Disturbo improvviso: ansia o altro?
Gentili dottori, buonasera.
Ho necessità di capire che cosa mi sta accadendo e mi sta rendendo la vita sempre più limitata.
Sono sempre stata una ragazza solare, aperta, amante della vita: ho 30 anni.
Da due mesi soffro di ansia molto forte: tutto si è presentato con alcuni attacchi di panico nei mesi precedenti, poi sfociati da giugno in un disturbo d'ansia molto invalidante con somatizzazioni. Venivo da mesi di forte stress psico-fisico, con contrasti sul lavoro e insoddisfazione nella vita affettiva (una relazione che ho scelto di terminare io appena si è presentato il disturbo). Ho tirato avanti (spaventata) per un mese e mezzo, provando con la sola psicoterapia ma il disturbo si è fatto nel frattempo sempre più presente: da circa una settimana, dopo apposita visita da uno psichiatra, assumo Elopram (prima 10 mg, ora passato a 20 mg), che mi sta portando diversi effetti collaterali. La diagnosi del medico è stata disturbo di panico.Ovviamente mangio poco, il farmaco mi debilita e in questa settimana ho spesso sbalzi d'umore con pianto/rabbia/disperazione e paura per il futuro rispetto a questo disturbo a cui penso sempre.
Quello che mi preoccupa, però, è un altro aspetto che si sta manifestando: il fatto che sto sviluppando un "blocco" mentale rispetto all'ipotesi di tornare a lavoro e anche vedere in questo momento amici o conoscenti mi crea ansia al pensiero. La mattina (in questi giorni sono a casa dal lavoro) apro gli occhi e penso alla giornata: al fatto che non ho voglia di uscire, che sono spaventata (non si sa bene da cosa) e che sto mettendo in dubbio la mia capacità di gestire le mie emozioni e avere il controllo sulla mia vita.
Sono triste, piango per questo: ma è una resistenza e una tendenza all'isolamento che proprio non comprendo e non riesco dentro di me ad accettare.
Che mi succede? Ho molta paura di perdere tutte le cose belle della mia vita. Non mi riconosco più e a casa mia sono tutti a pezzi nel vedermi così spenta e timorosa. Mi sento persa. Il mio psicoterapeuta dice che è normale adesso che non abbia voglia di vedere le persone e che tutto sparirà quando starò meglio. Ma il fatto che io faccia resistenza così in modo ansiogeno mi destabilizza.
Grazie per la vostra disponibilità. Ho tanta voglia di tornare alla mia vita.
Ho necessità di capire che cosa mi sta accadendo e mi sta rendendo la vita sempre più limitata.
Sono sempre stata una ragazza solare, aperta, amante della vita: ho 30 anni.
Da due mesi soffro di ansia molto forte: tutto si è presentato con alcuni attacchi di panico nei mesi precedenti, poi sfociati da giugno in un disturbo d'ansia molto invalidante con somatizzazioni. Venivo da mesi di forte stress psico-fisico, con contrasti sul lavoro e insoddisfazione nella vita affettiva (una relazione che ho scelto di terminare io appena si è presentato il disturbo). Ho tirato avanti (spaventata) per un mese e mezzo, provando con la sola psicoterapia ma il disturbo si è fatto nel frattempo sempre più presente: da circa una settimana, dopo apposita visita da uno psichiatra, assumo Elopram (prima 10 mg, ora passato a 20 mg), che mi sta portando diversi effetti collaterali. La diagnosi del medico è stata disturbo di panico.Ovviamente mangio poco, il farmaco mi debilita e in questa settimana ho spesso sbalzi d'umore con pianto/rabbia/disperazione e paura per il futuro rispetto a questo disturbo a cui penso sempre.
Quello che mi preoccupa, però, è un altro aspetto che si sta manifestando: il fatto che sto sviluppando un "blocco" mentale rispetto all'ipotesi di tornare a lavoro e anche vedere in questo momento amici o conoscenti mi crea ansia al pensiero. La mattina (in questi giorni sono a casa dal lavoro) apro gli occhi e penso alla giornata: al fatto che non ho voglia di uscire, che sono spaventata (non si sa bene da cosa) e che sto mettendo in dubbio la mia capacità di gestire le mie emozioni e avere il controllo sulla mia vita.
Sono triste, piango per questo: ma è una resistenza e una tendenza all'isolamento che proprio non comprendo e non riesco dentro di me ad accettare.
Che mi succede? Ho molta paura di perdere tutte le cose belle della mia vita. Non mi riconosco più e a casa mia sono tutti a pezzi nel vedermi così spenta e timorosa. Mi sento persa. Il mio psicoterapeuta dice che è normale adesso che non abbia voglia di vedere le persone e che tutto sparirà quando starò meglio. Ma il fatto che io faccia resistenza così in modo ansiogeno mi destabilizza.
Grazie per la vostra disponibilità. Ho tanta voglia di tornare alla mia vita.
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gentile utente il panico porta a fare delle scelte (evitamento) e non ci si rende conto che è la scelta che rinforza il problema. Più evitiamo più il problema che ci ha indotto ad evitare viene rimarcato. E' una trappola classica che deve essere spezzata.
Più che lavorare su affetti e relazioni si deve lavorare sulle soluzioni scorrette che si mettono in atto per difendersi dal problema.
almeno in questi casi
saluti
Più che lavorare su affetti e relazioni si deve lavorare sulle soluzioni scorrette che si mettono in atto per difendersi dal problema.
almeno in questi casi
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.1k visite dal 02/08/2018.
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