Rapporto difficile con mio padre; timore che ciò influenzi la mia vita futura
Buongiorno, vi contatto per sfogarmi e chiedere dei suggerimenti su una questione che mi riguarda da sempre: il complesso rapporto con mio papà. La mia è una famiglia normalissima, i miei genitori stanno insieme e in realtà io so che mio padre mi vuole bene, è sempre presente...Tuttavia, non sono mai riuscita a relazionarmi con lui. Durante la crescita, durante gli anni delle medie, ho iniziato a distaccarmi da lui perché lo reputavo un uomo fragile e problematico (in passato ha avuto alcuni problemi tra i quali un po' di depressione) e non mi ha mai dato quell'affetto che avrei voluto. Oggi le cose sono un po' cambiate, ma il mio rapporto inesistente con lui rimane e ciò si ripercuote in altri aspetti della mia vita. Quando devo dirgli qualcosa, faccio fatica a parlargli. Quando sono con lui, non sono me stessa. Con lui non parlo, non mi confido. Mi sento repressa quando sono con lui, perciò sono convinta che lui non mi conosca. A livello pratico non ci vado d'accordo perché la pensiamo diversamente su tante cose. Mi dà fastidio il suo carattere; tuttavia lui a modo suo mi vuole bene e questa cosa mi fa sentire in colpa. E' sempre stato complesso per lui dimostrare affetto, con chiunque. Quello che riconosco è che tutto ciò mi accorgo si ripercuote in altri ambiti della mia vita: se vedo uomini adulti chiamare ''amore'' la propria figlia ed essere affettuosi e dolci con loro, divento triste e penso che avrei voluto un padre così; nelle relazioni, cerco sempre ragazzi preferibilmente più grandi che caratterialmente siano l'opposto di mio padre: ho avuto un'unica storia importante e mi ero affezionata al papà del mio lui perché era un uomo dolce con i figli e molto simpatico. L'opposto di mio papà, insomma. Quando sono stata lasciata, mi sentivo dipendente dal mio ex, volevo tornare con lui, e questo non so se sia dovuto a una questione psicologica relativa all'attaccamento. Se mio padre è arrabbiato o triste, ciò influenza anche il mio umore. Insomma, questa è la mia situazione da anni. Ho pensato di scrivere qui per avere un confronto, vi ringrazio in anticipo per le eventuali risposte.
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Cara ragazza, che triste questa relazione col padre, ma la mamma cosa fa, cosa dice? Si rende conto della vostra mancanza di contatto? Però Lei deve darsi aiuto , le consiglio di organizzare un percorso con un Collega de visu , per raccontare questi lunghi Anni di incomprensioni , tristezza, chiusura, che temo siano stati terribili per tutti, si informi bene prima di decidere a chi rivolgersi, e’ Fondamentale che scatti quella che si definisce .. alleanza terapeutica..e che spinge il soggetto a lasciarsi andare, a raccontarsi,a fidarsi.. ma nessun medico, e’ intervenuto in questo rapporto padre figlia .. disperante, perché anche per suo padre sarà stato ed e’ terribile..Spero che mi ascolti, cara ragazza, ci riscriva per parlarci dei miglioramenti che spero ci saranno.. della sua vita che spero più felice..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
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Ex utente
Gentile dottoressa, grazie per la sua risposta. Mia mamma ne è abbastanza consapevole, ma a parte spronarmi a parlargli quando devo dirgli qualcosa non può fare molto... È consapevole del suo carattere e basta. Prima o poi sì, credo che accetterò il suo consiglio e ne parlerò con un collega, nel frattempo non mi resta che continuare la mia vita...
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 4.7k visite dal 06/08/2018.
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