Depressione ciclica
Salve a tutti.
Due anni fa avevo gia' parlato di questo problema. Oggi mi ritrovo a confermare che ... Non ce la faccio.
La mia vita mi sta scivolando via. E non riesco a fare nulla per trattenerla.
Non riesco a farcela da solo.
Ho avuto episodi depressivi anni fa. Sono stato seguito da uno psico in TCC per circa tre anni. Poi ho smesso per difficolta' finanziarie e perche' mi sentivo un po' meglio.
Non ho mai preso farmaci.
Premetto che le mie crisi depressive probabilmente risalgono all'eta adolescenziale e ci sono state fasi acute di dolore in seguito ad alcuni episodi a 20 anni. Poi mi sentii' meglio, iniziai l'universita' e avevo obiettivi che volevo raggiungere. Studiavo, mi sentivo bene, avevo ottimi risultati scolastici.
Poi dinuovo, il blackout.
E' impressionante come tutto inizi in maniera cosi' banale ... Non me ne accorgo nemmeno e gia' sono un'altra persona.
Non staro' a parlare dell'esordio, della depressione esistenziale che mi porta a considerare la relativita' di tutto e il nonsenso della vita. Sono cose che ho in parte superato, forse.
Invece e' questo tira e molla che mi blocca, che mi tiene in una dimensione extra dalla quale non riesco a liberarmi.
Sono anni ... Quattro anni, da quando ho smesso di andare dallo psico, che non riesco a fare nulla di che. Non che negli anni durante la terapia il mio rendimento fosse migliorato, ma dopo?
Non riesco a fare nulla. Desidero finire l'universita' ma ... Non ci riesco.
Studio per alcuni giorni. Poi mi deprimo. Un pensiero anche banale mi distoglie e mi catapulto in un'altra dimensione dove perdo la cognizione del tempo. E' come se mi dimenticassi di tutto ... Faccio cose che normalmente non mi interessano, dall'oziare su internet a fare giochi che non mi interessano a perdere tempo in cose che non mi interessano.
Poi, lentamente, ritorno alla realta'. E ogni volta e' un trauma, perche' cosi' facendo non riesco a continuare e completare NIENTE.
E ogni volta sono piu' depresso di prima.
Ho paura del mio futuro. Tutti gli obiettivi che mi ero prefissato stanno tutti andando via ... Alla mia eta' avrei dovuto finire l'universita' e lavorare ma sono ancora qui in questo limbo e mi sale la rabbia quando vedo gli altri realizzati, con un lavoro e magari non capaci quanto ho potuto dimostrare di esserlo io in passato.
E' un dolore lancinante, mi dilania dentro.
Perche' non riesco a controllare la mia vita?
Vorrei ritornare dallo psico ma costa troppo ... Forse all'ASL troverei qualcosa, ma servirebbe? Ho bisogno di psicofarmaci per sbloccare questa dolorosa situazione?
Davvero io non posso fare niente?
Vi prego di scusarmi per lo sfogo. E' cosi' doloroso incassare l'ennesima sconfitta e tutti i miei obiettivi sono sempre piu' lontani ... Ho paura che i miei genitori muoiano, sono gia' anziani, e io non possa piu' fare cio' che voglio ossia laurearmi, studiare, fare il lavoro che voglio.
Scusate la lungaggine, mi dispiace.
Due anni fa avevo gia' parlato di questo problema. Oggi mi ritrovo a confermare che ... Non ce la faccio.
La mia vita mi sta scivolando via. E non riesco a fare nulla per trattenerla.
Non riesco a farcela da solo.
Ho avuto episodi depressivi anni fa. Sono stato seguito da uno psico in TCC per circa tre anni. Poi ho smesso per difficolta' finanziarie e perche' mi sentivo un po' meglio.
Non ho mai preso farmaci.
Premetto che le mie crisi depressive probabilmente risalgono all'eta adolescenziale e ci sono state fasi acute di dolore in seguito ad alcuni episodi a 20 anni. Poi mi sentii' meglio, iniziai l'universita' e avevo obiettivi che volevo raggiungere. Studiavo, mi sentivo bene, avevo ottimi risultati scolastici.
Poi dinuovo, il blackout.
E' impressionante come tutto inizi in maniera cosi' banale ... Non me ne accorgo nemmeno e gia' sono un'altra persona.
Non staro' a parlare dell'esordio, della depressione esistenziale che mi porta a considerare la relativita' di tutto e il nonsenso della vita. Sono cose che ho in parte superato, forse.
Invece e' questo tira e molla che mi blocca, che mi tiene in una dimensione extra dalla quale non riesco a liberarmi.
Sono anni ... Quattro anni, da quando ho smesso di andare dallo psico, che non riesco a fare nulla di che. Non che negli anni durante la terapia il mio rendimento fosse migliorato, ma dopo?
Non riesco a fare nulla. Desidero finire l'universita' ma ... Non ci riesco.
Studio per alcuni giorni. Poi mi deprimo. Un pensiero anche banale mi distoglie e mi catapulto in un'altra dimensione dove perdo la cognizione del tempo. E' come se mi dimenticassi di tutto ... Faccio cose che normalmente non mi interessano, dall'oziare su internet a fare giochi che non mi interessano a perdere tempo in cose che non mi interessano.
Poi, lentamente, ritorno alla realta'. E ogni volta e' un trauma, perche' cosi' facendo non riesco a continuare e completare NIENTE.
E ogni volta sono piu' depresso di prima.
Ho paura del mio futuro. Tutti gli obiettivi che mi ero prefissato stanno tutti andando via ... Alla mia eta' avrei dovuto finire l'universita' e lavorare ma sono ancora qui in questo limbo e mi sale la rabbia quando vedo gli altri realizzati, con un lavoro e magari non capaci quanto ho potuto dimostrare di esserlo io in passato.
E' un dolore lancinante, mi dilania dentro.
Perche' non riesco a controllare la mia vita?
Vorrei ritornare dallo psico ma costa troppo ... Forse all'ASL troverei qualcosa, ma servirebbe? Ho bisogno di psicofarmaci per sbloccare questa dolorosa situazione?
Davvero io non posso fare niente?
Vi prego di scusarmi per lo sfogo. E' cosi' doloroso incassare l'ennesima sconfitta e tutti i miei obiettivi sono sempre piu' lontani ... Ho paura che i miei genitori muoiano, sono gia' anziani, e io non possa piu' fare cio' che voglio ossia laurearmi, studiare, fare il lavoro che voglio.
Scusate la lungaggine, mi dispiace.
[#1]
Gentile utente,
ho riletto il consulto di due anni fa,
assai simile - purtoppo per Lei - agli interrogativi che ci pone oggi.
Ci chiede:
"1. ..Vorrei ritornare dallo psico ma costa troppo...Forse all'ASL troverei qualcosa, ma servirebbe?
2. Ho bisogno di psicofarmaci per sbloccare questa dolorosa situazione?
3. Davvero io non posso fare niente?.."
Rispondo:
1. Dato che Lei soffre di depressione fin dall'adolescenza
è necessario curarla con sistematicità e continuità,
mantenendo la vigilanza per evitare ricadute.
"Come" curarla?
Riprendendo la psicoterapia che già Le aveva giovato, all'ASL e/o al Consultorio troverà Psicologi pagando unicamente il ticket;
e forse assumendo i farmaci.
2. E' possibile che l'assunzione di farmaci sia necessaria: una visita psichiatrica Le darà suggerimenti e prescrizioni al proposito (impegnativa del medico di base). Nel caso siano prescritti consiglio di assumerli con regolarità, non sospendendoli di propria iniziativa ai primi segni di miglioramento.
3. La risposta sta nella Sua domanda: "Perche' non riesco a controllare la mia vita?".
Per comprendere più a fondo il problema e la cura
Le consiglio vivamente la lettura attenta dell'articolo che Le linko:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html
Saluti cordiali.
Carla Maria Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Gentile dottoressa,
un grazie sincero per la risposta.
Attualmente non lavoro (in realta' ho un piccolo lavoretto i cui introiti sono molto bassi e non posso permettermi nulla) e figuro come "studente", perche' nonostante la depressione mi abbia devastato la vita non ho ancora mollato le mie ambizioni. Anche se "il cane nero" fa di tutto per farmi cedere.
Ero andato in terapia presso l'ASL due anni fa, ma devo dirle con tutta sincerita' che mi sono trovato a disagio.
Dopo i primi incontri in cui ho spiegato per sommi capi la mia situazione e descritto varie dinamiche familiari (che non sto qui a narrare per non urtarvi), la dottoressa (non so se psicologa o psichiatra) ha voluto subito consigliarmi dei farmaci, quasi come se non avesse voglia di perdere ulteriormente tempo.
Quando le ho spiegato, invece, la mia situazione e il mio blocco (su tutto, tra cui universita' dove sono bloccato e tutto il resto della mia vita), ha manifestato come una sorta di stupore del come io mi sia bloccato negli studi quando invece forse avrei potuto fare altro.
Ma il mio blocco non e' mica perche' volevo fare altro ... Il mio blocco E' TOTALE e ovviamente mi pesa maggiormente quello universitario e quello relazionale.
Per questo, le dico, sono rimasto molto deluso e dopo l'ennesimo incontro dove mi ha spinto dinuovo ad assumere farmaci, nonostante io ne abbia previsto la possibile utilita', ho preferito interrompere subito la terapia.
Non mi sono sentito ne' capito, ne' ascoltato.
Ho dunque molta titubanza riguardo il servizio offerto dall'ASL. Del resto nell'articolo che mi ha suggerito si fa una simile interrogazione.
Dovrei dunque ritornare all'ASL, magari un'altra sede, e chiedere dinuovo per tentare di trovare una persona che mi metta a mio agio?
Purtroppo nei periodi piu' acuti - ho notato da un bel po' - ho difficolta' incredibili nel prendere decisioni.
Sembra di impazzire. Mi chiedo come possa, io, non avere la liberta' di fare cio' che voglio nonostante nessuno mi trattenga.
A volte pare di essere in un incubo.
Mi scuso per la prolissita' e vi ringrazio anticipatamente per le risposte.
un grazie sincero per la risposta.
Attualmente non lavoro (in realta' ho un piccolo lavoretto i cui introiti sono molto bassi e non posso permettermi nulla) e figuro come "studente", perche' nonostante la depressione mi abbia devastato la vita non ho ancora mollato le mie ambizioni. Anche se "il cane nero" fa di tutto per farmi cedere.
Ero andato in terapia presso l'ASL due anni fa, ma devo dirle con tutta sincerita' che mi sono trovato a disagio.
Dopo i primi incontri in cui ho spiegato per sommi capi la mia situazione e descritto varie dinamiche familiari (che non sto qui a narrare per non urtarvi), la dottoressa (non so se psicologa o psichiatra) ha voluto subito consigliarmi dei farmaci, quasi come se non avesse voglia di perdere ulteriormente tempo.
Quando le ho spiegato, invece, la mia situazione e il mio blocco (su tutto, tra cui universita' dove sono bloccato e tutto il resto della mia vita), ha manifestato come una sorta di stupore del come io mi sia bloccato negli studi quando invece forse avrei potuto fare altro.
Ma il mio blocco non e' mica perche' volevo fare altro ... Il mio blocco E' TOTALE e ovviamente mi pesa maggiormente quello universitario e quello relazionale.
Per questo, le dico, sono rimasto molto deluso e dopo l'ennesimo incontro dove mi ha spinto dinuovo ad assumere farmaci, nonostante io ne abbia previsto la possibile utilita', ho preferito interrompere subito la terapia.
Non mi sono sentito ne' capito, ne' ascoltato.
Ho dunque molta titubanza riguardo il servizio offerto dall'ASL. Del resto nell'articolo che mi ha suggerito si fa una simile interrogazione.
Dovrei dunque ritornare all'ASL, magari un'altra sede, e chiedere dinuovo per tentare di trovare una persona che mi metta a mio agio?
Purtroppo nei periodi piu' acuti - ho notato da un bel po' - ho difficolta' incredibili nel prendere decisioni.
Sembra di impazzire. Mi chiedo come possa, io, non avere la liberta' di fare cio' che voglio nonostante nessuno mi trattenga.
A volte pare di essere in un incubo.
Mi scuso per la prolissita' e vi ringrazio anticipatamente per le risposte.
[#3]
"... Dovrei dunque ritornare all'ASL, magari un'altra sede, e chiedere dinuovo per tentare di trovare una persona che mi metta a mio agio?.."
Propendo per il SI',
chiedendo di uno/a Psicologo (anche psicoterapeuta se c'è).
So bene che la psicoterapia è "anche" un incontro tra persone,
e dunque occorre nasca un sufficiente feeling.
D'altra parte è una "alleanza di lavoro",
per cui non bisogna attendersi il trasporto che c'è in una amicizia...
Per valutare l'opportunità dei farmaci, invece,
Lei deve chiedere una "visita psichiatrica"
tramite l'impegnativa del medico di base (solo ticket).
Chi ci scrive chiede le nostre indicazioni,
e noi ben volentieri rispondiamo.
Sempre nella speranza che questo blog rappresenti - anche per Lei -
il primo passo,
una spintarella,
per fare ciò che Le sarebbe realmente utile.
Saluti cordiali.
Carla Maria Brunialti
[#4]
Utente
Terro' in considerazione la possibilita' di tornare presso l'ASL, magari chiedendo di essere assegnato ad un'altra persona.
Io penso che, al di la' della terapia cognitivo comportamentale, forse necessito di una analisi interiore perche' mi sembra ormai evidente (ma potrei sbagliarmi) che ho dei pensieri disfunzionali che riguardano me stesso.
E' come se mi autosabotassi, in poche parole.
In questi giorni l'umore e' altalenante ma si mantiene generalmente a livelli che mi permettono di operare, per esempio.
Ma gia' so che, questione di cinque o sei giorni, ritornera' ad un punto basso. A volte possono passare dieci, venti giorni. Ma succedera'.
E secondo me esiste una connessione profonda tra cio' che mi prefiggo di fare (le mie ambizioni, desideri, cosa voglio programmare per il futuro) e cosa penso di me.
In particolare, lavoro e relazioni amorose ho come la sensazione che siano legate da un doppio filo.
Dovrei dunque continuare con la terpia cognitivo comportamentale, oppure sarebbe bene per me scavare piu' "a fondo", per sradicare una volta per tutte queste catene che trattengono ogni mia volonta'?
Io penso che, al di la' della terapia cognitivo comportamentale, forse necessito di una analisi interiore perche' mi sembra ormai evidente (ma potrei sbagliarmi) che ho dei pensieri disfunzionali che riguardano me stesso.
E' come se mi autosabotassi, in poche parole.
In questi giorni l'umore e' altalenante ma si mantiene generalmente a livelli che mi permettono di operare, per esempio.
Ma gia' so che, questione di cinque o sei giorni, ritornera' ad un punto basso. A volte possono passare dieci, venti giorni. Ma succedera'.
E secondo me esiste una connessione profonda tra cio' che mi prefiggo di fare (le mie ambizioni, desideri, cosa voglio programmare per il futuro) e cosa penso di me.
In particolare, lavoro e relazioni amorose ho come la sensazione che siano legate da un doppio filo.
Dovrei dunque continuare con la terpia cognitivo comportamentale, oppure sarebbe bene per me scavare piu' "a fondo", per sradicare una volta per tutte queste catene che trattengono ogni mia volonta'?
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.7k visite dal 05/08/2018.
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