dal rimorso. A quel punto, il fatto che la nostra cara bestiola sia esistita, che ci abbia dato affetto, e che noi ne abbiamo dato a lei, ci fa avvertire che il rimpianto non è aspro, ma circonfuso di gratitudine e di tenerezza.
Voglio concludere dicendo che la chiesa cattolica pare abbia posto tra le sue verità di fede l'esistenza dell'anima degli animali domestici, proprio perché una gran quantità di persone, tra cui un cardinale, hanno detto che il Paradiso appare meno desiderabile senza la speranza di ritrovarci l'esserino amato. Quale che sia la sua convinzione, religiosa o meno, questo le fa capire che non è la sola a sentire un così grande rimpianto.
Infine, lei scrive: "Sono talmente vuota che sono scomparsi anche gli attacchi di panico e di ansia di cui soffrivo abitualmente". Lei imputa il nulla che ha preso il posto delle sue emozioni a questo colpo devastante, e probabilmente ha ragione. Ma... se provasse a pensare che è la sua amica cagnetta a regalarle la guarigione? Forse questo l'aiuterebbe a sentirla vicina.
Le faccio un mondo di auguri. Ci scriva quando vuole.
Cerco di dirle come gli psicologi spiegano perché questo dolore devastante sembra perfino superiore a quello che si prova per la scomparsa di un essere umano.
Pare che ciò dipenda dalla mancanza di qualunque "ambivalenza" negli animali domestici e quindi nel legame che si istaura con loro. Con un essere umano anche nel più grande affetto si alternano momenti di gioia e di fastidio, difficoltà ad esprimere la tenerezza, liti, contrasti, rimproveri. Il fatto che tutto questo non avvenga con l'animale domestico, determina una sofferenza senza difese al momento della sua morte.
Il nostro cane o gatto è un perenne cucciolo giocoso e allegro, sempre pronto alla tenerezza, disposto a guardarci negli occhi e ad ascoltarci o ad accettare i nostri lughi silenzi con amore immenso. E' l'unico che ci corre incontro quando rientriamo a casa sempre felice di rivederci; l'unico che non ci rimprovera e non ci chiede altro che amore, l'unico che non si offende, non fa dispetti, ritorsioni, accuse, non ci opprime e non ci delude.
Aggiunga a questo il fatto che ci sentiamo responsabili per lui come se fosse un bambino. Ci sembra allora, quando si ammala e muore, di non aver saputo ricambiare l'universo d'amore che ci ha regalato. Ed ecco perché lei ricorda dolorosamente la sofferenza della sua cagnetta, anziché i lunghi anni felici che vi siete offerte a vicenda.
Infine, spesso la gente non riconosce la gravità di questa perdita, e per convenzione (quando non per insensibilità) pensa che chi ha perso un animale domestico possa liquidare la sofferenza in pochi giorni o poche ore, come se l'universo di bene che ho appena descritto non avesse illuminato la sua vita, e non avesse lasciato, spegnendosi, un buio doloroso.
Il tempo però lenisce la ferita, e la stessa mancanza di ambivalenza che rende così difficile consolarsi nelle prime settimane, fornisce poi il lenitivo di un ricordo sempre più dolce, perché non inquinato dal rimorso. A quel punto, il fatto che la nostra cara bestiola sia esistita, che ci abbia dato affetto, e che noi ne abbiamo dato a lei, ci fa avvertire che il rimpianto non è aspro, ma circonfuso di gratitudine e di tenerezza.
Voglio concludere dicendo che la chiesa cattolica pare abbia posto tra le sue verità di fede l'esistenza dell'anima degli animali domestici, proprio perché una gran quantità di persone, tra cui un cardinale, hanno detto che il Paradiso appare meno desiderabile senza la speranza di ritrovarci l'esserino amato. Quale che sia la sua convinzione, religiosa o meno, questo le fa capire che non è la sola a sentire un così grande rimpianto.
Infine, lei scrive: "Sono talmente vuota che sono scomparsi anche gli attacchi di panico e di ansia di cui soffrivo abitualmente". Lei imputa il nulla che ha preso il posto delle sue emozioni a questo colpo devastante, e probabilmente ha ragione. Ma... se provasse a pensare che è la sua amica cagnetta a regalarle la guarigione? Forse questo l'aiuterebbe a sentirla vicina.
Le faccio un mondo di auguri. Ci scriva quando vuole.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Cara Utente,
so bene come si sente a me è successo da poco, e pur essendo un clinico sono rimasta psichicamente in panne!
Cambi, appena può, prospettiva: ripassi con la mente i momenti felici, ed anche i dolorosi, siete sempre stare insieme.
La sua cagnolina rimarrà sempre a farle compagnia, dentro di lei.
Ed un nuovo cucciolo non sarà mai un suo sostituto, ma la sua capacità di cura che continua.
L’abbraccio e le lascio qualche mio scritto a riguardo.
https://www.valeriarandone.it/riflessioni/quando-il-tuo-cane-invecchia-lamore-il-tempo-e-le-cure/
https://www.valeriarandone.it/psicologia/amore-a-quattro-zampe/
https://www.valeriarandone.it/riflessioni/il-cane-losso-ed-il-lutto-lamore-nostalgico/
so bene come si sente a me è successo da poco, e pur essendo un clinico sono rimasta psichicamente in panne!
Cambi, appena può, prospettiva: ripassi con la mente i momenti felici, ed anche i dolorosi, siete sempre stare insieme.
La sua cagnolina rimarrà sempre a farle compagnia, dentro di lei.
Ed un nuovo cucciolo non sarà mai un suo sostituto, ma la sua capacità di cura che continua.
L’abbraccio e le lascio qualche mio scritto a riguardo.
https://www.valeriarandone.it/riflessioni/quando-il-tuo-cane-invecchia-lamore-il-tempo-e-le-cure/
https://www.valeriarandone.it/psicologia/amore-a-quattro-zampe/
https://www.valeriarandone.it/riflessioni/il-cane-losso-ed-il-lutto-lamore-nostalgico/
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Utente
Ringrazio entrambe per la risposta così tempestiva.
In risposta alla dottoressa potenza, mi ritrovo pienamente in quello che ha scritto, ritrovo il mio pensiero. Forse il mio cane è stato l’unico essere vivente con il quale sono sempre stata me stessa, non sono stata sicuramente una padroncina perfetta, ma non è mai sembrato curarsene, non credo potrò mai dire lo stesso di nessun essere umano. So che con il tempo tutto questo dolore passerà e si affievolirà ma da un lato mi spaventa anche questo, mi sembra assurdo ad oggi che ad oggi il mioglior augurio che possa fare a me stessa è che un giorno il dolore per la sua perdita sparirà.. ma d’altronde indietro non tornerà e mi rimane solo questo. Devo trovare la forza di stare vicino a mia madre che forse è quella che ne sta soffrendo più di tutti.. io da brava vigliacca da quella sera sono scappata a casa di mio padre, lasciando chi aveva bisogno di me nella più completa solitudine. Spero di tornare ad essere un po’ più coraggiosa, per me, per mia mamma e per Gilda, che se ci vedesse così sono sicura che morirebbe per una seconda volta.
In risposta alla dottoressa potenza, mi ritrovo pienamente in quello che ha scritto, ritrovo il mio pensiero. Forse il mio cane è stato l’unico essere vivente con il quale sono sempre stata me stessa, non sono stata sicuramente una padroncina perfetta, ma non è mai sembrato curarsene, non credo potrò mai dire lo stesso di nessun essere umano. So che con il tempo tutto questo dolore passerà e si affievolirà ma da un lato mi spaventa anche questo, mi sembra assurdo ad oggi che ad oggi il mioglior augurio che possa fare a me stessa è che un giorno il dolore per la sua perdita sparirà.. ma d’altronde indietro non tornerà e mi rimane solo questo. Devo trovare la forza di stare vicino a mia madre che forse è quella che ne sta soffrendo più di tutti.. io da brava vigliacca da quella sera sono scappata a casa di mio padre, lasciando chi aveva bisogno di me nella più completa solitudine. Spero di tornare ad essere un po’ più coraggiosa, per me, per mia mamma e per Gilda, che se ci vedesse così sono sicura che morirebbe per una seconda volta.
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Brava. Vede che la tenerezza, l'amore incondizionato di Gilda la sta aiutando ancora. Non a caso noi diciamo spesso che per un bambino è educativo avere vicino un animale domestico. Consideri anche il messaggio della mia collega Randone: un altro cucciolo non sarà mai un sostituto, ma una nuova sorgente d'affetto senz'altro. Auguri.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 11.1k visite dal 06/08/2018.
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